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Autore: VigilanzaCostante    28/07/2022    0 recensioni
Attenzione: non cliccate sul link se avete stomaci delicati e la vostra mente non è sufficientemente aperta. Raccolta di storie su ship crack, nate da un'iniziativa a tempo in cui i personaggi vengono generati casualmente.
#1 Ulik Gamp/Gilderoy Allock, Volvkov/Justin Finch Fletchey, Mangiamorte con la testa da bambino/Scorpius Malfoy
#2 Cornelius Agrippa/Nick-quasi-senza-testa, Lenelle Paraison/Katie Bell, Valentina Vázquez/Madame Maxime
#3 Eleanor Branstone/Harold Dingle
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Nota dell’autrice:
 
Serata crack mese di marzo. 
Spiegazione breve su cui siano i personaggi, che sono stati generati casualmente dall’elenco dei personaggi sul Lexicon.
1.Cornelius Agrippa/Nick-quasi-senza-testa. Cornelius Agrippa fu un autore, mago tedesco. Scrisse molti libri, incluso De occulta philosophia. Fu imprigionato dai Babbani che pensavano che i suoi libri fossero malvagi
2. Lenelle Paraison/Katie Bell. Lenelle Paraison era una strega haitiana che ha giocato come cercatrice per la squadra nazionale di Quidditch haitiana 2014. Era una delle sole tre donne cercatrici che hanno preso parte alla Coppa del Mondo di Quidditch 2014.
3. Valentina Vázquez/Madame Maxime. La presidente Valentina Vázquez è una strega argentina e presidente del Consiglio argentino della magia nel 2014.
 
Abbiamo scritto durante la serata in base ai tre prompt che vedete prima di ogni paragrafo.


 

 
Serata #2
 


"Mi hanno detto che l’apertura alare di un maschio dice molto sulle dimensioni… di altre parti."
Sarah J. Maas, Una corte di nebbia e furia
 
 
Quella cella angusta puzzava di marcio. Di marcio, morte e vecchia pergamena. Non riusciva a smettere di scrivere, di pensare. Era riuscito con un trucco a tenersi nella tunica il necessario per scrivere, e un vecchio quadro da taschino.
«Accellera la sua esecuzione così, devoto Agrippa. Non si è accorto che questi Babbani non sopportano ciò che scrive?».
«Sir Nicholas, lei non capisce. Qua, la conoscenza, se non la imprimo bene… rischia di sfuggirmi».
Nicholas de Mimsy-Porpington era l’uomo che più l’aveva ispirato. Se solo fosse nato qualche anno prima… avrebbe potuto conoscerlo, viverlo pienamente. Quel Grifondoro dall’animo coraggioso che si era fatto uccidere non nascondendo chi era: un mago, a tutti gli effetti. Avrebbe voluto essere a Hogwarts, per tenere almeno colloquio con il suo spirito.
E lui, seduto in quel luogo dimenticato da Corinna, cercava di rimanere integro. Non smettere di scrivere. Leggere sempre. Studiare sempre. Un giorno magari… quelle scoperte sarebbero state illuminanti. Come illuminante era stato il percorso del suo mito.
Rilesse l’ultimo passaggio trascritto con l’inchiostro magico.

“L’ippogrifo è un animale con un apparato riproduttivo simile a quello umano, nonostante le sue sembianze più simili a quelle dei rapaci. Si dice, ma sembra ancora non essere verificato, che l’apertura alare di un maschio dice molto sulle dimensioni… di altre parti. Purtroppo, difficilmente uomo riuscirà a ingraziarsi talmente tanto un esemplare della specie per scoprirlo.

Sospirò, stanco della giornata produttiva. Un giorno sarà ricordato in tutti i libri di storia della magia, per quelle scoperte. E Sir Nicholas, il suo faro in quel buio, potrà essere orgoglioso di lui attraverso lo studio attento della futura generazione di maghi.
 

 
"Mi hai chiesto indicazioni per un posto difficile da trovare, quindi ti sto guidando personalmente, ma sono stato distratto dalla tua risata e ora mi sono perso anch'io"
 

