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Autore: _ A r i a    12/07/2022    1 recensioni
[ post!canon | what if | possibili spoiler del manga ]
Scendono di nuovo giù per le scale, fino a tornare all’ingresso. A un certo punto, però, Enji sente un gemito di dolore che lo mette subito in allarme, costringendolo a voltarsi.
Trova Keigo piegato su se stesso, le braccia strette attorno al proprio corpo, e questo basta a riempirlo di paura.
«Hawks!», lo chiama, terrorizzato. Lo raggiunge all’istante, stringendolo a sé.
«S-se continui a restarmi così vicino mi fai mancare il respiro, Endeavor-san…», lo provoca Keigo, lanciandogli uno sguardo ammiccante.
Enji lo fulmina con lo sguardo. «Ti sembra il momento di flirtare, ragazzino?», lo rimprovera, ma la sua voce non suona per niente arrabbiata, piuttosto solo terribilmente preoccupata.
«Ho f-flirtato con te fin dal primo momento in cui ci siamo incontrati, se non te ne fossi accorto…», gli fa notare il ragazzo. Un sorriso compare sul suo volto nell’osservare lo sbigottimento di Endeavor, ma poco dopo entrambi sono costretti a mutare espressione. Keigo, infatti, sembra essere scosso da una nuova fitta di dolore, il volto che si contrae per la sofferenza, mentre Enji torna a posare su di lui occhi pieni di apprensione.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Endeavor, Hawks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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È un temporale terribile.
La pioggia batte con insistenza contro la finestra, il vento fuori sembra ululare. Non c’è luce, probabilmente dev’essere scoppiato nel cuore della notte.
Ogni rumore sembra inseguirsi in un’infinità di eco, le gocce di pioggia, i fischi e i ruggiti del vento. Una grande finestra, che dal soffitto arriva fino al pavimento, offre un’ampia visuale sul giardino esterno.
Un lampo squarcia il cielo e illumina per un momento la scena. Un uomo è appostato fuori dalla finestra, e sembra avere tutte le intenzioni di entrare.
Keigo si sveglia di soprassalto, tirandosi a sedere nel futon. Non urla, ha le labbra dischiuse come se volesse farlo ma da esse scivolano fuori solo ansiti terrorizzati.
È stato un incubo estremamente reale. Gli sembra ancora di sentire nel naso l’odore del legno stagionato del pavimento, e nelle orecchie il rumore scrosciante della pioggia.
In realtà scopre che sta effettivamente diluviando. Sembra un temporale estivo in piena regola, con tuoni dai boati impressionanti e precipitazioni abbondanti, se non fosse che in realtà manca ancora qualche giorno prima dell’inizio vero e proprio dell’estate.
La cosa che più lo terrorizza, nel ricordo di quell’incubo, è ciò che ha visto poco prima di svegliarsi. La percezione di quella presenza affacciata oltre la finestra, che sembrava tenere lo sguardo fisso su di lui… era stato tutto così verosimile, e a dir poco inquietante.
Solo a ripensarci Keigo sente un brivido corrergli lungo la schiena. Prima ancora che possa accorgersene, ha accartocciato le coperte in fondo al futon, alzandosi e lasciando la stanza.
Vagare per una casa che non è la sua completamente al buio e, per di più, nel bel mezzo di un temporale, non gli sembra affatto la scelta più saggia che potesse prendere. Tuttavia crede ormai di aver memorizzato abbastanza bene il luogo in cui si trova, inoltre non deve fare un tragitto molto lungo, per cui si limita a procedere lentamente attraverso il corridoio, muovendo piccoli passi con i piedi nudi lungo le assi di legno del pavimento.
La camera che cerca è quella accanto alla sua, ha avuto la consapevolezza di dove si trovasse fin dalla prima sera in cui ha messo piede lì.
Dopotutto è stato lo stesso padrone di casa a mostrargliela.
Lascia scivolare la shoji di lato, dischiudendo appena la visuale su quella stanza.
Endeavor è disteso nel suo futon. Sembra profondamente addormentato, a quanto pare il temporale non ha minimamente disturbato il suo riposo.
