Dopo
una lotta che sembrò interminabile all'interno della sua tana, Bunnix riuscì a scacciare, a colpi d'ombrello,
quell'ignobile ratto, facendolo scappare con la coda tra le gambe attraverso
una falla nella parete, provocata dallo stesso cattivo nel tentativo di
prevalere sull'eroina coniglio.
Inutili gli sforzi del Signor Ratto di utilizzare il suo asso nella manica,
ovvero spruzzarle in faccia anche del veleno paralizzante attraverso un piccolo
congegno di sua invenzione, che Bunnix ormai aveva la
vittoria in pugno.
Un calcio ben assestato allo stomaco e quello schifoso di un topo di fogna
ritornò nel mondo reale inciampando persino sui suoi stessi passi finchè provava a seminare la super eroina per non essere
inseguito.
"Lo prenderò!" Le aveva urlato riferito al suo miraculous,
mentre lo vede svoltare l'angolo con un pugno alzato, salire su quella palla
gigante da criceti e sparire oltre il cielo blu.
Bunnix di tutta risposta digrignò i denti e stava per
controbattere qualcosa quando il suo sguardo si posò sui corpi inermi di LadyBug e Serpeverde poco
distanti.
"Oh mio dio!" Aveva esclamato precipitandosi da loro con aria
apprensiva e preoccupata per prestare le dovute cure.
Tirò un sospiro di sollievo quando notò i loro petti alzarsi e abbassarsi in
maniera lenta, ma regolare.
Schiaffeggiò con vigore la guancia di Lady Bug e si fermò solo quando notò le
palpebre strizzarsi ed aprirsi poi."Mi hai fatto
prendere un colpo!" Le disse.
Lady Bug si sentiva pesante ed intontita, spaesata anche.
Quel tranquillante che il Signor Ratto le aveva inoculato era molto potente,
forse aveva qualcosa a che fare con gli elefanti, altrimenti non si spiegava il
suo malessere.
La testa vorticava all'inverosimile e Bunnix dovette
spostarsi velocemente per non essere raggiunta dal rivolo di vomito uscito
dalla bocca della coccinella.
Le passò un fazzoletto per pulirsi e anche una bottiglietta d'acqua per farle
togliere quel saporaccio acre dalla bocca.
"Che è successo?... la mia testa!" Si lamentò nuovamente tenendosi la
fronte.
"Siete stati presi in contropiede dal Signor Ratto.
Vi ha drogato con qualcosa."
Ipotizzò.
Lady Bug iniziò a vedere davanti a lei tante lucine colorate e tutto attorno a
lei assumeva forme e colori distorti, facendola anche straparlare come se fosse
in preda ad un trip.
"Beeeeelloooo!" Una farfalla variopinta
svolazzava davanti ai suoi occhi incutendole un senso di pace e serenità, ma
facendole presto dimenticare il motivo perché si trovavano lì.
Cercò di prenderla con le dita affusolate non riuscendoci ovviamente,perché quello era tutto frutto della sua
fervida immaginazione.
Poi volse lo sguardò verso Serpeverde e sorrise
inebetita "Lui dorme ancora... ehi...ehi, svegliati, dormiglione!" Lo
scosse leggermente senza ottenere alcun risultato.
Bunnix la schiaffeggiò con vigore entrambe le guance
quattro o cinque volte"SANTO CIELO, LADY BUG,
NON ABBIAMO TEMPO! TORNA IN TE!!!"
Lady Bug di rimando chiuse gli occhi e si schermò le orecchie, quelle urla le
stavano martellando la testa."Mmm... voglio
dormire." Piagnucolò mettendosi accanto a Serpeverde
in posizione fetale.
Bunnix sospirò sonoramente e spazientita, non solo
perché aveva finalmente capito che era lei il vero bersaglio del nuovo nemico,
o meglio, il suo miraculous che non avrebbe ceduto
per niente al mondo, se lo voleva, glielo doveva strappare dal suo cadavere, ma
anche perché ora avevano a che fare con tre grossi problemi.
Il primo era salvare Chat Noir dalla dimensione spazio temporale in cui era
imprigionato.
