Fumetti/Cartoni americani > Batman
Ricorda la storia  |      
Autore: DDaniele    27/07/2022    1 recensioni
Bernard si comporta in maniera misteriosa: passa notti insonni, nasconde il computer, confabula con Jon Kent su una cosa che vogliono tenere nascosta a Tim. Cosa sarà? La risposta potrebbe essere più scema di quanto vi aspettiate!
La storia è liberamente ispirata dal racconto "Guess who has a movie?" di MyPride in quanto usa la sua idea che un oggetto del mondo reale esista nel mondo di fantasia dei fumetti DC. Prima di scrivere la storia, ho chiesto il permesso all'autrice che me l'ha concesso.
Genere: Demenziale, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jonathan Samuel Kent, Tim Drake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
   Tim si svegliò dal suo sonno leggero quando sentì Bernard scendere di soppiatto dal loro letto. Ancora nel dormiveglia, Tim cercò di riaddormentarsi dicendosi che Bernard molto probabilmente voleva bere un bicchiere d’acqua. Con questo pensiero, Tim si rigirò nelle coperte sistemandosi su un fianco, il viso rivolto verso le ampie vetrate che davano sullo skyline notturno di Gotham. Dopo una ventina di minuti, però, Tim ancora non si era riassopito e Bernard non era tornato a letto. Al contrario, Tim notò che la luce del salotto si rifletteva sulle vetrate davanti a lui. Ormai completamente sveglio, Tim si alzò e si diresse verso l’altra stanza, incuriosito di sapere cosa Bernard stesse facendo in piedi in piena notte.
   Seguendo il filo di luce che proveniva dal salotto, Tim attraversò il corridoio che connetteva tutte le stanze dell’appartamento fino ad arrivare al salotto. Una volta lì, si accorse che Bernard non si trovava lì, ma aveva lasciato il portatile acceso sul tavolo da pranzo come se si fosse allontanato di corsa. Tim pensò che Bernard fosse scappato di fretta al bagno e, senza farci troppo caso, andò in cucina per prepararsi un sandwich. Dopo la cena frugale della sera prima, sperava che uno spuntino lo aiutasse a conciliargli il sonno. Una volta di fronte al frigo, sentì un brusio provenire dalla balconata che, oltre la portafinestra della cucina, girava per tre lati intorno all’appartamento che condivideva con Bernard e collegava le principali zone living della casa.
   Lievemente allarmato, Tim si avvicinò senza rumore alla portafinestra e tese l’orecchio per capire da dove provenisse quel brusio. Il suono gli giungeva attutito per via del vetro, ma era abbastanza certo che si trattasse del chiacchiericcio di due voci che parlavano in modo sommesso. Deciso a fare chiarezza, Tim spalancò la portafinestra e uscì veloce sul balcone.
   Alla sua sinistra, Tim vide Bernard smettere all’improvviso di parlare con una persona che fluttuava in aria dall’altro lato del muretto del balcone. Dal mantello che fluttuava alle sue spalle, i blue jeans e la felpa con al centro una S rossa, Tim riconobbe Jon Kent. Da quando Tim aveva svelato a Bernard la sua identità segreta di Red Robin e lo aveva presentato ai suoi familiari e colleghi, inclusi i Kent di Metropolis, Bernard e Jon avevano legato moltissimo grazie al carattere aperto e solare di entrambi. Tim era stato particolarmente felice di vedere Bernard andare d’accordo con Jon, dato che nella loro linea di lavoro le personalità felici ed estroverse tendevano man mano ad incupirsi di fronte alla difficoltà che incontravano. Bernard e Jon invece avevano un carattere genuinamente allegro e positivo e sulla base di questa caratteristica comune avevano legato sin da subito, telefonandosi spesso per discutere dei loro interessi e proponendosi di organizzare varie attività per portare i Wayne e i Kent a trascorrere più tempo assieme. Su quest’ultimo proposito le loro idee non erano sempre state accolte con entusiasmo. Se da un lato erano riusciti a organizzare qualche cena comune ora a Metropolis ora a Gotham, altre proposte erano state invece rifiutate. In particolare, non avevano ancora coronato l’impresa di convincere Damian a partecipare a un appuntamento a quattro con loro e Tim, ma i due non sembravano darsi per vinti e di tanto in tanto riprendevano il discorso. Erano sicuri che, prima o poi, Damian avrebbe ceduto. Dato che Jon e Bernard avevano un buon rapporto Tim non si sorprese a vederli parlare, ma ciò che lo incuriosì fu il loro comportamento: perché incontrarsi nel bel mezzo della notte e confabulare in balcone? Non potevano telefonarsi o vedersi di giorno e parlare in casa?
