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Autore: Raven_Stark22_    15/07/2022    1 recensioni
➤ AU: FANTASY/ROYALTY
➤ La storia viene narrata secondo il punto di vista di vari personaggi, quindi sonno presenti diverse ship del mondo di Haikyuu: Bokuaka-Kuroken-Iwaoi-Daisuga-Sakuatsu-Kagehina-Tsukkyiama-Tanakiyo-Matsuhana-Kyouhuaba ecc.
Il sogno di Bokuto è sempre stato quello di diventare un cavaliere: si è esercitato per anni con la spada, ha assistito a numerosi duelli durante le fiere cittadine e si è nascosto dietro le mura per osservare i maestri insegnare ai nobili come affrontare l'avversario.
Proprio quando l'opportunità di realizzare il suo desiderio sembra giungere alle porte, uno sconosciuto in cerca di aiuto si rifugia nella stessa locanda dove sta cenando Bokuto.
Il ragazzo racconta di provenire da un regno lontano e di dover portare a termine un compito di massima segretezza che prevede un lungo viaggio nei luoghi più pericolosi del continente.
Toccherà a Bokuto e ai suoi compagni affrontare scontri e creature sovrannaturali per impedire una guerra catastrofica tra i regni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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C'erano diversi motivi per cui fidarsi ciecamente di una sconosciuta sarebbe stato azzardato.

Ma, altrettanti, erano i motivi per cui era sembrata una buona idea.

Tanto per cominciare, la ragazzina - Yachi Hitoka - aveva salvato la vita ad un loro compagno senza esitazione.

Kuroo, al suo posto, si sarebbe reso disponibile solo dopo aver interrogato il gruppo, ma doveva riconoscere che il suo comportamento era stato ammirevole.

Secondo poi, Yachi manifestava la stessa nocività di un piccolo anatroccolo.

Con ogni probabilità, nel suo vocabolario erano del tutto assenti termini come rabbia sete di vendetta.

Si era rivelata un'apprendista maga intenzionata a specializzarsi in ambito medico.

"Quando aiuto il prossimo, il mio cuore si scalda. Ecco perchè ho scelto di seguire questi corsi."

Kuroo non sapeva se Yachi fosse una studentessa della stessa Accademia che aveva frequentato Oikawa, ma lo stregone non l'aveva riconosciuta.

Ipotizzò che esistessero più classi, forse distinte in base alla categoria dei poteri.

Per quanto aveva visto, Yachi non sembrava possedere la Magia Rossa di Oikawa.

La ragazza non aveva rivelato dettagli della sua vita privata - non si era dimostrata molto propensa ad iniziare un dialogo - ma aveva ascoltato tutti i loro discorsi senza battere ciglio.

Dopo aver preso un po' di confidenza, aveva posto domande alle quali Bokuto era stato entusiasta di rispondere.

-I miei amici vivono dopo il sottobosco.- aveva spiegato la maga -Ci attendono dall'altra parte del confine.-

-I tuoi amici sono tipo dei folletti?-

Yachi aveva riso alla battuta.

-No, non proprio. Anche se uno di loro ci assomiglia, in effetti.-

La conversazione era caduta lì e Kuroo si era isolato nei suoi pensieri.

Impiegarono un giorno e mezzo per attraversare la piana che li separava dal Karasuno.

Le tempistiche avevano subito un aumento a causa di diversi fattori, primo tra tutti l'infortunio di Iwaizumi.

La guardia era stata caricata sul dorso di Uma e i suoi occhi si erano chiusi per la maggior parte del tragitto.

Bokuto camminava al fianco del cavallo, assicurandosi che Iwaizumi non scivolasse dalla sella.

Di tanto in tanto, Oikawa medicava il taglio e rassicurava il ragazzo con parole di conforto.

Akaashi era salito in groppa ad Akari e, dopo un paio di minuti dalla partenza, si era addormentato con la testa appoggiata sulla schiena di Kenma.

Superata la prima sera, gli animi si erano lentamente risollevati.

Iwaizumi aveva riacquistato un po' di colorito, ma i suoi occhi erano ancora vitrei.

Il sole del mattino si stava preparando a sorgere, quando scorsero i primi segni di vegetazione arbustiva.

Kenma si trovava in uno stato di dormiveglia tra le braccia di Kuroo, pronto a scattare al primo allarme.

Akaashi aveva lasciato il suo posto ad Oikawa, ed era smontato dalla sella per affiancare Bokuto.

Kuroo appoggiò il mento tra i capelli del suo ragazzo.

-... e così abbiamo affrontato tre ragni giganti in una sola giornata. Riesci a crederci?- domandò Bokuto, gesticolando animatamente.

-E' una storia senz'altro inverosimile.- ridacchiò Yachi. -Perchè siete fuggiti anche dal Seijoh?-

Bokuto corrugò le folte sopracciglia.