Il secondo, Emma era finita in qualche epoca sconosciuta.
Il terzo, Lady Bug e Serpeverde erano in preda un
trip mentale provocato dall'assunzione di qualche strana droga, e Bunnix doveva trovare subito un modo per farli tornare in
sé per risolvere così gli altri due.
Le vennero in mente le lezioni di chimica dell'università, in particolare
quando c'era stata la discussione su come contrastare i vari effetti della
droga ancora al primo anno, ricordò che una ragazza aveva avvalorato l'ipotesi
di un forte shock, oppure semplicemente di aspettare che passasse l'effetto con
una buona dormita di qualche ora.
Ma Bunnix non aveva tempo per far riposare quei due,
prese Lady Bug per un braccio mettendola seduta e la guardò dritta negli occhi.
"Sono stanca e mi gira la testa" Mormorò in maniera lenta e cadenzata.
"Ascoltami bene..." Iniziò a scuoterla con decisione "... Chat
Noir ha le ore contate..."
"E allora? Così impara a mettersi nei guai" Farfugliò non pesando
minimamente a quello che stava dicendo.
"Emma è confinata in qualche epoca passata"
Furono quelle ultime parole che fecero rinsavire la super eroina coccinella.
"CHE COSA?!" Sembrò destarsi improvvisamente da un sogno cambiando
totalmente espressione, da beata e incantata a preoccupata e iraconda.
"... perché non me lo hai detto prima?"
Bunnix si portò una mano guantata di bianco sulla
faccia.
*
Marinette continuava a camminare nervosamente su e
giù lungo il corridoio di casa in attesa di ricevere notizie da Bunnix circa sua figlia.
Louis dormiva nel frattempo beatamente sul suo letto in attesa gli passasse lo
sballo.
Hugo dondolava nell'altalena del giardino di casa in maniera spensierata, ma
questo non gli impediva di essere in apprensione per le sorti di suo padre e di
sua sorella, nonché del kwami della distruzione.
Chissà se li avrebbe più rivisti? E quasi quasi si sentì in colpa per aver
cambiato posto alle scorte segrete del formaggio Camembert di Plagg.
"Dove siete?" Mormorò al cielo mentre una timida lacrima gli solcava
una guancia paffuta.
*
Il Signor Ratto, nel frattempo, era ritornato nel suo covo segreto a medicarsi
le ferite, perché nonostante il suo corpo fosse coperto da una peluria
corazzata, Bunnix gli aveva provocato ingenti danni,
tra cui una lacerazione sanguinante sotto lo zigomo destro e anche un incisivo
scheggiato, oltre ad alcune contusioni qua e là su tutto il corpo, guaribili
comunque in poco tempo se avesse avuto la costanza di cospargere della pomata
medicante sulle parti lese.
Digrignò i denti quando un paio di adepti tentarono di fasciargli le ferite."E fate piano, idioti!"
Doveva prendersela pur con qualcuno per la sua momentanea sconfitta, anche se
sapeva bene che se c'era qualcuno da incolpare quello era solo ed
esclusivamente lui, non aveva messo in preventivo che quella rossa picchiasse
davvero forte.
"Che intende fare ora, signore? Con questo ultimo tentativo si è esposto
parecchio. Ora i nemici conoscono alcuni suoi segreti, e non sarà difficile per
quel coniglio tornare indietro e vedere che cosa è effettivamente successo."
"Potrei farlo anch'io, se è per questo!" Disse in direzione del
topolino.
"Si, ma lei non può cambiare il passato, mentre quel coniglio si."
"NON ME LO RICORDARE!!!" Starnazzò con voce roca alzandosi in piedi
improvvisamente, ribaltando i flaconi di disinfettante, le pomate e le garze
che i topolini avevano adagiato sul tavolo d'acciaio mezzo arrugginito,
facendoli scappare a grande velocità e a nascondersi nei loro pertugi.
"Mi scusi, non volevo affatto farle perdere la pazienza, padrone"
Abbassò la testa sperando di venir risparmiato dalla sua ira.
