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Autore: Padmini    07/08/2022    1 recensioni
Con questa storia voglio modificare in modo drastico il Film e la Serie Boruto, che non mi stanno piacendo per niente. Alcuni personaggi verranno eliminati, altri avranno un destino diverso, lo scoprirete leggendo. Spero che vi piaccia!
dal Primo Capitolo
La voce di Boruto gli arrivò come una ventata d’aria fresca, suo figlio era lì, era lì per salvarlo! Con uno sforzo indicibile riuscì a voltare appena la testa, la vista era sfocata, ma riconobbe in qualche modo le sagome di Sasuke, gli altri Kage e … Boruto? Sì, era proprio lui, ma per caso indossava la sua vecchia giacca? Quella logora e strappata di quando era bambino? Non riuscì a trattenere un sorriso, anche se Boruto aveva barato, anche se aveva meritato la squalifica per ciò che aveva fatto, era fiero di lui, si era rialzato e aveva continuato, sfidando la vergogna, sfidando la sconfitta, aveva affrontato tutto quello per venirlo a salvare.
“Papà!”
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Eccomi ancora qui! Spero davvero che questo capitolo vi piaccia! Ormai siamo vicini alla conclusione, dovrebbero mancare uno o due capitoli alla fine, più l’epilogo. Spero di essere riuscita a descrivere bene ciò che volevo, ho pensato che avrebbero potuto fregare i nemici con una tecnica talmente banale da essere imprevedibile! Spero di esserci riuscita! Spero anche che, come sempre, il finale vi lasci con il fiato sospeso!

Alla prossima

Mini


10. Strategia vincente


23 anni prima

La sorpresa negli occhi di Zabuza faceva da specchio alla soddisfazione negli occhi di Naruto e Sasuke. Nessuno, nemmeno Kakashi, si sarebbe aspettato un epilogo simile: i due ninja avevano combattuto in perfetta sincronia, quasi leggendosi nel pensiero mentre si muovevano come in una danza ben coreografata. Alla fine ce l’avevano fatta, avevano fregato quel ninja che aveva commesso l’errore di sottovalutarli ed erano riusciti a liberare il loro Maestro da una situazione scabrosa.

In quel momento tra Naruto e Sasuke aveva cominciato a germogliare un legame che, inconsciamente, avevano sempre avuto, un legame che avrebbe dovuto affrontare molte avversità, ma che sarebbe sopravvissuto e sarebbe riuscito a fiorire in tutta la sua bellezza.




 

Non era trascorso molto tempo, Naruto e Sasuke non volevano che il nemico avesse la possibilità di intuire il loro piano, per questo avevano deciso di attuarlo in due fasi: la prima era la fase preparatoria che sarebbe servita per dare falsa fiducia in se stesso all’avversario, che già li sottovalutava troppo, la seconda parte invece era il vero e proprio attacco.

Avevano ragionato parecchio sul da farsi, studiato diverse tattiche e attacchi, ma alla fine erano giunti alla conclusione che, nonostante tutta la loro esperienza e le abilità maturate durante la loro vita, per battere un Ootsutsuki sarebbero dovuti ritornare alla semplicità, alle origini.

“Sei pronto?” cheise Sasuke a Naruto “Il prossimo sarà l’attacco finale”

“Non mi sono mai sentito più pronto!” rispose Naruto, sorridendo eccitato “Andiamo!”

I due uscirono allo scoperto, con in mano le ultime armi che avevano a disposizione. Avevano sciolto le altre copie presenti negli altri villaggi per potersi concentrare maggiormente.
“Siete ancora qui, poveri sciocchi?” chiese il nemico, trattenendo ancora le risate “Pensate che quelle misere armi possano farmi del male?”

Naruto e Sasuke non risposero, erano seri e concentrati, dopo un istante partirono all’attacco, lanciando contro di lui tutto ciò che avevano: esplosivi, kunai, shuriken.

“Idioti!” esclamò lui, evitando ogni attacco.

A Sasuke e Naruto rimanevano due shuriken, uno a testa. Senza nemmeno prendere fiato li lanciarono, mancando il bersaglio.

“Dovrete migliorare la vostra mira!” li prese in giro Ootsutsuki, senza nemmeno scansarsi.

All’improvviso, però, i due shuriken cambiarono forma e si trasformarono nei due ninja i quali, con le mani già aperte e con il simbolo della luna e del sole, si avventarono sul nemico impreparato.

“Ti abbiamo fregato!” esclamò Naruto “Chi è adesso l’idiota?”

Mentre Sasuke si limitò a sogghignare, soddisfatto, insieme i due riuscirono a sigillare il corpo del nemico, come a suo tempo avevano fatto con Kaguya. Il corpo del nemico svanì lentamente, spedito nella dimensione nella quale c’era anche la capostipite della famiglia Ootsutsuki. Il Villaggio della Foglia era salvo.



 

Le copie presenti sul campo di battaglia avevano ormai esaurito il chakra, perciò scomparvero e la memoria di ciò che era accaduto arrivò automaticamente agli originali e alla copia di Naruto che era con i suoi figli.