   “Jon, perché non entri? Un caso ti ha portato a Gotham?”
   Nel dire questo, Tim uscì da sotto la tettoia dell’appartamento e notò che Jon sobbalzò nel vederlo, come se fino a quel momento non si fosse accorto di lui. Se prima Tim era incuriosito e divertito dallo strano comportamento tenuto da Jon e Bernard, ora cominciò seriamente a impensierirsi. Come era possibile che Jon sembrasse sorpreso dalla sua presenza? Jon possedeva i poteri di suo padre, Clark Kent, e grazie ad essi avrebbe potuto osservare Tim attraverso i muri di cemento e seguire i suoi movimenti tramite la sua traccia termica. Inoltre, usare queste facoltà veniva a lui naturale come lo era per gli esseri umani respirare. Se Jon era sobbalzato nel vedere Tim, vuol dire che era talmente concentrato sulla conversazione che stava avendo con Bernard al punto da dimenticarsi di fare affidamento sui suoi poteri. Cosa avevano da dirsi i due di così importante da mettersi a confabulare di notte su un balcone come due cospiratori e che Jon dimenticasse di usare i suoi superpoteri?
   Nel frattempo, Jon si era ripreso dalla sorpresa di vedere Tim raggiungere lui e Bernard e rispose all’invito di prima: “Grazie per avermi invitato a entrare, ma non ce n’è bisogno, stavo andando via.”
   Tim non ce la fece a trattenersi: “Va tutto bene? Come mai stavate parlando di nascosto?”
   Jon arrossì come un peperone e abbassò lo sguardo sulla S della felpa come se fosse ancora un bambino e Lois lo avesse colto mentre combinava una marachella.
   “Non è niente, Tim, non preoccuparti,” prese la parola Bernard. “Stiamo preparando una sorpresa, per questo motivo non possiamo dirti di più. Però non è ancora pronta, quindi dovrai aspettare ancora un po’.”
   Jon sembrò tornare a sentirsi a suo agio e sollevò lo sguardo su Tim con un sorriso amplissimo e gli occhi che brillavano di felicità: “Esatto,” disse guardando velocemente verso Bernard, grato che l’altro avesse trovato una spiegazione che non facesse impensierire Tim senza però rovinare il progetto a cui stavano lavorando, “è una sorpresa, per questo non possiamo spiegarti niente ancora,” concluse con un tono di voce allegro.
   “Va bene, vorrà dire che aspetterò. Intanto però perché non entri? Stavo per prepararmi uno spuntino notturno, possiamo mangiare qualcosa insieme.”
   “Mi piacerebbe, ma devo tornare a Metropolis,” disse Jon. “Se papà si accorge che mi sono allontanato, mi farà una ramanzina di una settimana, quindi è meglio se vado subito. Salutami D.”
   Tim annuì con un cenno della testa e Jon andò via in volo.
   “Siete passati dai programmi proposti con poco tatto sulle chat comuni a cospirare di notte come degli assassini professionisti. Sono contento che andiate tanto d’accordo,” disse ridendo Tim a Bernard.
   “Certo, quando sei l’organizzatore degli eventi devi darti da fare per proporre cose coinvolgenti. Specie quando hai clienti difficili come i Wayne, che tendono a chiudersi in se stessi,” rispose Bernard portandosi con fare drammatico le mani intorno alla testa, mimando la concentrazione che usava per farsi venire nuove idee.
