A volte bisogna stare attenti a ciò che si desidera veramente, perché non si sa
mai chi può essere in ascolto in quel momento per esaudirlo.
Emma fissò attonita per qualche secondo il punto esatto doveva aveva appena
visto suo padre venir risucchiato da quel buco nero, per poi svanire
improvvisamente davanti ai suoi occhi, senza darle la possibilità di fare
qualcosa. Ad esempio
allungargli una mano e tirarlo a sé con tutta la forza che aveva in corpo.
“Papà…” Sussurrò a mezze labbra con gli occhi che si stavano riempiendo di
lacrime.
Il cuore in gola per i battiti accelerati e la consapevolezza che se suo padre
era sparito da lì, solo per causa sua, solo perché aveva voluto intervenire in
una battaglia dove le era stato categoricamente impedito di partecipare.
Ma infondo non era quello che desiderava? Farlo sparire per avere la
possibilità finalmente di essere libera di fare quello che voleva? No, non era
quella la sua volontà, ma un impulso dettato solo da un momento di rabbia. Ed
Emma se ne stava
rendendo conto solo ora.
Amava suo padre e l’ultima cosa che sperava era che gli accadesse qualcosa di
male.
Dove si trovava ora?
Ma non ci fu il tempo di pensare, che il nemico contro cui stavano combattendo
sparò un razzo facendo saltare il suo nascondiglio e di conseguenza un punto da
cui partire per scappare, visto che la situazione si stava facendo pericolosa.
Oltre a non avere più la protezione di Chat Noir, non aveva visto in quale buco
si erano infilati Lady Bug e Serpeverde.
D’istinto, Emma si portò le mani sulla testa a proteggerla dai detriti che
stavano
piovendo su di lei.
Lady Bug che osservava la scena di soppiatto poco distante, mentre attendeva che
Louis riprendesse le forze prima di riportarlo a casa, rimase sbalordita e
senza parole,
per due ragioni: la prima era che suo marito era sparito proprio davanti ai
suoi occhi;
la seconda, sua figlia era lì.
Che cosa ci faceva Emma sul campo di battaglia? E soprattutto dov’era Hugo? Lady
Bus sperava lo avesse lasciato a casa e non trascinato in quel delirio, anche se
continuava comunque a guardarsi attorno per prudenza.
“Emma…” Mormorò.
“Emma è qui?” Fece di rimando Louis tenendosi la testa dolorante.
Lady Bug annuì con il capo “E tuo padre è sparito!” Aggiunse con voce
tremolante.
“Che significa papà sparito???” Tutte quelle emozioni improvvise lo fecero
quasi svenire.
Erano successe troppe cose nel giro di poco tempo e Lady Bug stava per
collassare e
scoppiare, ma di mollare proprio adesso non se ne parlava proprio.
La cosa principale era mettere in salvo i suoi figli, a Chat Noir ci avrebbe
pensato poi
anche se stava rimuginando su come poterlo aiutare sta volta.
Sarebbe bastato prendere lo yo-yo, aprirlo e tirare fuori il Miraculous del cavallo per creare il portale dimensionale
dove avrebbe potuto trovare Chat Noir.
Certo, se solo non si fosse resa conto che la modifica apportata anni addietro
fosse risultata pericolosa nel caso qualcuno le rubasse la sua arma; così Lady
Bug, dopo aver recuperato tutti i kwami e riposti
nella Miracle Box, aveva dovuto chiudere
definitivamente il portale magico che la collegava direttamente a quest’ultima.
E
perciò, per avere a disposizione altri Miraculous
doveva tornare a casa a prenderli in caso di bisogno.
Il Signor Ratto preparò in canna il secondo colpo da lanciare contro la
ragazzina e lo
sparò senza scrupoli, ma Emma lo evitò con un balzo felino prima che Lady Bug
lanciasse lo yo-yo per salvarla.
Emma era scaltra e veloce anche senza il costume da super eroe, frutto degli
esercizi
che faceva quasi giornalmente con il padre nel giardino di casa, saltando di
qua e di là
per allenare i riflessi.
Adrien lo faceva più che altro solo per passare del tempo con sua figlia,
quando il
loro rapporto non era burrascoso come negli ultimi tempi.
