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Autore: Elgas    28/08/2022    3 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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20. Nothing Changed



« Mephisto… voglia sia tu a »
(0)

Per un Demone il tempo non aveva importanza. Mephisto però era diverso, per lui esso somigliava
a fili da tessere, vibranti come corde di violino; allora come Re, nella nuova Immortalità, il tempo
assumeva nuove melodie, punte d’emozione di cui mai aveva smesso di stupirsi. Il tempo era dolore,
dolore di fronte a Rin, a Yukio; nella morte, nel sangue, il Cuore era sembrato sul punto di
spezzarsi; era irritazione verso l'inettitudine di Shura; era gratitudine verso chi, fra sconosciuti di
altri Mondi, aveva mostrato comprensione; era l’eco di una gioa lontana, quando in tempi remoti
aveva deciso di proteggere gli uomini dalla furia dei fratelli, primo fra tutti Lucifer.
E l’amore… ora capiva di non poterlo negare, né giudicarlo. Era così soverchiante da annullare
persino il il tempo. Tutto appariva più vivo, intenso, nella realtà, dentro di se, nel Cuore amato e
rinnegato. Un Demone poteva amare? In quella domanda lo guardò Mephisto. Lo guardò, sicuro
di trovare ancora una volta risposta. Egli era lì, in piedi ad ammirare la bellezza del Seiðr, il vetro
dell'aeronave a riflettere un caleidoscopio di colori, sfumature senza nome a riflettersi sulla pelle,
su un corpo di cui aveva svelato ogni segreto. Lo rivide come la prima volta, agli albori del suo
Universo, quando aveva forgiato No Name, il primo fra i Keyblade, ed esiliato gli Heartless.
Egli era lì, lontano da ogni affanno, ogni dubbio legato alla propria esistenza.
Era lì, felice insieme a lui.
« Samael… anche lui potrà ammirarlo un giorno. Questo mi rende felice. »
« Sarà così... »
« Sì...Grazie. »
« Per cosa? »
« Per tutto. »
E Mephisto era lì; il sangue di Rin, Yukio, di tutti gli altri si riduceva a un’inutile spettro, rilegato
in un angolo vuoto e senza significato.

Il passato tornava come schegge impazzite, là dove il presente scorreva lento e placido;
i momenti con Luxu, ammirandone i progressi, lo sguardo pieno di meraviglia,
stringendolo dopo aver consumato la passione; altre volte il presente diveniva una
tortuosa cascata, gli occhi del Prescelto lo ricercavano nel sostegno, nella paura, nell’amore;
in altre si permeava di tensione, silenzio, di verità rinnegate.
Così Mephisto si rese conto di non poterlo manifestare l’amore, non come allora, non come
avrebbe voluto, non dove la presenza di Iblis rischiava di minar ogni cosa, ogni accortezza
sedimentata con cura.

Sarebbe meglio ammazzarti sorella… del resto sono bravo in questo…
Sangue… ancora sangue…

Ma come Fyrir, come Herja, vivi in una lucida follia….

Dall’alto del Palazzo Imperiale, la città risplendeva di luci morte e case vuote, avvolta in
una calma tesa nell’assenza di vita; i pochi lumi si concentravano nelle ville aristocratiche,
in chi non temeva il buio, la fame o le misteriose malattie portate degli spagnoli. Era
il silenzio, così radicato nelle spesse pietre da il breve orizzonte in rovina. Solo la volontà
degli uomini avrebbe garantito la pace, salvato entrambi i popoli; tre giorni erano passati
dall’incontro all’accampamento, tutto si sarebbe deciso quella sera. Solo Iblis rimaneva
un’incognita; conoscendola, Mephisto aveva già considerato lo scenario peggiore,
la soluzione più brutale; combattere, perché a costo di squarciarlo quel Mondo sarebbe
sopravvissuto. Tale tacita consapevolezza aleggiava con forza nel fratello.
Lucifer era lì, a vegliare come lui, attento a ogni variazione, soprattutto dove la nebulosa
presenza di Iblis era più forte. Era lì, sicuro come sempre. Era cambiato l’ex Re della Luce,
eppure ogni mutamento era sempre mosso da un silente rigore, rigore che mai l’aveva
spinto a tornare indietro, a dannarsi, fuggire. In cuor suo l’aveva sempre invidiato; quel
fratello sempre accanto, che sempre aveva indovinato le sfumature della sua anima.
Così Lucifer parlò; verità palesate con Iblis, appena l’incontro avevo reso tutto più fragile.
« Dobbiamo essere pronti. Nostra sorella si lascerà andare, l’affronteremo… anche se lo
scontro ferirà il Mondo. »
« Rimani con Luxu… difendi gli uomini… io… »

...mi lascerò andare al Seiðr.