   “In effetti non vi invidio,” concesse Tim ridacchiando. “Comunque, rientriamo. Stare in balcone a fine ottobre in canotta e boxer è estremo.” Bernard, che sopra all’intimo portava una vestaglia, cinse le spalle di Tim e lo accompagnò dentro. Dopo, i due prepararono uno spuntino e tornarono a dormire.

   Nei giorni successivi, Tim cercò di non pensare alla sorpresa che Jon e Bernard stavano preparando. Tenendo conto del suo atteggiamento stoico e distaccato, Tim avrebbe voluto dire che gli veniva facile dimenticarsi della cosa, ma in realtà ogni piccolo gesto di Bernard stuzzicava la sua curiosità. In particolare, notò che Bernard riceveva spesso dei messaggi sul cellullare, probabilmente invitati da Jon a una chat privata sua e di Bernard, dato che, quando Bernard riceveva una notifica, Tim non ne riceveva sulla loro chat condivisa. Quando riceveva quei messaggi, Bernard prendeva il computer portatile e si fiondava in un’altra stanza, sicuramente per evitare che Tim scoprisse cosa il fidanzato avesse in serbo. Nonostante queste accortezze, Tim si rese conto che, dopo essere stato davanti al computer per un po’, Bernard si allontanava dal dispositivo con un’espressione delusa, segno che il tentativo di organizzare la sorpresa non era ancora andato a segno.
   Alle volte, Tim vide anche Bernard portare con sé la sua carta di credito per poi dimenticarla su un piano accanto al computer. Tim si stupì della facilità con cui Bernard sembrava voler usare la sua carta di credito. Per Tim, figlio adottivo del multimiliardario Bruce Wayne, fare acquisti con una carta di credito era un gesto quotidiano. D’altro canto, Bernard aveva avuto negli ultimi tempi un rapporto difficile con il denaro. Se in passato aveva speso con leggerezza i soldi dei genitori, aveva poi cambiato completamente atteggiamento quando, mesi prima, aveva cominciato a lavorare e a risparmiare per contribuire all’affitto dell’appartamento che condivideva con Tim. Questi si era offerto volentieri di pagare lui tutte le spese della loro sistemazione, ma Bernard si sentiva in colpa ad accettare la generosità di Tim e aveva voluto versare lui metà dell’affitto ogni mese. Siccome la spesa era considerevole (Tim aveva scelto un attico in uno dei palazzi più alla moda di Gotham per la sua posizione rialzata, dal quale poteva andare e venire senza che venisse seguito da malintenzionati), Tim gli era andato incontro e lo aveva assunto come partner nella sua agenzia d’investigazioni, che in realtà fungeva da copertura per il suo lavoro da vigilante. Da quando non poteva più disporre dei soldi dei genitori, Bernard era diventato molto accorto nelle spese e vederlo ora disposto a spendere il denaro della sua carta di credito aveva colpito Tim.

   Circa un mese dopo, agli ultimi di novembre, Tim, logorato dalla curiosità, si era detto che la sorpresa riguardasse ormai il Natale e, datosi da solo una data in cui aspettarsi la grande rivelazione, si era finalmente calmato. Invece, una mattina presto vide Bernard letteralmente saltare di felicità per casa, dispensando una gioia palpabile. Poco dopo, il custode del palazzo suonò al campanello e Bernard si fiondò alla porta per ritirare un pacco. Tim cercò di dare un’occhiata alla confezione da dietro le spalle di Bernard, ma questi, chiusosi la porta d’ingresso alle spalle, prese la scatola e si fiondò in camera da letto. Dopo aver chiuso la porta, Bernard disse a Tim, che lo aveva seguito, di aspettare ancora un attimo mentre lui sistemava gli ultimi ritocchi. Una volta che aveva terminato, Bernard riaprì la porta e invitò Tim a entrare.