Aveva giocato bene. Aveva parato il numero più alto di pluffe possibili. E quell’idiota di Bloncourt aveva rovinato tutto, mandando all’aria il primo round. Avrebbero potuto vincere, dannazione. Sputò per terra, presa dalla rabbia e incurante del fatto che dei passanti la stavano giudicando con lo sguardo.
«Ehm, scusa, hai idea di dove sia la tenda della nazionale inglese? Lo so, è la mia tenda, ma questo accampamento è un vero casino e…».
Davanti a lei c’era una donna, doveva essere un po’ più grande di lei, ma con quell’aria sperduta e quel sorriso di circostanza sul volto sembrava molto più piccola e ingenua. Un’avversaria. La nazionale inglese.
«Come posso saperlo?» Lenelle era irritata e stanca. Anche se quella non le aveva fatto nulla, assolutamente nulla per meritarsi quel trattamento. Oltre a essere una papabile vincitrice.
«Comunque forse, ehm, forse dove ci sono tutte quelle bandiere inglesi?» tentò, per riparare.
La donna rise, in risposta. Aveva un fare da bambina in un corpo da adulta, quella risata cristallina, serena. Eppure, controllata. Sembrava qualcuno che di sconfitte ne aveva subite tante, ma che aveva imparato a renderle qualcosa di più produttivo della rabbia cieca. Parlò ancora, ma Lenelle non stava più ascoltando.
Era così persa, in quella risata, che sembrò ritornare in sé solo quando la donna le toccò un braccio per riattirare la sua attenzione.
«Hai giocato bene. L’ha detto anche Ginny Weasley, la conosci? Non so se i salvatori di questa parte di mondo magico sono noti anche a voi. Non punirti. Potete sempre recuperare, Lenelle».
Vide una cicatrice profonda sulla sua mano sinistra. Era ruvida al tatto. La fece sentire capita. Sicura.
«Grazie… come ti chiami?».
«Katie, Katie Bell, cacciatrice».
«Beh Katie, magari ci rivediamo in finale».
«Se non mi perdo troppe volte nel mezzo».
O se non mi perdo io, per colpa tua e della tua stupida risata.
 

Ho sognato di volare con te, su una bici di diamanti
 

Valentina Vázquez aveva il diritto inalienabile a sognare in grande. O perlomeno da quando aveva sconfitto l’avversario politico alle elezioni ed era diventata presidente del Consiglio Argentino di Magia. Da donna, mezzosangue e nata in Argentina con origini spagnole, ce n’erano voluti di anni prima di raggiungere il successo e permettersi di immaginare qualsiasi cosa.
Come presidente avrebbe fatto di tutto per perfezionare il consiglio argentino, per assicurarsi che i poveri senzatetto magici avrebbero trovato presto una dimora e che nessuno venga discriminato! E per diamine, non aveva mai amato il Quidditch e quindi se avesse voluto avrebbe potuto perfino prendersi la briga di inventare uno sport in cui si vola con le bici di diamanti, invece che con quelle scomode scope.
Purtroppo, però, quelle ambizioni sfrenate erano da rimandare: il resto del Consiglio non si fidava ancora del tutto di lei e quindi le delegava questioni internazionali di poco tempo, come quella che stava bussando incessantemente al caminetto.
«Madame Maxime, che piacere, la stavo aspettando!». “Purtroppo.”
«Bonjour, presidente Vázquez, vengo a congratularmi con lei e a presentarmi in quanto portavoce della rete Giganti delle Nazioni Unite» sorrise affabilmente. Che donna imponente. «C’è una grossa comunità di giganti in America del Sud, che io ho avuto modo di conoscere e apprezzare quando sono venuta in villesgiatur con mon petit Hàgrid».
“E chi era questo Hagrid, adesso? Noia, noia. Noia.”
«Purtroppo, ho notato che noi Giganti e Mezzigiganti siamo ancora molto ehm discriminati in queste zone più povere del mondo».
«Scusi? Povere? L’Argentina magica è molto all’avanguardia a livello magieconomico e io non accetto…».
«No, no, presidente non mi fraintenda, intendevo povere di cuore. C’è troppa discriminazione, mi capisca. Noi come donne appartenenti a una minoranza dobbiamo appogiarsci, e son felis che qui in Argentina ci sia una figura come lei».
Valentina si raddrizzò, non più all’attacco ma sinceramente colpita da tanta sincerità, da tanto buon cuore. Che intervento illuminante. Non si sentiva così compresa da tempo immemore.
«Farò tutto il possibile, Madame Maxime. Anche volare una bici di diamanti, se necessario».
«Come, scusi?».
«Ehm niente, mi scusi, pensieri ad alta voce. Intendo solo, che dobbiamo permetterci di sognare in grande, noi grandi donne. Senza offesa, sia ben inteso!».
Risero di gusto. Forse, era stato un bene avere quelle mansioni minori da sbrigare. Poteva aver trovato un’alleata. Un’amica. E forse, chissà, tolto di mezzo quell’Hàgrid, anche qualcosa di più.
 
 
 
   
 
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