Il
Signor Ratto si trovava ancora a terra inerme, sotto lo sguardo sbigottito di
Lady Bug e Chat Noir.
“Sai chi era quello?” Chiese con voce quasi strozzata Lady Bug.
Chat Noir scosse leggermente il capo non riuscendo a produrre alcun suono.
“Il Signor Ramier.” Disse infine lei, riconoscendo
nelle sue parole quell'uomo
sempre così gentile con tutti.
Nel frattempo, gli agenti di polizia impegnati nella missione, spalleggiati dal
sindaco
di Parigi, stavano festeggiando la totale riuscita del loro piano, ovvero
quello di
mettere fuori gioco quell’individuo ad ogni costo.
Lady Bug si voltò nella loro direzione con gli occhi lucidi dal pianto che da
lì a poco
avrebbe scatenato, stizzita ed in preda all’ira.
“MA SIETE IMPAZZITI TUTTI?” Sbraitò, zittendoli momentaneamente.
“No, tu sei pazza se pensi che avremo lasciato quell’abominio libero di
circolare
seminando il panico per le strade.” Intervenne uno degli agenti in tenuta da
anti sommossa, avrà avuto si e no la
loro età. Non lo conosceva comunque.
“Stavamo cercando di ragionare, non serviva usare la violenza… era un uomo
distrutto dal dolore per l’umiliazione che gli ha inferto il sindaco!” Gli
puntò l’indice
guantato e tutti i presenti gli posarono lo sguardo.
Il sindaco Bourgeois si tirò il colletto della camicia con un dito e deglutì il
nulla,
anche perché era stato lui a dare l’ordine alla polizia di usare qualsiasi
mezzo per
atterrarlo e metterlo fuori gioco, poi il suo corpo sarebbe stato donato alla
scienza.
“Era un pericolo” Mormorò in tono altezzoso sistemandosi la fascia tricolore che
portava orgoglioso sul petto ingrassato “… e poi nessuno vi ha chiamato!” Disse
convinto
incrociando le braccia davanti.
“In verità, è stato lui” Rispose Chat Noir con naturalezza “… voleva qualcosa da
noi.”
Il Sindaco agitò una mano in aria come per non dargli importanza “Si, si, si. Tutti
vogliono i vostri Miraculous, non era una novità. Vi
ho solo tolto un impiccio.”
“Non era un impiccio, ce la saremo cavati come sempre.” Incalzò Lady Bug
alzando i
toni della conversazione.
“Sono mesi che non abbiamo più bisogno di voi… i miei agenti proteggono Parigi
in
maniera egregia.”
Lady Bug e Chat Noir strabuzzarono gli occhi per lo stupore.
E presto quel sentimento si tramutò in rabbia per entrambi.
Tutti quegli anni a proteggere Parigi, prima da Papillon, poi da Violet
Butterfly e da
tutti coloro che minacciavano il perfetto equilibrio tra i cittadini, buttati
letteralmente
nel cesso e tirato lo sciacquone senza tanti ringraziamenti.
I due super eroi erano stati liquidati con un sommesso “non abbiamo più bisogno
di
voi.”
Chat Noir non ci stava a tale provocazione, ma starsene fermo con le mani in
mano e
vedere la sua milady che stava per avere una crisi di nervi, gli fece partire
un embolo.
Con un paio di ampie falcate raggiunse il plotone e senza che lui facesse o
dicesse
niente, gli agenti gli aprirono un varco in modo da aprirsi direttamente sul
sindaco.
“E questi sono i ringraziamenti per averla salvata un sacco di volte dalle
akumatizzazioni? Se non fosse per noi, Parigi sarebbe
stata ridotta ad un cumulo di
macerie già da un po' di tempo, e lei che fa? Ci tratta come un lurido cencio??”
Il Sindaco si guardò a destra e a sinistra con aria preoccupata pensando di aver
provocato la persona sbagliata, ma lui era pur sempre il primo cittadino,
ovvero colui
che comandava.
Si schiarì la voce e ordinò l’arresto del super eroe.
I poliziotti non potendo altrimenti, ubbidirono, muovendosi nella direzione di
Chat
Noir.
“Ehi, ma che fate!” Intervenne Lady Bug avvicinandosi al marito e dimenticando
in
fretta che qualcuno avrebbe potuto evitare quello spiacevole equivoco.
Serpeverde, che se ne stava appostato dietro un
comignolo, considerò che quella era
l’opportunità giusta per riportare indietro il tempo.
“Seconda occasione!” Pronunciò, venendo poi avvolto da una nebbia bianca, per
sparire subito dopo.
