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Autore: Padmini    19/07/2022    1 recensioni
Con questa storia voglio modificare in modo drastico il Film e la Serie Boruto, che non mi stanno piacendo per niente. Alcuni personaggi verranno eliminati, altri avranno un destino diverso, lo scoprirete leggendo. Spero che vi piaccia!
dal Primo Capitolo
La voce di Boruto gli arrivò come una ventata d’aria fresca, suo figlio era lì, era lì per salvarlo! Con uno sforzo indicibile riuscì a voltare appena la testa, la vista era sfocata, ma riconobbe in qualche modo le sagome di Sasuke, gli altri Kage e … Boruto? Sì, era proprio lui, ma per caso indossava la sua vecchia giacca? Quella logora e strappata di quando era bambino? Non riuscì a trattenere un sorriso, anche se Boruto aveva barato, anche se aveva meritato la squalifica per ciò che aveva fatto, era fiero di lui, si era rialzato e aveva continuato, sfidando la vergogna, sfidando la sconfitta, aveva affrontato tutto quello per venirlo a salvare.
“Papà!”
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Ciao a tutti! Prima di iniziare questo capitolo vorrei fare una premessa: non ho capito esattamente come funziona la questione delle vite passate di Naruto, perciò le gestirò a modo mio, prendendo spunto da ciò che c’è nel manga ma anche da Avatar, soprattutto la leggenda di Korra, dove viene spiegata bene la questione delle vite passate con gli spiriti Raava e Vaatu, il tutto mischiato con cose inventate da me per creare qualcosa di totalmente nuovo. Ah, in questa storia Naruto e Sasuke possiedono ancora l’energia Yang e Yin e leggendo capirete perché. Più avanti sicuramente farò un crossover come si deve tra Avatar e Naruto, per ora beccatevi questo.

Altra cosa: in questa storia il tempo nel mondo dei morti è molto relativo ed è scollegato da quello dei vivi, perciò ciò che accade in pochi minuti nel mondo dei morti potrebbe coprire anche giorni nel mondo dei vivi.


7. Edo Tensei


Naruto era perplesso, cosa volevano da lui le sue vite precedenti? Il suo istinto gli stava già suggerendo la risposta, ma preferì aspettare che fossero loro a parlare. Guardò per un istante Minato e Kushina che sembravano tranquilli, quasi già sapessero.

“Sei già a conoscenza che noi siamo le tue vite passate.”

Hashirama si interruppe per verificare che Naruto lo seguisse e quando lo vide annuire continuò.

“Ciò che ci accomuna, forse lo sai già in parte, è l’energia Yang che i figli dell’Eremita delle Sei vie hanno ereditato da lui; allo stesso modo ciò che lega Sasuke a Madara e a Indra è l’energia Yin.”

Si interruppe nuovamente per osservare Naruto, il quale stava tranquillamente seguendo il suo discorso.

“Nel mondo è necessario che coesistano queste due energie in due esseri viventi.”

“Prima in me e in Indra” iniziò Ashura.

“Poi in me e Madara” continuò Hashirama “Infine in te e in Sasuke.”

“Capisco, quindi io …” iniziò Naruto, che ormai aveva capito dove volevano arrivare.

“Tu ora sei morto” continuò Ashura “ma dentro di te risiede ancora l’energia Yang, ciò che dovrai fare è lasciarla andare, mandarla nel mondo.”

Naruto si guardò il petto.

“Ora?” chiese, titubante, quasi temesse che potesse essere un processo doloroso.

“Al più presto possibile sarebbe l’ideale” rispose Hashirama “Attualmente il mondo si trova in una fase di squilibrio, senza l’energia Yang. Reggerà, come ha retto per tanti secoli, ma …”

Hashirama si interruppe, Naruto era diventato improvvisamente pallido.

“C-cosa succede?” chiese “Mi sento … strano! Non … non capisco … provo … provo dolore! Perché?”

Hashirama e Ashura si guardarono negli occhi, annuendo, avevano capito cosa stava succedendo.

Naruto si voltò verso i genitori, poi si guardò le mani, il ventre, le braccia, tutto il suo corpo stava rapidamente svanendo.

“Minato! Sta succedendo! Perché? Perché?” gridò Kushina quasi piangendo.

“Hanno bisogno di te, figlio mio” gli rispose Minato, posandogli una mano sulla spalla “Non è una cosa che approvo, ma se hanno deciso di agire in questo modo avranno le loro ragioni.”

