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Autore: summer_247    08/08/2022    0 recensioni
Il Terribile 21 ha attaccato la Valle, ma le gemelle riescono a ristabilire l'Antica Alleanza. Ma sul villaggio è calato il Buio, come fanno i cittadini a sapere cosa sia realmente accaduto? Crederanno all'innocenza di Pervinca? E può un incantesimo tanto potente non avere nessuna conseguenza?
Una profezia dimenticata. Un libro antico. Cinque oggetti. Due gemelli di mente... due di sangue
Per gli amanti della coppia Grisam x Pervinca, sconsigliato a coloro che vendono in Jim l'uomo perfetto per Vaniglia, preparatevi. La battaglia deve ancora cominciare
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grisam Burdock, Nuovo personaggio, Pervinca Periwinkle, Thomas Corbirock, Vaniglia Periwinkle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- A me sembra solo una buona scusa per vederlo di nuovo – la prese in giro Babù.

Tornare a scuola il giorno dopo come se niente fosse successo fu molto difficile per le gemelle. Vaniglia era terrorizzata all’idea di potersi lasciar sfuggire qualcosa, non era mai stata brava a mentire lei! Quindi quella mattina scelse i vestiti più anonimi che aveva nella speranza di potersi mimetizzare tra gli studenti e passare inosservata. Pervinca lo notò e la prese bonariamente in giro, ricevendo dalla gemella uno sbuffo stizzito mentre andava a infilarsi sotto la doccia. Una volta che Babù fu uscita dalla stanza Pervinca si ributtò sul letto e lasciò che il panico invadesse anche la sua mente. Non aveva paura di lasciarsi sfuggire qualcosa, lei era brava a mentire ed inoltre i suoi amici al momento si riducevano solo a tre e uno era Tommy! No, lei non sapeva come comportarsi con Jace! A parte quella piccola parentesi nei due giorni precedenti lui l’aveva sempre evitata, sia a scuola che fuori e probabilmente avrebbe continuato a farlo se lei non si fosse presentata sbraitando fuori dalla camera di Tommy due sere prima. Cosa doveva fare? Doveva comportarsi come se nulla fosse successo e continuare quell’inutile teatrino in cui si ignoravano a vicenda? Oppure doveva comportarsi come con un amico? E soprattutto lui cosa pensava di lei? È vero prima che lei perdesse la memoria erano amici (amici, sul serio Pervinca? Ti sei infiltrata tra le fila del nemico per un amico? – NdA), ok magari anche qualcosina di più; però quando Tommy aveva accennato al fatto che lui le avesse detto la verità perché si era innamorato di lei, Jace non sembrava troppo contento. Era semplice imbarazzo il suo o era infastidito? Però cavolo, Tommy aveva detto proprio “innamorato”, magari ha esagerato per metterli in imbarazzo, oppure… ok basta! Non aveva senso perdersi in quei pensieri senza capo né coda, l’unico che poteva darle delle risposte era lo stesso Grisam, percui doveva semplicemente andare a parlare con lui. Magari non a scuola (anche se non voleva ammetterlo sapeva che ci sarebbe rimasta malissimo se lei si fosse avvicinata per parlargli e lui l’avesse di nuovo evitata). Con questi allegri pensieri in testa schivò lo sguardo interrogativo di Babù, appena rientrata in camera, e andò a farsi una doccia gelata, nel tentativo di affogare i propri pensieri.
Scesero a colazione prima del solito ma nessuna delle due aveva troppo appetito e scelsero di evitare accuratamente il caffe, erano già fin troppo nervose. Questo stranì Tomelilla che comunque decise di lasciar perdere, magari avevano semplicemente fatto un brutto sogno. Lungo la strada per andare a scuola Vaniglia chiese alla gemella:
- Pensi che dovremmo dire alla zia, a Ortensia e a Duff del libro? Non serve dir loro di Nick e tutto il resto, solo che hai incontrato qualcuno fuori dalle mura quel giorno che ti ha detto del libro ed è per questo che sei andata alla rocca.
- Non lo so Babù, come facciamo a spiegargli che sapevo della profezia?
- Non saprei, magari possiamo dire che non ti ricordi nient’altro, solo che stavi cercando questo libro? Non voglio che continuino a pensare che tu ci abbia tradito!