«E-Endeavor-san?», prova a chiamarlo flebilmente Hawks.
La voce del ragazzo sembra metterlo in allarme all’istante – dopotutto, come tutti gli eroi, è abituato a restare con tutti i sensi in allerta. Enji apre gli occhi di scatto, voltandosi in direzione dell’ingresso della camera.
«Hawks! Che succede?», domanda preoccupato.
Enji è già pronto ad attivare il quirk in caso di necessità. Il ragazzo, però, non sembra ferito, quanto solo molto spaventato.
«Ho fatto un incubo», si ritrova ad ammettere Hawks. Credeva che, in un’occasione del genere, si sarebbe sentito decisamente di più in imbarazzo, invece le immagini che continuano a ripetersi nella sua testa lo terrorizzano a tal punto che ogni inibizione sembra aver perso necessità d’esistere.
Le parole di Keigo all’apparenza hanno avuto l’effetto di tranquillizzare Enji. L’uomo, infatti, valuta di accantonare il proposito di cominciare a far danzare fiamme sul proprio volto.
«Vieni qui», lo invita Endeavor, pacatamente.
In un’altra occasione, probabilmente Keigo sarebbe sorpreso da quella richiesta. Adesso, però, sente solo la tempesta scatenarsi fuori dalla casa, e tanto basta a rievocare in lui i ricordi dell’incubo. Il ragazzo si fa strada nella stanza, fino a raggiungere il futon. Enji solleva le coperte e permette a Hawks di infilarsi sotto di esse, avvolgendolo per tenerlo bene al caldo. Keigo si sistema di modo che le ali sporgano di lato, fuori dalle coperte, così che non siano di intralcio per nessuno dei due.
«È stato… orrendo», ammette Keigo. Parla con un filo di voce, come se si trovasse altrove, in un posto molto lontano. «Era tutto così reale, io… ho percepito la presenza di qualcuno alla finestra. Era lì, mi osservava… oh, Endeavor-san, non riesco a togliermi dalla testa la sua espressione. Aveva qualcosa di così profondamente folle… e poi mi sono svegliato di colpo, e pioveva proprio come nell’incubo… è stato tutto così inquietante…»
Enji gli accarezza piano la fronte. «Shh», lo zittisce, con premura. «Cerca di non pensarci, altrimenti sarà peggio. Va tutto bene, Hawks. Era solo un incubo.»
La vicinanza di Endeavor sembra rasserenarlo all’istante. Hawks si lascia sfuggire un sorriso a quelle parole, e lentamente le palpebre gli calano sugli occhi, tornando ad avvolgerlo nel torpore del sonno.
Si addormentano così, con la testa di Hawks sul petto di Endeavor e una mano di Enji posata sulla base della schiena di Keigo.


Il mattino dopo, quando Endeavor riapre gli occhi, si ritrova esattamente nella stessa posizione in cui si è addormentato la notte precedente.
Hawks riposa ancora, il capo abbandonato sul petto di Enji. È rimasto per tutta la notte tra le braccia dell’uomo, che circondano ancora il suo corpo. Ha un’espressione beata in volto, e di questo Enji non potrebbe essere più contento.
Sente il respiro caldo di Keigo posarsi sul suo volto quasi danzando. Quella è la prima volta in vita sua che si trova così vicino a un altro essere umano, perlomeno al di fuori di Rei.
Ed è così stranamente e profondamente appagante.
Ha riposato bene come raramente in vita sua gli è capitato, avvertendo il calore del corpo di Keigo accanto a sé, inoltre trovarlo al proprio fianco al risveglio gli infonde una tranquillità che non credeva possibile provare.
Gli dispiace immensamente doverlo svegliare, fosse per lui rimarrebbe in eterno in quella posizione, con Hawks che gli riposa tra le braccia e lui che lo osserva incantato.
Sfortunatamente, però, i piani di quella giornata non coincidono con quella tregua meritata.
Enji passa con accortezza una mano tra i capelli dorati di Keigo, sperando di riuscire a svegliarlo così. Al ragazzino sfugge un mugolio prolungato, ed Endeavor si ritrova a sorridere per questo.