Il Signor Ratto si avvicinò alla sua Ruota del Tempo pensando ad un modo per
modificarla in modo potesse viaggiare nel tempo e cambiarne il corso degli
eventi.
Non gli interessava più tornare indietro ed impedire a sé stesso di diventare
un ignobile mostro, doveva anche fargliela pagare al sindaco per i suoi sbagli,
una cosa così grave non poteva di certo passare impunita, e di sicuro un essere
così meschino non doveva rappresentare mai più la città di Parigi.
Prese in mano in vecchi progetti e ci lavorò su un bel po' di tempo prima di
arrendersi del tutto.
Non esisteva nessun elemento in natura che permettesse di modificare il corso
degli eventi, ma solo il viaggiare, per il cambiamento ci voleva un qualcosa di
magico che non appartenesse a quel mondo che i comuni mortali conoscono.
Aveva un disperato bisogno del Miraculous del
coniglio per raggiungere il suo scopo.
*
La faccia di Bunnix non faceva presagire niente di
buono.
Marinette la scrutava per capire che cosa tra un po'
le sue labbra avrebbero mormorato, giusto per prepararsi mentalmente al peggio.
Anche Hugo era accorso appena aveva visto una luce bianca illuminare una delle
stanze della casa, anche lui era in apprensione.
Prese la mano della mamma e gliela strinse forte in attesa di ricevere la notizia.
"Avanti, parla!" La invitò Marinette.
Bunnix preferì sciogliere la trasformazione.
"Emma si trova nel passato..."
Marinette dovette sedersi per reggere quanto dirà
successivamente, perché stando alla sua espressione non doveva essere nulla di
buono.
"... nel duemila ventuno per la precisione."
"Oh santo cielo!" La corvina si portò una mano alla bocca. "...
dobbiamo andarla a prendere prima che interagisca con me o con Adrien, e che
possa dire qualcosa che comprometterebbe il nostro futuro." Una crisi di
panico stava assalendo Marinette, la quale iniziò a
tremare e a portarsi le mani all'interno dei capelli, mentre il suo cuorenaccelerava i battiti e il respiro diventava sempre
più affannoso e doloroso.
"MAMMA!" Esclamò Hugo con gli occhi spalancati per lo spavento nel
vedere sua madre cercare disperatamente l'aria per calmarsi e una soluzione a
quel grosso problema.
"Tranquilla, Marinette!" Alix fu lesta a
passarle dell'acqua per bagnare la gola che le si era seccata di colpo.
La buttò giù d'un sorso a grande velocità.
Non solo Adrien, ma ora anche Emma era sperduta in un tempo che non conosceva e
rischiava anche di provocare seri danni involontariamente.
Marinette inspirò ed espirò profondamente prendendo
coscienza che ora come ora si trovavano davanti ad una bella gatta da pelare,
facendo passare in secondo piano la minaccia del Signor Ratto.
E giusto per puntualizzare, se si fosse presentato in quel preciso momento, ci
avrebbe pensato la stessa Marinette a mani nude a
porre fine alla sua vita, facendole dimenticare per una frazione di secondo che
sotto quella pelliccia irta e nauseabonda si nascondeva il cuore e animo
gentile del signor Ramier.
Gli conveniva stare dove si trovava ora e non farsi vedere per almeno un bel
po'.
A lui ci avrebbe pensato a tempo debito, perché, ma non per importanza, prima o
poi sarebbe arrivato il suo turno di essere salvato.
"Va meglio, mamma?" Hugo la guardò con sguardo languido e triste.
"Si, grazie, tesoro!" Mormorò scompigliandogli i capelli neri,
cercando di non far trasparire tutta la preoccupazione insediata nel suo cuore
e nella sua mente.
Marinette stava vivendo uno dei periodi più bui della
sua vita.
Certo, di difficoltà ne aveva affrontate, alzandosi sempre a testa alta, come
quella volta che si era fatta soffiare sotto il naso tutti i kwami.
Tutti eccetto due.
In quell'occasione era stato Chat Noir ad infonderle la forza necessaria per
riprenderseli tutti, uno ad uno, aggiungendo alla Miracle
Box anche i due che erano da sempre mancati all'appello.
