Under
the Rose
-Yami to Seijaku-
Oscurità e silenzio
闇
と静寂
Secondo
capitolo:
Incontro.
Fece scorrere lo sguardo pesante, affaticato dal
sonno e infastidito dalla luce, sullo schermo luminoso del portatile,
smaniosa di apprendere nuove notizie su quello che stava accadendo al
suo corpo, su ciò che stava cambiando in lei. Era agitata,
infastidita da quel muro di silenzio che le avevano imposto.
Mai nessuno, che sapesse, era stato trattenuto
così tanto in ospedale per un misero attacco di panico.
Cominciò a pensare di essere pazza, e informandosi,
scoprì che l’aver paura di perdere la testa,
è uno dei sintomi.
Si morse le labbra, concentrandosi più
del dovuto sulla pagina di internet in questione . –
Wikipedia non mente mai – si disse prima di chiudere la
sessione, e poggiare la testa sul cuscino esageratamente alto
dell’ospedale. Nauseata dall’odore di alcool e
medicinali che emanavano le lenzuola e le tende della stanza in
penombra.
Erano passate almeno ventiquattro ore, ma Kagome
stava cominciando a convincersi che fossero molte di più.
Completamente immersa nella noia, si
impegnò ad ascoltare i suoni dell’ospedale,
aggrappandosi all’unica distrazione che le veniva in mente.
La voce di Kagura le fu facile da individuare, diventava sempre
più vicina, fino a diventare comprensibile. Era dietro alla
porta della stanza, e stava parlando con un’infermiera.
– Dobbiamo riuscire a estrapolare notizie dalla signorina,
capire se si è resa conto, se si ricorda
dell’accaduto –
L’amica sospirò, prima di
prendere parola . – E’ svenuta, e si è
risvegliata soltanto qui, in ospedale. In quella stanza sono morte tre
persone, fra cui il suo migliore amico, ed una è scomparsa
– Sentì una piccola pausa, dopo che la voce della
giovane aveva cominciato ad aumentare sulle ultime parole . –
Non venite a dirmi che potrebbe essere accusata-
Kagura era sempre stata così, pronta a
proteggerla ad ogni costo, in ogni occasione. Accogliendola sotto le
sue ali come una madre .
Kagome portò le mani alle tempie,
premendole e massaggiando, provando ad attenuare il forte dolore che
aveva cominciato a tormentarla. Non
ricordava nulla, fino a quando era rimasta cosciente, tutti erano vivi.
“Il suo
migliore amico”
Si rese conto quando il cuore cominciò a
far male, a battere esageratamente veloce. Per qualche secondo, per poi
calmare la sua corsa. Un vuoto profondo si aprì un varco nel
suo stomaco, facendole salire la nausea. Si mise seduta, e porto
immediatamente le mani sulle labbra, si accorse che stava tremando.
Stava succedendo ancora.
Il sapore metallico sulla lingua, i tremori.
Provò a parlare, a chiedere aiuto… ad urlare, ma
le labbra sembravano essersi irrigidite, impossibili da socchiudere. Si
piegò in due, il cuore ricominciò a farle male
mentre il respiro sembrava non bastarle. Riuscì ad emettere
un lamento, biascicando, ma fu poco percettibile, quasi un sospiro.
Le lacrime le inumidirono l’iridi, e le
ciglia si imperlarono di lacrime. –Ko…Ko-ga- Emise
in tono strozzato.
Cadde dal letto, in un tonfo.
La stanza interamente bianca, cominciava ad essere
inghiottita dal buio della paura, che lentamente la stava spingendo in
basso, sempre più a fondo. Nella sua mente cominciarono a
scorrere delle immagini, ricordi del giorno prima, di quella voce.
Tremò, graffiando nervosamente il pavimento, alla ricerca
spasmodica di qualsiasi cosa che potesse salvarla.
-Disturbi la mia libertà con le tue urla-
La riconobbe.
-Potrei salvarti, ma le mie mani insanguinate,
sporcherebbero il candore della tua pelle-
Sentì le guance bruciare, divenire
bollenti per il dolore subito. La gola le bruciava.
Finalmente riuscì ad udire la sua stessa
voce urlare. Le punta delle dita erano macchiate di rosso, si stava
graffiando da sola.
Un calore l’avvolse, abbracciandola,
tenendola stretta per il bacino. Un respiro caldo le
accarezzò il collo impregnato di sudore. Respirò,
smise di urlare. Respirò nuovamente.
Si calmò.
Addormentandosi fra le braccia di qualcuno, di cui
non aveva visto nemmeno il volto.