«Buongiorno, Hawks», mormora, le parole che si rincorrono nell’orecchio di Keigo. Enji non ne è sicuro, ma ha ancora le braccia strette attorno alla vita del ragazzo e per un momento gli sembra di sentire un brivido corrergli lungo la schiena. «Mi dispiace svegliarti, stavi dormendo così bene. Oggi devo occuparmi di alcuni casi sul campo, per cui farò meglio a cominciare a prepararmi.»
Keigo ha un’espressione ancora un po’ intorpidita dal sonno, Enji lo trova assolutamente adorabile. Si stropiccia un poco gli occhi, per poi stiracchiarsi appena. «Mhh. E io cosa posso fare?», domanda, la voce impastata di sonno.
Enji gli sorride, intenerito. «Puoi venire con me», concede. «In due faremo senza dubbio prima, e poi avevo in mente di portarti in un posto quando avremo finito. In realtà mi sento abbastanza mortificato, per colpa di tutta questa situazione sei costretto a rimanere lontano da Fukuoka e non puoi occuparti dei tuoi casi…»
«Ah, non ci pensare nemmeno», taglia corto Keigo. «Al momento non avevo niente di che per le mani, inoltre sono in contatto con la mia agenzia, riesco comunque a  gestire le operazioni  anche da remoto. Comunque, cos’è questa storia del posto in cui vorresti portarmi?»
«Diciamo che sarà una sorpresa», commenta Endeavor, soffiando sulle sue labbra. «Su, andiamo a prepararci, ci aspetta un sacco di lavoro.»


«Fammi capire, quindi il tuo grande piano era solo una scusa per portarmi a fare shopping?»
Shibuya è caotica e affollata come sempre. Clacson di auto e chiacchiere di passanti si rincorrono sullo sfondo del cielo violetto del tardo pomeriggio, quando il sole è ormai tramontato e il giorno si appresta a lasciare il posto alla notte.
La giornata di lavoro è stata piuttosto tranquilla, nessun villain degno di nota che abbia sottratto loro più tempo del dovuto. Endeavor è riuscito a tenere la situazione sotto controllo senza il minimo sforzo, così Hawks si è limitato a seguirlo, in quell’esperienza che si è rivelata senza dubbio piacevole.
Così, ora che hanno finito di lavorare, possono godersi in santa pace un po’ di tempo libero.
Gli occhi di Keigo lo osservano con una certa nota canzonatoria, tuttavia Enji non se ne sente intimorito.
«Può essere», concede Enji, stringendosi nelle spalle.
Al suo fianco, Keigo ridacchia. Gli sembra sia passata un’eternità dall’ultima volta in cui lo ha sentito ridere, uno scampanellio delicato che gli scalda il cuore. I grandi occhi dorati del ragazzo sono colmi di meraviglia, non riesce a credere che Enji abbia fatto di tutto solo per concedergli quel momento di spensieratezza.
È un gesto così apprensivo e totalmente inaspettato. Lo fa sentire immensamente leggero.
Shibuya scorre accanto a loro, grattacieli imponenti, migliaia di persone indaffarate. È quasi rilassante il pensiero di essere immersi in quella bolla, in cui la vita frenetica risucchia le persone al punto da non curarsi minimamente di chi passa loro accanto.
Incredibile.
«If my path goes beyond alone and leads to you, I will see the vast scenery of a lifetime while I blink.»
Le parole fluiscono soavi dalle labbra di Hawks. Da come le ha intonate, Endeavor intuisce che deve trattarsi di una canzone.
Sullo sfondo del cielo lilla, suonano ancora più melodiose.
Enji osserva Keigo, incantato. «Hai una voce bellissima», commenta, e nella sue parole si percepisce chiaramente l’ammirazione che sente di star provando per il ragazzo in quel momento.
Hawks ride appena. Sulle sue guance è comparso un leggero accenno di rossore.
Enji cerca le dita del ragazzo, trovandole subito. Stringe la mano nella sua, una presa leggera ma rassicurante.
«Uh, grazie!», esclama Keigo. C’è un sorriso luminoso sul suo volto. Il ragazzo socchiude gli occhi, in un moto di allegria.
