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Autore: Dioni    23/07/2022    2 recensioni
Secondo capitolo del crossover Inuyasha/Assassin's creed.
Sesshomaru,Ezio e Toran sono diretti Nella regione dell'Hokkaido,cuore gelido del nord del Giappone per investigare su Otsune,signora degli Ainu e degli yokai del nord che stranamente sembrano collaborare con gli umani e hanyou di quella zona.Ma altri motivi spingono il giovane cane a incamminarsi verso nord dove misteri e scoperte di vite passate lo trascineranno verso un passato misterioso che coinvolge le origini della sua razza e forse della sua famiglia. Ma nel presente un altra ombra si innalza sull'esistenza di Sesshomaru,già minacciata dalle mire dei templari. Il feroce signore della guerra Oda Nobunaga e sulle sue tracce in attesa di porre fine alla sua vita per motivi che solo lui conosce e che aspira a sottomettere l'intera isola del Giappone sotto il vessillo della sua casata,mentre il mondo si apre ad una nuova era di apertura agli stranieri e di industriosa modernità. Sesshomaru questa volta dovrà prepararsi al meglio per affrontare prove alla quale non era pronto ed affrontare un destino più grande di quanto potesse mai immaginare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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I quattro impiegarono tutto il tempo necessario per percorrere il sentiero a lato della rupe. Avrebbero dovuto essere rapidi,ma non sapendo chi avrebbero trovato davanti avevano deciso di optare per un metodo più furtivo,non sapendo effettivamente in quanti erano gli ainu invasori,che tipo di nemici c'erano tra le loro fila e quanto erano pericolosi. Sesshomaru in particolare avrebbe preferito evitare l'esperienza della cecità e dell'essere colpito in piena da una fiammata violenta,quindi,per quanto non gli andasse a genio avrebbe dovuto agire di più sul silenzio e meno sulla forza fisica,metodo alla quale era sicuramente più abituato e molto più pratico. Tagliare gole e uccidere dall'ombra non era nel suo stile. Lui era un guerriero,non un taglia gole. Diede ancora un occhiata al paesaggio e per quanto fosse suggestivo,col la foresta attorno e il fiume sottostante si accorse di un dettaglio particolare che gli fecero sorgere un dubbio.

Perché questo posto è così isolato?”,disse Sesshomaru senza rivolgersi a nessuno in particolare.

Come ho già detto prima questo luogo è sacro per la mia gente. Voi del sud siete abituati ai templi e ai santuari gremiti di persone,dove la gente comune può fare offerte è lasciare qualcosa in dono agli spiriti o ai kami dello shintoismo.”

E dai voi non lo fate?”

Qui è diverso. La maggior parte di noi non oserebbe varcare la soglia di un area sacra,non una come questa almeno. Qui gli spiriti e le entità legate alla natura hanno un aspetto è un modo di confrontarsi con i mortali più diretto è tangibile che di una semplice presenza. La magia e tutto ciò che è legata ad essa in queste terre è più antica e indecifrabile di quanto si creda è la gola del cervo dormiente non fa eccezione. Una persona comune non potrebbe confrontarsi con uno spirito o un kamui senza fare qualcosa di sbagliato,rischiando di scambiare un semplice malinteso per un offesa o una minaccia,pagandone le conseguenze. Per questo ho preferito che foste voi a difendere questo luogo.”

In pratica essendo un luogo sacro è proibito entrarci.”

In un certo senso si.”

Un boato fortissimo,improvviso e non atteso si udì in tutta la vallata,simile ad un esplosione. Urtak istintivamente fece un paio di passi in avanti,come preso da un pensiero,rimase fermo per pochi secondi,mentre guardava i picchi davanti a se.

Non è possibile,non possono essere giunti così all'interno,non così presto.”

Che succede?”,chiese Ezio preoccupato.

Lo sciamano si girò e osservò i tre accompagnatori con aria preoccupata.

Dobbiamo sbrigarci,non c'è tempo da perdere.”

E con lo scatto improvviso degno di un cervo iniziò a correre e gli altri lo seguirono a ruota,leggermente confusi su quanto stesse accadendo. Correndo impiegarono pochi minuti a giungere ad un punto più in alto sul loro percorso. Pareva una sorta di grande ingresso rudimentale scavato nella roccia nuda,con un enorme incisione di un cervo nell'atto di abbeverarsi scavato nella roccia,ottenuto molto probabilmente con rudimentali strumenti di pietra.

