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Autore: Princess Kurenai    17/08/2022    0 recensioni
Correva voce che quella sorta di Open Day scolastico, con annessa Raccolta Fondi, fosse stato organizzato dalla Preside della Kimetsu Academy a causa delle ripetute esplosioni nell'aula d'arte che, nel corso degli ultimi semestri, aveva subito più di un costoso intervento di riparazione e di messa in sicurezza.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hakuji/Akaza, Kyoujurou Rengoku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Rating: SFW

Parole: 2870

Warning: Non betata, Fluff, Pre-Relationship, Shonen-ai, Alternative Universe - Kimetsu Academy AU, Akaza e Hakuji sono gemelli

Note:

  1. Sono debole alle Soyama Twin!AU.
  2. Primo contributo al fandom! 

. -. -. -. -. -. -. 

Correva voce che quella sorta di Open Day scolastico, con annessa Raccolta Fondi, fosse stato organizzato dalla Preside della Kimetsu Academy a causa delle ripetute esplosioni nell'aula d'arte che, nel corso degli ultimi semestri, aveva subito più di un costoso intervento di riparazione e di messa in sicurezza.

Una giornata fatta di giochi e spettacoli, aperta non solo agli studenti ma anche ai vari visitatori interessati al benessere dell'istituto. Sulla carta sembrava una buona idea, ma sin dall'inizio nessuno nella scuola si era mostrato realmente interessato alla raccolta fondi.

Tuttavia, quando il programma era stato annunciato alla vigilia dell'Open Day e la notizia che il Professore di Storia, Kyoujurou Rengoku, sarebbe stato il primo addetto del Kissing Booth della Kimetsu Academy aveva iniziato a spargersi… metà della popolazione studentesca si era lasciata prendere dall'eccitazione - mentre l'altra metà si era esaltata all'idea di poter far finire in una tinozza d'acqua gelata il Professor Tomioka, che non vantava la stessa popolarità positiva del Professor Rengoku.

Inizialmente anche Akaza Soyama era rientrato tra le persone eccitate al solo pensiero di poter ricevere un bacio sulla guancia da Kyoujurou, ma aveva cambiato rapidamente idea perché era dolorosamente consapevole della popolarità del professore di Storia, e sapeva che non sarebbe stato l'unico a voler ricevere quel dannato bacio.

Di conseguenza, per evitare che la bocca di Kyoujurou si posasse su altre persone indegne, si era ritrovato chiuso nella sua camera a cercare una soluzione che non prevedesse la chiusura del Kissing Booth: perché Akaza voleva quel bacio più di qualsiasi altra cosa al mondo… e magari anche più di uno se fosse riuscito ad accumulare abbastanza soldi. Perché era una raccolta fondi e baciare Kyoujurou non era una cosa economica.

Benché la maggior parte delle persone sostenesse il contrario, Akaza sapeva essere parecchio intelligente e assennato quando voleva e non era solito ricorrere subito alle intimidazioni. Infatti la prima soluzione che gli venne in mente non prevedeva l'utilizzo della violenza, ma bensì il prenotare Kyoujurou per tutta la durata del suo turno.

Una sorta di 'Sette minuti in Paradiso' ma moltiplicato per settemila.

Con penna e foglio alla mano, aveva quindi iniziato a farsi dei calcoli.

Un bacio costava 3,000 yen e il turno di Kyoujurou al Kissing Booth sarebbe durato circa otto ore, sette senza l'ora di pausa.

Quanto ci avrebbe potuto mettere Kyoujurou a baciare una persona?

Il bacio di per sé doveva essere sicuramente veloce, ma conoscendo il professore ci sarebbero state parecchie chiacchiere - Akaza sarebbe rimasto ore ad ascoltarlo -, quindi... cinque minuti?

In un'ora poteva dare minimo dodici baci, che in sette diventavano ottantaquattro. A 3,000 yen l'uno… erano un'infinità di yen che lui non possedeva.

Poteva riuscire a ottenere almeno due o tre baci con i suoi risparmi, ma prenotarlo per tutta la durata del Kissing Booth era sicuramente un'impresa impossibile per le sue finanze.