Quella è l’ultima immagine che gli occhi di Enji intercettano prima che tutto esploda.
Qualcuno arriva alle loro spalle a una velocità inaudita, tanto che Ali Possenti non ha neppure il tempo materiale per accorgersene. Il corpo di Keigo riceve un colpo violento, che lo sbalza in avanti senza che Enji possa trattenerlo, le dita del ragazzo che sfilano via dalle sue. Rotola lungo l’asfalto per diverse decine di metri finché non si ferma, bloccato a terra prono e dolorante.
«Hawks!», lo chiama Endeavor, attonito.
Sfortunatamente, però, non può accertarsi delle condizioni del ragazzo. Fa appena in tempo a voltarsi che un uomo gli piomba addosso. D’istinto, Enji evoca il proprio quirk, fiamme che sprigionano la propria forza respingendo quell’attacco, l’uomo che resta sospeso a mezz’aria assieme alla colonna di fuoco.
Il calore intenso sprigionato da Endeavor è tale da far infrangere i vetri dei grattacieli circostanti. I passanti nei dintorni gridano, mentre cercano di ripararsi.
L’assalitore, però, non sembra essere stato messo particolarmente in difficoltà da quella mossa. L’uomo sogghigna, c’è qualcosa di profondamente sadico nella sua espressione, dopodiché si getta nuovamente in picchiata verso Enji.
Endeavor fa a malapena in tempo a pararsi il volto con le braccia, proteggendosi da quel nuovo attacco. Sente l’altro premere contro la sua rudimentale difesa, e sa che sta respingendo quell’impeto per miracolo.
È forte. E veloce, si ritrova a valutare.
«Endeavor! Finalmente ci rivediamo!», esordisce l’uomo, con una voce in cui Enji percepisce qualcosa di folle.
Per un momento, a Enji sembra di guardarsi allo specchio. Chi lo sta attaccando ha corti capelli rossi e una corporatura imponente, esattamente come lui. L’unica cosa che differisce sono gli occhi che, a differenza dei suoi, azzurri come il mare, sono scuri.
Enji non ha molti dubbi su chi si sia ritrovato davanti. La violenza con cui ha attaccato Hawks e quell’implicito riferimento a un loro precedente scontro sono indizi piuttosto eloquenti, per lui.
«Takami…», sibila, furioso.
Il padre di Keigo balza all’indietro, lasciando finalmente un momento di respiro a Endeavor. Atterra qualche metro più indietro, ma non sembra intenzionato a concedergli alcuna tregua.
«Ti ricordi di me! Sono sollevato», commenta il villain, passandosi una mano tra i capelli. «Credevo che dopo che mi avevi sbattuto in prigione avessi rimosso tutto!»
Enji digrigna i denti, ringhiando. «Ci dovevi rimanere, assassino», sputa, cupo.
L’uomo non sembra particolarmente colpito dalle sue parole. «Ah, ma per favore! Da che razza di pulpito viene la predica? Per quello che hai fatto passare alla tua famiglia avresti meritato il carcere quanto me, invece guardati, sei ancora qui tutto fiero a difendere la popolazione solo perché sei un hero! Non trovi che sia una cosa tremendamente ipocrita?», chiosa, sogghignando malignamente.
Il villain non può che essere ancor più soddisfatto quando, dopo quel suo discorso, vede Endeavor fissarlo con un’espressione sconvolta.
«Già», riprende l’uomo, affilando lo sguardo. «Per cui perdonami, ma quando ti ho visto mano nella mano con quella nullità di mio figlio non sono proprio riuscito a resistere. Non preoccuparti, però, non sono intenzionato a trattenermi.»
Il villain scatta nuovamente in avanti. Endeavor si para nuovamente dall’assalto con le braccia, rivolgendo all’altro uno sguardo di puro odio.
«Sta’ lontano da lui!», grida, facendo scudo personalmente al corpo di Hawks poco distante.
Vede gli occhi del suo avversario attraversati da una scintilla di consapevolezza, e si ritrova a domandarsi se involontariamente non si sia tradito, lasciando trapelare qualche informazione importante.
«Temo che non sarà possibile», ribatte l’altro, con una punta di allegria nella voce. «Ho intenzione di diventare il vostro incubo personale.»