Bene,questo ingresso non è stato ancora occupato. Forse sono troppo impegnati ad superare le difese di questo luogo.”

In che punto ci troviamo?”,chiese Ezio sbrigativamente.

Questo è un ingresso secondario alla zona sacra. In questa parte per essere esatti si trovano numerosi monoliti votivi,grandi pietre dedicate agli spiriti della foresta,non è un luogo di primaria importanza per gli altri ainu,a parte per il mio clan.”

E collegata direttamente alla fonte?”

No,per arrivarci dobbiamo arrivare in una zona più interna,un grande spiazzo. Quello è un punto che Marsatap non potrà evitare,perché è li che si trova l'ingresso per la fonte,ma non gli sarà facile entrare.”

E perché mai?”

Ci sono dei guardiani a custodire il luogo,l'esplosione di prima potrebbe essere stato il segnale che ha dato inizio allo scontro.”

Va bene,a questo punto ci conviene continuare. Nel caso dovessimo imbatterci in qualche ostile aggiriamolo senza attirare la loro attenzione. Più passiamo inosservati maggiori sono le possibilità di sventare la loro aggressione. Qualunque cosa stiano cercando di fare. In caso contrario...”

Combattiamo.”,disse Sesshomaru atono.

Si...ma sarebbe meglio evitare se possibile. Dai entriamo.”

Il gruppo oltrepassò l'ingresso e subito si trovò in un tutto un altro luogo. Quello che fino a poco fa e solo un sentiero di montagna subito dopo si trovarono in un area dall'aspetto più artificiale. Un piccola area rocciosa scavata nella roccia ospitava una specie di piazzetta dove molti monoliti,simili a quelli presenti nel villaggio degli assassini erano disposti in maniera esatta è perfettamente lineare,formando tutte delle piccole stradine che si intersecavano tra di loro. Tutti i monoliti presentavano delle scene di caccia,di preghiera ed altre invece sembravano prive di un senso logico agli occhi di chi non avrebbe saputo interpretarle. Passarono i primi pilastri senza emettere un fiato,non una parola o un solo cenno,continuando silenziosamente la loro avanzata. Poi,ad un certo punto del percorso,sentirono qualcuno avvicinarsi,più di uno,probabilmente un gruppo e si nascosero dietro quattro monoliti,uno per ognuno di loro. Dall'altra parte della piccola area,dove si trovava una piccola rampa di scale scavate nella roccia,giunse un gruppo di ainu,tutti umani,armati soltanto di piccole asce o di pugnali,tutti in in osso e nessuna protezione. Ne avevano contati dieci e dall'aspetto non parvero pericolosi. Si guardavano attorno e nel contempo parlavano tra di loro,esprimendosi nella lingua del loro popolo,continuando a camminare nella loro direzione.

Va bene,sembrano distratti e disorganizzati...”,disse Ezio sottovoce mentre da dietro un angolo della sua colonna controllava il da farsi, “allora,ci conviene muoverci in questa maniera,Ci spostiamo di lato,di soppiatto e...”

Ma non fece in tempo a completare la frase che Sesshomaru,inaspettatamente per gli altri tre uscì dalla colonna,ma non di lato come suggerì Ezio,ma in piena vista e scattando verso gli umani a velocità elevata. Non estrasse la spada e non fece scattare la lama,ma si affidò ai suoi artigli,tutti e dieci e scattando,come un cane da caccia che avvista una preda da azzannare. Non ebbero neanche il tempo di agire e di riconoscere la reale minaccia che venne loro incontro,fu troppo veloce,troppo rapido e troppo letale. Caddero a terra,alcuni con il petto squarciato,altri con la gola recisa,tre di loro furono presi in pieno volto e l'ultimo,venne infilzato allo sterno,giusto il tempo di fissare l'inuyokai negli occhi per un tempo pari ad un battito di ciglia e poi morì,liberato poi dalla letale zampata che lo aveva attraversato da parte a parte. Osservò la mano zuppa di sangue e alla fine del tutto non si scompose. Semplicemente si abbassò verso l'ultima delle sue vittime,pose un mano sulle vesti esotiche dell'umano si pulì dal sangue strofinandosi la mano sul tessuto. Erano tutti morti,tutti e dieci a suoi piedi e senza emettere un fiato. Nulla di cui essere fieri,avversari fin troppo deboli per considerarli una minaccia. Un rapido suono si fece udire alle sue spalle.

