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Autore: yachan    28/08/2022    0 recensioni
In un mondo dove le persone sono capaci di dominare gli elementi della natura, si creano continui conflitti tra persone di diverso elemento. In un clima teso, dove le persone diffidano uno dell'altro e dove l'elemento che predomina su tutti è il fuoco, un gruppo di ragazzi si ribellerà a questo destino. Questo è il Team Luce.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Brock, Gary, Misty, Un po' tutti | Coppie: Ash/Misty
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Piccola avvertenza prima di continuare a leggere. Questa fanfic è pubblicata principalmente nella mia pagina web, dove sono già stati pubblicati all'incirca più di 60 capitoli. In questo sito sto inserendo poco a poco tutti i capitoli per mettermi alla pari, ma ci vorrà del tempo perché li pubblico dopo averli un po' modificati. Se volete leggerli prima, consiglio di andare alla mia pagina web (potete chiedermi il link anche qui).
Buona lettura!

*


SINOPSI: Il Team Luce, senza Misty nel gruppo, decide di provare a parlare con la dominatrice dell’acqua, dopo aver scoperto che è in procinto di sposarsi. Quindi si dirigono a Cerulean City, luogo dove in precedenza si erano ritrovati a combattere e poi fuggire.
Riusciranno nell’intento o Misty andrà avanti con la sua decisione?

 

BLUE BIRD ILLUSION

 

Cap. 39

 

Intrusione nel Palazzo. Chi è lui?

 

  • Datemi un buon motivo, per cui debba accettare!- disse il moro incrociando le braccia e negandosi ad acconsentire.

Dopo essersi messi in cammino ed essere passati in mezzo a bufere di vento gelido, erano riusciti a raggiungere le mura di Cerulean City. La fortuna era dalla loro parte quel giorno; all’ingresso della città avevano messo una vecchia guardia per il controllo documenti. La guardia, che già non ci vedeva bene, non aveva prestato attenzione alle loro facce. Non aveva riconosciuti i volti dei ragazzi che precedentemente erano entrati a Cerulean City e avevano ingaggiato una lotta con il Presidente.

Eppure Brock era certo che se la guardia avesse controllato bene, avrebbe trovato le loro foto nei cassetti della scrivania, con sopra l'avvertimento di non farli entrare.

Ma non era l'unica stranezza; Brock aveva notato che in giro c'erano meno guardie del solito.

Il che lo portava a pensare che erano concentrati al Palazzo, insieme a Misty.

E per trovarsi tutti lì, lasciando la città meno controllata, dovevano temere qualcosa.
Ma anche nella gente c'era qualcosa che non andava; erano stranamente tranquilli. Non vedeva in giro persone emozionate per qualche evento, non ne accennavano neanche.

E se era vero che Misty stava per sposarsi, in quanto principessa di Cerulean City, l'evento doveva suscitare qualche emozione nella popolazione.

Ciò era sospetto, ma quella calma apparente tornava a loro favore. Prima di dirigersi al Palazzo, si fermarono in un albergo non tanto distante dalla loro meta.
Di alberghi ce n'erano sì e no due o tre in tutta la città, questo perché secondo le nuove normative della città, nessun forestiero poteva soffermarsi lì per più di una notte.

Il proprietario dell'albergo li aveva osservati con sospetto appena avevano varcato la porta, ma si era limitato solo a quello. Aveva consegnato a loro le chiavi e li aveva lasciati salire al piano superiore. Mentre salivano le scale, Melody sentì l'uomo commentare con la moglie.

  • Tzk, oggi è il giorno dei tipi strani… come se non bastasse l'arrivo dell'altro forestiero di stamani.

Anche Brock aveva notato che le chiavi delle stanze appese dietro il bancone, c'erano tutte tranne due. Non erano soli nell'albergo.
Ed eccoli lì infine, in quella stanza tutti riuniti tranne Misty, ad organizzare il piano.

Ma il piano di Brock non era di gradimento al dominatore del fuoco, che aveva subito protestato.

  • Primo: perché sei un dominatore del fuoco- iniziò a spiegare Brock, con pazienza- E se non te ne fossi accorto, il tuo elemento è in svantaggio rispetto a noi- gli rispose Brock- Però hai anche dimostrato di avere molta resistenza. Ciò potrebbe tornarti utile, nell'attesa che vi raggiungiamo- tornò ad elencare- Secondo: mi sembrava di averti chiarito che sei la persona più adatta a parlare con Misty.