- Babù davvero per me non è un problema, tra l’altro non penso neanche che dirgli del libro servirebbe a fargli cambiare idea. Però possiamo parlarne con i ragazzi e vedere cosa ne pensano.

Nel frattempo erano arrivate a scuola, così si separarono per andare in classe.
Vaniglia si sedette accanto a Flox cercando di nascondere il nervosismo, aveva il terrore le chiedesse cosa avesse fatto il pomeriggio precedente. Per fortuna però l’amica aveva passato la giornata scorsa a Frontebosco, che era splendido d’inverno con la neve, e aveva fatto un sacco di disegni. Così passarono i minuti prima della lezione e gran parte della ricreazione a guardare i dipinti di Flox, con gran sollievo di Babù che verso la fine della mattinata aveva ritrovato il sorriso e la serenità.
Al contrario per Pervinca la giornata non era iniziata nel migliore dei modi. Prima di entrare in aula aveva incrociato nel corridoio Grisam che discuteva con Scricciolo riguardo a non so quale barca, non aveva fatto in tempo a chiedersi se fosse il caso di salutarlo oppure no che lui aveva incrociato il suo sguardo e aveva cambiato direzione. Bene, direi che questo risponde alle mie domande, si disse Pervinca, odiandosi un po’per essere così amareggiata. Si sedette mogia accanto ad Acanti che attribuì la sua tristezza al fatto che alla prima ora ci fosse la De Transival e non fece domande. Solo quando suonò la campanella Vì riemerse dai suoi cupi pensieri e notò che Scarlett non c’era.
- Cvedo si sia ammalata, un po’di rvffveddove, niente di gvave, ma sai quanto sono appvensivi i suoi genitovi, hanno pvefevito tenevla a casa. Comunque, avevo pvomesso a Flox che l’avvei vaggiunta a vicveazione pev vedeve i suoi nuovi disegni, li ha fatti ievi a Fvontebosco, vuoi venive? – le disse Acanti.
Ma Pervinca declinò l’offerta, voleva parlare con Tommy, chiedergli magari di incontrarsi di nuovo nel pomeriggio, lui infondo non sapeva ancora il perché lei fosse andata alla rocca ed era importante che sapesse del libro, soprattutto perché avrebbe potuto darle qualche suggerimento su come dirlo a Duff, Tomelilla e Ortensia.Così Vì uscì in giardino da sola, alla ricerca di Thomas, ma quando lo vide seduto sul muretto intento a chiacchierare con i suoi compagni di classe si bloccò. Razionalmente sapeva di dovergli parlare, ma improvvisamente mille pensieri, uno più assurdo dell’altro, le affollarono la mente: lui era davvero suo amico o le si era avvicinato solo per dovere? Dopo tutto era un cavolo di magico immortale! Cosa potrebbe mai trovare di interessante in una stupida strega sedicenne! Che sciocca era stata a credere nella loro amicizia, certo lui era dalla sua parte e voleva aiutarla, ma lei credeva fossero amici! I suoi pensieri furono interrotti proprio da Thomas che, sentendosi osservato, si era girato a guardarla, sorrise e le fece segno di avvicinarsi, ma Vì presa dal panico fece dietro front e rientrò di corsa per tornare nella sua classe. Mentre stava per salire la gradinata che l’avrebbe portata al piano superiore si sentì afferrare per un braccio e trascinare sotto le scale. Iniziò a dimenarsi e a sbraitare contro il suo “rapitore” finché finalmente non lo vide in faccia e, resasi conto di chi aveva difronte, ammutolì di colpo, con un’espressione talmente buffa che fece scoppiare a ridere Grisam:
- Scusami, non volevo spaventarti, è che non sapevo come parlarti senza farci notare troppo dagli altri.
- Non mi sembrava avessi molta voglia di parlare stamattina – lo interruppe Vì riacquistando il tono battagliero, guardandolo con aria di sfida.
- Mi dispiace, non volevo essere sgarbato. Però sei d’accordo con me che sarebbe stato alquanto strano se improvvisamente noi due fossimo tornati… amici? – le fece notare lui.
- Si emm in effetti hai ragione… quindi, cosa volevi dirmi?
- In realtà ti volevo solo chiedere se ti andasse di vederci dopo scuola, dobbiamo ancora chiarire alcune cose e forse sarebbe il caso di decidere come comportarci difronte agli altri.
- Oh, ok, comunque potevi semplicemente dirlo a Tommy, non era necessario farmi venire un infarto, sai?