A quelle parole, l’uomo spicca un balzo portentoso, librandosi in aria per poi cominciare a spostarsi saltando dalla cima di un grattacielo a un’altra. Endeavor resta a osservarlo incredulo ancora per qualche secondo, quasi come se si aspetti di vederlo piombargli nuovamente addosso da un momento all’altro.
Invece non lo fa. Il villain prende effettivamente la fuga.
A quanto pare, quello deve essere stato una qualche sorta di avvertimento malato.
Probabilmente dovrebbe inseguirlo, cercare di fermarlo una volta per tutte. In quel momento, però, c’è ben altro ad angustiargli la mente, un pensiero da cui non riesce a liberarsi in alcun modo.
«Hawks!»
La sua voce si perde nel silenzio innaturale che ha invaso Shibuya dopo quello scontro. Keigo è ancora a terra, nell’esatta posizione in cui i suoi occhi lo hanno trovato l’ultima volta che si sono posati su di lui.
Enji gli corre incontro. Dovrebbe constatare l’assenza di altri feriti e di danni alle infrastrutture nei paraggi, tuttavia in quel momento non riesce a curarsene.
Il ragazzo è disteso sull’asfalto. Ha ricevuto un brutto colpo alla schiena, e sembra essere assai dolorante. Enji s’inginocchia al suo fianco, e vede le sue ali rosse venire scosse da un fremito.
«Ehi…», lo chiama piano, cercando di accertarsi delle sue condizioni di salute.
Keigo è debole, e appena cosciente. Enji gli passa una mano tra i capelli, ma sente qualcosa di caldo e umidiccio colargli sulle dita non appena sfiora la fronte.
Endeavor osserva con orrore la propria mano, trovandola impregnata di sangue.
«Sei ferito…», mormora, terrorizzato. «Hawks, devo portarti subito in ospedale…»
«N-no…»
La voce debole di Keigo blocca all’istante le sue parole. Enji si rende conto che deve star facendo una fatica enorme per parlare.
«S-sono solo ferite superficiali…», si giustifica Keigo. «A-andiamo a casa, Endeavor-san…»
Enji vorrebbe ribattere, dirgli che ha ricevuto un colpo inferto con una forza innaturale e che non era neppure la prima volta che capitava, che farebbe meglio a farsi controllare da un medico esperto così che possano accertarsi una volta per tutte che non si trova in una situazione di salute grave.
Poi però capisce.
Hawks, come sempre, è già dieci passi avanti a lui, anche se in quelle condizioni. L’ospedale è una struttura pubblica: se suo padre decidesse di attaccarli nuovamente sarebbe difficile fermarlo, e probabilmente verrebbero coinvolti dei civili innocenti. Casa di Endeavor, invece, continua ad essere l’unico luogo sicuro e insospettabile, perché nessuno sa che Hawks si trova lì ormai da giorni.
È un rischio. Enorme, per di più.
Però Endeavor sa che deve fidarsi, e soprattutto che può farlo. Non c’è persona al mondo di cui si fidi di più di Hawks, e se Keigo ritiene che tornare a casa sua in questo momento sia la cosa migliore da fare, allora Enji sa che non deve far altro che seguire quel che gli ha detto.
Così Endeavor circonda il corpo di Hawks con le braccia, tenendolo stretto a sé. L’istante successivo, si è già librato in aria, sfruttando il fattore propulsivo delle proprie fiamme, volando via e lasciandosi Shibuya alle spalle.


Attraversare la città in quel modo non gli richiede molto tempo.
Enji cerca di fare in fretta, soprattutto per Hawks. Vuole aiutarlo, e sa che non può permettersi di perdere tempo.
Keigo, nel frattempo, gli rimare accoccolato al petto. Rilasciando il proprio quirk, Enji sa di star irradiando calore, e per Hawks dev’essere particolarmente piacevole. A giudicare dal respiro regolare del ragazzo, sembra essersi perfino assopito.