E questo che sarebbe?”, era Ezio, che gli fece questa domanda con tono accusatorio.

Un problema in meno,ecco che cos'è.”, si limitò a dire Sesshomaru in maniera distaccata.

Quale parte di evitare di combattere non ti è stata chiara? Perché hai ingaggiato lo scontro quando non era necessario?”

Quando Ezio smise di parlare lo raggiunsero in breve anche gli altri due,che volendo essere più cauti di Sesshomaru e di Ezio si attardarono di pochi secondi,osservando lo svolgersi della scena mentre si stavano avvicinando ai corpi.

Erano sulla nostra strada e costituivano un problema. Ho fatto quello che avresti fatto anche tu.”

No,io li avrei aggirati e sarei andato avanti se avessi potuto. Tu hai scelto di esporti inutilmente. Io mi sarei mosso nell'ombra,tu hai scelto di gettarti in mezzo a un probabile pericolo. Credevo di averti insegnato meglio durante il nostro viaggio.”

Sono morti,che differenza fa?”

Ne fa è trovo triste che tu non riesca a coglierla...”,Ezio voltò lo sguardo verso la direzione in cui erano giunti quei cadaveri straziati e rivolse un ultimo sguardo ammonitore a Sesshomaru, “Andiamo avanti.”,finì così di parlare mentre i due ancora si scrutavano,giudicando i metodi e i comportamenti dell'altro. Ezio e Sesshomaru erano come l'acqua e il fuoco,non importa se stavano dalla stessa parte,più diversi di così non potevano essere.

Ma non era ne quello né il posto né il momento per discuterne e semplicemente proseguirono,seguendo Urtak,che faceva loro da guida nell'antico complesso nascosto,con Toran Sesshomaru ed Ezio subito dietro,ma questa volta era sceso un freddo silenzio in mezzo a loro mentre superarono la piccola scalinata e subito in mezzo alla via principale, Un lungo sentiero scavato nella roccia,largo abbastanza da farci passare comodamente una decina di persone in fila orizzontale e dovendo raggiungere la cima non ci fu bisogno di chiedere indicazioni allo shika hanyou e proseguirono verso l'alto. Dopo un po' giunsero in un altro punto dell'area sacra. Un altro spiazzo,ma questa volta aveva qualcosa di diverso. Cadaveri. Aggressori Ainu,anche qui umani,ma con la presenza di hanyou e yokai e tra quelli anche qualche kappa,con le stesse vesti ed espressioni folli di quello che Sesshomaru e Toran avevano combattuto sottoterra. Dovevano essere poco meno di un centinaio e molti presentavano corpi bruciati fin dentro la carne e le ossa,come quelli che si erano immolati tra le fiamme dei piccoli incantatori del fuoco,segno che con la morte dei kappa il rituale era fallito e che quegli ainu erano stati vittime della stessa magia alla quale si erano affidati. Ma in mezzo ai corpi erano presenti numerosi frammenti di pietra,sassolini e ciottoli,ma anche sassi e pietre,alcuni grandi quanto la testa di un uomo. C'era anche del terriccio,in grande quantità e sparso per tutto il luogo della mattanza. Ma il dettaglio più inquietante fu un altro e non fu semplice notarlo. Erano piccoli frammenti di un materiale bianco avorio sparsi insieme alla terra e alla pietra,Ezio si abbassò un attimo a controllare e raccolse uno di quei frammenti bianchi ricoperti di terra, lo prese con due dita e poi gli diede una leggera spolverata con la mano libera e li si accorse di cosa fosse...e ne fu inquietato.

Oh cristo,ma è un osso.”,disse Ezio stupefatto.

Cosa?”,chiese Toran con fare sbigottito.

Si,un pezzo di mandibola credo,questi fori dovrebbero essere le cavità per i denti,ma sono troppi grossi per essere i denti di una persona normale,sembra più quella di un animale,una con una bocca molto grossa.”