Lady Bug per poco non svenne, e con un brandello di lucidità attivò la sua arma
per
avvilupparla attorno al corpo della figlia e trarla nel vicolo dove si era
nascosta.
Solo che facendo così aveva rivelato al nemico dove si nascondeva, il quale,
sorrise
malignamente preparando la prossima mossa.
“Non mi sfuggirai, Lady Bug!” Mormorò digrignando i denti e girando l’enorme
palla trasparente in quella precisa direzione.
“Che ci fai qui?” Le aveva chiesto il fratello stringendo gli occhi.
Emma non rispose perché sua madre aveva preso la parola anticipandola,
sicuramente
i due fratelli avrebbero litigato, e quello era il momento meno adatto per
dissapori.
“Non c’è tempo, dobbiamo andare via subito!” Aveva detto sorreggendo Louis.
Emma sbiancò davanti al fratello malridotto.
“Che è successo?” Domandò portandosi una mano sulla bocca.
“Ti ho già detto che dobbiamo sbrigarci e andare via!” Ed infatti il terzo
razzo colpì
la palazzina adiacente facendola collassare sopra le loro teste.
Il Signor Ratto iniziò a ridere istericamente e gli occhi gialli sembravano
potesse
schizzargli fuori dalle orbite per lo sforzo.
Una risata malefica che si propagò per tutto l’isolato.
“Siete caduti dritti, dritti nelle mia trappola…” Sogghignò. “… proprio come…
topi… ahahahahah!” Quell’ultima analogia lo fece
sbellicarsi dalle risate, ma solo lui
sembrava coglierne il significato, perché i ratti all’interno del suo veicolo si
guardarono spaesati.
Ma la sua vittoria durò ben poco, perché la super eroina si palesò subito
davanti a lui
dopo aver fatto tornare a casa i suoi figli.
Era sola contro quel mostro e il suo esercito di ratti schifosi.
“Non credo!” Disse facendolo smettere di ridere immediatamente.
Il Signor Ratto digrignò i denti dalla rabbia per non essere riuscito nemmeno
questa
volta a mettere fuori gioco la coccinella, ma almeno di uno se ne era liberato,
quello
più fastidioso e che non la smetteva di parlare.
“RIDAMMI CHAT NOIR!” Gli intimò ingrossando la voce per non far trapelare la
sua irrequietezza e disagio sul sapere di non poter contare su nessuna spalla al
momento.
Il Signor Ratto la squadrò in modo interrogativo come ad accertarsi di aver
capito
bene la sua richiesta e scoppiò a ridere, come se Lady Bug avesse fatto una
battuta di
spirito.
“SMETTILA DI RIDERE!” Si spazientì e colpì il suo veicolo con un calcio. Non si
scalfì per niente, ma nemmeno lei aveva pagato le conseguenze di quell’azione.
Unica cosa che ottenne, era la sua risata placata e il volto di quel mutante
farsi serio.
“NON TI DARO’ UN BEL NIENTE!” Fece una pausa “… prima tu mi devi dare il
Miraculous del Coniglio.” Spiegò in tono mellifluo.
“Questa non è una trattativa! Io ESIGO Chat Noir indietro, o almeno dimmi dove
lo
hai spedito.” Conosceva bene i portali dimensionali, e quello dov’era stato
risucchiato
l’eroe gatto ne aveva tutta l’aria.
Durante l’addestramento in Tibet con i Guardiani Celesti, sia Marinette che Adrien,
erano riusciti ad imparare molti segreti sui kwami e
sui loro poteri, ottenendo così il
benestare di tutta la gerarchia dei Grandi Guardiani di custodire quella
determinata
Miracle Box.
Lady Bug puntò i piedi a terra con determinazione.
Non aveva un piano preciso in mente, ma era convinta più che mai a salvare la
vita di
suo marito, e per farlo doveva scoprire che cosa aveva in mente quell’inietto,
oltre
ovviamente a capire che cosa era successo al Signor Ramier
che conosceva.
*
“Dobbiamo aiutare la mamma!” Disse Emma mentre medicava la ferita alla testa di
Louis. “E tu dovresti vedere un dottore, secondo me servono dei punti di sutura
qui!”