-Oh. Anche lì stavano dando la caccia ad Akaashi.-

-Wow.- la ragazza sembrava sinceramente stupita. -Le notizie circolano in fretta, immagino.-

Bokuto scrollò le spalle e si voltò verso l'altro ragazzo.

Akaashi abbassò lo sguardo.

-Già. Immagino di sì.-

-Però non capisco.- continuò la ragazza -Se non hai rubato niente, perchè hanno accusato proprio te?-

-Rimane uno dei nostri misteri irrisolti.- spiegò Kuroo -La lista viene ampliata quotidianamente.-

-Ma perchè il ragazzo che pulisce le stalle?-insistette -Sarebbe stata la scusa perfetta per incastrare qualche personaggio importante, come consiglieri o messaggeri.-

-Hey, Akaashi- fece Kuroo -Chi hai fatto arrabbiare a morte, di recente?-

-Nessuno.- rispose lui -Non mi sono mosso da... ho lasciato la corte solo in rare occasioni.-

-Eppure qualcuno devi essertelo inimicato.-

-Tetsu.- lo avvertì Bokuto, come una specie di cane da guardia.

-Va tutto bene.- intervenne Akaashi -Kuroo-san non si sbaglia. Sarebbe utile risalire alla motivazione dietro la mi accusa di furto.-

-Sì.- convenne Kuroo -Fremo dalla voglia di prendere a pugni quel figlio di puttana che ha fatto la spia con il Re.-

Gli occhi di Yachi guizzarono intimoriti verso la foresta.

-Voglio dire,- chiarì il ragazzo, findendo un colpo di tosse -deve trattarsi di una fonte attendibile se, dopo due mesi, ti stanno ancora dando la caccia. Almeno per loro.-

-Mi chiedo fino a che punto di spingeranno.- commentò Bokuto.

-Non penso di volerlo scoprire.- rispose Akaashi.

Per qualche minuto regnò il silenzio.

Gli zoccoli dei cavalli affondavano nel terreno umido per le piogge.

Qualche fungo tardo cercava di farsi strada fra il muschio e le foglie secche.

Kuroo distinse anche il gorgolio di qualche ruscello, in lontananza.

Prese un respiro a pieni polmoni.

Il sottobosco profumava di resina fresca.

-Vi ringrazio per esservi confidati.- disse all'improvviso Yachi -Inizialmente ho temuto di essermi imbattuta in un gruppo di briganti, ma non potevo ignorare una persona ferita. Sono contenta che vi siate aperti.-

-Stai scherzando?- rise Kuroo -La fiducia reciproca è il minimo. Hai salvato la vita ad uno sconosciuto.-

Le labbra di Yachi si incurvarono verso l'alto.

-Tutte le vite sono preziose.-

Bokuto corrugò la fronte. -Hey, mi suona familiare.-

-La tua morale avrebbe potuto ucciderti.- fece presente Kuroo.

-Uh, beh...- la biondina si grattò la testa, visibilmente imbarazzata -Sono contenta che non l'abbia fatto. Grazie per la vostra onestà.-

Kuroo sentì Kenma sbuffare, e non gli sfuggì lo sguardo di ghiaccio che rivolse loro Akaashi.

Yachi sollevò una mano e Kuroo tirò le redini del cavallo.

Oikawa si stiracchiò sopra la sella di Akari e, dietro di lui, trotterellò Uma.

Il mago lanciò una rapida occhiata alla sua guardia del corpo, assicurandosi che non fosse caduta dalla groppa dello stallone.

-Iwa-chan?-

-Hmm.-

-Sono due giorni che ci rispondi a monosillabi.-

-Mh.-

Oikawa fece schioccare la lingua e distolse lo sguardo.

-Wow.- commentò Kuroo -Mi ricorda Kenma al mattino.-

La gomitata che ricevette sulle costole gli portò via il respiro.

-Quanto manca al confine?- domandò Oikawa.

Yachi indicò la zona più ombrosa del bosco, dove le querce dalla corteggia grigia entravano in contrasto con le bacche rubino dei cespugli.

In quella zona, molti alberi avevano raggiunto dimensioni fuori dal comune, facendo sentire Kuroo rilevante quanto una formica.

Un fiumiciattolo dalla forma serpentina fluiva tra gli alberi, esercitando un effetto rilassante sulla sua mente.

-Quello è il confine.- spiegò la ragazza.

Da vicino, il sole faceva brillare la superficie e il fruscio delle acque era quasi ipnotizzante.

-E' un torrente.- constatò saggiamente Bokuto.

-Fortunatamente non hai perso la vista.- commentò Oikawa.

-Si tratta della diramazione di un fiume.- spiegò Yachi -Quello principale funge da confine naturale tra la Shiratorizawa e il Karasuno.-

Akaashi si allontanò dal gruppo e si inginocchiò sulla riva.