Sono i guardiani della gola del cervo dormiente...” disse Urtak mentre continuava ad osservare la scena dello scontro, “I corpi dei nostri migliori guerrieri e delle loro cavalcature più fedeli vengono sepolti qui,attraverso un complesso rituale,unico nel nostro clan, che mescola il loro spirito alla terra e alla pietra della foresta e dei picchi circostanti. Il tempio li risveglia in caso di pericolo alla sua esistenza ed essi tornano a combattere quando c'è né più bisogno. Ma pare che il numero degli attaccanti sia stato eccessivo per loro e la loro difesa non ha retto. Temo che i nostri nemici siano molti più numerosi di quello che credevo.”

Sesshomaru guardò impassibile la scena nel complesso e vide che sopra le loro teste,nelle pareti rocciose fossero presenti molti buchi,grandi quanto un uomo adulto e in ottima forma sparsi per tutto il perimetro e intuì che erano che quelle spaccature nella roccia fossero i tumoli dei guardiani,sepolti in verticale,così da poter assaltare i trasgressori dall'alto,rimanendo nascosti è pronti all'assalto in caso di combattimento. A vedere tutto questo un dubbio gli salì in mente e sentì il bisogno di rivolgersi ad Urtak.

C'è né sono ancora molti di questi guardiani?”

Beh,considerato che questo luogo ha almeno un paio di migliaia di anni ed è stato attivo per tutto questo lasso di tempo,direi di si. Non so il numero esatto,ma potrebbero migliaia,se non di più,abbastanza da respingere un assalto è ciò non sarebbe un problema. Se non fosse che Marsatap è con i seguaci di Otsune e si è portato una numerosa schiera di sciamani,quindi l'esito dello scontro sarebbe incerto.”

E per quanto riguarda noi? Se mai dovessimo vedere uno di questi guardiani,si comporterebbe da alleato o da nemico?”

Difficile a dirsi,anche insieme a me sareste considerati degli invasori,poiché non siete di queste terre né tanto meno conoscete le usanze del mio popolo. Quindi è meglio se state in allerta e sopratutto vicino a me,luoghi come questi possono essere molti più pericolosi di quello che pensate.”

Sesshomaru non continuò ulteriormente con le domande, ora sapeva esattamente quello che voleva sapere a proposito di questi morti. Non erano una certezza di sicurezza e anche loro costituivano un pericolo,se avesse dovuto abbatterli nessun problema,avrebbe risolto la cosa come sapeva fare meglio. Imporsi con la forza e di solito riusciva. Si misero di nuovo in marcia,verso un altra strada più avanti,ma questa volta conduceva ad una galleria artificiale,scavata tempo addietro dai costruttori di quel luogo.

I guardiani morti...prima i corvacci e adesso i morti che camminano,bene,manca dell'altro?”,chiese Ezio ironico.

A parte lo yorozuku che era stato avvistato da queste parti credo di no.”

Yorozuku? Intendi uno di quei tipi della tribù che ci hanno ospitato?”

Si,ma potrebbe non essere della tribù. Gli yokai che abbiamo incontrato oggi non hanno saputo darci una descrizione dello yoro e quindi potrebbe essere chiunque,ma non c'è da escludere che possa essere Koga, anche se non dovrebbe trovarsi qui.”

Passato l'ingresso della galleria si accorsero di numerose fiaccole accese situate su entrambe le pareti che illuminavano l'ambiente naturalmente buio. Sulla roccia erano presenti diverse scene di vita ordinaria,di verdi foreste piene di cervi e di strane scene di masse numerose,erano scene di preghiera o di contemplazione. Molte degli omini astratti imitavano posizioni come l'inginocchiarsi o tenere le braccia aperte verso il cielo in ambienti non ben definiti,di difficile interpretazione per chi,all'infuori di Urtak,avrebbe saputo decifrare e tradurre. L'hanyou si accorse degli sguardi curiosi che si muovevano in tutte le direzioni per scrutare quelle immagini del lontano passato. Persino Sesshomaru,anche in quel momento indifferente,scrutava di tanto in tanto gli antichi murali a lui misteriosi,forse alla ricerca di un qualche segno dell'uomo che tanto gli assomigliava,vissuto in quel le terre selvatiche molto tempo prima.