“Se non fosse stato per te, papà sarebbe ancora qui con noi!” La rimproverò il
fratello
in tono acido e accusatorio.
Emma indurì lo sguardo mentre incrociava le braccia sotto il seno “Non provare a
farmi la paternale, ok?” Si sentiva già abbastanza in colpa senza qualcuno che
glielo
ricordasse ogni cinque minuti.
“Che poi scusami tanto, ma cosa ci facevi lì? Non ti era stato detto che non
potevi
venire?”
“Gliel’ho detto anch’io!”
Hugo che stava assistendo alla scena, tirò su il succo con la cannuccia facendo
il
classico rumore del risucchio, infastidendo la sorella.
“SMETTILA!” Inveì contro di lui che non si scompose minimamente.
“In realtà dovresti smetterla te… Louis ha ragione, è solo colpa tua se papà
non c’è
più e la mamma sta combattendo da sola contro quello schifoso di un ratto”
Rabbrividì, perché se c’era una creatura che Hugo non sopportava, erano proprio
i
topi.
“Non ti ci mettere anche tu, ora!”
“Ho solo detto la verità… ho provato a fermarti, ma tu no, dovevi andare… beh!
Grazie tante, hai fatto solo casini, Emma! E papà è scomparso.” Negli occhi
verdi di
Hugo, vide la stessa identica espressione di Adrien quando osava rimproverarla
e in
quel momento il cuore si serrò in una morsa dolorosa.
“Da come lo dici sembra sia morto… è solo… da qualche parte, lo troverò.” Disse
sbrigativa come se avesse già un piano geniale da mettere in atto.
“Speriamo non lo sia, altrimenti ti rimarrà sulla coscienza solo perché gli hai
disubbidito!”
Aveva solo dieci anni, ma sapeva bene quali tasti del cuore toccare per far
sentire le
persone in colpa, e soprattutto, Hugo era proprio come sua madre, parlava senza
pesare le parole che la sua lingua non riusciva a tenere a freno.
Non era colpa sua, ma del suo carattere impulsivo, che ancora ad oggi non
riusciva a
controllare.
Emma scoppiò e scappò a piangere nella sua stanza divorata dal senso di colpa.
I suoi fratelli avevano ragione, se suo padre era finito nei guai era solo per
colpa sua e
di nessun altro, ma nonostante ciò, se c’era una cosa che accumunava i due
ragazzi,
era il vedere la loro unica sorella piangere e stare male.
“Dovevi proprio dirle quelle cose?” Louis rimproverò il più piccolo.
“Se lo è meritata!” Rispose con convinzione “… io l’avevo avvertita che non era
una
buona idea.”
“Disse quello che esegue alla lettere gli ordini dei genitori!” Scimmiottò.
“Sei antipatico, lo sai?” Gli riservò una linguaccia.
“Dai, andiamo a scusarci! È già dura pensare che mamma dovrà sistemare tutto
questo casino, sperando non le succeda niente.”
“Mamma è forte!”
“Mamma non ha papà, ora.”
*
Lady Bug e l’ex signor Ramier battibeccarono per un
bel po' di tempo.
Ognuno rimaneva fedele alla propria richiesta.
Lady Bug rivoleva indietro Chat Noir in cambio, gli avrebbero dato l’aiuto di
cui
necessitava.
Il Signor Ratto voleva solo il Miraculous del
Coniglio per fare lui tutto il lavoro, non
aveva bisogno che altre persone risolvessero i suoi casini.
“Non l’ho io! È l’unico che non tengo con me!” Gli confidò sperando si
arrendesse al
più presto.
“BUGIARDA!” Digrignò i denti stringendo la mano pelosa nel pomello di avvio del
veicolo.
“Non le sto mentendo, Signor Ramier.” Lady Bug si
rivolse a lui con il suo vero
nome.
Un errore, visto che chiamandolo così ottenne solo l’effetto contrario, ovvero
che si
arrabbiasse di più.
Il Signor Ratto iniziò a sparare razzi e raggi laser in direzione dell’eroina
cercando di
colpirla e ferirla, ma lei era molto abile e riusciva a schivare ogni colpo con
facilità e
destrezza.