« Capisco. Mephisto ascoltami… quanto intendi rimandare? Davvero fino alla fine... »
Lucifer si svelava anche in quell’invisibile comprensione.
« Uhm… ti sei proprio innamorato fratello », le parole uscirono sincere e dure, « in te non
esiste più nulla del Re della Luce. Come Demone, come Fyrir, agisci mosso da passioni,
emozioni, le stesse che a volte ci appaiono distanti… le stesse che tento di rinnegare. Non
hai paura di soffrire. »
E Lucifer parlò, riflettendo lo stesso pensiero, sul fondo le medesime preoccupazioni.
« Sì, è così. Samael… tu hai sempre amato gli uomini, in questo riconosco ancora il Re
del Tempo. Ma solo con lui sei riuscito a comprenderlo, a viverlo. Nonostante tutto, riesco
solo immaginare come ti sia sentito... quando tornasti ai Confini, quando distruggesti la
tua aeronave pezzo per pezzo. Ti sei lasciato andare a notti vuote, però… sapevi l’amore
sarebbe tornato con Luxu. Ti prego non » [1]
Lo interruppe. Essere fratelli significava differire nelle scelte, nell’amore, nelle conseguenze
di ogni decisione.
« Sarà la sua prova finale… accettar la verità… cosa mi abbia spinto a farlo. »

Osserverò quest’amore senza sfiorarlo, senza che esso intacchi il Cuore…
Non voglio soffrire… non di nuovo.
Soffrire... sapendo cosa attende noi Immortali alla fine del viaggio.
Nemmeno questo temi, Lucifer?

« Andiamo… ci aspetta un banchetto di sangue. »
Alle porte della città, Iblis entrò in testa alla delazione spagnola.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

L’uomo ebbe appena il tempo di voltarsi prima di crollare.
La mano insanguinata tesa verso l’assassino, in essa il pugnale tremò, lo stesso scelto per
incidere la gola dell’Imperatore. Un semplice sicario? Un consigliere? Un generale? Luxu
lo fissò mentre ripuliva la lama, ascoltandone gli ultimi respiri divorati dal silenzio. Non
era una faccia nuova, scorta in qualche assemblea, in mezzo ai corridoi del Palazzo. Lo
fissò attento a movimenti invisibili, a respiri nelle ombre. Era solo. Spostò il corpo in una
stanza, chiuse la porta, cancellò le tracce con un Idro. Nulla agitava il Cuore, uccidere non
gli era nuovo infinite volte; ottenere corpi in cui perdurare, in cui traferire Cuore e Anima
fino a Braig; così anche la morte appena giunta aveva uno scopo nell’economia del Mondo;
proteggere Kuzco, nella misura attuabile da un Messaggero Divino. Una vita per salvarne
molte; per seguire un fine; non esistevano altri modi in cui l’atto poteva compiersi. Il resto
lo irritava, lo disgustava fin nelle viscere; il resto andava a sommarsi allo sguardo di Iblis;
alimentava dubbi, Oscurità, la sua Oscurità... come tanti, piccoli insetti.
Irritato abbandonò il corridoio, facendosi strada nel dedalo di passaggi segreti, guidato
dal vociferare via via più intenso nella Sala del Trono, dalla presenza sempre più vicina
di Lucifer.
In quegli ultimi giorni egli l’aveva confortato, rivelando fra carezze e baci l’imminente
futuro, di come Iblis potesse far precipitare ogni cosa solo per vizio, per semplice piacere.
Luxu non aveva mai nutrito timore verso l’ignoto, in millenni aveva sempre trovato
certezze a cui aggrapparsi, tutto aveva uno scopo; le Guerre dei Keyblades, la Black Box,
patti stipulati da lui e il Maestro coi Fyrir. Ed ecco il breve futuro apparire fragile, senza
senso di fronte alla follia dell’Herja. Ed ecco la presenza di Lucifer arricchirsi di significati,
ecco la distanza di Mephisto apparire in parte sotto una nuova veste.

Affronterai Iblis… ti farai carico di questo...
Io… ti aspetterò.

Lo percepiva lontano, accanto all'Imperatore, giacché forte era il legame creato dallo
Shrapnel. Ne percepiva sottile la tensione, il resto sigillato in una chiusura impenetrabile.

Non farmi sentire il Cuore, appena incrocerai gli artigli con Iblis…
Mephisto… cos’altro nascondi? Tu...