Dopo aver immerso le mani nel torrente, si sciacquò il volto dalla fuliggine del giorno prima.

-Buona idea!- esclamò Oikawa, calandosi dal dorso di Akari.

Il mantello del mago era ridotto a pochi stracci, ma il ragazzo non sembrava curarsene.

-Fammi un po' di spazio, Aka-chan!-

-C'è un intero fiume a disposizione, Oikawa-san.-

Bokuto si avvicinò ai due ragazzi e Kenma parve sul punto di fare lo stesso.

Kuroo notò, con la coda dell'occhio, che la testa di Yachi era scattata verso la sponda opposta.

-Mh, ragazzi? Non credo che-

-Oikawa-san, mi stai facendo cadere.-

-Hey, non sono statio io a spingerti. Prenditela con Bokken!-

-Aspetta, cosa?-

-Lui non farebbe mai una cosa del genere, Oikawa-san.-

-Grazie, 'Kaashi!-

-Bokuto-san, lasciami andare.-

-Ragazzi?- squittì ancora Yachi, senza alzare il tono di voce -Questo torrente non è-

Le urla spaventate di Oikawa sovrastarono quel debole suono.

Gli schizzi d'acqua raggiunsero persino la faccia di Kuroo.

Bokuto impiegò i successivi istanti di silenzio per retrocedere dietro Akaashi.

-BOKUTO!- tuonò il mago, risollevandosi dal letto del torrente con i vestiti inzuppati. -PICCOLO BASTARDO, GIURO CHE-

Un colpo di tosse proveniente dalla riva del Karasuno lo zittì di colpo.

Lo sguardo di Kuroo cadde sul ragazzo che li stava squadrando con soggezione, le braccia incrociate e le labbra stese in una smorfia sprezzante.

Era incredibilmente alto per avere una corporatura così snella.

I ciuffi biondi erano attaccati alla fronte e gli occhi castani nascondevano una sfumatura dorata.

Sopra la camicia a sbuffo, indossava una mantella nera che gli arrivava a malapena sotto i fianchi.

Il ragazzo si schiarì la voce, dopo essersi sistemato gli occhiali caduti sulla punta del naso.

L'aria si era fatta alquanto tesa.

-Yachi. Chi diavolo sono questi?-

Kuroo era troppo preoccupato per giocarsi una delle due risposte taglienti.

-Tsukki!- esclamò la ragazza, saltando sul posto a causa dell'agitazione. -Loro, uhm... n-non sono...-

-E' uno dei tuoi amici?- la interruppe Oikawa.

Le labbra dello sconosciuto si contrassero.

-Yachi?- insistette.

-Si erano persi!- spiegò frettolosamente la ragazza -Uno di loro è ferito. Pensavo che avremmo potuto...-

-Hai offerto il tuo aiuto a sei perfetti sconosciuti?-

-Non siamo-

Il ragazzo zittì immediatamente Oikawa: -Non stavo parlando con te.-

Il mago ammutolì, gli occhi sbarrati per lo shock.

-Hey!- intervenne Kuroo -Voleva solo assicurarti che non abbiamo cattive intenzioni.-

L'altro arricciò il naso, e la sua aria da saccente incrementò la rabbia di Kuroo.

-Grazie per la garanzia.-

-Tsukishima!- lo richiamò Yachi, visibilmente a disagio. -Vi prego, non fate caso a...-

-Sei un tipo schietto, eh?- fece Oikawa.

-Non siamo pericolosi.- assicurò Bokuto -Ma Iwa, il nostro amico, ha davvero bisogno di cure.-

Lo sguardo di Tsukishima indugiò sul cavallo più indietro.

-Non è un mio problema.- disse.

Per qualche secondo, non volò una mosca nell'intera foresta.

Dopodichè, esplose il caos.

-Cosa?- borbottò Bokuto, sgusciando fuori dal suo nascondiglio.

-Puoi ripetere?- lo sfidò Oikawa.

-Oi, quattrocchi.- ringhiò Kuroo -La tua amica ci ha promesso che Iwaizumi sarebbe guarito.-

Tsukishima sospirò, afflitto, e si rivolse direttamente a Yachi: -E' così?-

-I-io...- mormorò lei, giocherellando con un lembo della gonna -ha perso tanto sangue, e la ferita ci sta mettendo troppo a rimarginarsi. Ho pensato che forse, se lo avessimo portato nella clinica...-

Il lungo respiro di Tsukishima la fece trasalire.

-Perchè non li hai guidati fino ad un'infermeria o, non lo so, un santuario? Sarebbe meglio lasciarli nelle mani di un medico professionista.-

Yachi si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore e il viso del biondo divenne ancora più cupo.

-Yachi.-

-Non possono rischiare di farsi vedere in pubblico.- sussurrò tutto d'un fiato.

Tsukishima sbattè lentamente le palpebre.

-Scusa?-

La ragazza si guardò le punte dei piedi, senza ripetere.

