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Autore: miss_D24    21/08/2022    2 recensioni
Destiel AU
Letteralmente un universo alternativo dove non esiste il soprannaturale, ma questo riuscirà comunque a filtrare attraverso i sogni di Dean Winchester.
Le sensazioni di gioia e di dolore si fanno più reali di quello che dovrebbero ogni volta che Dean posa la testa sul cuscino e tutto questo è stato scatenato solamente da un unico fatto, o meglio, da un'unica persona.
È pura pazzia o sono forse i ricordi di una vita passata?
❌Attenzione: Questa storia può contenere piccoli spoiler riguardanti tutte le stagioni di supernatural, quindi, se non avete nulla da temere...Enjoy!
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Jack Kline, Sam Winchester
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Il weekend con Charlie era passato in un batter d'occhio tra maratone di Dr. Sexy e Harry Potter, quest'ultima in cui Dean si era addormentato a metà film e solo Charlie e Sam erano rimasti svegli fino al mattino davanti alla TV.
Dean aveva anche fatto conoscere l'amica a Castiel.
Subito Charlie l'aveva abbracciato di slancio.
"Ti credevo più basso!"¹ aveva detto.
E poi c'era stato quel momento, dopo l'incontro con Castiel, in cui Dean si era confidato con la rossa.
Le aveva detto di quel giorno nel garage e delle strane sensazioni che continuava a provare.

"È tutto così strano! Ogni volta che mi ritrovo in sua presenza sento come se dovessi scegliere accuratamente ogni parola che dico per impressionarlo mi si stringe la bocca dello stomaco. E ho così tanta voglia di toccarlo o anche solo di sfiorarlo; voglio ascoltare ogni parola che esce dalla sua bocca anche se quando parla di teologia non ci capisco niente. Anzi, è proprio questo il punto: più non capisco una parola di quello che dice, più mi viene voglia di ascoltarlo e imprimermi la sua voce nella mente.
Quello che sto dicendo è da psicopatici, vero?".

"Assolutamente no amico. Lasciatelo dire: ti sei preso una bella cotta per lui!" aveva detto Charlie con un sorriso di chi avrebbe scommesso oro per l'assoluta certezza.
Dean si era lasciato cadere sul divano con una smorfia disperata. Non aveva detto nulla. Si era solo messo le mani in faccia, coprendosi gli occhi.
Per la prima volta in vita sua non era più sicuro delle sue certezze. E l'amica aveva ragione, si era anche stufato di negare l'evidenza.

"Odio dirlo ma hai ragione...Non so neanche il perché, il come, il quando. Si può avere una crisi di sessualità alla mia età?"

"Ma certo! Non c'è un'età per queste cose! Non possiamo scegliere chi essere."

"Ma allora cosa sono? Sono sicuro al cento per cento che mi piacciano ancora le donne...Mi piace Cas. Oh cazzo, è così strano dirlo ad alta voce!" aveva detto guardando il pavimento con le guance che si stavano imporporando.
Charlie, che fino a quel momento era stata in piedi, si era seduta al suo fianco e gli aveva accarezzato la schiena con una mano guardandolo apprensivamente.

"Dean, tu sei un essere umano, non ti servono etichette se non le vuoi o se sei a disagio ad identificartici. Ora cosa farai con Castiel?"

"Non lo so... Ho bisogno di tempo e cazzo, non so neanche per cosa! Per pensare? Direi di no, ho capito di avere le idee chiare ora. Aspettare del tempo prima di rivedere Cas? No, sarebbe tempo sprecato a crogiolarsi di più nella straziante attesa che mi venga un'idea brillante in mente per fuggire a tutto questo. Non farò niente, come sempre... Magari prima o poi mi passa."