L’iridi infuocate sbirciavano la scena
oltre il vetro, sporcato dalle gocce di pioggia. La ragazza
venne accolta dalle braccia sicure delle due amiche, e da
quelle forti del dottore. La sollevarono, con tutto il riguardo
possibile, e la posarono sul letto d’ospedale. Riprese
conoscenza qualche minuto dopo.
Una delle due amiche le accarezzava i capelli,
mentre l’altra, la più fredda dialogava con il
dottore, sembrando piuttosto nervosa.
L’aveva seguita fino a li, senza perderla
mai di vista. Lei, lo aveva liberato dalla prigionia, dandogli perfino
un corpo, che oltre tutto non era niente male. Si era osservato poche
ore prima, nel riflesso di uno specchio. Aveva preso possesso di un
mezzo demone, soggetto perfetto. Era un giovane, su i
vent’anni, forte ,di bell’aspetto, ma soprattutto
agile nei movimenti.
Aspettò che Sango e Kagura uscissero
dalla stanza, per aprire la finestra ed intrufolarsi al suo interno.
-Come ci sei riuscita?- Appoggiò la
schiena al muro, e incrociando le braccia attese una sua risposta.
Kagome incontrò il suo sguardo, e lo riconobbe subito,
tuttavia mantenne la calma . Si trattava del mezzo demone che le stava
a fianco prima che svenisse, l’unico sopravvissuto. Il
colpevole dell’omicidio di tre persone.
-So a cosa alludi … - Fece in modo che
ogni parola risultasse chiara e coincisa. – So di averti
“risvegliato” in qualche modo- Si morse le labbra,
e affondò le unghie nella pelle, stringendo i pugni.
Ci fu silenzio per qualche interminabile minuto,
poi, lei parlò di nuovo.
-Qual è il tuo nome?- Gli chiese.
Sul viso di lui, si increspò un sorriso.
– Vuoi saperlo davvero , ragazzina?-
Kagome annuì, leggermente preoccupata.
-Alcuni mi chiamano Tenebre, altri Buio
… alcuni perfino Diavolo. Forse i primi due, sono azzeccati
– Rise, e le si avvicinò
-Con il
Diavolo ci ho banchettato, ma credo si sentirebbe offeso se sapesse che
mi hanno scambiato per lui. Io uccido, razzio, distruggo la vita-
L’afferrò per il polso, stringendolo.
- Il mio nome è Inuyasha-
Lei
lo guardò, osservò attentamente ogni piccolo
particolare del suo viso, era ammaliante, i lineamenti erano femminili,
eleganti. Quello che provò in quel momento, anche se non lo
immaginava, non l’avrebbe mai più provato.
Aveva
sempre sentito dire che il sentimento più grande e caldo che
un essere umano è in grado di provare, sia
l’amore, ma non ci aveva mai realmente creduto, soprattutto
dopo la morte di sua madre. E quell’emozione, nel tocco,
anche se violento di Inuyasha, c’era qualcosa di
indescrivibile.
Lei lo aveva liberato, ed ora fra loro si era
intrecciato un filo.
-Vuoi uccidermi?- Sussurrò.
-Si … - Le rispose.
Ed ecco anche il secondo capitolo, si salvi chi
può ò.ò . Beh, diciamo che questo
capitolo non mi è venuto molto bene, almeno, forse la prima
parte si salva, ma la seconda la trovo terribile, non riuscivo bene ad
immaginare il loro primo incontro >.<
Beh, dal prossimo capitolo in poi comincerà a
succedere di tutto, almeno, questo è il mio progetto, spero
di riuscire a portarlo avanti per bene.
Ho fatto morire Koga anche in questa ff XD Sono
terribile.
Ora passo ai ringraziamenti =D
chocola92: Uh , addirittura bellissima ^\\\^ sono felice che
ti sia piaciuta , ed eccoti il continuo! Spero ti piaccia!
ryanforever: Naah in realtà non sono brava nello
scrivere poesie , quella mi è uscita bene per miracolo.
Spero che anche questo capitolo ti piaccia , un bacio ^^
kirarachan: Ecco il nuovo capitolo =D Immaginavo ti sarebbero
piaciute le tematiche *__* E grazie mille per avermi fatto notare
quell’errore , sei stata gentilissima. Spero che questo
capitolo ti sia piaciuto.
luca blight: Beh dai , questa ho deciso di scriverla per provare
a vedere se riesco a muovermi anche in quel campo. Speriamo in
bene!<3
Chocola 92: Sono felice che ti sia piaciuto così
tanto lo scorso capitolo , eccoti l’aggiornamento , spero non
ti deluda ^^
morkia90: Grazie mille , ecco il continuo , un bacio!
Ringrazio anche chi ha letto , e chi l’ha
aggiunta alle preferite e seguite.
Al prossimo capitolo.
Favole.