Il super eroe non perse tempo, e visto che il Signor Ratto era ancora in piedi,
vivo e
vegeto, pensò bene di agguantarlo e allontanarlo di là prima che la situazione
si
ripetesse.
“Ma che fai?” Sbraitò dimenandosi tra le braccia di Serpeverde
come un bambino
capriccioso.
“Le salvo le chiappe!”
“Ma non avete ancora capito che siamo nemici? Io voglio il Miraculous
del
Coniglio.” Pestò i piedi causando delle piccole crepe nel porfido.
“L’aiuteremo, ma non in questo modo” Confermò Lady Bug in tono calmo e
rassicurante.
“LO SAPEVO CHE ERA TUTTA UNA FARSA!!! VOI SIETE IN COMBUTTA
CON LORO!! Ma sapete una cosa??? Non mi catturerete mai vivo!” Il Signor Ratto
con un balzo raggiunse la sua palla trasparente ed avviò il motore.
Il veicolo si alzò di qualche metro ed iniziò la sua folle corse tra le strade
di Parigi,
sparando a raffica una sostanza rosa dalla consistenza viscida che incollava
qualsiasi
cosa.
“Sono stato proprio un genio ad installare anche quest’arma.” Sogghignò
osservando
i tre super eroi che gli stavano appresso. “…questa, più il cannone spara acido
mi
renderà invincibile.”
Il Signor Ratto imbrattò muri, lampioni, porte e finestre, di quella via, non
dando la
possibilità a nessuno di poter entrare oppure uscire di casa.
Un povero cagnolino randagio era stato incollato per sbaglio assieme alla sua
padrona
sul muro.
Chat Noir usò il cataclisma per liberarli, e riprendere l’inseguimento subito
dopo.
*
Emma e Hugo osservavano la scorribanda davanti al monitor del pc.
“Se la stanno cavando bene!” Mormorò il piccolo.
“Ma che dici? Non vedi che quel topo di fogna si sta prendendo gioco di loro??”
Disse stizzita la biondina, che di starsene con le mani in mano non ne aveva
alcuna
voglia.
Le prudevano le mani, ed entrare in azione come Vesperia
era l’unico modo per far
sparire quel fastidio, ma era anche ben consapevole che non aveva accesso alla
Miracle Box, e che avrebbe fatto bene ad abbandonare
quell’idea.
“Per me stai esagerando… c’è Louis con loro, vedrai che presto riavvolgeranno il
tempo, sempre se non lo stanno già facendo.”
Emma si era alzata dalla sedia perchè di continuare a
guardare in televisione quello
scontro, non ne aveva più alcuna intenzione.
Doveva assolutamente uscire di casa, anche se questo avrebbe significato
lasciare a
casa da solo il fratello e disubbidire ad un preciso ordine dei suoi genitori.
Ma Hugo era un bravo bambino, e non gli sarebbe capitato nulla.
Con convinzione e determinazione disse al ragazzino che lei sarebbe tornata
presto e
soprattutto che non avrebbe dovuto commettere imprudenze.
“Dove vai?” Le chiese con fare sorpreso.
“Raggiungo gli altri.”
“Così? Senza super poteri? Non rischi di essere d’intralcio? E soprattutto non
rischi
di venire chiusa in casa per il resto della tua vita?”
Giusta osservazione.
Emma aprì la borsetta e guardò quel sacchettino di iuta che teneva ben nascosto
in
uno scomparto, quello le sarebbe servito in caso le cose si fossero messe male,
e per
male intendeva se suo padre l’avesse sgridata e minacciata alla clausura
forzata.
“Ho il mio lasciapassare” Sorrise ammiccando.
“Per me stai commettendo uno sbaglio… la cosa migliore è rimanere qui e… ehi,
ehi,
ma dove stai andando?”
Emma era stufa di star a sentire quel saccente del fratello, sempre con la sua
aria
spocchiosa e da bravo ragazzo, lui e Louis erano i fratelli perfetti, lei
invece la pecora
nera della famiglia, colei che sbagliava sempre e non ne combinava mai una di
giusta.
Camminò lungo il corridoio con il bambino che cercava di stare al suo passo.
“Tu rimani qui, se pensi sia pericoloso.” Gli mise le mani sulle spalle
invitandolo a
starsene buono buono.
“Emma, ti prego, ripensaci!”
La ragazza si arrestò di colpo e poi si voltò in direzione del bambino “Senti,
non è
che hai paura di rimanere da solo?” Lo rimbeccò.
Hugo, d’altro canto, si sentì ferito e non accettò la provocazione, ma si
limitò solo a
dirle che si sbagliava e che avrebbe dimostrato a mamma e papà di essere più
responsabile di una ragazza di quattordici anni.