Enji, però, non sa se il fatto che abbia perso conoscenza sia positivo o meno. Ha ricevuto davvero un brutto colpo, continua ad essere terrorizzato al pensiero che possa esserci qualche lesione interna…
Quando vede sotto di sé casa sua, inizia a planare lentamente verso il basso. Atterra in giardino, cercando di adagiarsi in maniera morbida, così da evitare un contraccolpo doloroso per il ragazzo.
Fortunatamente, Hawks riapre gli occhi. Sembra piuttosto confuso, ma non particolarmente malridotto.
«Ti sei svegliato, grazie al cielo», sospira Enji, sollevato. Procede a passo spedito verso la porta di casa, ma ne approfitta per cercare di rivolgere un sorriso rassicurante al ragazzo.
Keigo ha un’espressione corrucciata. Avverte le ali penzolargli giù dalla schiena mollemente, e si ritrova a valutare che ha solo vaghi ricordi di ciò che è successo nelle ultime ore – al tempo stesso, però, si sente incredibilmente rincuorato al pensiero di trovarsi tra le braccia di Endeavor.
«D-dove siamo…?», si ritrova a domandare, mentre sta ancora cercando di rimettere insieme tutti i pezzi.
Enji arriva davanti alla porta d’ingresso. Infila in fretta le chiavi nella toppa, facendole ruotare con un gesto meccanico. Non vede l’ora di essere finalmente là dentro, al sicuro.
«A casa. Come mi hai chiesto», lo informa Endeavor. La porta si apre, e subito l’uomo scivola all’interno dell’abitazione, lasciando che il portone si serri dietro di loro. Continua a tenere il corpo del ragazzo ben stretto a sé, non ha intenzione di lasciarlo per nessun motivo.
Hawks sente Endeavor attraversare la casa con fare sicuro. I passi dell’uomo si rincorrono rapidi lungo le assi di legno del pavimento.
Enji si arresta soltanto quando raggiunge il bagno. Fa sedere Hawks sulla lastra in ceramica del lavabo, per poi accendere una luce soffusa che pende da sopra allo specchio.
Keigo vede Enji inginocchiarsi ai piedi di un mobile. Apre un’anta, e fruga al suo interno alla ricerca di qualcosa.
Si rialza poco dopo, e Hawks scopre che ha recuperato un flacone di acqua ossigenata e dell’ovatta.
«Mh, sto messo così male?», s’informa Keigo, sforzandosi di far suonare la propria voce allegra, per non dare altre preoccupazioni a Endeavor.
Enji estrae un batuffolo di cotone dalla confezione, irrorandolo con l’acqua ossigenata. «Hai un taglio vicino al sopracciglio, ti esce del sangue», gli spiega brevemente. «Preferisco disinfettarlo.»
Hawks sospira, probabilmente vorrebbe dirgli che di sicuro non è niente. Poco dopo, però, Enji posa l’ovatta inumidita vicino al suo sopracciglio, e Keigo si ritrova a trasalire.
«Shh. Piano.» Enji poggia la fronte vicino a quella del ragazzo, spera che quel gesto possa rassicurarlo in qualche modo. Lentamente rimuove le tracce di sangue dalla ferita, almeno finché non gli sembra che sia tornata perfettamente pulita.
Posata l’ovatta sulla lastra del lavabo, decide che è meglio controllare attentamente lo stato di salute di Hawks. Lentamente afferra il bordo della sua t-shirt, sfilandola. Sente il ragazzo sollevare le braccia per aiutarlo a spogliarlo, e cerca con cura di non costringere in posizioni scomode le sue ali.
È la seconda volta in poco tempo che si ritrova davanti al petto nudo di Hawks. Rispetto a quel pomeriggio a casa di Keigo, lo trova decisamente meno livido, e la cosa non può non rasserenarlo.
Enji si lascia sfuggire un sospiro di sollievo, le dita che percorrono il petto del ragazzo, irradiando calore piacevole, mentre continua a tenere la fronte premuta contro quella di Keigo.
«Ho avuto paura di perderti…», ammette. Si sente stremato, come se l’adrenalina dell’ultima ora avesse cominciato improvvisamente ad abbandonare il suo corpo, lasciando però al suo posto solo una grande stanchezza. «Non è stata neppure la prima volta, in realtà…»
Keigo soffoca una leggera risata mentre accarezza i corti capelli alla base della nuca di Endeavor. «Ah, no?», domanda, sinceramente sorpreso.