  • Ma sono un maschio! Perché diavolo mi devo vestire da femmina!

  • Per non dare nell'occhio, ovvio- disse Dawn- E una volta che io e Melody ti avremo vestito, nessuno noterà la differenza- aggiunse entusiasta.

Ash la guardò con fastidio. C'era una punta di eccitazione nella sua frase. Lei e Melody erano quelle che più si divertivano con gli abiti e trucco.

  • Perché non mandate Brock allora- insistette Ash.

  • Sii realista, lo vedresti Brock con un abitino fru fru?- fece May rabbrividendo- Verrebbe subito scoperto. Con te invece non c'è pericolo. Nessuno capirà che sei un maschio.

Ash fece una smorfia, per niente contento del commento di May. Ma fu Melody a farlo zittire.

  • E se questo non ti bastasse, ti ricordo che Misty lo avrebbe fatto per te- disse seria la dominatrice dell’aria, puntando nuovamente sui sensi di colpa.

Ash indietreggiò di fronte all'accusa, non così velata, di Melody.

Il ragazzo era ancora confuso dal comportamento di Melody. Era dal suo risveglio che non faceva che lanciargli accuse, e non capiva perché.

  • E comunque, non sarai solo- aggiunse- Verrò con te.

  • Melody, ho detto di no!- protestò Brock autoritario- Non sei nelle condizioni. È già tanto che abbia acconsentito a portarti con noi.

  • E invece ci andrò- disse lei determinata, poco preoccupata di mettersi contro di lui- Non dirmi che non ci hai pensato: il Palazzo è grande, nessuno di noi conosce l'interno e abbiamo poco tempo a disposizione. Chiunque vada deve essere in grado di muoversi con discrezione ed essere pronto a scappare. May non è certamente una piuma quando si muove, ha la grazia di uno Snorlax.

  • Ehi!- si lamentò May.

  • E Dawn finirebbe per mettersi in trappola da sola. Non ha la prontezza di agire subito.

  • Ehi- disse Dawn, con un tono meno alto di May. Era cosciente che faceva ancora molti errori, ma non era gradevole che qualcuno glielo facesse notare.

  • Come dominatrice dell'aria, sono avvantaggiata nella fuga, rispetto a voi. Quindi non dovrete preoccuparvi per me.

Brock sapeva che Melody aveva esposto i fatti in modo corretto, ma non poteva evitare di sentirsi preoccupato. Stavano andando un po' alla cieca; avrebbero potuto presentarsi degli imprevisti e non sarebbero stati tutti insieme per agire.

Ma se si fosse opposto ulteriormente, temeva che Melody avrebbe fatto ugualmente di testa sua.

Normalmente lei avrebbe accettato senza problemi di rimanere indietro, ma in quella occasione era determinata ad andare.

Sentì un po' della pressione che Misty provava ogni volta che doveva impartire ordini. Non era piacevole.

  • D’accordo…- provò comunque a fidarsi. Guardò sia lei che Ash- Ma ricordate che avete a disposizione mezz'ora per poter tornare. Scaduto il tempo daremo per scontato che vi hanno catturato ed entreremo con la forza dentro il Palazzo.

I due ragazzi annuirono. Il tempo che gli veniva concesso non era tanto, ma non avevano alternative se volevano uscirne indenni.
Per cercare Misty.

  • E ora… trucco!

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Tirò le tendine e guardò fuori da quell'ampia finestra. Il paesaggio era come se lo ricordava; le case, le strade, le scuole, i parchi, i laghi e… le alte mura. Le mura che anni prima sognava di superare, alla ricerca di un mondo a lei sconosciuto. Le mura che un giorno lei e George avrebbero visto allontanarsi alle loro spalle, nascosti in un carro.
Chi l’avrebbe detto che sarebbe tornata alla fine.
Diede un'occhiata alle sue spalle. La sua stanza era rimasta come l’aveva lasciata.