E questo non fece altro che inasprirlo ancora di più.
“FERMATI RAZZA DI INSETTO FASTIDIOSO!!!” Pigiò tasti e tirò leve a caso
cercando di risolvere quella situazione, ovvero metterla fuori gioco.
Sarebbe stato più facile aprire un ulteriore portale dimensionale e spedirla al
suo
interno, ma poi come avrebbe ottenuto quello che cercava? Era vero quello che
stava
dicendo e che il Miraculous del Coniglio non era in
suo possesso?
Doveva accertarsi che non fosse tutto un bluff e un tentativo della coccinella
di
fregarlo.
E un modo c’era.
Ovvero di darle un ultimatum, che poi non era nemmeno un inganno vero e proprio.
Lady Bug saltava di qua e di là per evitare i colpi sparati da quell’arma di
distruzione,
ed intanto aveva invocato un lucky charm in suo
aiuto, ma aveva ottenuto solo un
coniglio di peluche rosso a pois neri.
Non sapeva come usarlo, o meglio, non voleva che la soluzione del caso fosse
così
scontata e consegnare al Signor Ratto quello che voleva.
“DAMMI IL MIRACULOUS SE VUOI QUEL GATTO SPELACCHIATO
INDIETRO!”
“MAI!” Disse lei evitando un altro colpo.
Lady Bug lanciò lo yo-yo attorcigliandolo alla pistola laser, tirò con tutte le
sue forze,
ma non riuscì ad estrarle e romperla.
“E’ tutto inutile! E’ costruita con una lega speciale,
e tu non puoi fare nulla per
sconfiggermi!” Berciò ridendo credendo di avere la vittoria in mano.
“Questo lo vedremo!” Digrignò i denti lei indurendo lo sguardo.
Non sapeva più che cosa inventarsi e Lady Bug doveva ammettere che quella era
una
battaglia che sarebbe stata vinta solo da chi avrebbe ceduto per prima o che si
sarebbe
arreso.
Ma quando tutto sembrava essere perduto, Lady Bug volse per puro caso lo
sguardo verso una crepa sul vetro, forse le sarebbe bastata un colpo di yo-yo
per far esplodere quella palla di vetro in tanti piccoli pezzettini.
Il Signor Ratto se ne accorse seguendo dove puntavano i suoi occhi azzurri.
“Io non lo farei se fossi in te!”
“Perché?” Chiese la super eroina rientrando lo yo-yo in sede.
“Vedi… sono l’unico che può ridarti il gattaccio.” Ora aveva tutta l’attenzione
della super eroina che aveva osato intromettersi nei suoi piani. “… è
intrappolato in una
bolla spazio-temporale che solo io sono in grado di raggiungere.”
“Posso usare un Miraculous in particolare per
trovarlo, non è un problema.”
“AHHH! Ti ci vorrebbe troppo tempo… tempo che tu non hai” Spiegò mellifluo “…
o meglio, lui non ha tempo, perché… tempo un mese e la dimensione in cui è
confinato collasserà su sé stessa distruggendo tutto al suo interno, compreso
lui…
TIC TAC, TIC TAC… il tempo scorre Lady Bug!” Detto questo, il Signor Ratto sparì
dalla sua vista, doveva sistemare il suo veicolo di trasporto prima che i danni
potessero diventare ingenti.
Lady Bug tornò a casa e subito si precipitò nello studio dove teneva la Miracle Box.
Aveva urgente bisogno di parlare con Kaalki e capire
se quell’inietto aveva ragione.
Quando udirono la madre rientrare, tutti e tre i ragazzi la attorniarono per
ascoltare le
ultime novità, e soprattutto come avrebbe voluto salvare il loro padre.
“Dovrei capire che tipo di portale si tratta, non tutti sono uguali. Mi spiace
per il signor Noir.” Mormorò Kaalki con le lacrime
agli occhi, consolato da una Tikki
alquanto preoccupata, anche lei ci teneva a salvare Plagg.
“Dovresti chiamare Alix.” Le suggerì Tikki
tristemente.
Marinette si morse il labbro inferiore e si lasciò
cadere sul divanetto con una mano
sulla fronte.
“Mi sa che è l’unica cosa sensata da fare al momento.”
continua