È una calma mattina estiva, e a bordo della Mobydick regna un piacevole silenzio. 

La maggior parte della ciurma si trova a bordo su un'isola su cui la nave è ancorata da qualche settimana, lasciando a bordo pochi pirati: qualche cuoco, chi è di turno di guardia, chi dorme ancora (nonostante sia già ora di pranzo) per smaltire la sbronza della notte precedente, Marco e Barbabianca stesso.

"Marco, perché non vai a divertirti un pò insieme ai tuoi fratelli?" domanda il capitano, interrompendo il piacevole silenzio caduto fra i due dopo che il Primo Comandante si è seduto sulla spalla del padre, in forma di fenice. 

"E rischiare di essere tirato in mezzo a qualche idiozia? No grazie-yoi. Preferisco godermi questo raro momento di pace."

"Marco -"

"No." lo interrompe, senza neanche aprire un occhio. "Andrò non appena uno degli Comandanti tornerà a bordo. Fino ad allora non ho intenzione di muovermi- yoi."

Una tanto profonda quanto forte risata risuona nel silenzio del molo, facendo anche tremare la nave e le acque. "Guararara Thatch ha ragione: sei proprio una mamma chioccia.

Non hai nulla da temere Marco, questa è la mia isola, a bordo ci sono tanti altri dei tuoi fratelli e questo tuo vecchio padre e ancora capace di proteggersi e combattere le proprie battaglie da solo, non credi?"

Passa qualche minuto di silenzio, e il vecchio capitano pensa di non ricevere più una risposta, quando il comandante, ancora in forma fenice, sospira. 

"Non ho mai dubitato e mai dubiterò della tua forza- yoi. Ma questo non mi priva di preoccuparmi di mio padre- yoi." 

"Marco-" 

"No ascoltami. Sei il capitano e pirata più forte di tutti i mari, non ho mai messo in dubbio questo e mai lo farò. Ma sono anche il tuo primo comandante, oltre che il tuo primo figlio- yoi. È il mio compito rimanere al tuo fianco a guardarti le spalle, soprattutto se non c'è nessun altro a farlo."

"Ad occhi chiusi?" lo stuzzica il padre, che sorride felice. 

"Se vuoi posso dirti quel che sta facendo chiunque si trovi a 20 KM da qui, yoi." risponde senza battere ciglio. 

"Guararara, Ace ti avrebbe detto di smettere di vantarti."

"Puoi dirlo forte! Sempre a pavoneggiarsi del suo frutto del diavolo o del suo Haki, e mai a insegnarmi come fare!" si intromette Ace, appena salito a bordo della Moby Dick con l'aiuto di una scala di fuoco. 

"Ti aiuterei pure, se solo la smettessi di addormentarti, yoi." risponde Marco, ancora ad occhi chiusi. 

"Hey! Lo sai che non è colpa mia!" esclama offeso il Secondo Comandante, mentre salta sopra la spalla libera del pirata più anziano nonché Capitano e padre. "E poi non puoi parlare proprio tu! Quando sei lì, rannicchiato come un - un pollo!" 

"Sei solo invidioso."

Passa qualche secondo prima che il più giovane mormori "Sì, lo sono, dannato pennuto", facendo scoppiare a ridere il capitano. 

Adesso non regna più il silenzio sulla Moby Dick, ma le risate del proprio Capitano e padre, divertito dai battibecchi dei suoi figli e se i pirati che sono stati svegliati, si riaddormentano con un sorriso, come biasimarli?