Emma se ne andò digrignando i denti e sbattendo il portone di casa.
*
Non era stato difficile per la ragazzina arrivare al luogo dove si stava
consumando lo
scontro tra i tre famigliari e quello che si faceva chiamare Signor Ratto.
Se ne restò nascosta dietro ad un muro di mattoni pensando ad un piano efficace
da
suggerire ai tre super eroi.
Perché se c’era una cosa che aveva ereditato dal padre, era l’astuzia, e non a
caso, il
Maestro Fu anni addietro, gli aveva donato il Miraculous
del Gatto Nero.
Ma sarebbe stata una buona idea uscire allo scoperto? Oppure Hugo aveva
ragione, e
lei sarebbe stato solo un intralcio?
Non lo sapeva bene nemmeno lei, e fu quella consapevolezza a farla agire nel
migliore dei modi, ovvero andarsene finchè fosse
ancora in tempo.
Mise mano alla borsetta per evitarla di sbattere sul muro e fare rumore mentre
si
alzava, ed improvvisamente si ricordò di avere la polvere della memoria
all’interno.
Era fatta.
Ecco il piano perfetto.
Sarebbe uscita allo scoperto e appena Lady Bug o Chat Noir si fossero
avvicinati per
intimarle di andarsene, le avrebbe allungato quell’intruglio destinato al
Signor Ratto.
Lo avrebbero aggirato per bene, facendogli dimenticare il suo scopo, per
indurne un
altro, uno di meno sadico e che non richiedeva i miraculous.
Perché Emma teneva quella polvere ben custodita nella borsetta? Semplicemente
perché voleva usarla su Adrien, con lo scopo di fargli dimenticare il motivo
della sua
prigionia dentro le mura domestiche.
Era riuscita a sottrarla dalla cassaforte dimenticata aperta per sbaglio
qualche giorno
prima, ma non aveva ancora avuto il coraggio di usarla.
Marinette era stata sempre molto chiara sulle pozioni
e sulle conseguenze che ognuna
di esse potevano avere, soprattutto su questa, non si poteva sapere quali
ricordi
sarebbero stati cancellati e come la persona avrebbe potuto agire con quelli
nuovi
inventati.
In questo caso, non avrebbe avuto importanza, perché quel pazzo era ormai diventato
un pericolo per i parigini, e non si sarebbe fermato finchè
non avrebbe ottenuto quello
che voleva.
Alzò la testa quel tanto che bastava per vedere bene cosa stava accadendo.
Chat Noir stava roteando il bastone per evitare la sostanza viscida sparata da
uno dei
due cannoni, mentre Lady Bug si faceva scudo per schivare quella verde acida.
Serpeverde cercava di dare man forte, balzò sul tetto
della palla trasparente in
prossimità delle armi, cercando con la sua forza di metterle fuori uso, ma
quando il
Signor Ratto se ne accorse, virò verso destra in maniera brusca, facendo
capitombolare il super eroe giù.
Emma aprì la bocca dallo stupore vedendo il fratello con una brutta ferita alla
testa.
Lady Bug, senza pensarci, abbandonò momentaneamente lo scontro per dedicarsi
alle
cure del figlio, che da lì a poco si sarebbe ritrasformato, lasciandoli
scoperti dal
potere della seconda occasione. Accompagnò Louis ancora trasformato in un
vicolo poco distante, lasciando Chat
Noir da solo a combattere quella battaglia.
“Ti arrendi?” Chiese il Signor Ratto continuando a lanciare colpi che
prontamente
venivano deviati.
“MAI!” Esclamò Chat Noir arretrando.
Ma non era facile resistere, soprattutto ora con due persone in meno ad
aiutarlo.
Quello che doveva fare al momento, era abbandonare lo scontro per riprendere
fiato e
pensare ad un piano efficace.
O meglio, capire come sarebbe potuto balzare sul tetto ed usare il cataclisma
sulle
armi senza farsi scoprire.
Un altro colpo lo fece arretrare ulteriormente e il successivo lo fece balzare
all’indietro proprio dietro al muro dov’era nascosta Emma.
I loro sguardi s’incrociarono e mentre in Emma cresceva la preoccupazione per
quello che le sarebbe accaduto una volta rientrata a casa, Chat Noir rimase
immobile
ed inerme, chiedendosi che cosa ci facesse lei in quel luogo pericoloso e priva
di
super poteri.
Il super eroe gatto non fece a tempo ad aprire la bocca, che sparì dalla vista
di Emma,
risucchiato da un portale che si era aperto alle sue spalle, dopo che una bolla
trasparente lo aveva imprigionato.
*
continua