Enji vorrebbe roteare gli occhi a quella domanda, gli sembra una cosa così ovvia. «Due guerre non ti sono bastate per avere il sospetto che potessi preoccuparmi per te, ragazzino?», ribatte, ma senza essere stato veramente seccato dal tono canzonatorio di Hawks.
«Oh, se è per questo io mi preoccupo per te da molto prima», ammette Keigo. «Ho seguito tutte le tue imprese… e ogni volta ho sentito il cuore stringersi nel petto al pensiero che avresti potuto non farcela…»
A quelle parole, Enji spalanca gli occhi, osservandolo con uno sguardo incredulo.
Hawks sembra divertito dalla sorpresa di Endeavor. «È vero», insiste, rivolgendogli un sorriso così caldo, così puro, così bello. «Ho perso il conto del tempo che ho passato ad amarti, number one…»
Keigo si sporge lentamente in avanti. Chiude gli occhi, e posa un bacio sulle labbra di Endeavor.
Uno solo. Piccolo, dolce, castissimo.
Si scosta subito dopo averlo fatto, mentre mille timori cominciano a invaderlo. Si era ripromesso di soffocare i propri sentimenti, certo che Endeavor non l’avrebbe mai ricambiato. Sapeva che vivere così a stretto contatto sarebbe stato un rischio, perché averlo costantemente vicino non rendeva le cose minimamente più semplici, però fino a quel momento c’era riuscito.
Ora non più.
Ha ceduto, ed è stato dolcissimo. Per un momento gli è parso d’aver accarezzato con le labbra un frutto delizioso, e di essere finito in paradiso. Eppure non riesce a fare a meno di pensare a quanto quel gesto sia stato avventato.
Ha il terrore di riaprire gli occhi e di specchiarsi in quelli di Endeavor. Non ha idea di quali emozioni potrebbe leggervi dentro. Rabbia, repulsione, forse perfino odio. Non è preoccupato tanto della possibilità di perdere la protezione dell’unico luogo in cui sia al sicuro al momento, quanto di aver distrutto per sempre la fiducia che Enji ha sempre riposto in lui.
Alla fine schiude lentamente i suoi grandi occhi dorati e, come aveva previsto, si ritrova immerso nel mare turchino delle iridi di Enji.
Solo che non vi trova nulla di ciò che aveva immaginato.
Endeavor gli sembra senza dubbio sorpreso, quello sì. Eppure, gli pare perfino incantato, quell’azzurro un mare calmo in cui sprofondare.
Hawks avverte un tuffo al cuore dinnanzi a tutta quella bellezza.
Enji gli sorride, tranquillo. Intreccia le dita tra i capelli del ragazzo, e stavolta è lui a chinarsi in avanti, intrappolando le labbra di Hawks in un bacio intenso, famelico.
Keigo chiude gli occhi ammaliato e avvolge le braccia attorno al collo di Endeavor, stringendolo a sé. Sente le mani di Enji vagare lungo la sua schiena, accarezzarne ogni punto.
E in quel momento ha la certezza che non l’ha perso.


È notte fonda. La camera da letto di Endeavor è avvolta nel buio.
Due figure nude e avvinghiate sono sedute sul futon. Le labbra di Enji scivolano sul collo di Keigo, mentre gli ansiti di Hawks invadono la stanza.
«Voglio fare l’amore con te.» Le labbra di Endeavor risalgono fino all’orecchio di Hawks per mormorare quelle parole. «Nel mio letto. Nella mia camera.»
«Nella nostra camera», lo corregge Keigo, sorridendo scaltro.
Anche Enji si ritrova a sorridere. «Nella nostra camera», conviene, meravigliandosi di come quelle parole suonino bene.
Percorre ancora una volta con le dita la schiena di Hawks, e il ragazzo si ritrova ad inarcare la schiena, le ali che alle sue spalle sono scosse da un fremito.
Enji distende i loro corpi sul futon, per potersi spingere più a fondo in Keigo.