Questa è la storia del mio popolo...”,disse Urtak volendo andare incontro alla loro curiosità, “Molto tempo fa,quando le numerose tribù umane erano distribuiti per tutto il paese e non avevano ancora i mezzi per costruire grandi centri abitati,gli yokai come qli yoro e gli shika occupavano vasti territori,che includevano altre tribù minori,formate da membri della stessa razza.”

Intendi dei regni,con vassalli e seguaci?”,chiese Toran curiosa.

No,in quel lontano passato non esistevano ancora concetti come sovrani e comandanti supremi,esistevano solo i capi tribù e i territori non possedevano dei confini ben definiti,come i vostri regni o i feudi. Ogni tribù minore era coalizzata con una tribù maggiore della stessa razza,che a loro volta le tribù maggiori si coalizzavano in un grande territorio,ma ogni tribù aveva un solo capo e quindi ogni gruppo viveva in relativa armonia con gli altri.”

Una specie di grande alleanza,senza un capo che comandava su tutti.”

Precisamente. Anche i cervi hanno dominato su queste terre con la stessa logica,ma a differenza dei lupi e di altri popoli circostanti,noi siamo sempre stati legati più alla venerazione della natura e delle sue forze ancestrali più che spinti dal bisogno di espanderci in altri luoghi. Non che questo ci abbia impedito di andare in guerra con i nostri vicini...o i nostri simili.”

E per quanto riguarda i cani?”,chiese Sesshomaru di punto in bianco.

I cani hanno una storia particolare. I cani delle epoche più lontane erano molto più simili ai lupi di quanto lo siano oggi,ci sono storie che raccontano persino che i cani stessi un tempo erano lupi più collaborativi e meno tendenti alla violenza. Anche se loro,come tutti gli altri,tendevano a guerreggiare.

Sesshomaru non lo diede a vedere,ma a sentire quella versione dei fatti gli venne naturale sentire un moto di disgusto a immaginare un simile paragone. I lupi vivevano in caverne dove ammassavano le carcasse delle proprie prede,scuoiavano pelle e carne durante i pasti sporcando i luoghi dove mangiavano con le ossa spolpate e il sangue della loro cena lordava il terreno. Erano sporchi,avevano un odore che dire intenso era un aggettivo riduttivo e fin troppo caritatevole. I cani che aveva visto nella sua visione erano si selvatici,ma per lo meno la presenza di tende segnava almeno un minimo di civiltà,sempre che così potesse definirla.

Comunque...”,continuò Urtak con tono pacato, “I cani avevano territori più piccoli e nelle prime storie che raccontano di loro sono descritti come una razza con piccole tribù,senza alcuna reale importanza nel dominio degli altri yokai. Poi giunse lui...é tutto fu diverso.”

Urtak si fermò,si girò verso una delle pareti e con un dito indicò il murale di fronte a lui,attirando l'attenzione dei suoi accompagnatori. Sull'antica parete era stato realizzato un enorme murale,lungo almeno quattro metri e alto due e mezzo. La scena rappresentata in quest'opera rupestre presentava l'immagine di quella che appariva come un grande spazio aperto senza fondo,uno spazio indefinito dove una lunga fila di figure umanoidi,ognuna riconoscibile con i tratti di un animale ben definito e un colore differente: il lupo marrone,dalla testa canina e la bocca irta di zanne,il cervo verde con le corna sopra la testa,l'orso giallo dal corpo ampio e la testa tondeggiante,il corvo nero dal becco lungo e le ali nere,l'aquila azzurra dal piccolo becco ricurvo e le ali ampie e lunghe,il coniglio grigio,dalla testa schiacciata e le lunghe orecchie,il tasso arancione dagli artigli pronunciati e la folta coda,la volpe rossa dalle zanne piccole e la piccola e gli occhi gialli e la gru bianca dalle ali più grandi di tutti i presenti e un lungo becco a punta. Ma sopra tutti questi individui c'è n'erano due,distinti da tutti gli altri,seduti,forse su due troni o almeno l'aspetto era quello. Erano dipinti di viola e avevano una vaga testa canina e una folta coda poggiata sugli scranni. Tra i due erano state disegnate quello che sembravano due armi,una grossa ascia e un piccolo pugnale ricurvo e sopra di esse una figura rettangolare,con degli scarabocchi sopra non ben definibili. La scena in se trasmetteva un aura di solenne e maestosa importanza,carica di eccelsa regalità.

