Il temporale si sta approssimando. Lo sento arrivare. Fuori e dentro di me. L’aria è tesa. Il vento sferza ogni cosa incontrata sul suo cammino. Nuvole cupe e grigie, lentamente ma inesorabilmente, si radunano fino ad oscurare l’ orizzonte, che scompare alla vista. Un fulmine irrompe e si fa strada fra di loro. Subito in risposta giunge il tuono, che sconquassa l’atmosfera. Lo percepisco riverberare fin nel profondo. Sembro un uccellino imprigionato nella sua gabbia. Il temporale è violento come la rabbia che avverto. Sale e monta come una marea, pronta a trasformarsi in tempesta. Devo accoglierlo, lasciare che si sfoghi, che mi bagni, che lavi via l’amarezza. Forse, solo così, potrò riacquistare un briciolo di quella serenità, che credevo di possedere, turbata dagli eventi che la vita pone sul mio percorso. Ma grazie al temporale avrò l’opportunità di imparare a vedere cose che, diversamente, nella calma, non riesco a scorgere. E come dopo ogni forte temporale l’arcobaleno risplende, così anche io predispongo il mio animo a tingersi di meravigliose colorazioni, ascoltando e attendendo che nuove vibrazioni si facciano strada dentro di me, riportando la quiete, mentre lo sguardo si apre su un cielo ormai terso.