-Sono dei criminali.- concluse Tsukishima, con tono piatto. -Siete dei criminali.-

-Non siamo-

-La storia è molto più complicata di così.- intervenne Yachi, prima che Bokuto potesse difendersi. -Prometto che entrerò nei dettagli, ma adesso Iwaizumi-san ha bisogno di aiuto. Devi fidarti di me.-

Tsukishima non si mosse, ma la perplessità si poteva leggere nei suoi occhi.

-Vuoi davvero caricare un simile peso sulle sue spalle?-

-Io...-

-E' un medico. Cercherà di salvarlo a qualunque costo.-

-Ecco perchè vale la pena tentare.-

-E se poi decidesse di denunciarli alle autorità? E' una pessima idea.-

-Lo convincerò a mantenere il segreto. Non abbiamo scelta. Perfavore.- implorò Yachi.

Lo sguardo tagliente del ragazzo sembrò sfidare ogni singolo membro del gruppo.

Esitò sopra il corpo di Iwaizumi e poi si spostò rapidamente.

-Spero che tu sappia quello che stai facendo.-

La tensione sulle spalle di Yachi sembrò quasi svanire.

-Sì. V-voglio dire, lo spero anche io.-

-Non è per niente rassicurante.- fece notare Oikawa.

Tsukishima lo fulminò con una squadratura dal basso verso l'alto.

-Esci dal mio fiume.- ordinò.

Il mago strabuzzò gli occhi per poi scoppiare in una risata di scherno.

-Il tuo fiume?-

Il tremore della terra gli stroncó di netto la voce.

Kuroo si aggrappó alle redini e Kenma si strinse al suo petto.

Akari nitrì imbizzarrita e Bokuto traballó in avanti.

I sassolini della riva presero a saltellare sul posto.

-Oikawa-san! Spostati da lì!- intimó Akaashi.

Lo stregone indietreggió proprio mentre le acque del torrente si ritiravano per lasciare spazio ad un cumulo di rocce dalla forma appuntita.

Il suolo continuò a tremare anche quando lo scoglio di terra si elevó verso il cielo, superando in altezza i cavalli.

Oikawa inciampó sui propri passi e cadde all'indietro.

-Ma che cazzo...- brobottó Kuroo, stupefatto.

La lastra creata dal letto del torrente aveva ormai raggiunto le dimensioni di un albero.

Oikawa strisció fino ai piedi di Akaashi.

Yachi si prese la testa fra le mani rassegnata.

Anche dopo che lo spuntone ebbe finito di crescere, Kuroo poteva sentire il cuore in gola.

-Sì. Il mio fiume.- sottolineó Tsukishima, e voltò loro le spalle.

Kuroo decise che, per quella giornata, avrebbe evitato quanti più commenti indesiderati possibili.

Bokuto allargò le braccia in cerca di stabilità, e Akaashi scosse la testa per tornare alla realtà.

Oikawa rimase fermo dov'era.

-Dovrei essere di guardia, ma vi accompagneró ugualmente alla clinica.-

-Gentile da parte tua.- disse Yachi, con un debole sorriso.

Tsukishima sollevó le spalle. -Non voglio pentirmi di niente.-

Kuroo si rese conto di quanto suonasse come una minaccia.

Quando si fu allontanato abbastanza, Yachi si abbassó al livello di Oikawa.

-Non è davvero suo.- precisó, sottovoce.

Lo stregone si limitò ad annuire meccanicamente.


×××××

-Hey, occhiali.-

-Non chiamarmi così.-

-Tsukishima va bene?-

-No.-

-E allora come posso chiamarti?-

-Non chiamarmi e basta.-

I capelli di Bokuto parvero sfidare la gravità, cadendo verso il basso.

Il ragazzo, afflitto, rallentò il passo perchè Akaashi potesse raggiungerlo.

-Mi ricorda 'Tsumu.- borbottò.

-Atsumu era meno fastidioso.- fece presente Kuroo.

Tsukishima non si degnò neppure di sembrare offeso.

Yachi ridacchiò dentro di sè.

Ormai aveva imparato a convivere con la personalità di Tsukishima Kei.

Nel corso di un anno di conoscenza, il ragazzo aveva rivolto raramente parole che non fossero prive di astio a qualcuno.

Il suo atteggiamento compiaciuto e detestabile lo portava spesso ad inimicarsi gli studenti delle altre classi, all'Accademia.

(Non che gli insulti velati fossero ben accolti tra i compagni del loro corso, comunque).

Nonostante la sua natura da perfetto antagonista, Yachi era riuscita ad apprezzare molti tratti del suo carattere.

Tanto per cominciare, Tsukishima era intelligente.

Forse non era lo studente modello che si proponeva spontaneamente di svolgere le dimostrazioni pratiche, ma eccelleva in ogni materia.

Secondo poi, la sua apparente arroganza nascondeva una fragile mancanza di autostima.