Un passo leggero e Lucifer apparve. Un’istante a cancellare il turbamento, lo strisciare
dell’Oscurità a dissiparsi nella Luce. Lo sorresse il Demone, la voce trafisse il buio.
« Luxu… da questa parte. Il banchetto ci aspetta. »
Superarono stretti corridoi, ripide scale rivelate solo a loro da Kuzco, segno di ulteriore
fiducia verso i Messaggeri di Inti. Luxu inspirò, l’aria si era fatta intensa, colma di calore
e decine e decine di respiri. Oltre la spessa pietra gli uomini erano in attesa, stretti in un
groviglio di paure e speranze.
« Ma il Cuore dell’Imperatore e del Generale sono saldi. »
Ancora Lucifer fortificò verità. Luxu lo guardò, ringraziandolo con un cenno. Nei passi
sedimentò sicurezza, una sicurezza atta a non mostrare nulla. Iblis non l’avrebbe scalfito,
non di nuovo… la rovina del resto aveva molte forme.
« Resterò accanto a te Luxu. »
« Grazie… », sussurrò e il Cuore traboccò di sollievo.
Gli strinse la mano; un gesto così spontaneo da tradire tremila anni di vita, a ricordargli
come l’Anima e Cuore fossero cristallizzati in un giovane uomo, un uomo che solo di
recente stava scoprendo l’amore. Superano l’ultimo angolo, l’enorme massa del trono
lasciò spazio alla Sala. Si fermarono, un tutt’uno con la penombra, a scrutare movimenti,
posizioni, i sussulti nei Cuori. Ritrovò Kuzco e Mephisto al limitare più basso della breve
scalinata; poco più in là un manipolo di soldati proteggeva missionari e alte figure, mentre
Pizzarro, protetto da Iblis, mostrava la fermezza in grado di calmarne gli animi dei propri
uomini. Eppure vi era Oscurità nell’aria, eccola in alto nel cielo, oltre il velo della realtà
agitava il Seiðr, bramosa di divorare Cuori, il Cuore del Mondo, di accanirsi contro i Fyrir.
Iblis l’aveva tenuta a bada, giacché essa non aveva avuto modo di corrompere il Mondo,
non come normalmente sarebbe stato. Un’Herja poteva spingersi a questo; giocare col
Destino di miliardi di vite… dettaglio reso ancora più chiaro dal tanfo celato, dai latrati
di immensi sciami di Hwergh. Li udì e in essi si perse; il resto si ovattò, i colori, le forme,
le parole, i negoziati a proseguire... eppure nella calma tesa percepiva Lucifer e Mephisto
pronti a scattare…
« Perché non animiamo la festa? »
La voce di Iblis… e un’istante tutto finì. Lo comprese prima di ogni altra cosa.
Una lingua di fiamme, una luce improvvisa, Lucifer a proteggerlo...
No… non una luce, una frusta...
Sangue, urla, disperazione, terrore nei Cuori.
Iblis rise, una risata troncata sul nascere; Luxu si volse, un riflesso istintivo, altrimenti
impossibile senza Lucifer. La realtà tornò; nel tanfo del sangue, nelle grida atterrite Iblis
mutò e Mephisto con lei. Li vide appena, i corpi pervasi dalle correnti del Seiðr, code e ali
avvilupparsi, ora di fiamme, ora trasparenti, prima che il soffitto e il cielo inghiottissero
entrambi. Lo sentì appena; il Cuore di Mephisto chiudersi nei propri dolori, nella battaglia
imminente. Un’istante e l’Oscurità squarciò i cieli sopra la Capitale; Lucifer si mise in
ginocchio, le dita colme di anelli intrecciate; da essi scaturì una barriera, barriera che in
un lampo si estese ben oltre i confini della sala. Solo allora Luxu ebbe la forza di muoversi,
di avvertire nitidi l’aria nauseante, pregna di sangue, sangue versato per nulla; e poi l’eco
disperato a inghiottire i Cuori degli uomini. Si aggrappò a Lucifer mentre lo sguardo
fluttuò fra corpi senza vita, mozzati seguendo la traiettoria della frusta… eppure Mephisto
era riuscito a proteggerli, Kuzco, Pizzarro, qualche servitore rimasto dietro di lui… tutti
protesi ora verso di lui, là dove il terrore aveva annullato ogni differenza. Così Luxu parlò;
« Non muovetevi… salverò i vostri uomini…! »
Si fece avanti, verso chi agonizzante invocava la pietà ora di Dio ora di Vichama; i fili
del
Seiðr a tessere nuove forme di magie.
Dentro di lui, da qualche parte, No Name si tinse di nero e l’Oscurità sorrise.



(0) Frase tratta dal Capitolo 18, primo flashback Mephisto.

[1] Il trio ha sempre viaggiato sull'aeronave di Lucifer, la Satariel.
Nome tratto dalla cabala, demoni della falsità, guidati da Lucifer stesso.






Angolo Autrice:

Le riflessioni di Luxu sono state più intense di quanto mi aspettassi, sono felice che questo Miniarc mi stia dando la possibilità di esplorare vari aspetti di questo personaggio a cominciare dal suo rapporto con la morte e l’atto di uccidere. Anche i fratelli demoni stanno svelando nuovi aspetti di se… e nel prossimo capitolo vedrete finalmente un po’ di azione nel vero senso della parola. Un abbraccio a tutti i silenti lettori e non, grazie ancora per tutto il vostro sostegno. <3 Elgas
   
 
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