Imprecò e accartocciò il foglio, lanciandolo alle sue spalle. Doveva trovare un'altra soluzione in meno di dodici ore, e nel sentire un rumore al piano di sotto scattò subito in piedi perché forse, si disse, non tutto era finito.

Scese le scale a lunghi balzi, saltando gli ultimi cinque scalini, fino a trovarsi faccia a faccia con suo fratello gemello e con la sua fidanzata, Koyuki.

«Hakuji! Koyuki! Bentornati!» esclamò con un ampio sorriso.

La ragazza ricambiò subito con altrettanta gentilezza mentre permetteva ad Hakuji di toglierle la giacca.

«Akaza-san, va tutto bene?»

Akaza adorava Koyuki, non quanto suo fratello visto che quei due erano praticamente sposati, ma l'affetto che provava per la ragazza era ugualmente immenso.

Erano cresciuti insieme, e in Koyuki aveva sempre trovato un'ottima ascoltatrice oltre che una preziosa amica. Era solito confidarsi con lei e, generalmente, la ragazza era anche in grado di farlo ragionare. Forse ci sarebbe riuscita anche quella volta ma per Akaza era davvero importante riuscire ad avere Kyoujurou tutto per sé.

«Va tutto benissimo! Ti dispiace se ti rubo per un momento Hakuji?» domandò rapido, afferrando il fratello per un braccio.

Quest'ultimo aprì bocca per protestare ma Koyuki fu più veloce di lui nel rispondere con un: «Certo, nessun problema!»

Akaza trascinò allora Hakuji, parecchio reticente, fino alla cucina lasciando che Koyuki andasse ad accomodarsi nel salottino. Una volta soli, Akaza fronteggiò suo fratello con estrema serietà in viso.

«Hakuji~ sai che sei il mio fratello preferito?» esordì.

«Sono l'unico che hai, sfortunatamente. E qualunque cosa tu voglia la risposta è no

Akaza strinse le labbra in una smorfia. Onestamente si aspettava quella risposta ma aveva ugualmente sperato di riuscire a convincerlo senza faticare troppo. Dove era finita la collaborazione fraterna? 

«Non ho chiesto ancora niente!»

«Non importa.»

A quel punto decise di ignorare del tutto i rifiuti di Hakuji per mettere tutte le sue carte in tavola.

«Ho bisogno di un prestito. Ne va della mia vita!»

Hakuji inarcò un sopracciglio con fare scettico.

«Kyoujurou sarà al Kissing Booth e...»

«La tua vita non dipende dal fatto che Rengoku-sensei si trovi al Kissing Booth,» gli fece presente Hakuji, palesemente esasperato. Non era la prima volta che discutevano su Kyoujurou, e Hakuji era sempre stato contrario alla sua ossessione per l'insegnante.

"È sbagliato!" gli diceva ogni volta. "Metterai nei guai tutti. Non solo te stesso e Rengoku-sensei, ma anche tutta la nostra famiglia."

Akaza lo sapeva bene, ma il più delle volte tendeva a dimenticarlo.

"Abbiamo pochissimi anni di differenza, e questo è il mio ultimo anno. Presto io e Kyoujurou non saremo più studente e professore, e non ci saranno più problemi!" rispondeva infatti.

Scacciò quei pensieri e, incrociando le braccia al petto, espose la sua posizione sul perché avesse bisogno di quei soldi per salvarsi la vita.

«Sì invece! Perché l'idea che qualcun altro possa baciarlo mi fa venire voglia di commettere un omicidio di massa. Finirei in carcere e non potrei più vedere Kyoujurou. E la mia vita finirebbe

Era un ragionamento molto drammatico e forse esagerato, ma che poteva farci? Per lui Kyoujurou significava tutto, sin da quando il professore lo aveva steso durante una lezione di karate.

Ricordava bene il pomeriggio nel quale aveva visto l'insegnante entrare nel dojo di Keizo, il padre di Koyuki. Si era sentito elettrizzato all'idea di poter sconfiggere contro un professore. Quanti potevano vantare una simile fortuna?