Yachi aveva notato, col tempo, che Tsukishima si considerava inferiore sotto molti punti di vista.

Infine, c'era una terza sfaccettatura: quella gentile.

Tsukishima preferiva isolarsi nel suo bozzolo impermeabile, ma spesso era stato costretto a cedere.

E, questa caratteristica, emergeva solo in presenza di un'altra persona.

-Scommetto che, se stringessimo tutti attorno alle querce, non riusciemmo comunque a circondarle del tutto.- disse Oikawa.

La testa di Kenma emerse sopra un braccio di Kuroo. -Questi alberi sono insolitamente grandi.- osservò.

-Sì. Non mi sono mai imbattuto in piante così alte.- concordò Akaashi.

Kuroo sbuffò una risata. -Non che nessuno di noi abbia viaggiato molto, però.-

Akaashi abbassò la testa.

-Qui.- annunciò Tsukishima, fermandosi.

Gli altri seguirono il suo esempio.

Akaashi lanciò una rapida occhiata alla schiena del ragazzo, indugiando sul simbolo raffiugurato sul mantello.

Non fece domande.

-Quindi questa sarebbe la clinica.- disse Bokuto, guardandosi attorno.

Felci e ciuffi di erba alta dominavano il paesaggio.

-Figo.- continuò -E , tipo... dov'è la clinica?-

-E' invisibile.- spiegò Tsukishima -Solo gli idioti riescono a vederla.-

-Hey, io non la vedo!- esclamò lo scudiero, entusiasta -Questo mi rende intelligente, Kuroo?-

-Ti sta prendendo in giro, Bo.-

Il bicolore perse immediatamente l'eccitazione.

-Davvero?-

Tsukishima liberò i polmoni e chiuse gli occhi. -Sarà una lunga giornata.-

Il corpo di Iwaizumi venne scosso da un improvviso attacco di tosse.

-Iwa-chan!-

Oikawa appoggiò una mano sulla sua schiena, aiutandolo a mettersi seduto.

La pelle olivastra, sotto la luce del sole, aveva assunto una sfumatura verdognola.

-Stai bene?- chiese Kuroo, sporgendosi dal cavallo per controllare di persona.

Iwaizumi annuì a stento.

Le profonde occhiaie e le vene sottopelle sembravano dire il contrario.

-Le mie cure stanno perdendo efficacia. Bisogna sbrigarsi.- spiegò Yachi.

-Tsukishima.- disse Oikawa, a denti stretti -Dove si trova questa clinica?-

-In città.- rispose lui.

Gli occhi di Oikawa stavano emettendo lampi di rabbia.

-E dove diavolo si trova la città?-

Tsukishima sbattè le palpebre.

-Oh. Ci siamo sotto.-

Il gruppo impiegò qualche secondo per metabolizzare l'informazione.

Poi, contemporaneamente, tutti i menti si sollevarono verso l'alto.

Yachi si accorse di come metà di loro stesse trattenendo il respiro.

-Non ci credo.- commentò Bokuto, gli occhi che brillavano più delle stelle.

A Yachi ricordava molto l'innocenza di un bambino, ma qualcosa le suggeriva di non abbassare la guardia.

-Davvero, amico?- sbottò Kuroo, con un sorriso stupefatto che gli incorniciava il volto -Dopo tutto quello che abbiamo visto, fai ancora fatica a pensare che sia reale?-

Bokuto scosse la testa, in uno stato di trance.

-No. E' tanto surreale quanto vero, immagino.-

Tsukishima li osservò in silenzio con un'espressione gelida.

Yachi seguì i loro occhi e si perse tra i rami delle possenti querce.

La prima volta che le era capitato di ammirare il villaggio dal basso, aveva scambiato le abitazioni per cassette per api.

Dopotutto, le dimore erano così semplici che sembravano essere state disegnate da un bambino.

Sopra di loro, sospese da terra, due baracche in legno poggiavano sui rami opposti della stessa quercia gigante.

Quella più vicina, dotata di una finestra frontale che dava direttamente sul margine del bosco, era stata incastrata tra i rami che la avvolgevano su tutti i lati.

Lo scheletro della seconda, invece, si fondeva direttamente con il tronco, aggiungendo un misero soppalco.

Nonostante l'apparenza pericolante, Yachi sapeva che la base delle abitazioni era pressochè stabile.

-Case sugli alberi.- constatò Kenma, inclinando leggermente gli angoli della bocca -Voi vivete nelle case sugli alberi.-

-Il sogno di qualunque ragazzino.- disse Kuroo.

-Solo chi abita nei villaggi di confine.- precisò Yachi -I progetti sono nati durante la guerra contro il Seijoh. Il nostro popolo conosceva i punti strategici delle foreste, e i nemici si potevano attaccare dall'alto.-

-Wow. Con questa strategia, la vittoria era assicurata.- commentò Bokuto.