   Tim non notò nulla di particolare. La stanza gli sembrava com’era sempre stata: il letto matrimoniale dalle federe e dalla coperta grigio madreperla, le vetrate sulla sinistra che davano sullo skyline di Gotham City e alla destra la porta che conduceva alla camera degli ospiti. Tim non capiva. Bernard, ridendo divertito, gli fece un cenno della testa indicandogli la mensola di vetro trasparente sopra il letto. Tim vi si avvicinò e vide una nuova aggiunta che, ora che ci faceva caso, spiccava tra i soprammobili e i libri di studio e romanzi che si trovavano disposti ordinatamente sulla mensola.
   Tim allungò il braccio e prese una figure alta circa 15 centimetri. La figurina rappresentava lui nei panni di Red Robin: il Tim in miniatura stava in piedi con la mano destra su un fianco e il braccio sinistro abbandonato sul fianco in una posa molto rilassata. Alle sue spalle pendeva un mantello nero e la parte superiore del suo corpo era coperta da una calzamaglia rossa aderente che metteva in risalto sei file di addominali (a dirla tutta, più pronunciati che nella realtà), mentre la parte inferiore del corpo era cinta da una calzamaglia nera che sottolineava i muscoli guizzanti delle gambe e, all’altezza del cavallo dei pantaloni, evidenziava un pacco generoso. Un po’ shockato, Tim osservò il viso del se stesso in miniatura, che portava i capelli neri più lunghi di lui ed essi ricadevano in maniera più pesante intorno al suo volto. Per finire, la figurina aveva un viso affilato (il vero Tim aveva un viso più tondo e guance più morbide) e faceva un occhiolino ammiccante a chi lo guardava.
   “Di merchandise di noi della Batfamily ne ho visto tanto, ma questo cos’è?” chiese Tim a Bernard, genuinamente confuso dall’aspetto un po’, poteva dirlo?, lascivo della figurina.
   “Fa parte di una collezione giapponese che si chiama Ikemen, vuol dire ‘Bell’uomo,” spiegò Bernard raggiante. “In pratica, una ditta giapponese – si chiama Kotobukiya, tra parentesi – ha fatto una linea su di voi della Batfamily in versione sexy. Ci sono anche Bruce, Jason, Dick e Damian. La serie è stata rilasciata qualche anno fa in pochi pezzi ed è davvero difficile trovarne un esemplare, anche pagandolo caro. Io e Jon ci siamo aiutati tenendo d’occhio siti specializzati e aste. Lui vorrebbe la figure di Damian, ma non l’ha ancora trovata. Io sono stato più fortunato. Ti piace?”
   Tim scoppiò a ridere: “Tu e Jon siete stati a confabulare come dei cospiratori per avere una figure di me che faccio l’occhiolino?” Tim sbottò a ridere di cuore. Si immaginava sorprese natalizie da megalomani, come Bernard che gli dichiarava il suo amore con i fuochi d’artificio e Jon che usava i suoi poteri per incidere una dichiarazione d’amore per Damian più grande dei disegni di Nazca (ok, quello no perché non sarebbe stato ecologico e Jon ci teneva all’ambiente), ma mai Tim si sarebbe aspettato una figure di lui che ammicca con pettorali e attrezzo in evidenza.
   “A te rimetterla sul posto d’onore sulla mensola,” disse Tim a Bernard stando al gioco.
   “Sono contento che ti piaccia. Avevo paura che l’avresti trovata troppo spinta. Però non potevo rinunciarci, la ammirerò mentre tu sei di ronda!”
   “Mi sembra giusto. Ora rimane solo una cosa da fare: dobbiamo trovare la figure di Damian. Voglio aiutare te e Jon e voglio esserci quando gliela farete vedere. Di sicuro lui vorrà romperla, però voglio metterlo in imbarazzo dicendogli che Jon intende metterla sulla mensola sopra il suo letto!"
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Batman / Vai alla pagina dell'autore: DDaniele