Si sarebbe aspettata polvere o accumulo di scatoloni per essere usata come magazzino, e invece era pulita e in ordine. I mobili erano spolverati, persino il lampadario non presentava tracce di polvere. I vestiti erano rimasti nell’armadio, stirati e ancora profumati. Segno che qualcuno si era preso la briga di tenere pulita la sua stanza.
Ma per quale motivo? Se lei era scappata, infrangendo le leggi e diventando una ricercata, era logico pensare che non sarebbe tornata.
Tornò al paesaggio della città e aprì la finestra. Il sole brillava e tirava una brezza leggera, ma era rinfrescante.
La neve era solita cadere frequentemente su Cerulean City, ma c'erano dei periodi in cui la gente poteva apprezzare il calore del sole e il piacevole tocco di colore che veniva allo scoperto, una volta che la neve si scioglieva.

Era come se indirettamente, Cerulean le stesse dando il bentornato.
Ne doveva essere felice, ma non ci riusciva. Sentiva che aveva lasciato molte cose in sospeso alle sue spalle. E quello che da lì a poco avrebbe dovuto fare, la metteva in agitazione.
Bussarono alla porta.

  • Avanti.

Una ragazza dai lunghi capelli biondi e occhi molto simili ai suoi, entrò nella stanza. La sua figura era aggraziata e delicata, degna del ruolo che ricopriva in quel Palazzo.
Sorrise mentre faceva passare dentro due donne che trasportavano un abito ingombrante, nascosto da una tela per proteggerlo.

  • Appoggiatelo qui- ordinò la bionda; loro eseguirono e discretamente uscirono dalla stanza. Poi lei si rivolse alla ragazza affacciata alla finestra- Ho pensato che ti avrebbe fatto piacere vedere l'abito scelto per la cerimonia.

La ragazza con il codino diede un'occhiata veloce all’abito ancora nella sua custodia. Il suo viso non mostrò particolare entusiasmo.

  • D’accordo. Sei stata gentile a portarmelo.

  • Non vuoi vederlo?- chiese perplessa la sorella.

  • No, mi fido del tuo gusto- e tornò a fissare fuori dalla finestra.

La bionda si sedette sul letto e rimase a osservare l'insieme dei dettagli della ragazza che aveva davanti. Nel tempo che non si erano viste, Misty era cresciuta sia in altezza che nelle forme. Non così esageratamente da non riconoscerla, ma ad un occhio così attento come il suo, poteva notare certi cambiamenti nel suo corpo. Non era più una ragazzina.

  • È stato un po' difficile per le misure- scartò la custodia e alzò l'abito tra le mani- Mi sono dovuta basare sugli abiti che indossavi quando sei arrivata qui.

Misty abbassò per un attimo lo sguardo, per osservare l'abito che stava indossando. Un lungo vestito di seta color celeste, con pizzi e ricami al busto. Al posto delle sue solite scarpe da ginnastica, stava calzando delle scarpette con un po' di tacco. Per fortuna il vestito non era così lungo, o sarebbe inciampata al primo passo.

Purtroppo da quando aveva fatto il suo ingresso al Palazzo, era stata costretta a disfarsi dei suoi vecchi e comodi abiti. Non perché avessero un aspetto consumato dalle battaglie, ma perché c’erano delle regole da rispettare persino all’interno del Palazzo, tra cui l’abbigliamento decoroso.
Fin da piccola non sopportava tutte quelle regole del Palazzo, e ancora meno in quel momento. Ma per raggiungere il suo scopo, era pronta a qualche compromesso.

  • Sei cresciuta molto, Misty- continuò la bionda, dandole un’altra occhiata.

  • Sì… uhm, suppongo- fece l’altra incerta su cosa dire. Non è che si parlassero molto in passato; anzi, non ricordava di aver avuto un vero e proprio rapporto d’amicizia con qualcuno, se non con George- Anche tu. Non sembri neanche avere solo qualche anno più di me. Ormai sei una giovane donna.

  • Dici?- l'altra abbozzò un sorriso, piacevolmente contenta- Ricordi quanto facevi disperare le nostre bambinaie? Ti rifiutavi di indossare i vestiti che venivano cuciti apposta per te. Una volta addirittura per protesta sei andata in giro nel Palazzo mezza nuda.

Misty diventò subito rossa dalla vergogna. Era un ricordo che avrebbe voluto sotterrare.

  • Ero solo una bambina- protestò con imbarazzo.