Tsukishima alzò le spalle. -Loro hanno eretto un muro. Ci siamo dovuti adeguare.-

-Ci sono altre basi nei dintorni?- domandò lo scudiero.

Yachi indicò un albero poco distante sopra il quale, aguzzando la vista, si distingueva la sagoma di un'altra capanna.

-Sono sparse per tutta la foresta di Fuyue. Si raggruppano solo in prossimità di quello che viene considerato il centro del villaggio, attorno alla Grande Quercia Bianca.-

-Una città che non è una città.- osservò Kuroo, con sincero stupore -Come fate a spostarvi da una postazione all'altra?-

-Tramite i ponti.- spiegò Yachi, puntando l'indice sulla casa più vicina.

Dal poggiolo in legno pendevano due corde in erba intrecciata che univano la quercia ai piloni di quella successiva.

Altri due cavi, che fungevano da parapetto, erano stati rinforzati con rami e altre travi.

-Attraversiamo i ponti sospesi, oppure ci muoviamo a terra.- proseguì -Le costruzioni a livello del suolo sono poche. Abbiamo costruito appositammete delle pedane che si elevano per portare gli abitanti sulle terrazze.-

Kuroo scosse la testa, frastornato. -Tutto questo è...-

-Sorprendente.- completò Akaashi.

-Magnifico.- rettificò Bokuto. -Possiamo salirci sopra?-

-Sfortunatamente, sembra che la vostra presenza possa destare qualche sospetto.- disse Tsukishima, infrangendo tutte le loro speranze. -Questa area è praticamente disabitata, ma non rischieremo di attirare l'attenzione.-

-Allora come raggiungeremo la clinica?- chiese Oikawa, guardando verso l'alto.

Tsukishima tirò inaspettatamente un pugno al tronco.

-Sono qui sotto!- annunciò, alzando la voce.

Yachi si spostò leggermente all'indietro, consapevole di ciò che stava per accadere.

Una scala a pioli con le estremità fatte di corda venne calata dalla piattaforma.

-Attenzione!- avvertì una voce dall'alto.

Tsukishima saltò in avanti e afferrò uno degli appoggi di legno prima che sbattesse in faccia a Bokuto.

Dopo aver accostato la scala al tronco, il ragazzo si rivolse ai presenti: -Ci serviremo di questa.-

Oikawa corrugò le sopracciglia, diffidente. -Non sembra molto stabile-

Tsukishima sfiorò distrattamente uno dei pioli con le dita.

-Non ho mai detto che lo fosse.-

Quando i volti dei ragazzi sbiancarono, Yachi si affrettò a rassicurarli: -Ogni abitazione è dotata di scalinate come queste. Non c'è alcun timore.-

Se erano rimasti titubanti, il colpo di tosse di Iwaizumi contribuì a far cambiare loro idea.

-Ragazzi,- mugugnò il ragazzo, mentre gocce di sudore gli contornavano la fronte -non vorrei mettervi fretta, ma sto passando all'altro mondo un po' troppo velocemente, per i mie gusti.-

Oikawa gli accarezzò il braccio, in un gesto di conforto.

I suoi occhi emanavano terrore allo stato puro.

Bokuto si mosse per primo.

-D'accordo. Facciamolo.-

Afferrò una sporgenza e appoggiò il piede sullo scalino inferiore.

-Potete legare i cavalli qui sotto. Nessuno passa per questi sentieri, a meno che non stia cercando specificatamente la clinica.- disse Tsukishima.

Quando Bokuto si trovava già a metà strada, fu il turno di Kuroo.

Mentre Akaashi si occupava dei cavalli con l'aiuto di Kenma, Yachi studiò in silenzio le condizioni di Iwaizumi.

Il ragazzo non si reggeva in piedi e Oikawa era costretto a sostenerlo.

-Ce la farai.- gli stava sussurrando l'amico -Ti prometto che ce la farai.-

Iwaizumi bofonchiò in risposta.

Lo straccio usato per tamponare la ferita era incrostato di sangue fresco, segno che il taglio si stava riaprendo.

Yachi si stupì di quanto il suo aspetto fosse peggiorato in così poco tempo.

-Non riuscirà a salire.- constatò Tsukishima.

Oikawa gli rivolse uno sguardo freddo come il ghiaccio.

-Sì, invece.-

-No.- ribattè il biondo -E' un dato di fatto. Non può neanche camminare.-

Oikawa parve sul punto di commettere un omicidio.

Alla fine, però, fu Iwaizumi ad intervenire: -Ha ragione lui, Stupikawa.-

Yachi non perse l'ombra di dolore che scurì gli occhi del mago.

Anche Tsukishima, tuttavia, parve accorgersene.

-Tienilo stretto.- ordinò, abbassandosi a terra.