notes
and we're back, gente!
mado una parte di me sta ancora urlando e disperandosi nel vano tentativo di cercare di capire se ho azzeccato la divisione dei capitoli o no. non lo so. non riesco veramente a ricordare cosa avessi pensato all'inizio, il che mi dà un fastidio assurdo.
però in teoria mi sembra che in passato avessi visualizzato proprio la pagina di efp che iniziava con la narrazione dell'incubo (?), quindi, uhm, sì, dovrebbe essere così. ah, sì, a proposito, l'incubo (parliamone subito che tanto poi dopo sono certa al 100% che me ne dimenticherò perché passerò a parlare d'altro etc): inquietantino, eh? tra l'altro qualche giorno fa qui da me c'è stato un brutto temporale di notte e, uh, mi è subito tornata in mente questa scena.
salto direttamente alla parte ambientata a shibuya perché sì. la frase che a un certo punto intona (in giapponese) Hawks viene dalla seconda ending della quinta stagione di mha sì lo so che quell'ending si riferisce a deku e shigaraki ma studio bones ci si mette d'impegno per rendere tutto a tema endhawks, e allora chi son io per lamentarmi? nel testo compare in inglese semplicemente perché mi sembrava che così fosse più comprensibile, e visto quello che significa mi sembrava che si adattasse bene anche a questi due personaggi, per questo avevo deciso di inserirla. ora ho un po' il terrore che possa suonare cringe, per cui boh, speriamo bene.
i nostri eroi (mi fa troppo ridere dirlo rip) hanno finalmente incontrato – anche se sarebbe più corretto dire che si sono scontrati – il padre di hawks. non so perché all'inizio mi ero fatta un sacco di scrupoli a usare il cognome takami, però alla fine è quello. nel senso, hawks ha il cognome takami, e takami è anche il criminale arrestato da endeavor anni prima (l'avevo nominato nei capitoli scorsi, giusto?). stando alla wikia di mha, dopo che l'hpsc decide di prendere sotto la propria custodia hawks e di crescerlo così da avviarlo alla professione di hero in futuro, la commissione cancella ogni legame di keigo con il padre, e oltre ad aver fornito a lui e a tomie una nuova casa sua madre torna a usare il cognome da nubile (?), cioè ukai. non so perché sto scrivendo queste cose, forse per convincermi che sia tutto giusto.
e finalmente siamo arrivati al punto croccantello. la ship è attraccata, signori!
vbb io non potrei essere più felice di così, perché amo questi due con tutta me stessa e. oh mamma mia. vado in brodo di giuggiole semplicemente parlandone.
non so se la descrizione del bacio (o post-bacio, boh, non so come definirla) sia cringe, però sinceramente ora come ora non riesco proprio a curarmene. cioè ma QUANTO SONO BELLI, help-- tra l'altro per me questa modalità potrebbe essere proprio canon. hawks che lo bacia perché, letteralmente, non ce la fa più, per poi allontanarsi in attesa della reazione di endeavor ed enji che, ovviamente, finisce per ricambiarlo. mi piace anche pensare anche ad altre possibili versioni del primo bacio, tipo enji che alla fine si fa avanti per primo esasperato dalla parlantina di keigo, ma la verità è che per me questi due sono belli in tutte le salse ♥
il finale... eheh. lasciatemi gongolare finché posso?, finora avevamo avuto quasi solo vagonate di angst. l'idea era di provare a sviluppare per una volta in vita mia una storia slow burn [sono di parte, ho due otp in croce ma in nessuna di loro vedo semplice una dinamica del genere, cioè c'mon nella mia testa questi due vorrebbero saltarsi addosso dal primo momento in cui s'incontrano], e non ho capito se ci sono riuscita, visto che in realtà non manca molto alla fine... vbb nel dubbio c'è sempre la long che avevo scritto per il writober dell'anno scorso--
penso di aver detto tutto. come al solito ringrazio chi sta seguendo la storia [a proposito, come state? io dovrei andare avanti con il nuovo progetto che avevo cominciato a scrivere ma il caldo mi sta uccidendo, rip], spero che continuiate ad apprezzarla uwu
a presto
aria
   
 
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