Lady Bug rimase ad osservare lo sguardo severo ed
austero del Grande Guardiano Celeste, in attesa che egli proferisse parola.
Le
mani tremavano visibilmente sotto i guanti rossi e Chat Noir gliene prese una
con la speranza di calmarla ed infonderle tranquillità.
I
loro occhi si scontrarono per una manciata di secondi, ma a Lady Bug bastarono
per farla avvampare ed accelerare il ritmo del battito del suo cuore,
soprattutto perché le volse l'ennesimo sorriso caloroso e rincuorante.
E Dio
solo se ne aveva davvero bisogno in quel momento.
L'eroina
coccinella non riusciva a formulare nessuna parola e nemmeno Chat Noir, il
quale intuì subito perché Su-Han si trovasse lì davanti, ovvero per riprendere
i loro Miraculous.
Lo
sguardo di Chat Noir s'indurì quando il Grande Guardiano Celeste protese una
mano aperta verso di loro senza dire niente, come a voler ricevere qualcosa.
"MAI!"
Proferì il super eroe mettendosi davanti alla sua milady difendendola a spada
tratta, in quanto, Su-Han addossava a lei la colpa della perdita dei kwami.
Lo
sapeva che era sbagliato lasciarli nelle mani di due ragazzini imprudenti e
senza alcuna esperienza o addestramento, anche se i due super eroi avevano già
dimostrato il loro valore.
La
rabbia di Chat Noir salì sempre di più, soprattutto perché Su-Han non voleva
sentire ragioni, era determinato più che mai a riavere quanto di spettanza. Ed
il suo sguardo non ammetteva un 'no' come
risposta, ma anche Chat Noir rimaneva fermo nella sua idea: non gli avrebbero
consegnato proprio un bel niente, perché questo avrebbe significato che Lady
Bug avrebbe dovuto rinunciare al ruolo di Guardiana dei Miraculous
e di conseguenza avrebbe perso la memoria, dimenticandosi per sempre di lui.
Solo
questo pensiero bastò a mandargli lo stomaco sotto sopra e trattenere a stento
un conato di vomito.
Doveva
essere forte.
Per
sé stesso.
Ma
soprattutto per lei.
Lei,
alla quale dopo quella richiesta erano cadute tutte le speranze di sistemare le
cose.
"Non
alzare la voce con me!" Lo rimbeccò il Guardiano ancora più indispettito.
Incurvò
il labbro inferiore in segno di dissenso, nessuno si era mai e poi mai permesso
di rivolgersi a lui in maniera così insolente ed altezzosa, e Su-Han non
tollerava un simile comportamento soprattutto da parte di un ragazzino.
Quelli
come lui, al Tempio in Tibet, venivano puntiti con una settimana di digiuno e
relegati in una stanza buia nei sotterranei.
Alzò
una mano per dargli un sonoro ceffone, in modo che capisse chi comandava e che
in quel momento si trovava fortemente dalla parte del torto, ma un lazo gli
bloccò il polso.
"Ci-
ci scusiamo per il nostro comportamento" Disse mestamente Lady Bug con la
testa bassa.
"Milady,
non avrai intenzione di..." Pronunciò con un filo di voce e lo sguardo
attonito.
"NO!"
Lo interruppe lei "... non gli consegnerò mai il mio Miraculous
e non rinuncerò mai al mio ruolo di guardiana."
Finalmente
Chat Noir potè tirare un sospiro di sollievo dopo
quella rivelazione.
"Avete
combinato un bel casino voi due! Ora Papillon possiede tutti i Miraculous."
"Tutti,
tranne due." Lo corresse l'eroe gatto con aria di superiorità, ricevendo
in cambio un'occhiata torva che lo intimorì, infatti, deglutì il nulla pensando
che forse, era meglio tacere per una buona volta.
"Quello
che voleva dire Chat Noir..." Balbettò lei cercando di ammorbidire Su-Han
per farlo ritornare sui suoi passi "... era che recupereremo tutti i kwami, costi quel che costi." Disse determinata
volgendo poi lo sguardo verso Chat Noir che ammiccò e asserì con il capo.
Su-Han
di primo acchito non sembrava esserne così sicuro e lasciare il destino di
quegli Dei in mano a due ragazzini sapeva non essere la scelta giusta, ma già molte
volte, Lady Bug, aveva dimostrato di sapersela cavare in certe situazioni e
riemergere a testa alta anche se la condizione non era delle più favorevoli.