Quando Charlie aveva sentito quelle parole, per poco non le fumavano le orecchie dalla rabbia.
"Sei proprio una testa di cazzo, lasciatelo dire! Farò i miei più sinceri auguri a Castiel in caso dovesse ricambiare i tuoi sentimenti, principessa permalosa che non sei altro!"
E quando i fratelli Winchester accompagnarono l'amica all'aeroporto domenica sera, questa sussurrò all'orecchio di Dean che non doveva fuggire, tanto meno se era una cosa per cui valeva la pena combattere.
E il venerdì pomeriggio successivo, proprio quest'ultimo era nel garage di casa Novak, indaffarato a sistemare la Cadillac, mentre Castiel stava in piedi appoggiato alla parete. Gli parlava dell'argomento di cui avrebbe parlato a lezione la settimana successiva e anche se come al solito Dean non afferrava abbastanza concetti per capire tutto alla perfezione, ascoltare le sue parole era meglio di ascoltare le canzoni di qualsiasi gruppo musicale che conosceva.
"Sai, nelle lingue più antiche "El" significa Dio o "divinità" se vogliamo parlare in generale. Ecco perché tutti, o quasi, i nomi degli angeli finiscono in el e ognuno ha un proprio significato. Ad esempio Lucifero, prima di cadere, era l'angelo più bello del paradiso. Dopo la sua caduta nei testi antichi iniziarono a chiamarlo in molti altri modi, tra cui anche Samael, ovvero, "castigo di Dio", da cui poi ne deriva il nome Samuel. E come puoi ben notare nella mia famiglia abbiamo tutti nomi di angeli a partire dai miei fratelli: Gabriel significa "forza di Dio", Michael "chi è come Dio", Anna deriva da Anael "grazia di Dio" e-"

"Castiel" disse Dean mentre appoggiava sul banco da lavoro la chiave inglese e si appoggiò alla macchina a braccia incrociate. Era sudato, molto sudato, nonostante fosse fine ottobre era in canottiera e del grasso gli era finito sulle braccia e in viso. Se ne accorse perché Castiel, zittito dal suo richiamo, aveva iniziato a fissarlo da capo a piedi con profonde occhiate blu, tanto che il Winchester si sentì nudo di fronte al suo sguardo.
"Dimmi" Castiel si schiarì la gola.

"No, dico: anche Castiel finisce in el... Che significa?"

"Il mio nome deriva dall'angelo Cassiel e significa "velocità di Dio."
In realtà la sua storia è molto triste e quando l'ho scoperta ho capito perché i miei genitori mi hanno chiamato in questo modo."
Dean raccolse dal pavimento uno straccio già sporco e ci si pulì comunque le mani sopra.
"Racconta."

"Cassiel è l'angelo delle lacrime e della solitudine. Ed è proprio nella sua solitudine che provò a diventare amico di un demone e quando questo lo tradì, gli altri angeli mandarono Cassiel sulla Terra per punirlo.
E lì, si innamorò follemente di un umano che venne soprannominato come "L'Uomo Giusto."²
Quando sono nato mia madre stava già male ed era da un po' di tempo che nella mia famiglia c'era solo dolore.
L'angelo delle lacrime appunto."
Il silenzio piombò all'interno del garage. Dean si avvicinò all'amico guardandolo dritto negli occhi. Entrambi sostennero il proprio sguardo senza emettere un fiato, con i visi ad una ventina di centimetri di distanza l'uno dall'altro.
Gli occhi di Dean caddero più di un paio di volte sulle labbra di Castiel e il cuore del primo batteva più forte di un tamburo e sembrava stesse per schizzare fuori dalla gabbia toracica. Ringraziò il fatto che Castiel non fosse riuscito a sentirlo.
"Cas" disse soltanto mandando giù il groppo che aveva in gola colto da un'improvvisa secchezza.
"Dean" disse l'altro avvicinandosi leggermente di più.
In apparenza Castiel sembrava calmo, non dava il minimo segno di agitazione, anche se nella sua mente, in realtà, stava impazzendo per la situazione; mentre Dean non si era certo preoccupato di nascondere la sua agitazione continuando a muoversi sul posto e leccarsi le labbra, improvvisamente anche quelle troppo secche, e ci mancava solo poco che Castiel notasse le goccioline di sudore che si stavano formando sulle sue tempie.
Castiel fece per avvicinarsi di qualche centimetro in più, sicuro di quello che stava per fare ma immediatamente sentì un forte spostamento d'aria ed ecco che Dean era letteralmente volato due metri più indietro da dove si trovava.
Castiel lo guardò stordito, con una chiara espressione di delusione sul volto.
"I-Io... Devo andare a casa. Si, sicuramente la cena si starà raffreddando e Sam diventa una iena quando è pronto in tavola e mancano tutti, anche se lui assomiglia più ad un alce... Comunque l'auto. Con l'auto ho finito per oggi e s-sicuramente c'è tanto lavoro da fare ancora eh! Ah ah.
Allora... ci vediamo Cas."
Castiel lo fissò con la sua solita espressione smarrita per tutto il tempo in cui Dean si mise a farneticare a voce alta e non disse una parola.
Si schiarì appena la gola quando l'amico si infilò il giaccone sopra la canottiera sudata, senza ricordarsi la camicia a quadri rossi e neri che era stata abbandonata sul pavimento ad inizio manutenzioni.
Guardò Dean varcare a passi incerti il portone del garage, diretto verso l'impala balbettando a voce bassa parole sconnesse che Castiel non era in grado di udire.
Non si accorse nemmeno che Gabriel, incuriosito dall'intera faccenda, si era appostato sullo stipite del portone del garage e lo stava guardando con gli occhi socchiusi sorridendo beffardamente.
Dean, ancora ignaro della terza presenza, si girò verso Castiel e mormorò un flebile "Ti voglio bene Cas" Per poi fiondarsi dentro l'auto e partendo a tutta velocità fuori dall'abitazione.
Castiel era ancora lì, immobile, mentre guardava il punto in cui l'impala era sfrecciata sulla strada, con le guance appena imporporate.