Minato si avvicinò a Naruto e gli sussurrò qualcosa all’orecchio, poi la sua voce si era fatta pian piano più flebile, fino a scomparire del tutto, poi la luce e il bianco attorno a lui erano scomparsi e tutto si era fatto buio.



 

Erano trascorsi alcuni giorni, Konoha era ancora piena di fiori arancioni, gli abitanti stavano facendo del loro meglio per farli resistere il più possibile anche se sapevano che, purtroppo, avrebbero dovuto lasciarli andare, come avevano lasciato andare il loro Hokage.

Kakashi aveva ripreso il suo ruolo e, almeno per il momento, non era intenzionato a lasciarlo, non mentre l’ombra di Momoshiki incombeva sul mondo dei ninja e, immaginava, non solo la sua. Lui, insieme a Shikamaru e agli altri Kage con i rispettivi Consiglieri, si erano impegnati per stabilire un piano d’attacco. L’idea di attendere gli sviluppi della situazione era stata presto accantonata per proteggere l’incolumità del villaggio, per questo motivo decine di ninja sensitivi, guidati da Sasuke, erano partiti dai rispettivi villaggi per trovare Momoshiki e gli altri membri della famiglia Ootsutsuki.

Non era stato facile, ma alla fine, unendo le forze, erano riusciti a identificare il Chakra del nemico al centro di un deserto freddo particolarmente ostile a nord del territorio della Terra.

I nemici si erano rivelati più numerosi del previsto, oltre a Momoshiki Sasuke aveva individuato anche altri membri della famiglia Ootsutsuki, ma questo non aveva scoraggiato i ninja, che sarebbero stati disposti a tutto pur di proteggere i loro villaggi. Molti di loro erano consapevoli del fatto che non sarebbero sopravvissuti, ma questo non li avrebbe di certo fermati.

Dal momento che il luogo da attaccare si trovava più vicino al Villaggio della Roccia, Kurotsuki si era offerta per ospitare le delegazioni di ninja e gli altri Kage per prepararsi in vista della partenza, così il campo base era stato allestito appena fuori dal villaggio.

Con i ninja della foglia erano partiti anche Hiroshi e Orochimaru. Kakashi, Shikamaru e Tsunade non erano felici di quella decisione, ma dopo la riunione avvenuta il giorno prima della partenza, non avevano potuto opporsi, soprattutto dopo ciò che era stato detto il giorno precedente.

 

Konoha, Il giorno prima

I Kage erano pronti, i ninja erano stati informati ed erano pronti a combattere, ma c’erano ancora alcune questioni da risolvere, mentre già fuori dal villaggio della Roccia si ultimavano i preparativi per il campo base.

“Non abbiamo alternative!” insistette Darui “Non c’è modo di sconfiggere i membri della famiglia Ootsutsuki se non sigillandoli come fu fatto con Kaguya. Gli unici che hanno tale potere sono Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki!”

“Non posso assicurare che Naruto mantenga tale potere se dovessi farlo tornare con l’Edo Tensei” si intromise Orochimaru, che era stato invitato in via straordinaria a partecipare alla riunione “Ma possiamo sempre tentare. In fin dei conti non abbiamo nulla da perdere!”

“La vita di Hiroshi” disse Shikamaru.

“Non conta. Lui stesso si è offerto e morirà entro pochi anni, almeno darà un senso alla sua inutile vita.” concluse, con un sorriso compiaciuto.

“Tralasciando il commento sulla sua vita” commentò Kakashi, “Anche se non avrei mai creduto di poterlo dire, mi trovo d’accordo con Orochimaru, Dobbiamo richiamare Naruto, ci serve. Ho combattuto in prima persona contro Kaguya e so di cosa sono capaci i membri della sua famiglia e sì, noi ninja possiamo solo rallentarli per permettere a Sasuke e a Naruto di fare ciò che devono.”

“Tutto ciò e frustrante” commentò Kurotsuki, trattenendo la rabbia a stento “In pratica siamo inutili!”

“No, affatto” la corresse pacatamente Gaara “Questi esseri sono ben al di sopra delle nostre possibilità e per noi impedire che facciano più danni di ciò che hanno già fatto sarà un grande risultato. Non possiamo prevedere quanto durerà questa guerra, l’intenzione è che duri il meno possibile con il minor dispendio di vite.”

Kurotsuki annuì, leggermente placata dalle sagge parole del Kazekage, e così fecero anche gli altri.
“Naruto verrà riportato in vita domani, quando tutti saremo presenti al Campo Base, in questo modo sarà aggiornato sulla situazione e potrà agire di conseguenza.”