- In realtà volevo parlare da solo con te, so che ci sono delle cose che hai ricordato e non mi hai voluto dire Vì e so anche che ora hai la testa piena di domande e credo che la maggior parte siano per me, sbaglio?
- No, non sbagli… va bene, però possiamo vederci dopo cena? Il pomeriggio abbiamo l’addestramento.
- Sisi certo, però magari non andiamo in giro col buio, vengo a bussarti alla finestra e ci mettiamo sul tuo tetto, che ne dici?
- Pensavo fossi super addestrato – gli disse Vì con l’intento di prenderlo un po’in giro – abbiamo davvero paura ad andare in giro di notte?
- Oh per me possiamo anche andare a farci una passeggiata, non c’è problema. Lo dici tu a tua zia che esci dopo cena da sola con un ragazzo, quando il sole è già calato, a distanza di pochissimo tempo da un attacco del nemico? – Pervinca, che non ci aveva proprio pensato, perse del tutto la sua espressione beffarda – ah no scusa, magari preferivi non dirle niente e scappare dalla finestra, dopo tutto ormai dovresti essere un’esperta.
L’ultimo commento, che faceva palesemente riferimento alla sua fuga per andare alla rocca, fece infuriare Pervinca. Come si permetteva di dirle una cosa del genere!!
- A cosa devo questo commentino acido? Non è per niente nel tuo stile Burdock – lo sbeffeggiò lei - Come mai sei così arrabbiato, dopo tutto tu non credi che vi abbia tradito, altrimenti non mi avresti raccontato di nuovo la tua storia, quindi cos’è che ti infastidisce tanto? – quando lui non rispose continuò a infierire, era stanca di essere l’unica confusa ed arrabbiata, era stanca della sua indifferenza – forse ti da fastidio l’idea che non ti abbia detto nulla? Il fatto che per una volta non eri tu a gestire la situazione?
Ma Grisam non era mai stato uno che si faceva dominare dalle proprie emozioni ed inoltre, Pervinca poteva averlo dimenticato, ma lui la conosceva bene, sapeva interpretare correttamente le sue rispostacce aggressive e i suoi comportamenti e ormai aveva imparato che arrabbiarsi sarebbe stato del tutto inutile, l’unico modo per spuntarla con Vì era:
- O magari sono arrabbiato perché ti sei messa in pericolo e ho avuto paura per te, perché tengo a te?
E Pervinca, dopo un primo attimo di smarrimento (non si aspettava proprio una risposta del genere!), come da copione fece quello che faceva ogni volta che qualcuno le diceva qualcosa di gentile o affettuoso: cambiò argomento:
- Stiamo divagando Burdock, tra un po’finisce la ricreazione. Va bene, vieni a bussare alla mia finestra dopo cena e andiamo sul tetto.
- Perfetto – le rispose lui sorridendo e questo non fece altro che infastidire la ragazza ancora di più – Bene, allora io vado.
Vì fece a mala pena in tempo a salutarlo che Grisam era già scomparso. Si incamminò di nuovo verso la sua aula ma, dopo aver fatto i primi gradini, si bloccò realizzando quello a cui aveva appena acconsentito: quella sera avrebbe dovuto vederlo, da soli! Cavolo e adesso?!
 
 
Quel pomeriggio l’addestramento fu più produttivo del solito. Erano nella stanza degli incantesimi in casa Periwinkle e stavano provando alcuni incantesimi piuttosto difficili, ma le gemelle stavano dando il meglio di sé, con una concentrazione e un entusiasmo che non avevano mai mostrato prima. I tre saggi avevano notato questo improvviso cambiamento ma erano talmente contenti del loro impegno che evitarono di fare domande per non deconcentrarle. Però quando la lezione terminò fecero tornare di sopra le ragazze mentre loro si trattenevano a parlare per qualche minuto. La prima a rompere il silenzio fu Ortensia:
- Ci ho fatto caso solo io o le ragazze oggi erano più agguerrite del solito?
- No Ortensia anche io l’ho notato, inoltre erano strane anche questa mattina se devo dirla tutta – confermò Tomelilla
- Cosa intendi?
- Si sono svegliate prima del solito, a volte Vaniglia si sveglia presto ma di solito rimane in camera aspettando Pervinca; invece, questa mattina sono scese entrambe a colazione con largo anticipo. Inoltre non hanno mangiato molto, hanno completamente ignorato il caffe e anche con te Duff si sono comportate in maniera insolita, vero?