A nord del Villaggio della Foglia, nel frattempo, i ninja sensitivi avevano terminato di raccogliere le informazioni necessarie e si preparavano per l’attacco.

Hinata, stremata, riposava tra le braccia di Naruto.

“Ce l’abbiamo fatta!” esclamò Naruto, rendendosi conto di ciò che era accaduto “Ora dobbiamo solo ripetere questa cosa negli altri villaggi.”

“Solo” borbottò Sasuke “Cerchiamo di sbrigarci, dovremo agire contemporaneamente, stavolta, prima che abbiano la possibilità di comunicare tra di loro per difendersi.

“Certo.” rispose Naruto, mettendo le mani in posizione per creare le copie nei vari villaggi.

“Sarà dura” ammise Sasuke, mentre le sue copie si formarono di fronte a lui “Ma non abbiamo alternative, dovremo agire velocemente.”

Detto questo, non perse tempo e aprì i varchi per far passare le sue copie in modo che potessero raggiungere quelle di Naruto.

Hinata si strinse a Naruto.

“Ci siamo” disse “Tra poco toccherà a noi.” mormorò, senza riuscire a trattenere la tristezza.

Naruto la guardò bene, un osservatore distratto avrebbe potuto dire che era spaventata per ciò che stavano per affrontare, ma lui sapeva bene che non era così. Hinata non aveva paura, aveva smesso di averne molti anni prima; non temeva di combattere, temeva di doverlo perdere un’altra volta.

“So cosa provi” disse, accarezzandole la mano “Ma sarò sempre al tuo fianco, anche quando non mi vedrai. Una delle cose che ho rimpianto quando ho scoperto di essere morto è stata non averti potuto salutare. Ora lo potremo fare, con calma.”

Hinata alzò lo sguardo, i suoi occhi erano colmi di lacrime, ma lei sorrise.


A Konoha regnava il silenzio, la copia di Naruto, che era ancora nascosta con i figli e il resto degli abitanti, si alzò per comunicare le novità.

“Il nemico è stato sconfitto” annunciò “è ancora presto per cantare vittoria” specificò “Ma per il momento possiamo stare tranquilli.”

Tutti esultarono di felicità, pur non abbandonando lo stato di allerta, fieri del loro Hokage.

“Sul serio?” chiese Sakura “Tu e Sasuke …”

“Sì, siamo riusciti a confinarlo nella dimensione in cui avevamo mandato Kaguya.”

Gli occhi di Sakura si illuminarono.

“Quindi c’è speranza, giusto?”

“Sì” confermo Naruto, sorridendo “Certo, i villaggi dovranno essere ricostruiti, ma non è la prima volta, vero?” chiese “Spero solo di poter riuscire ad aiutare nella ricostruzione” disse, consapevole del fatto che presto avrebbe dovuto lasciarli.

“Lo spero anch’io” rispose Sakura “Non sei molto bravo come costruttore, ma …”

Naruto annuì, sapeva cosa voleva dire, era esattamente ciò a cui stava pensando lui: restare il più possibile.

In quel momento si svegliarono anche Boruto e Himawari, che Naruto aveva fatto nel frattempo stendere in un materassino per farli stare più comodi.

“Lo avete sconfitto?” chiese Boruto al padre “è tutto finito?”

“Non proprio” spiegò lui “Momoshiki è ancora nascosto. Attualmente siamo riusciti a localizzare la sua posizione, ma dobbiamo prima essere certi che sia solo. Abbiamo sconfitto il nemico che aveva attaccato Konoha, adesso le nostre copie stanno …” si interruppe, sorrise “Ce l’hanno fatta!” esclamò “Le nostre copie, intendo. Abbiamo dovuto attaccare in questo modo, contemporaneamente, per impedire al nemico di potersi difendere.”

Boruto osservò suo padre, nonostante tutto, non si era ancora reso conto di quanto fosse potente e quella dimostrazione glielo aveva fatto comprendere. Si sentiva fiero di essere suo figlio, ma anche molto arrabbiato.

“Papà, perché?” chiese, senza riuscire a trattenere il tono del bambino capriccioso “Perché?” ripeté, stringendo i pugni con rabbia.

“Perché cosa, Boruto?” chiese Naruto, leggermente confuso.

“Tu sei molto forte, giusto?” chiese, mentre la rabbia aumentava “Hai sconfitto quei nemici con Sasuke, giusto?”

“Boruto, calmati, per favore. Ne abbiamo già parlato …” provò a calmarlo Sarada, ma lui la ignorò.

“Sì, direi di sì” rispose Naruto, che aveva cominciato a vedere dove voleva andare il figlio.

“Se sei così forte … perché ti sei fatto rapire? Perché … perché sei morto?!” gridò infine, senza più trattenere la rabbia e il dolore. Non era la prima volta che poneva quella domanda, ma era la prima volta che la poneva a colui al quale aveva voluto farla. Da una parte era eccitato al pensiero di poterglielo chiedere di persona e di ottenere una risposta, dall’altra era spaventato dall’idea di perderlo di nuovo.