Ovviamente non ci sarebbe stato nessun onore nel combattere contro un principiante, ma di certo avrebbe potuto umiliarlo un po'… si era offerto quindi volontario per fare coppia con lui, in quanto allievo veterano del dojo, e da quel momento la sua schiena si era ritrovata contro il pavimento ad ogni suo tentativo di stendere il professore per "mostrargli alcune prese".

L'irritazione era cresciuta volta dopo volta, portandolo anche a dimenticare di avere davanti un 'presunto principiante'. Aveva iniziato a fare sul serio, trovandosi a fronteggiare un avversario di tutto rispetto. Solo alla fine dell'allenamento Hakuji, palesemente imbarazzato per la magra figura che aveva fatto suo fratello, gli aveva rivelato che Rengoku-sensei era stato un campione di karate e kendo in adolescenza… e in quel momento Akaza aveva sentito il nodo allo stomaco sciogliersi per trasformarsi in ammirazione: Kyoujurou era perfetto per lui.

«Piantala con le esagerazioni,» lo rimproverò suo fratello, iniziando a preparare la merenda per sé e per Koyuki.

«Non sto esagerando,» bofonchiò, decidendo però di lasciar perdere quella discussione infruttuosa sin dal principio.

Era davvero possibile che nessuno capisse la sua posizione? Il suo dilemma morale? E soprattutto, come poteva Hakuji, sangue del suo sangue, non comprenderlo?

E se ci fosse stata Koyuki al posto di Kyoujurou a Kissing Booth? Era certo che Hakuji si sarebbe comportato in modo meno civile del suo, quindi avrebbe dovuto capirlo per forza.

Continuò a borbottare tra sé e sé, rintanandosi di nuovo in camera per poter mandare un messaggio a Gyutaro Shabana con su scritto: "Ho bisogno di più di 11k di yen."

Speró che almeno l'amico potesse riuscire ad aiutarlo, ma anche quest'ultimo non si mostrò per niente utile, infatti gli rispose con un: "Buona fortuna, pezzente."

Aveva degli amici di merda, ma quello lo sapeva già sfortunatamente.

Lanciò il cellulare sul letto e si buttò a sua volta di pancia sul materasso, nascondendo il viso contro il cuscino.

Se comportarsi in maniera civile non funzionava, si disse infine, allora avrebbe agito di conseguenza.




Quando Kyoujurou si era seduto all'interno della classe, allestita con striscioni e palloncini color pastello, si era aspettato di ricevere entro un'ora almeno due o tre 'clienti'.

Non si trattava di presunzione, visto che non credeva minimamente che qualcuno sarebbe stato realmente interessato a ricevere un bacio sulla guancia da lui, ma più che altro aveva sperato nella generosità delle persone interessate ad aiutare la Kimetsu Academy a superare i disastri 'artistici' combinati da Tengen Uzui.

Era una persona estremamente positiva e credeva fermamente nel buon cuore del prossimo, quindi si era sentito certo che tra alunni e persone esterne all'ambiente scolastico ci sarebbero stati dei benefattori che si sarebbero fatti avanti per la raccolta fondi.

Un'ora però era trascorsa e nessuno si era fatto vivo. Era strano, si diceva, ma era probabile che stessero attendendo la seconda parte dell'Open Day, nella quale ci sarebbe stata la Professoressa Kocho Kanae al Kissing Booth, e Kyoujurou era convinto che lì le persone avrebbero formato una vera e propria fila per ricevere un bacio da lei, ma… davvero nessuno si stava presentando per lui? 

Detestava ammetterlo, ma almeno una o due persone se le era aspettate, e quell'assenza lo colpiva un po' nell'orgoglio.

Tuttavia, con un sorriso sulle labbra, continuò ad attendere dicendosi che forse le altre attrazioni erano più interessanti della sua. Aveva infatti sentito un grande fermento per quella di Tomioka, e sicuramente molti si stavano godendo il Maid Cafè gestito da Tengen e dalle sue tre ragazze.

Minuto dopo minuto, aveva iniziato a rilassarsi sulla sedia, raddrizzandosi alla svelta ogni volta che sentiva un po' di fermento fuori dalla porta della classe che, tuttavia, rimaneva ostinatamente chiusa.