Oikawa sollevò le sopracciglia. -Che cosa stai facendo?-

-Sfido la sorte,- rispose l'altro, a denti stretti -sperando che i vicini di casa abbiano il sonno pesante. Non è piacevole svegliarsi con un terremoto, immagino.-

Lo stregone fece per parlare, ma poi serró la mascella.

Si strinse alla guardia del corpo, avvinghiandosi al suo braccio.

Dopo essersi assicurato che Yachi fosse lontana dal raggio d'azione, Tsukishima appoggiò il palmo sull'erba.

Una scarica gialla scaturì dalle dita e penetró nel terreno.

Prima che Oikawa potesse protestare, il corpo del mago e quello di Iwaizumi stavano già sfrecciando a dieci iarde di distanza.

-Ah!- strilló il primo, facendosi ancora più vicino alla guardia.

La colonna di terra e polvere stava tremando sotto i loro piedi.

Yachi si avvicinó a Tsukishima, attenta a non interferire con la sua magia.

-Non è troppo rumoroso.- fu felice di notare.

Tsukishima annuì, concentrato.

-Forse. Ma non passerà inosservato. Specialmente all'alba.-

Yachi si auguró che, una volta tanto, il ragazzo fosse nel torto.

Quando l'altezza della colonna ebbe raggiunto la piattaforma, la sua corsa si arrestò.

Kuroo e Bokuto si sporsero verso il vuoto, aiutando Iwaizumi a trovare un appoggio stabile.

Piccoli blocchi di terra e qualche sasso si staccarono dal monilito e atterrarono a poche spanne da Yachi.

Tsukishima ritiró la mano e pulì il palmo sul mantello.

-Potrebbero arrestati per questo. Ne sei consapevole vero?-

Yachi, pur avendo valutato ogni rischio, impallidì.

Tsukishima studió la sua reazione per qualche secondo, prima di distogliere lo sguardo.

-Coraggio. È troppo tardi per tornare indietro.-

La ragazza infilò un ciuffo spettinato dietro l'orecchio.

-Sì.-

Seguì Tsukishima su per la scala, attenta a mantenere un provvisorio equilibrio.

Ogni volta che i suoi piedi rischiavano di scivolare, si aggrappava con forza alle corde.

Si convinse a non guardare verso il basso e sperò che Akaashi e Kenma fossero dietro di lei.

Raggiunta la cima, le sue mani erano rosse e scorticate.

Bokuto le porse il braccio, aiutandola a superare l'ultimo piolo.

La terrazza consisteva in una superficie piana composta da assi traforate, attraverso le quali passavano luce e aria.

La facciata dell'abitazione, invece, aveva un che di romantico, immersa completamente nella natura.

Kuroo si sporse oltre il corrimano, godendo di quella straordinaria vista.

Dopo che Akaashi ebbe affiancato Kenma, Yachi si guardò attorno alla ricerca dei proprietari.

-Dove sono finiti?- chiese.

La porta era rimasta aperta, come se li stessero invitando ad entrare.

Tsukishima si mosse verso di essa, ignorando gli sguardi scettici del resto del gruppo.

-E' una clinica farmaceutica. Il proprietario si occupa di erbe, piante officinali e altri intrugli.- iniziò a spiegare Yachi.

-E' pieno di sostanze terapeutiche che fornisce ai pazienti, quindi possiede anche la soluzione a tutti i vostri problemi. Chiunque vi abbia inflitto quella ferita non era umano, vero?- ipotizzò Tsukishima -Il taglio è ancora infetto. Il veleno lo ucciderà.-

Gli occhi di Iwaizumi si chiusero di scatto e il ragazzo soffocò un grido.

-Come possiamo fidarci di questa persona?- chiese con premura Oikawa.

Tsukishima aveva ormai raggiunto l'ingresso.

-Perchè si tratta del padre di-

Le sue parole vennero smorzate dal un fischio acuto.

Il ragazzo si abbassò appena in tempo per evitare di essere decapitato da una sedia volante.

I braccioli si frantumarono sul pavimento e la sella rotolò oltre il parapetto.

Tsukishima sgranò gli occhi, colto dal terrore.

-Ma che cazzo....-

Una testa verde fece capolino dalla porta, timorosa.

Quando riconobbe il soggetto contro cui aveva scagliato la sedia, la sua espressione si trasformò in sgomento.

-YAMAGUCHI!- ripetè Tsukishima, ancora frastornato -Ma che cazzo?-

-Tsukki!- esclamò il ragazzo, correndo verso il suo amico -Mi dispiace! I-io non ti avevo... voi eravate...-

Tsukishima lo tenne a debita distanza allungando un braccio.

-Sei impazzito?-

-Mi dispiace!- insistette l'altro -Ho sentito il terremoto e mi sono spaventato! Ti ho gettato la corda, ma ci hai messo troppo a salire. Non avresti avuto alcun motivo per abbandonare il turno di guardia, quindi ho pensato che fossero dei ladri!-

I vestiti spiegazzati indicavano che Yamaguchi si fosse svegliato da poco.