Chi era attorno a loro aveva sentito tutto, ma fecero finta di nulla, non era il luogo ideale per quel genere di lite, ma Boruto non sapeva se avrebbe avuto altre occasioni per parlare con il padre.

“Boruto, non è facile rispondere” disse infine Naruto, dopo un lungo sospiro “La situazione era molto diversa, non avevamo tempo per capire cosa stesse succedendo e ho dovuto agire per il bene del villaggio.”

Boruto non rispose ma il suo viso era nero di rabbia.

“Ho agito d’istinto, per proteggere tutti … per proteggere te.” concluse, prendendogli la mano “Confesso che sei stato tu il mio primo pensiero, tu che eri alle mie spalle, eri spaventato e non capivi cosa stesse succedendo. Ammetto di non aver pensato alle conseguenze, tutto ciò che volevo fare era proteggerti.”

Boruto rilassò il viso. Era vero. Ricordava il viso di suo padre nei pochi istanti prima dell’esplosione, il suo sorriso, il suo sguardo rassicurante, ricordava bene di essersi sentito protetto, amato.

“Portati dentro quel ricordo” sussurrò Naruto, mettendogli la mano sulla testa “Ricordati che, qualsiasi cosa accada, io sono e sarò sempre fiero di te … perché io credo in te.” concluse, dicendogli ciò che suo padre a suo tempo aveva detto a lui.

In quel momento arrivò anche Himawari, che lo strinse in un forte abbraccio e anche Boruto, abbandonata ogni timidezza, abbracciò il padre per poi scoppiare a piangere senza trattenersi.

Naruto non disse e non fece nulla, si limitò ad accoglierli e a stringerli a sè.


“Ce l’abbiamo fatta” disse piano Naruto, tirando un profondo sospiro di sollievo “è stata dura, ma siamo riusciti a sigillarli tutti.”

“Avete fatto molto presto!” disse Shikamaru, impressionato “Non credevo che ce l’avreste fatta così rapidamente!”

“In realtà è stato semplice” spiegò Naruto.

“Esatto.” confermò Sasuke “Non lo diciamo con falsa modestia” proseguì, prima di essere frainteso “Noi avevamo dalla nostra parte il fatto che i nemici ci sottovalutavano, perciò abbiamo potuto attaccarli prendendoli alla sprovvista, usando una strategia che non si sarebbero mai aspettati.”

“Roba da Genin, per capirci!” spiegò Naruto, ridacchiando “Spesso le idee più semplici sono le più efficaci.”

Shikamaru stava per chiedere ulteriori spiegazioni, incuriosito dalla tattica usata da Naruto ,il ninja più imprevedibile, ma Sasuke lo interruppe prima che potesse porre altre domande.
“Non ora, Shikamaru” disse, serio “Quando tutto questo sarà finito ti prometto che ti spiegherò con calma, ora però non abbiamo tempo da perdere.”

“Sì, sì, hai ragione” confermò lui “Concentriamoci sull’ultimo ostacolo.”

“Momoshiki Ootsutsuki” mormorò Sasuke, pensieroso “Mi confermate che nella base c’è solo lui?” chiese, rivolto a Hinata e Ino.

“Da ciò che abbiamo potuto vedere, sì” rispose Ino “Ho controllato diverse volte e …”

“Un momento!” la interruppe Kurama “Sento qualcosa.”

Naruto si voltò di scatto.

“Per caso sono …”

“Sì.” confermò Kurama.

“Potete renderci partecipi?” chiese Shikamaru, che non riusciva a capire.

“Momoshiki è riuscito a catturare gli altri Cercoteri” spiegò Naruto “Sento il loro chakra fin da qui”

“Come … cosa … quando?” chiese Shikamaru “Ino, Hinata! Non avete visto nulla fino ad ora?”

“Veramente, noi …” iniziò HInata.

“Non potevano vedere né sentire nulla” spiegò Naruto “Fino a questo momento erano sigillati, il loro chakra non poteva essere percepito da nessuno. Deve averli liberati ora.”

“Per questo ho fatto fatica a trovarli!” ringhiò Kurama, senza riuscire a trattenere la rabbia.

“Ma … loro dovrebbero essere dalla nostra parte, giusto? Giusto, Naruto?” chiese ancora all’Hokage, che però era sbiancato.

“Non ne sono sicuro” mormorò Naruto, che nel frattempo aveva chiuso gli occhi per concentrarsi meglio “Sembra che non rispondano. Di solito riesco a mettermi in contatto con loro, ma stavolta è come se …”

“Come se fossero sotto controllo!” esclamò Kurama, arrabbiato.

“Sono incatenati” confermò Hinata, che nel frattempo aveva attivato il Byakugan per osservare nella direzione indicata da Naruto “Li vedo, sono circondati da delle catene dorate e i loro occhi … sembrano vuoti, senza volontà.”

Kurama rabbrividì.

“Momoshiki deve averli catturati prima di provare a prendere te” ipotizzò Naruto, pensieroso.

“Ha senso” confermò Kurama “Questo però cambia tutto. Ora siamo davvero nei guai.”

   
 
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