Ma ora non c'era l'eroe gatto, il suo compagno sia nella lotta che nella vita
vera a tenderle quella mano artigliata per issarla alla sua altezza.
Tutto era nelle sue spalle e questa volta se la sarebbe cavata da sola.
"Vedrai mamma. Li salveremo tutti" Quegli occhi color smeraldo,
quell'animo nobile e gentile, e soprattutto quello sguardo che infondeva
sicurezza, erano tutte qualità che Adrien aveva trasmesso al figlio più piccolo.
"Lo spero!" Sospirò abbracciandogli la testa.
*
La prima cosa sensata da fare era quella di andare a prendere Emma nel passato.
"E' troppo tardi!" Le aveva detto Alix increspando le labbra.
"Come sarebbe a dire?"
"Emma si è già infiltrata e ha un piano ben preciso in mente."
"Spiegati bene, Alix."
"Ha cambiato nome ed ha usato la polvere della memoria su Chloè, Audrey ed il sindaco, facendo credere a loro di
essere parte della famiglia."
Marinette strabuzzò gli occhi "Aspetta... cosa?
Cosa significa che ha cosparso la polvere della memoria? E'
pericolosa da usare... e soprattutto come l'ha avuta??"
"Questo non so dirtelo, sta di fatto che li ha spolverati"
"La voleva usare con papà per andare al ballo" Hugo attirò
l'attenzione delle due donne "... l'ha presa quando hai lasciato aperta la
cassaforte per sbaglio. Devi stare più attenta, mamma" Puntualizzò con
aria saccente di chi non commette mai errori.
Marinette deglutì per la svista, ma non ci marcò
molto sopra, anzi, ringraziò Hugo per la soffiata.
"Bravo bambino, comunque sei in punizione"
"CHE COSA??" Puntò i piedi a terra protestando.
"Hai fatto la spia e questo lo sai che non si fa."
"MA MAMMA!!"
"Niente ma... ora vai in camera tua e ci resti finché non te lo dico io."
Hugo farfugliò qualcosa di incomprensibile mentre lasciava la stanza.
"Andiamo avanti, Alix..." Disse poi la corvina.
"Le intenzioni di Emma sono quelle di avvicinarsi a te per prendere il Miraculous del Coniglio e tornare nel nostro tempo,
ovviamente prima vuole l'anello del gatto nero."
"Adrien non glielo darà mai..." Rispose con ovvietà per poi ritornare
seria e preoccupata "... a meno che non gli racconti la verità" Marinette si alzò e l'ansia che fino a pochi minuti fa
sembrava essere sparita, ora era ritornata ad impossessarsi di lei "... E' UN DISASTRO! NON PUO' FARLO... E'
PAZZA! RISCHIA DICOMPROMETTERE IL NOSTRO FUTURO! Oddio, mi sento male!" Si
tenne alla sedia per non cadere.
"Dobbiamo avere fiducia!"
Marinette si voltò verso la figura comparsa sulla
soglia del salotto, era Louis.
"Non finirà affatto bene."
"Mamma, Emma è una ragazzina intelligente, non farebbe mai qualcosa di
stupido ed insensato... pensaci un attimo, sarebbe stato molto più facile se
avesse usato la polvere della memoria con te o papà, ma non l'ha fatto."
"Forse non le è venuto in mente!"
"Non credo..." Louis si avvicinò a lei e le poggiò delicatamente le
mani sulle sue spalle "... vedrai che Emma tornera'
presto da noi sana e salva e riusciremo a riprenderci anche papà."
A Marinette non piaceva l'idea che sua figlia si
trovasse in un tempo che non conosceva e soprattutto con una responsabilità
così grande sulle spalle, per dio, aveva solo quattordici anni e non era giusto
che si sobbarcasse di tutta quella responsabilità.
"Marinette..." Anche Alix voleva infonderle
fiducia e tranquillità "... Emma se la caverà e se il futuro al momento
non è cambiato, questo significa che deve andare così. Lasciamola agire."
*
continua