- Sì, ora che mi ci fai pensare anche a me erano sembrate strane, Pervinca non ha cercato di rubarmi neanche una frittella e Vaniglia, che è sempre stata cortese, stamattina era un po’esagerata, continuava a riempirmi la tazza di caffelatte e a sorridermi. Inoltre non so se ve ne siete accorte ma prima Pervinca, mentre provavamo gli incantesimi, uno non le stava venendo bene e mi ha chiesto un consiglio. A me! Fino a ieri tollerava a mala pena la mia presenza nella stessa stanza, figurarsi chiedermi aiuto!
- In effetti sono un po’strane… però chi non lo sarebbe? Magari hanno semplicemente realizzato l’importanza di quello che stiamo facendo o magari hanno iniziato a ricordare alcune cose del loro passato. Infondo tu Duff sei sempre stato uno zio per loro e anche Vì ti ha sempre voluto molto bene, può darsi che ti abbia rivalutato.
- Si è possibile… comunque direi che non ha senso discuterne, è stato un miglioramento in positivo, non serve di certo lamentarsi.
Con questo si salutarono e tornarono ognuno ai propri affari.
 
Nel frattempo nella loro cameretta le gemelle, molto soddisfatte dei loro risultati, si aggiornarono su quello che era successo a scuola. Mentre si spazzolava i capelli, che ormai le arrivavano quasi alle anche, seduta di fronte allo specchio, Vaniglia iniziò a raccontare:
- Stamattina in realtà è andata meglio di quanto pensassi, Flox era talmente entusiasta dei suoi nuovi disegni che non si è interessata troppo di quello che avevo fatto io. Tra l’altro i suoi dipinti sono davvero bellissimi, magari domani le chiedo di farli vedere anche a te. Comunque mi ha chiesto se domenica vogliamo andare con lei e Shirley a pattinare, il laghetto ora dovrebbe essere completamente ghiacciato.
- Vogliamo? – le chiese Pervinca piuttosto scettica sul verbo al plurale che aveva usato la gemella
- Si, mi ha detto espressamente di chiederlo anche con te. Senti Vì secondo me ora sei tu quella prevenuta. È vero, all’inizio le persone erano un po’fredde nei tuoi confronti, ma non ti hanno trattata tutti male! Flox ad esempio era solamente un po’insicura, ma poi ha riallacciato i rapporti con me e ha deciso di dare fiducia anche a te. Sta dando a entrambe la possibilità di riprendere il vostro rapporto, cerca di andarle incontro!
- Sisi scusa, non volevo lamentarmi, ero semplicemente stupita, positivamente stupita – aggiunse davanti all’occhiataccia di Vaniglia che, soddisfatta della risposta riprese a spazzolarsi i capelli e continuò:
- Bene, inoltre Shirley non la vediamo da quando siamo andate da lei a leggere la profezia, direi che è il caso di aggiornarla un po’sulle novità. Tra l’altro mi sembra di ricordare che lei non avesse nessun problema con te, percui vedi di trattarla bene!
- Hey non esagerare! È vero, sono un po’sulla difensiva ultimamente, ma non sono un orco! – sbottò Pervinca facendo ridacchiare la sorella.
- Invece a te Vì come è andata?
- Scarlett non c’era, credo abbia il raffreddore
- Oh poverina, mi dispiace!
- Ma se la conosci a malapena!
- Cosa vuol dire! Sono comunque dispiaciuta che stia male, magari domani potremmo andare a salutarla e vedere come sta. Andrei ora ma è quasi ora di cena, se è malata magari vorrà andare a letto presto, non vorrei disturbarla.
- Si meglio domani, anche perché io dopo cena avrei un impegno…
A quelle parole, pronunciate con quel tono leggermente imbarazzato, Vaniglia, che non per nulla era la sua gemella, iniziò a sorridere con gli occhi che brillavano:
- Ah si? E che impegno avresti Vì? – le chiese con l’aria di chi la sapeva lunga
- Mah niente di che – cercò di sdrammatizzare Vì (senza successo aggiungerei), fingendo un improvviso interesse per la propria scrivania e mettendosi a sistemare cose a caso – Jace mi ha chiesto di incontrarci, dopo tutto io ho un sacco di domande da fargli e anche lui ha un po’di cose da chiedermi
- Certo certo, niente di che eh? – ridacchiò Babù, ma decise di non infierire (quella era una cosa che avrebbe fatto Vì, non lei).