“Ovviamente” commentò Tsunade “Non dovrà essere sotto il tuo controllo; Orochimaru.”

“Certo, ovviamente non lo sarà” rispose lui, candido “Anche se a dir la verità poterlo manovrare a mio piacimento sarebbe allettante …” concluse, facendo uscire la lingua come un serpente.

Tsunade rabbrividì.

“Dovrà essere autonomo” ribadì, con più cattiveria “Non ti azzardare!”
“Stavo scherzando!” rispose lui “Stavo solo scherzando! Per quanto riguarda la durata della tecnica, non vi preoccupate, non ci sono limiti, potrà restare con noi per tutto il tempo che sarà necessario.” concluse, con un sorriso enigmatico.

“Ottimo” esclamò Darui “Direi che possiamo aggiornarci, ci troveremo domani al Campo Base”



 

Tutto era pronto, i ninja erano in attesa, Orochimaru aveva compiuto tutti i preparativi e Hiroshi, che aveva già salutato amici e parenti a Konoha, si era prestato per dare il suo corpo al Ninja Supremo: tutto ciò che restava da fare era compiere l’Edo Tensei.

Tutti i ninja erano emozionati, tutti avevano sofferto per la morte dell’Hokage e tutti ora non vedevano l’ora di poterlo incontrare un’ultima volta.

Kakashi, Shikamaru, Tsunade e tutti i ninja della foglia erano i più emozionati. Anche Hinata era presente insieme a Kurama, che aveva promesso solennemente di proteggerla.

“Sono pronto” mormorò Orochimaru, quindi eseguì la tecnica. Dalla terra emerse una bara di legno. Tutti trattennero il fiato mentre Orochimaru procedeva con l’Edo Tensei.


“Qualcuno, dal mondo dei vivi, sta praticando l’Edo Tensei, ti stanno riportando in vita. Sarà solo temporaneo, presto tornerai da noi. Ti aspettiamo qui …”

Tutto si era fatto buio, aveva riacquistato il senso del tatto, percepiva chiaramente il legno che lo conteneva. Dov’era? Una bara, forse? La luce filtrava tra le assi e dai bordi del coperchio, che poco dopo sì aprì, accecandolo. Di fronte a lui c’era un esercito di ninja che portavano il Coprifronte dell’Alleanza. Ricordava l’Edo Tensei e i suoi effetti, aveva potuto parlare con Hashirama, Tobirama e con suo padre. Ora lo avevano fatto con lui? Perché? Lentamente riuscì a prendere il controllo del suo corpo e, un passo dopo l’altro, uscì dalla bara. Si guardò intorno e vide i volti dei suoi amici: Kakashi, Shikamaru, Tsunade … Hinata. C’era anche lei. Se avesse potuto avrebbe pianto, ma il suo corpo non glielo permetteva, si limitò a sorridere in segno di saluto.

Si sentì leggermente in imbarazzo, avrebbe voluto restare solo con i suoi cari, almeno per un momento, ma capì che tutti volevano vederlo.

“Naruto è tornato tra di noi!” esclamò Gaara, trattenendo a stento l’emozione “Combatteremo insieme! Un’ultima volta!” concluse, sorridendo all’amico, che ricambiò.

“Potete ritirarvi nelle vostre tende, partiremo stanotte.” esclamò Kurotsuki e tutti i ninja, con riluttanza, ruppero le file e si ritirarono per riposare in vista della battaglia.

 

Una volta che tutti i ninja furono spariti dietro le tende, restarono solo i Kage con i rispettivi consiglieri e pochi ninja di Konoha. Nessuno si mosse, nemmeno Hinata, tutti erano emozionati. Fu Naruto che, lentamente, mosse qualche passo verso sua moglie.

“Fai con calma, amico mio” disse Gaara “Partiremo stanotte. Abbiamo alcune cose da dirti, ma immagino che prima tu voglia …”

Naruto si era appena mosso fuori dalla bara e annuì sentendo le parole di Gaara. Osservò i presenti, uno a uno, si soffermò ad osservare tutti, in particolar modo Sasuke e Kurama; per ultima, ma più importante guardò Hinata. Anche se a causa della tecnica di Orochimaru i suoi occhi avevano perso il loro colore azzurro cielo la loro espressione era la stessa, rassicurante, traboccante di gioia.

“Sì, ti ringrazio” disse, senza distogliere lo sguardo da lei.

“Noi andiamo” disse Kakashi, rivolto a tutti gli altri “Hinata ti guiderà verso la vostra tenda.”