Il
Guardiano Celeste si trovò davanti ad un bivio, difronte ad una scelta
difficile che, se presa troppo alla leggera senza considerare tutte le
variabili del caso, si sarebbe rivelata la più sbagliata in caso di sconfitta
da parte delle forze del bene.
Su-Han
gli diede le spalle e si portò due dita sul mento.
Interrogò
mentalmente gli astri e gli spiriti eletti e sapienti che era riuscito a
richiamare a sé con il suo potere mentale e assoluta concentrazione.
Tutti
gli suggerivano di lasciarli provare, di dargli una possibilità.
Erano
i soli a conoscere il modus operandi di
quel pazzo sadico di Papillon, ed erano gli unici che avrebbero potuto
prevalere, con qualche difficoltà, ovviamente.
Ma
Lady Bug e Chat Noir erano pronti a tutto, ed insieme avrebbero preso parte a
quella missione mettendoci l'anima.
Su-Han
si voltò di scatto una volta presa la sua insindacabile decisione.
Squadrò
dalla testa ai piedi i due ragazzini con riluttanza, sbuffò dal naso e respirò
profondamente.
"Va
bene" Furono le due parole difficili da pronunciare.
I due
super eroi di guardarono con aria trionfante, stavano per lanciare dei
coriandoli in aria per quella piccola vittoria quando l'entusiasmo venne subito
smorzato.
"...
una volta terminata la missione mi restituirete i Miraculous!
Non posso rischiare che questo pasticcio si ripeta."
Lady
Bug deglutì il nulla e la gola le si seccò di colpo, non era questa la sua
ambizione, ma aveva bisogno di un diversivo per farlo andare via il più presto
possibile e mettere in atto un piano con Chat Noir per cominciare a riprendersi
i Miraculous.
Chat
Noir avrebbe voluto morire piuttosto di sapere che quelli erano gli ultimi
momenti in cui la sua milady si sarebbe ricordato di lui.
Una
lacrima rigò il volto della super eroina, che non fece altro che acconsentire a
quanto impartitole, sotto lo sguardo sbigottito di Chat Noir.
"No,
Milady... ti rendi conto che cos'hai fatto?"
Lady
Bug allungò le braccia lungo i fianchi chiudendo le mani a pugno, stringendo
forte. Non c'era bisogno che glielo ricordasse, ma non poteva al momento
ribellarsi.
"Lo
so..." Sospirò tra i singhiozzi che non impietosirono per niente il
Guardiano Celeste, forse a causa delle sue scarse doti di recitazione.
"Così
è deciso!" Sentenziò balzando sul comignolo vicino "... sappiate che
vi terrò d'occhio per tutto il tempo voi due." Su-Han sparì dalla loro
vista subito dopo.
Chat
Noir digrignò i denti, non perché alla fine di quella giostra avrebbe perso Plagg, anche se gli dispiaceva un sacco; in quel kwami petulante aveva trovato un amico ed un confidente, un
qualcuno che gli risollevasse il morale ogni volta che si sentiva solo e perso.
Ma
presto avrebbe lasciato anche lei, e non sapere chi fosse in realtà gli mandò
il sangue al cervello. Non l'avrebbe mai più rivista.
Il
suo sguardo penetrante e blu come l'oceano infinito non gli avrebbe mandato più
il cuore in subbuglio e lo stomaco vibrare dall'eccitazione ogni volta che
accidentalmente lo toccava o gli parlava.
*
Lady
Bug lesse all'interno dei suoi smeraldi tutto il suo disappunto "Non avevo
altra scelta." Gli disse quando i singhiozzi si placarono e finalmente
ebbe la forza per dire qualcosa.
"C'è
sempre una scelta, ma tu hai preferito la strada più facile. E questo, se posso
permettermi, Milady, mi meraviglia."
"Non
è così! Avevo il timore che se avessi ribattuto qualcosa ci avrebbe portato via
subito i nostri Miraculous. Ed invece ho bisogno di
pensare..."
"A
cosa?" Fece lui interrogativo.
"A
come sconfiggere Papillon una volta per tutte." Rispose mordendosi il
labbro inferiore ed asciugandosi le guance con entrambe le mani.
"Quindi
era tutta una finta poco fa... E poi? Hai pensato a cosa fare? Noi... non ci
rivedremo più se perderai la memoria." Sospirò con gli occhi lucidi.
Lady
Bug alzò un sopracciglio "Secondo te ci faremo separare?"
Chat
Noir rizzò le orecchie in attesa di spiegazioni "Tengo molto a te, chaton... e non ho
proprio intenzione di allontanarti dalla mia vita. Troveremo una soluzione
anche a questo problema." La coccinella gli prese le mani artigliate
portandosele all'altezza del petto "... una questione alla volta, ok?"