Lui?Intendi,quell'inuyokai?”,chiese Sesshomaru mentre contemplava la pittura rupestre.

Si,proprio lui. Quando arrivò lui cambiò tutto. I cani si fecero più audaci,cambiarono metodo di combattimento e si fecero più scaltri e col tempo divennero anche più forti e addestrarono i primi guerrieri a divenire veri e propri capibanda,un po' come i vostri capitani d'armata e formare le prime vere armate. Insegnò loro la lavorazione dei metalli come il rame e lo stagno e crearono le prime armi in bronzo,dando agli inuyokai un enorme vantaggio ai fini bellici. E con la conquista aumentarono le risorse e anche le conoscenze. Fece costruire le prime case,le prime palizzate in legno e così nacquero i primi villaggi e con i villaggi arrivò la prima città,centro di potere degli inuyokai. Alla fine il suo aiuto alla piccola tribù che lo incontrò per prima fu tale che per la prima in queste terre,tutti gli yokai di tutti i clan più importanti si sottomisero e divennero parte di quello che fu definito il primo regno del nord e lui,insieme alla donna che lo aveva sfidato in duello quando era giunto in queste terre si misero insieme e divennero il primo re e la prima regina che gli yokai avessero mai visto. Le leggende raccontano che ci fu scalpore,quando i cani,volendo offrire loro un altra ragazza come seconda moglie lui rifiutò,dicendo che lui aveva già una regina è una sola sarebbe stata. Un uomo piuttosto audace per quei tempi,ma anche straordinario.”

Sentendo quella storia gli altri tre non poterono ignorare l'importanza di quello che Urtak aveva detto e da quello che avevano udito pare fosse stato uno yokai eccezionale,ma a Sesshomaru aveva notato che in quella storia qualcosa non quadrava e anche il motivo per la quale lo sciamano la stava raccontando. Era un bella storia non c'è nulla da dire su questo...ed era proprio questo il problema.

Affascinante...”,disse Sesshomaru con tono ironico,“Una bella non c'è che dire. Ma è chiaro che qui qualcosa non torna.”

Dubiti della storia che ti ho raccontato?”,chiese Urtak con tono calmo.

A questo punto dubito di tutto. L'aggressione degli Ainu, il nostro arrivo qui nel bel mezzo del niente,questo posto,questa storia. Cosa c'è che non ci hai detto? E non credo che il fatto che questo luogo sacro,come hai detto tu e vietato alla tua gente. Avresti potuto chiedere aiuto agli yoro se avessi voluto e non lo hai fatto. Perché proprio noi?..Cosa nasconde la tua gente qui?”

Ma prima di ricevere una risposta si sentì un altro botto,questa volta molto più forte e assordante,tanto che Sesshomaru piegò leggermente la testa al sentire le orecchie che fischiavano mentre per Toran,essendo una pantera,l'effetto fu leggermente meno fastidioso,non avendo lo stesso identico udito di un cane.

Un altra. Ha giudicare dalla potenza e dall'intensità questa doveva essere molto vicina.”,disse l'assassino cercando di valutare a quanto distasse l'ennesima esplosione,avendo anche una certa esperienza con la polvere da sparo e affini.

Me ne sono accorto.”, disse Sesshomaru scrollando leggermente la testa,con il fischio alle orecchie che scompariva lentamente.

Dev'essere Marsatap. Qualunque cosa stia facendo al tempio lo sta danneggiando. Andiamo,se ho capito dove si trova allora non siamo lontani dalla sua posizione. Coraggio.”

E ripresero il cammino,questa volta avanzando molto più velocemente. Superate poche altri svicoli,pitture murarie e altri elementi visivi all'interno della galleria giunsero ad un uscita ampia e luminosa,dalla quale si poté di nuovo osservare il cielo grigio. Questa volta si trovarono di fronte ad una scalinata che scendeva verso il basso e stretta anch'essa tra due pareti ricavate dalla roccia circostante,ma sul fondo si potevano udire intensamente anche un forte frastuono di voci,grida e urla,sia di rabbia che di dolore. Poi una massa informe di corpi,misti a umani,hanyou e yokai comparve dal fondo della scala.