HInata annuì, poi ignorò tutto e tutti e si rivolse al marito, che aveva occhi solo per lei.

“Naruto … sei qui …” mormorò, avvicinandosi a lui senza però avere il coraggio di toccarlo.

“Hinata … non sai quanto mi dispiace, non avrei mai voluto abbandonarti …” rispose lui, avvicinandosi e prendendole la mano.

“Lo so, ma sono fiera di te, lo sono sempre stata e sempre lo sarò.”

Non si era aspettato un “mi manchi”, conosceva Hinata, sapeva quanto era forte. Lui, però, si sentiva debole senza di lei, le lasciò la mano e l’abbracciò forte, per poi scoppiare a piangere.

“Volevo tanto poterti dire addio” disse “Volevo dire addio a Himawari, a tuo padre, a tutti … mi dispiace …”

“Tutti sentono la tua mancanza, amore mio” rispose lei “Ma è come se fossi sempre con noi.”

Naruto sciolse l’abbraccio per poterla osservare, rimase in silenzio per qualche istante, sapeva quanto Hinata fosse forte, poteva vederlo dal suo sguardo, nei suoi occhi era presente tutta la sofferenza che aveva provato ma anche il desiderio di non dimenticare e la volontà di andare avanti. Le sorrise, rassicurato e felice.

Naruto avrebbe voluto fare tante cose, avrebbe voluto restare con lei per sempre, parlarle, vivere con lei, il tempo purtroppo non era dalla loro parte, era consapevole di essere lì per un motivo e non poteva tirarsi indietro; tuttavia decise di approfittare di quei momenti, non avrebbe più rivisto Hinata, non molto presto almeno, perciò voleva stare con lei il più a lungo possibile: le prese la mano, la fece sedere a terra e l’abbraccio. Rimasero così, stretti, Naruto l’accarezzò sulla testa, infilando le dita tra i suoi capelli, lisci e profumati, cercando di custodire nella sua memoria il loro profumo, le accarezzò la schiena, le spalle, mentre i loro cuori battevano in quel momento all’unisono, un suono dolce e armonioso che li cullò dolcemente per un tempo che sembrò eterno.


Passò qualche minuto e, anche se a Naruto e Hinata sembrò molto di più, a malincuore dovettero dividersi.

“Non sei qui per me, Naruto” sussurrò lei “Dobbiamo andare …”

“Sono qui anche per te, Hinata” rispose lui.

Lei sorrise, ma si alzò e lo aiutò a fare altrettanto.

“Andiamo.”

Hinata condusse Naruto verso la loro tenda, che era stata appositamente lasciata vuota per permettere loro di parlarsi e soprattutto per permettergli di parlare con gli altri Kage in pace. Entrarono e videro che ad attenderli c’erano già tutti.

“Non abbiamo molto tempo” tagliò corto Darui “Non ti abbiamo riportato in vita solo perché ci mancavi” aggiunse, con un tono ironico che fece sorridere Naruto.

“Come sai, stiamo per combattere contro la famiglia Ootsutsuki” spiegò Chojuro “Non c’è nessuna possibilità di sconfiggerli per noi, dobbiamo ammetterlo. Solo tu e Sasuke potete farlo, sigillandoli come avete fatto con Kaguya.”

“Immaginavo che fosse per questo” sussurrò Naruto, osservandosi la mano destra “Quindi voi attaccherete e farete da diversivo mentre noi …”

“Esatto” confermò Sasuke, avanzando dall’ombra, mostrando la sua mano sinistra “Non avrei mai pensato di dire che mi sarebbe mancato combattere al tuo fianco.” commentò, sorridendo.

“Allora facciamolo!” rispose Naruto, sorridendo “Non voglio che altre vite vadano sprecate!”

In quel momento, però, entrò correndo Shikamaru. Era pallido e sembrava sconvolto.

“Scu-scusate se vi interrompo” balbettò, sopraffatto dall’emozione “In questi minuti abbiamo ricevuto telefonate da tutti i villaggi, pare che ci siano stati degli attacchi pesanti da dei nemici che le vedette hanno identificato come membri della famiglia Ootsutsuki!”

“Cosa?!” gridò Darui, sconvolto.

“Non è possibile …” mormorò Gaara, spaventato.

“Questo vuol dire che …” iniziò Kakashi, incapace di terminare la frase.

“Ci hanno ingannati!” concluse Shikamaru.

In quel momento, poco distante, al villaggio della Roccia, si sentì un tremendo boato.

 
   
 
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