Solo dopo due ore di attesa si azzardò a mandare un messaggio nella chat di gruppo degli insegnanti, chiedendo come stesse andando la giornata. Ricevette subito delle risposte positive, sembrava che tutto fosse un vero e proprio successo - Tengen, in divisa da Butler, mandò addirittura un selfie pieno di brillantini che lo ritraeva vicino alla fila per entrare nel suo Maid Cafè -, di conseguenza Kyoujurou pensò che il problema fosse proprio lui.

Un po' demoralizzato mise via il cellulare e continuò a guardare la porta.

Aveva pensato che almeno il giovane Kamado con i suoi amici si sarebbero avvicinati a salutarlo, ma era probabile che fossero impegnati altrove. Però Kyoujurou si era anche sentito pronto a scommettere che il minore dei gemelli Soyama, Akaza, sarebbe stato il primo a presentarsi lì, vista la fissazione che lo studente aveva nei suoi confronti.

Ma non si era presentato neanche lui. 

Era strano ma dall'altra parte non era neanche nella natura di Kyoujurou dare un qualcosa per scontato e anzi, pensò addirittura di aver sempre mal interpretato gli atteggiamenti del giovane Soyama… anche se, si disse, ci voleva proprio uno sciocco per non rendersi conto della colossale cotta che il suo studente aveva nei suoi confronti.

Guardò ancora l'orologio, erano trascorse ben tre ore e nessuno aveva ancora varcato la soglia della classe. Era possibile che pensassero che fosse chiusa? Eppure era certo di aver messo il cartello con gli orari e il fatto che il Kissing Booth fosse ufficialmente aperto. 

Aggrottò le sopracciglia e approfittò subito dei rumori che sentì nel corridoio per raggiungere la porta e aprirla.

Akaza Soyama stava agitando il pugno, con fare minaccioso, in aria verso dei ragazzini che si stavano dando alla fuga. Lì per lì Kyoujurou pensò ad un principio di rissa e si sentì pronto ad intervenire per sedarla, ma le parole di Akaza allontanarono subito quel dubbio.

«Se vi vedo ancora qui a cercare di baciare Kyoujurou vi lancio fuori dalla finestra!»

«Soyama,» lo chiamò subito e l'espressione cupa di Akaza mutò rapida in una di totale felicità nel vederlo.

Tengen una volta lo aveva definito un cagnolino, pronto a fare le feste al suo padrone. Kyoujurou aveva trovato un po' offensiva e anche imbarazzante quella definizione, ma alle volte non sembrava poi così lontana dalla realtà. Infatti Akaza lo raggiunse con un ampio sorriso in viso e gli occhi brillanti di gioia.

«Kyoujurou!» lo salutò senza curarsi, come ogni volta, di chiamarlo per cognome o 'Sensei'.

«Che cosa sta succedendo?» domandò, decidendo di rimandare a dopo il classico "Rengoku-sensei" che era solito buttare fuori ogni volta che Akaza lo chiamava per nome.

L'altro si mostrò per un momento colpevole.

«Uhm… niente. Sto solo facendo la guardia.»

Kyoujurou fu quasi tentato dal massaggiarsi le tempie, perché pur non volendo peccare di presunzione sapeva benissimo che cosa stava accadendo.

«Sai che il senso di una raccolta fondi è quello di raccogliere fondi, vero?»

Akaza annuì stringendo le labbra in una smorfia contrariata.

«Lo so,» mugugnò dando voce al suo disappunto.

«Quindi perché stai facendo scappare tutte le persone?»

Non gli piaceva dare per scontati determinati fatti, ma era pronto a mettere la mano sul fuoco che la situazione era quella che si era appena immaginato.

«Perché non amo condividere.»

«Oh…» Kyoujurou aggrottò le sopracciglia, confuso da quell'affermazione.

'Condividere' che cosa? E soprattutto, cosa aveva a che fare con lui e con il Kissing Booth? 

Già. Il Kissing Booth.