Lo sguardo che gli volse lo rincuorò, allora la sua lady non aveva alcuna
intenzione di rinunciare a lui, a Tikki, o a
qualsiasi ricordo legato a quella loro avventura.
Il
cuore di entrambi martellava forte nel petto, e Lady Bug appoggiò poi la testa
sulla sua spalla forte e salda trovandone conforto come ogni volta.
Con
lui al suo fianco nessuna missione sembrava così impossibile.
"Grazie!"
Gli sussurrò all'orecchio.
"Per
cosa?" D'istinto le cinse i fianchi e la dondolò tra le sue braccia
infondendole un senso di pace e serenità, e lei si fece trasportare senza
protestare, godendosi il momento.
Sapeva
che era sbagliato assecondarlo per non dargli false speranze, ma in quell'istante
non riusciva proprio a staccarsi da lui.
"Per
esserci." Lady Bug vedeva le sue labbra sottili così invitanti, ma forse
era solo per l'atmosfera che sapientemente era riuscito a creare.
Si
sentiva un'ape attratta dal nettare di un fiore in mezzo ad un campo arido e
secco, l'unico sopravvissuto di una tempesta che aveva perversato in quel
territorio distruggendo tutto.
S'inumidì
le labbra con la punta della lingua, avrebbe dato qualsiasi cosa per assaggiare
le sue, e non era la prima volta che le capitava di pensarlo.
D'improvviso
il pensiero fisso di Adrien sparì, lasciando spazio a quell'eroe in nero che le
stava accanto.
Adrien
non l'aveva mai stretta così, forse una volta quando avevano ballato tra le
stelle a New York, ma poi basta, il tutto si era limitato a qualche
chiacchierata in classe o dopo i vari concerti tenute sulla Liberty, non
avevano mai stretto un rapporto che potesse anche solo andare oltre alla forte
amicizia che li legava, nonostante sapesse bene che entrambi potevano contare sull'altra.
Un
buon esempio era stato quella volta durante il servizio fotografico sulla Tour
Eiffel, quando ad Adrien si era spezzata un'ala del costume, al posto di
chiamare la sua costumista aveva interpellato Marinette.
Che si fosse trattato di una banale scusa per vederla? Ora non aveva più
importanza, perché il mondo di Lady Bug stava per essere avvolto da una nuova
consapevolezza: Chat Noir non lo poteva considerare più come 'solo' un amico.
D'altro
canto, Chat Noir, rimase quasi immobile ed impassibile ai segnali che la sua
compagna gli stava mandando, e per non travisarli, preferì attendere una sua
mossa, anche se la voglia di avvicinare di più il volto al suo, era tanta.
Chiuse
gli occhi per non cadere in tentazione e forzare le cose, al momento gli bastava
così, ovvero stringerla tra le braccia ed infonderle coraggio e farle sapere
che lui c'è.
"Sempre!"
Mormorò appoggiando la guancia sopra la testa.
"Non
so cosa farei se non ci fossi."
"Mi
sembra di non fare mai abbastanza"
"Non
è così, credimi"
I due
ragazzi si fecero trasportare da una melodia immaginaria sopra una nuvola,
volarono alto nel cielo, il problema era che la nuvola non era finta, ma un
ammasso di vespe che li stavano conducendo molto in alto.
Appena
se ne accorsero, Lady Bug impugnò con una mano lo yo-yo e con l'altra il suo
compagno, lanciò l'oggetto assicurandolo al tetto più vicino, ed insieme
atterrarono sulla terrazza.
Entrambi
brandirono le loro armi e si misero schiena contro schiena per avere una
visuale più ampia.
"Queste
vespe mi ricordano qualcosa..." Biascicò Lady Bug "... ma spero tanto
di sbagliarmi."
"Ho
avuto anch'io la tua stessa sensazione" Lo sguardo di Chat Noir si indurì
mettendo tutti i sensi in allerta, poteva sentire il ronzio delle vespe che si
avvicinavano. "LAGGIU'" Indicò il punto più alto sopra le loro teste.
Da
una parte Lady Bug riuscì a catturarle con lo yo-yo e Chat Noir dall'altra le
distrusse tutte con il suo cataclisma.
Stavano
per cantare vittoria quando un applauso di scherno si propagò nel cielo parigino.
"Ma
che bravi i nostri innamorati!" Starnazzò il loro nuovo nemico.
"VESPA
REGINA!!" Urlarono entrambi all'unisono.
*
continua