Cenarono abbastanza tranquillamente e Vaniglia, da brava sorella qual era, si addossò il compito di portare avanti la conversazione raccontando a tutti dei disegni di Flox e dell’idea di andare a pattinare domenica, permettendo così a Vì di riflettere silenziosamente e prepararsi psicologicamente al dopo cena.
Finito di mangiare le gemelle tornarono in camera. Babù, che era tremendamente curiosa ma sapeva che sarebbe bastata mezza parola per far irritare Pervinca, scelse saggiamente la via del silenzio e si mise a preparare la cartella per il giorno successivo. Fortuna volle che Vì fosse davvero distratta, altrimenti avrebbe notato che la sorella ci stava impiegando un tempo spropositato perché ogni due per tre si fermava a lanciarle un’occhiata che voleva essere discreta, ma senza alcun successo. Nel frattempo Vì stava facendo la guerra ai propri pensieri:
Doveva preparare del te o qualcosa del genere? Certo che no, lui la tratta da schifo e lei si preoccupa delle buone maniere?! Doveva cambiarsi? Dopo la lezione di magia era tornata in camera e si era messa una tuta di flanella marroncina che decisamente aveva visto tempi migliori… No, cavolo! Non si era mai preoccupata del suo abbigliamento e non avrebbe iniziato proprio ora. E poi non era mica un appuntamento, era una riunione per scambiarsi informazioni di vitale importanza, ecco si era una riunione. Aveva un che di rassicurante la parola riunione… riunione, riunione... ok basta, così la parola inizia a perdere di significato. Dove eravamo? Ah si, non mi cambio. Per fortuna che mi sono fatta la doccia però… riunione Pervinca, riunione! Okok va bene, però devo preparare un cappotto, se andiamo sul tetto sarà freddo. Ok questo può avere senso, vada per il cappotto blu. E la sciarpa, quella azzurrina con i fiori all'uncinetto che le aveva regalato Shirley al suo dodicesimo compleanno. Perché ovviamente non mi ricordo niente, ma un regalo di quattro anni fa si, me lo ricordo, stupida amnesia! Okok concentriamoci, tra un po’arriva Jace e tu non sai neanche cosa vuoi chiedergli. Anche se in teoria è lui che ti ha chiesto di vedervi, quindi dovrebbe iniziare lui il discorso. Però ha detto che l’ha fatto per permetterti di chiedergli ciò che vuoi. In realtà ha anche detto che vuole sapere quello che ti sei ricordata, sicuramente vorrà sapere di Nick, ma io voglio raccontargli di Nick? Io vorrei saperlo se Vaniglia avesse fatto una cosa del genere? Ha senso parlargliene quando ancora non sono sicura di quello che è successo? Okok non ha senso impanicarsi in questi discorsi, pensa ad altro. Forse dovrei portare anche una coperta. Però cavolo poi cosa facciamo ci stringiamo tutti e due sotto la stessa? Magari potrei portarne due, però sembra una cosa così stupida. Magari non porto niente e se abbiamo freddo accendiamo un fuocherello piccolino, tanto ormai ho imparato come si fa, so controllarlo bene e non dovrei far danni. Magari prima che arrivi potrei andare a fare pipì, sai te che imbarazzo se iniziamo un discorso serio e gli devo dire che devo andare al bagno?
Mentre Vì era persa tra le sue paranoie Babù aveva da tempo finito di fingere di fare la cartella, si era appoggiata con la schiena alla scrivania e osservava a braccia conserte la gemella camminare avanti e indietro per la stanza, aprire l’armadio, richiuderlo, andare a prendere il cappotto, appoggiarci sopra la sciarpa, fissare il muro, poi guardare il bagno, poi sedersi di nuovo sul letto… a un certo punto Pervinca parve tornare alla realtà, sobbalzò e spostò lo sguardo sulla sorella. Vaniglia, che aveva intuito i pensieri di Vì dal primo all’ultimo, alzò la mano come faceva in classe e, dopo aver ricevuto un segno d’assenso da parte di Vì, disse:
- Io i denti però me li laverei
- Ottima idea – e si precipitò in bagno.

Non fece in tempo a tornare in camera che si sentì un lieve toc toc provenire dalla finestra.
  
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