"Mmh, ti voglio bene Cas? Ah ah! Fratello, non avevo mai visto questo lato così dolcioso e balbettante di Winchester. È stato esilarante, sublime-"

"Gabe, smettila."

"Oh, suvvia Cassie, sta' tranquillo, sono sicuro che tra non molto smetterà di essere uno scimmione arrogante e cadrà tra le tue braccia. Deve solo rendersi consapevole del fatto che sei sexy da morire e che non potrà fare a meno di te. È troppo scemo per capire quello che vuole veramente, dagli tempo. E poi, non è nemmeno bravo con le scuse: non starai pensando veramente che a casa sua cenino alle cinque e mezza del pomeriggio?"

"No, non lo credo." Disse Castiel decidendosi a spostare lo sguardo dalla strada e a tornare dentro casa.

***


Dal piano di sopra, Sam sentì sbattere la porta d'ingresso con una tale violenza che avrebbe creduto ad un imminente tromba d'aria se solo ci fosse stato un minimo cenno di vento fuori.
L'alternativa era Dean incazzato con il mondo e questa, sicuramente, era un'opzione molto più ovvia della tromba d'aria.
"SAM!"

Il suddetto si mise le mani nei capelli dall'esasperazione, domandandosi che problemi avesse suo fratello e soprattutto domandandosi anche, perché ogni volta che Dean aveva un problema toccava sempre a lui risolverlo o per lo meno essere coinvolto.
"SAM, VIENI QUI SUBITO!"

Questo quindi, sbuffò rumorosamente, chiuse il computer e si diresse al piano di sotto pronto a farsi carico delle lamentele del fratello. A volte pensava di essere lui quello maggiore.
"Dean, che cosa-"

"Sammy, ho fatto una cazzata colossale!"

"Oh, non l'avevo capito" disse ironicamente, incrociando le braccia mentre Dean appendeva il giaccone sull'appendiabiti.
"Perché sei mezzo nudo e sudato?"

"Mmh il padre di Cas" Mentre Dean parlava si continuava ad agitare sul posto.
Sam spalancò gli occhi allibito. Suo fratello pareva non avere la minima idea di cosa stesse dicendo e probabilmente i pochi neuroni con cui riusciva a connettere il cervello il più delle volte erano schizzati fuori in quel momento.
"Il padre di Castiel?" rispose quindi Sam.

"Si, cioè no! Intendevo l'auto del padre di Cas. La sto riparando."

"E cosa c'entra con il tuo essere fuori di testa?"