Avete sentito cos'ha detto il nobile Marsatap,copriamo le scale mentre gli altri liberano il passaggio per la fonte. Perché se quel mezzo cervo è venuto con quelli del sud dobbiamo...”

Era uno yokai alla testa del gruppo. Ainu,che subito smisero di salire frettolosamente sulla scalinata quando si accorsero dei quattro individui molto sopra di loro.

SONO QUI,AVANTI UCCIDIAMOLI.”,urlò lo yokai alla testa del gruppo.

E fu così la massa degli ainu invasori,si lanciò all'assalto cercando di affrontare i quattro non tanto per abilità quanto piuttosto con la forza del numero.

Ecco,ora se vuoi scatenarti puoi farlo senza curarti troppo di mantenere un profilo basso.”,disse Ezio rivolto a Sesshomaru mentre quest'ultimo estraeva Bakusaiga e il fiorentino tirava fuori da una sacca attaccata alla cintura alcune bombe fumogene,ideale per occupare la linea visiva di nemici in gran numero. Toran dal canto suo stava caricando il suo gelido potere diretto nel palmo della mano destra e in tre furono pronto a combattere.

Se permettete,gradirei che risparmiaste le forze. Con questi semplici invasati le vostre capacità sarebbero sprecate.”

E fu Urtak a fare la prima,ed ultima mossa. Fece qualche passo verso gli invasori e poi si fermò,portando un braccio verso il cielo e un altro verso il terreno,con entrambi i palmi rivolti verso l'esterno. Poi inziò a far roteare le braccia,lentamente,mentre alla sue spalle e quelle dei suoi accompagnatori una gelida folata di vento soffiò,oltrepassandoli. All'inizio era semplicemente un soffio,poi divenne più forte e crebbe in una folata,per poi divenire un pericoloso turbine. Eppure,nonostante questa forza,Sesshomaru e gli altri non furono tirati nella forza del vento,ma anzi,vennero risparmiati,come se nemmeno ci fossero. Ma non si poté dire lo stesso della massa violenta che voleva travolgerli e invece,ora erano loro stessi vittima di un travolgimento,spinti all'indietro,mentre scivolavano,cadevano a terra e alcuni rotolarono giù per la scalinata. Poi ad un tratto,una brezza gentile scosse il sensibile orecchio dell'inuyokai,come un tocco leggero e gentile e per una qualche ragione tornò alla mente a un periodo della sua vita appena passato. Quando ricordava ancora di una donna dalla corta chioma nera,che accompagnata sempre da una piuma gigante nel cielo e reggendo un ventaglio,volava sopra le nuvole,alla ricerca di una libertà che fin dall'inizio le era stata negata,da un padrone crudele.

BOATO DI KANDAKORO.”

Urlò Urtak,che per la prima volta alzò la voce così tanto con i nuovi arrivati,che solitamente non lo avevano mai sentito urlare o alzare la voce più del necessario. La potente raffica di vento esplose in tutta la sua forza,aumentando la sua velocità massima e liberare tutta la sua forza improvvisa,che scaraventò via gli attaccanti come se fossero foglie al vento e ci fu chi fu scaraventato giù dalle scale,chi sbatté contro le pareti e chi invece fu spinto violentemente contro i propri compagni,ma l'effetto su tutti loro fu lo stesso. Chi subì il colpo ebbe la sensazione di essere colpito da un pesante martello retto da un gigantesco oni e i danni che non si vedevano all'esterno erano presenti all'interno sotto forma di fratture e danni agli organi interni,che avevano subito un urto devastante,tanto,da ucciderli tutti.

Va bene. Ricordatemi di non fare mai arrabbiare questo tipo.”,disse Ezio stupefatto per l'accaduto,un numeroso gruppo di nemici,spazzati via,letteralmente, e uccisi da un po' d'aria. Non male per uno che sembrava vestito come uno che sembrava scappato da un rifugio per mendicanti.

Ma per Sesshomaru fu altro quello che lo sorprese. Aveva sentito il vento,quel vento,quello che non sentiva da tanto tempo,solo una donna era stata in grado di controllare raffiche così forti e brezze così gentili. Doveva rivolgersi a lui,aveva bisogno di togliersi questo dubbio.