La massa di capelli era ridotta ad un cespuglio ingarbugliato, dal quale spuntava una treccina laterale.

Le guance, spolverate di lentiggini, si stavano lentamente tingendo di rosa.

Cercò di appiattire sulla testa i ciuffi più spettinati, ottenendo scarsi risultati.

-Scusami tanto.- aggiunse.

Tsukishima si rimise in piedi.

-Come puoi vedere, un motivo ce l'ho eccome.-

Gli occhi ambrati saettarono dietro il ragazzo, fermandosi su Yachi.

-Hey.- salutò lei.

Yamaguchi passò in rassegna il resto del gruppo e tornò a concentrarsi su Tsukishima.

-Cosa sta succedendo?-

-Te lo avrei spiegato con calma,- rispose Tsukishima -se non avessi cercato di uccidermi con una sedia.-

-Tsukki, non volevo! Mi dispiace così tanto!-

-Ne discuterete più tardi.- tagliò corto Oikawa -Puoi chiamare tuo padre, ragazzino?-

Yamaguchi guardò lo stregone e seguì il suo braccio fino al fianco di Iwaizumi.

Poi, si spostò verso il basso, notando la macchia scura che intrideva la fasciatura sulla sua coscia.

-Hai bisogno di cure immediate.- disse, piano -Vi posso accompagnare fino alla Quercia Bianca, dove si trova il centro medico. Ma dobbiamo fare in fretta.-

-Non possono mostrarsi in pubblico.- spiegò Tsukishima -Devono mantenere un profilo basso.-

-Perfavore,- si intromise Akaashi -ci serve l'aiuto di tuo padre.-

Yamaguchi si rabbuiò e fece un passo indietro, come se avesse paura della loro reazione.

-Mio padre non è in casa.-

Yachi sentì il suo cuore sprofondare nela gabbia toracica.

Quando si voltò, le espressioni dei fuggitivi erano anche peggiori.

Fu Bokuto che trovò la voce per parlare: -Cosa significa?-

Yamaguchi fece un altro passo indietro.

-Che mio padre non è in casa. Lui e mia madre si trovano nella città vicina ad acquistare erbe per il negozio.-

-Quando torneranno?- domandò Kenma.

Yamaguchi deglutì.

-Non prima di questa sera.-

Le gambe di Iwaizumi cedettero e il ragazzo collassò a terra.

-Iwa-chan!- urlò Oikawa, gettandosi in ginocchio.

Tsukishima imprecò sottovoce.

-Posso aspettare.- borbottò debolmente la guardia.

-No, non puoi.- decretò Oikawa -Ci dev'essere un altro modo! Portiamolo in città.-

-Non c'è abbastanza tempo.- spiegò Tsukishima.

Oikawa lo fulminò con lo sguardo.

-Non manderete tutto all'aria per causa mia.- sentenziò Iwaizumi.

-Non ti lascerò morire.- mormorò Oikawa, mentre i suoi occhi si gonfiavano di lacrime -Lo giuro sugli dei, Iwa-chan. Fosse l'ultima cosa che faccio.-

Yachi notò, con la coda dell'occhio, un movimento nella loro direzione.

-Che stai facendo?- chiese Tsukishima.

Yamaguchi si accucciò davanti ai due ragazzi con un'espressione quasi sconosciuta.

-Posso provare a curarti io.-

-Davvero?- scattò Oikawa.

-Davvero?- sbottò Tsukishima.

Yamaguchi deglutì, ancora incerto.

-Sì. Non posso assicurare niente. Ma se l'alternativa è... - si morse un labbro, trattenendo la parola morte -allora non rimane altra scelta.-

-Non puoi farlo.- disse Tsukishima, sconvolto -Ti rendi conto di cosa significa la responsabilità di una vita?-

-Ma non posso nemmeno girarmi dall'altra parte.- disse Yamaguchi -Ho visto mio padre al lavoro molte volte. Penso di aver imparato qualcosa.-

-Te lo porterai sulla coscienza per sempre!-

Yamaguchi si alzò in piedi e sorrise debolmente.

-Lo farei in ogni caso.-

Tsukishima strinse in denti, ma non controbattè.

-Grazie.- intervenne Akaashi.

Yamaguchi annuì timidamente. -Io libero la tavola. Voi-uh... portatelo dentro.-

Aggirò Tsukishima e fece un segno a Yachi.

-Mi servirà il tuo aiuto. Due possessori di Magia Verde sono meglio di uno.-

Lei rispose affermativamente e gli corse dietro.

-Tsukki?-

Il biondo roteò gli occhi al cielo.

-Lo so, lo so. Darò una mano anche io.-

-No io...-

Yamaguchi abbassò lo sguardo e si infilò nell'abitazione.

-Scusa per la sedia.-

   
 
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