"Penso che mi piaccia Cas, anzi, l'ho quasi baciato, però poi mi sono tirato indietro e me ne sono andato. Gli ho detto pure 'ti voglio bene Cas', che poi: perché l'ho detto? Non lo dico nemmeno a te che sei mio fratello, perché dovrei... Ahh! Non mi sono sentito più patetico di così in tutta la mia vita!"

"Oh, wow." Sam non parve sorpreso dal racconto di Dean, al che quest'ultimo si bloccò all'improvviso aspettandosi una reazione molto più shockata dal fratello.
"Oh, wow? Sul serio? Hai una vaga idea di quello che ti ho appena detto? Ti ho appena confessato che mi piace un uomo. Un uomo, maledizione! Io, che nei miei ventisei anni di pura eterosessualità non ho mai pensato che potesse succedere...Questo."

"Prima di tutto, siediti, altrimenti ti verrà un attacco isterico."
Come da suggerimento entrambi raggiunsero il salotto e si sedettero sul divano.
"Seconda cosa: ti conosco meglio di te stesso e penso di essermi accorto io prima di te che ti piace Cas. Andiamo, ogni volta che vi vedo insieme lo guardi come se volessi mangiarlo.
Per non parlare di quella tua strana venerazione per il Dr. Sexy: è imbarazzante!"

"Mi stai descrivendo come se fossi una ragazzina di dodici anni in preda agli ormoni."

Sam alzò gli occhi al cielo.
"Quello che voglio dire è che devi smetterla di fuggire da ciò che provi. Tu meriti di essere felice. Ora dovresti andare da lui e dirglielo. Sono più che sicuro che anche lui prova lo stesso, si vede."

"Okay. Ci andrò domani."

"Più rimanderai questa cosa, più difficile ti sarà portarla a termine."

"Si, sono d'accordo. Sto solo dicendo che è quasi ora di cena e quindi ci andrò domani."

"Sono a malapena le sei di sera e Bobby deve ancora rientrare, Dean!"

"Senti, non sono come te che ci metti soltanto mezz'ora per metabolizzare. Vado a farmi una doccia."
Dean si alzò dal divano e iniziò a salire le scale. A metà si fermò e si voltò verso il fratello che lo guardava ancora seduto.
"Ti voglio bene Sammy."

Sam sorrise e si passò una mano tra i capelli.
"Si, anche io Dean."

***


Verso l'ora di cena, Bobby era rincasato dall'officina e aveva raggiunto i due fratelli a tavola.
Dopo dei frettolosi saluti iniziò a palesarsi un'assordante silenzio in tutta la stanza, si potevano solo sentire il rumore delle posate sui piatti.
"Mi volete dire che diavolo sta succedendo?" Sbottò Bobby più preoccupato che arrabbiato.

Fu Sam a prendere parola per primo. Dean gli lanciò un'occhiata gelida perché sapeva cosa stesse per dire. Notò anche la solita espressione da puttanella (così Dean la chiamava) che suo fratello era solito indossare quando faceva qualcosa che al maggiore non era gradito.
"Dean ha capito che non è così etero come credeva."

Bobby posò la forchetta sul piatto quasi vuoto e guardò Dean con un'espressione di puro stupore.
"Ti sei finalmente dato una svegliata, brutto idiota! Penso che tu sia stato l'ultimo a scoprirlo." Bobby parlò con il suo solito tono burbero ma questa volta si poté intravedere una scintilla di orgoglio che traspirò dalla sua voce.

"Grazie tante ragazzi, davvero molto confortanti." Ribatté Dean.

"Suvvia, ragazzo! Piuttosto di lamentarti come fai sempre, faresti meglio a darti una mossa a dire al tuo amico dagli occhi blu che ti piace. Ovviamente prima che si faccia avanti uno più bello di te."

"Che cosa?! Ma cos'è oggi? La giornata 'facciamo sentire insicuro Dean Winchester?'" Sbottò il maggiore dei fratelli alzandosi dalla sedia mentre gli altri due ridevano di gusto.

***



N/A: ¹ Citazione della 10×18 (Book of the Damned)

² Ringrazio tutti i siti internet che mi hanno dato informazioni sulle storie e i significati dei nomi di questi cari angioletti ;)


   
 
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