«OH!» la realizzazione lo colpì in pieno, e per quanto fosse ormai abituato a Soyama e alle sue scenate immotivate di gelosia e affetto, non poté fare a meno di sentire le orecchie andare a fuoco.

Akaza, dimenticata l'espressione contrariata di poco prima, gli rivolse un ampio sorriso furbo e malizioso prima di iniziare a frugare nelle tasche e tirare fuori manciate di monete e banconote.

«Andiamo a metterci comodi?» domandò con esaltazione e non poca emozione nella voce, come se non avesse atteso altro per metà di quella mattinata.

«Li hai presi ai ragazzini e alle persone che erano qui per il Kissing Booth?» domandò Kyoujurou nonostante l'imbarazzo.

Akaza scrollò le spalle.

«Non erano degni, Kyoujurou!»

«Rengoku-sensei,» lo corresse per poi sospirare. «Dovrei chiederti di andare a restituire il denaro, ma immagino sia impossibile…»

«Ma…»

Kyoujurou incrociò le braccia al petto e con solennità dichiarò: «Ti bandisco dal Kissing Booth. Quei soldi ora li metterai nella cassetta delle offerte, e se vengo a scoprire che stai ancora terrorizzando le persone passerai un mese di punizione con Shinazugawa-sensei.»

Akaza aprí la bocca per controbattere, ma come sempre quando si trattava di Kyoujurou, non riuscì a rispondere o a negargli qualcosa - certo, continuava a dare di testa sua, chiamandolo per nome e facendo dichiarazioni imbarazzanti, ma il più delle volte lo ascoltava.

«Siamo intesi, Soyama?»

«Sì…» mugugnò l'altro, seguendo poi Kyoujurou all'interno della classe per mettere effettivamente i soldi dentro la cassetta - erano rubati o estorti con le minacce, ma sarebbe stato impossibile rintracciare tutte le persone allontanate da Akaza e permettere loro di ricevere il servizio per il quale intendevano pagare.

Akaza si svuotò tutte le tasche con un'espressione triste in viso, mugugnando qualcosa di incomprensibile a labbra strette - la parola 'bacio' sembrava essere la più chiara. Kyoujurou lo osservò sempre con le braccia incrociate al petto, cercando di non provare un eccessivo dispiacere per lo sconforto dell'altro. Faticava a credere che Akaza fosse pentito per aver ottenuto quei soldi illegalmente - anzi, era una di quelle persone che lo avrebbe rifatto pur di ottenere ciò che desiderava - ma non poteva neanche ignorare la palese delusione che si era dipinta sul suo volto.

Gli dispiaceva aver causato lo sconforto del suo studente che, nonostante le eccessive e imbarazzanti dimostrazioni d'affetto, era un bravo ragazzo. Si impegnava sempre durante le sue lezioni, e il più delle volte parlare con lui non era spiacevole. Inoltre, era anche probabile che non tutti i soldi che stava inserendo nella cassetta fossero stati presi con le minacce.

Arricciò il naso e scortò Akaza fino alla porta, raccomandandogli di nuovo di comportarsi bene se non voleva finire in punizione con l'insegnante di Matematica.

«D'accordo, sensei…» annuì l'altro fissandosi le punte dei piedi. Sembrava un cucciolo abbandonato sotto la pioggia dal suo amato padrone e Kyoujurou, certo che poi se ne sarebbe pentito, non poté far altro se non impedirgli di varcare del tutto la soglia della porta prendendolo per le spalle.

Senza dare all'altro tempo di reagire, posò un bacio sulla fronte di Akaza, per poi spingerlo con delicatezza fuori dalla classe.

«Mi raccomando, Soyama. Comportati bene!» ripeté a voce alta e il viso rosso, chiudendo subito la porta alle sue spalle per non mostrare il suo imbarazzo e per non vedere più l'espressione di pura adorazione e sorpresa che si era dipinta sul volto del suo studente.

Ciò che però non riuscì ad ignorare, e che lo fece arrossire ancora di più, fu il gioioso ed emozionato: «AHHH! KYOUJUROU MI HA BACIATO LA FRONTE!» che sentí provenire dal corridoio.

   
 
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