Immagino che adesso Marsatap sappia che gli siamo vicini. Mi pareva giusto dirgli che eravamo arrivati.”,disse Urtak a metà tra l'ironia e il sarcasmo,celando a malapena la sensazione di fastidio nel vedere degli invasori mancare di rispetto a quello che lui aveva descritto come un luogo di grande sacralità.

Urtak avanzò verso il fondo delle scale seguito subito dopo da Toran ed Ezio,mentre Sesshomaru rimase indietro,immobile,girandosi indietro verso la parte più alta della scalinata,da dove era arrivata la brezza gentile che gli aveva sfiorato il collo,poi guardò in cielo,ma a parte il cielo grigio non vide nulla e non percepì alcun odore in particolare. Non il suo,da nessuna parte.

Sesshomaru.”

Fu Toran a parlare e Sesshomaru a sentire la sua voce si girò quasi di scatto,rimasto ancora col pensiero di quel soffio di vento.

Tutto bene?”,chiese la pantera preoccupata,temendo che il suo amato stesse avendo un altro di quegli strani effetti.

Lo hai sentito anche tu?”,chiese Sesshomaru confuso.

Sentito cosa?”

Nel vento di prima,mi pareva di aver sentito un...”,Sesshomaru non seppe come continuare,non sapendo nemmeno lui cosa volesse dire.

Un?”

No,niente. Sarà stata solo una mia impressione.”

E Sesshomaru scese le scale insieme a Toran,che lo accompagnò fino a giungere gli altri,poco più sotto. Gli Ainu a terra,ormai esamini,era stesi al suolo come tante bambole lanciate in aria e poi cadute malamente al suolo,sporadiche macchie di sangue lordavano sia gli scalini che i muri,insozzando ancor più il sacro suolo degli shika yokai con il loro sangue ancor più della loro presenza. Passati i corpi i quattro raggiunsero il fondo della scalinata dove giunsero nell'area che interessava Urtak,dove i i rumori e gli echi di uno scontro ancora più grande attendeva il piccolo gruppo. Di fronte a loro si aprì la vista su una vasta area,composta principalmente da diversi edifici,simili a case di forma quadrata scolpite anch'esse nella roccia naturale e situate tutte ai lati della grande area,mentre al centro sbucavano curiosamente,numerose fosse aperte,collegate tutte tra loro da piccoli canali idrici,ruscelli artificiali scavati nella roccia. Ma era sulla parte più lontana della zona aperta che si mostrava l'elemento più curioso dell'intera area aperta. Era una statua,una gigantesca statua grande quanto un piccolo palazzo. Dall'aspetto pareva un uomo,con un regale e ramificato palco di corna sulla testa,vestito con abiti pesanti,simili a quelli dei guerrieri in sella ai grandi cervi e impugnava una in una mano alzata verso il cielo,una strana arma seghetta,simile ad una sega,priva di punta,ma dalla lama seghettata e dalla forma che ricordava più la mannaia di un macellaio che un pugnale o un grosso coltellaccio,che superava di poco il picco della montagna. Probabilmente era quella la cosa che Sesshomaru aveva intravisto dal basso. Ma per quanto bello potesse essere quello spettacolo,c'era bel altro che catturava l'attenzione degli ultimi arrivati era ben vivo e caotico di tutto l'ambiente circostante. Gli Ainu stavano combattendo contro i guardiani. L'orda degli Ainu contava alcune migliaia di combattenti,tra uomini e donne che si accanivano contro gli ormai trapassati guerrieri delle epoche passate,che a loro volta facevano di tutto per non permettere agli invasori di non avanzare oltre il luogo dello scontro. Quella che stava assistendo era un vero e proprio campo di battaglia. Se pensavano che raggiungere la fonte non sarebbe stato facile,ora sapevano di certo che oltrepassare quella massa di carne e ossa non sarebbe stato per niente facile. Avrebbero dovuto combattere se volevano arrivare dall'altra parte. Non dissero niente,non pensarono a niente,nessun piano,nessun tattica sofistica,tanto sarebbe stato inutile. Sesshomaru,Ezio,Urtak e Toran poterono solo lanciarsi nella mischia,attenti a restare insieme e cercare di non morire,sapendo di stare attenti,sia dalla parte dei seguaci di Otsune che dei guardiani.La parte più difficile dell'impresa iniziava adesso.

  
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