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Autore: Ciuffettina    26/08/2022    3 recensioni
Michael era orgoglioso della missione affidatagli, lui era un bravo figlio obbediente, desideroso di compiacere suo Padre, tuttavia avrebbe preferito non avere quel mantra sempre nelle orecchie
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Gabriel, Metatron, Michael, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il dietro le quinte della Bibbia'
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Quando finalmente Miriam guarì, il popolo si preparò per partire, non prima di aver raccolto la loro “amatissima” manna, accorgendosi così di una grossa novità: «Ehi! Ha cambiato sapore!» «È vero! Pasta all’olio!» «Evviva!»(1)
Mosè sorrise: forse per quel giorno non avrebbe sentito le loro infinite lamentele e invece…
«Mosè, non potevi chiederGli prima di cambiare sapore a ‘sta sbobba?» «Ma che è ‘sta roba? La preferivo prima!» «Ma con tutti i gusti che c’erano, proprio pasta all’olio??? Non sono sicuro che riesca a digerirla».
Sarebbe il primo caso di celiachia nella storia” sbuffò Michael che, nonostante non fosse più la loro guida, doveva comunque star lì a proteggerli.
«Accidenti Mosè!» sbraitarono i leviti. «Già dobbiamo marciare sotto il sole, già dobbiamo portare le nostre tende e ci sobbarchi anche del Tabernacolo, dell’Arca e di tutto il resto? Non potevamo costruirli una volta arrivati nella Terra Promessa?»
Il fatto che l’Arca fosse lievitata da sola sul carro, pronta per partire, non li aveva minimamente impressionati…
Sembrava troppo bello!” sospirò fra sé il condottiero. “Mai, mai più avvicinarsi ai roveti ardenti!” Fece un rapido esame della situazione: un arcangelo incazzato, i soliti mugugni degli Israeliti per la manna e, dulcis in fundo, il suo pronipote Bezaleel che voleva inaugurare il primo “Chi l’ha visto?” della storia. Motivo? Ooliab. Il giorno prima era lì con quell’espressione da “Ma perché mi tocca stare qui?” e il giorno dopo, puff! Sparito, scomparso. «Beato lui!» disse stancamente Mosè, mettendosi in marcia, nonostante le proteste dell’artigiano.
Beato lui, davvero!” pensò Michael. Metatron era potuto tornare in Paradiso a riprendere il suo posto di Scriba di Dio mentre lui, invece, doveva ancora stare lì, finché non fossero arrivati alla Terra Promessa. Come poteva Mosè aver dimenticato che avevano già una guida? Michael non ne faceva una questione personale (assolutamente no!) ma di principio: se l’Onnipotente aveva decretato che dovevano avere una guida e che questa dovesse essere lui, come si era permesso quell’umano di sceglierne un’altra? Sospirando, si mise alla testa della carovana, totalmente invisibile.

Il giorno dopo, al momento della partenza, ricominciarono a lagnarsi della manna. Motivo? Sapeva ancora di pasta all’olio.
«Uffa! Oggi non poteva sapere di qualcos’altro?» «Mosè, visto che sei riuscito a farle cambiare sapore, non potevi chiederGli che ‘sta schifezza sapesse di coniglio?» «Sei pazzo? Il nostro condottiero ha deciso che non possiamo mangiarli, il deserto pullula di conigli ma lui sostiene che sono immondi(2)» «Già, però ci ha concesso di mangiare le giraffe, peccato che qui non ce ne sia nemmeno una, chissà perché?» «Ma anche se ci fossero, poi come faremmo a cuocerle?»
«Non l’ho deciso io…» tentò di dire Mosè.
«No?» disse Kore. «Vai sul Sinai, rimani via per oltre due mesi, poi torni con delle leggi insensate, spacciandole per decreti divini. Fortuna che ce ne siamo allontanati prima che ti venisse in mente di aggiungere qualche altra assurdità».
«Assurdità?» ripeté Mosè basito.
«Assurdità e te lo dimostro subito: se mi comparisse una macchiolina bianca sulla mano, sarei puro o impuro(3)
«Impuro, ovvio».
«E se questa macchiolina si estendesse su tutto il corpo, sarei puro o impuro?»
«Torneresti a essere puro» rispose Mosè.
«E continui a sostenere che questi siano decreti divini? Ma non farmi ridere!»
«Adesso BASTA!» L’arcangelo Michael perse definitivamente la calma e una vampata di fuoco divampò da un capo all’altro dell’accampamento, facendo urlare di terrore gli Israeliti.
Improvvisamente cominciò a piovere, non una pioggia abbondante e prolungata ma sufficiente a spegnere i vari focolai.
Michael fu trascinato via da Gabriel al quale si doveva quella pioggia improvvisa.
«Bello scherzo, fratellone, ma un po’ distruttivo. Al tuo posto li avrei ricoperti di miele e poi avrei fatto piovere una marea di piume. Te li immagini? Avrebbero passato il tempo a spiumarsi e a leccarsi, magari a vicenda» ridacchiò.
«Non li sopporto più, non li sopporto più…» continuava a ripetere Michael, accasciandosi a terra con la testa fra le mani.
«Miki, te l’avevo detto che dovresti rilassarti un po’». Gabriel si sedette accanto a lui e gli passò un braccio intorno alle spalle. «Che ne diresti se tu ed io ce ne andassimo a fare una scorpacciata di fichi? Lo so, lo so, stai per dirmi: “Gli angeli non mangiano” ma voglio farti scoprire quanto siano buoni! Tu non lo sai ma nostro Padre ha creato dei frutti che sono davvero deliziosi, anche se non tutti, hai presente il limone? Ha un colore bellissimo ma il sapore… Bleah!» Fece una faccia schifata ancor più del necessario nel vano tentativo di farlo sorridere. «Fosse per me, avrei insaporito la manna col limone, altro che pasta all’olio, allora sì che avrebbero avuto ragione di lamentarsi! Allora che ne dici, andiamo?»
L’entusiasmo di Gabriel era davvero travolgente e Michael era davvero tentato di lasciar perdere i suoi doveri e spassarsela un po’ (un’attività per lui sconosciuta) ma…
Gabriel era anche simpatico, a modo suo, ma nessuno lo prendeva mai sul serio e, per le sue strane abitudini, era diventato la barzelletta del Paradiso.
Poteva lui, l’arcistratega delle truppe angeliche, abbassarsi al suo livello quando c’era Raphael che viveva per spodestarlo? E se qualcuno avesse visto il suo atto di debolezza? Incendiare le tende e basta significava soltanto che aveva fatto provare agli umani la collera divina, incendiare le tende e poi andare a mangiare fichi con Gabriel significava che aveva perso del tutto la ragione. Perciò, si scrollò di dosso il fratello e si rialzò.
«Vado ad allenarmi» disse freddamente.
E non c’era bisogno di specificare per che cosa lo facesse(4).
L’eccitazione di Gabriel si spense. «Ma perché?» domandò angosciato. «Siete fratelli! Tu non puoi davvero voler scontrarti con Lucy e sono sicuro che nemmeno lui lo vuole!»
«Quello che vuole Satana, non mi interessa». Volò via.
 
*****
 
  1. Nel capitolo 16, versetto 31 dell’Esodo, il sapore della manna è descritto come quello delle focacce al miele, mentre nel capitolo 11, versetto 8, il sapore è come quello della pasta all’olio.
  2. Lv 11,6
  3. Lv capitolo XIII
  4. Si allena in vista dello Scontro Finale.
   
 
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