  • Sì, lo eri. Ed eri anche un peperino. Con i tuoi capricci facevi impazzire nostro padre- l'espressione di Misty divenne di colpo seria, mentre la sorella continuava a parlare- Non ricordo quante volte aveva mandato le guardie a cercarti. Nella maggior parte dei casi ti trovavano in compagnia di George. Suo padre si sentiva sempre così mortificato, ma non poteva impedire a suo figlio di vederti.

Misty spostò lo sguardo al pavimento. Ricordava bene le volte che la beccavano a dominare il dominio dell'acqua. E purtroppo finiva nei guai anche George, in quanto suo amico.
Daisy notò lo sguardo serio della sorella. Si morse il labbro per quello che stava per dire.

  • Ti ho mai detto qual era l'ultimo desiderio di nostro padre, prima che scomparisse?

La dominatrice dell'acqua rivolse la sua attenzione alla sorella.

  • Posso immaginarlo- alzò le spalle, cercando di mostrarsi indifferente- Che io non fossi mai nata.

Daisy scosse la testa.

  • Perché dici questo?- chiese addolorata.

  • E me lo chiedi? Sono stata solo un problema per lui, in più occasioni. I nostri rapporti erano difficili, lo sai. E sono ancora convinta, come allora, che nostro padre mi odiasse, che la mia nascita sia stato il suo più grande rimpianto.

La bionda la osservò in silenzio, mentre Misty le dava le spalle. Daisy abbassò lo sguardo, c’erano molti ricordi dolorosi nella famiglia Waterflower, ma non era questo il momento per rivangarli o fare luce su di essi. Strinse forte le mani sul delicato vestito ricamato, prima di aprire bocca.

  • Nostro padre desiderava il tuo matrimonio- Misty si voltò sorpresa e guardò confusa la bionda. L'altra non la stava guardando direttamente- Per le femmine Waterflower, lui era più che convinto che il matrimonio era l’apice della felicità. Era intenzionato a organizzare un matrimonio combinato per te, ma… non c'è stato modo di farlo- aggiunse con molta tristezza. Poi prese un respiro, come respingendo quell'amarezza e finalmente incontrò i suoi occhi- Il Presidente dice che questo è il modo migliore per rendere onore a nostro padre e ha acconsentito al matrimonio tra te e il principe.

  • Già, immagino che sacrificio sia stato per lui…- commentò ironica.

  • Misty, il Presidente ti ha concesso di cancellare le vostre rivalità, per il bene di Cerulean City e nostro padre- disse in tono di rimprovero, poi tornò calma e le sorrise incerta- Tu non vuoi rendere felice nostro padre?

Misty si toccò il braccio pensierosa. L’ultimo desiderio… era davvero il suo matrimonio?

Faceva fatica a ricordarlo, era passato davvero tanto tempo. E nell'ultimo periodo non si parlavano quasi più.
Sospirò; in passato non si era certo comportata da figlia obbediente... almeno questo desiderio glielo doveva concedere.

  • Se questo servisse a renderlo felice…- annuì- d’accordo.

Daisy sorrise sollevata, ma il suo sguardo rimase malinconico.

  • Gli organizzatori mi hanno informata che la cerimonia è tra qualche ora. Hai tempo per farti un bagno, prima che arrivino le truccatrici e delle persone che ti aiuteranno ad indossare l'abito.

  • Oh- si strinse nelle spalle. Seppure sapesse bene a cosa stava andando incontro e aveva accettato il compromesso con il Presidente... sentiva lo stesso l'impulso di fuggire da lì; scavalcare quella finestra e gettarsi fuori. Non sarebbe stata una decisione saggia, perché si sarebbe rotta qualche ossa nella caduta, ma l'ansia poteva far fare cose pazze. Doveva resistere a quell'impulso- Bene, meglio che mi sbrighi- si staccò dalla finestra e si diresse verso il bagno. Prima affrontava quella prova, prima avrebbe potuto pensare al successivo passo da fare.

  • … Misty.

La voce della sorella la chiamò. Misty arrestò la sua camminata per voltarsi.

La bionda però sembrò dubbiosa nell'aprire bocca. La sua postura così sicura sembrò in quel momento scivolare nell'incertezza. Come se un sentimento la stesse scuotendo dall'interno. Dopo qualche secondo di silenzio però, sembrò riprendersi.

  • Daisy?

  • … niente- scosse la testa e tornò serena- Mi fa solo piacere che sei qui Misty- e con questo si congedò, lasciando la stanza.

Misty rimase confusa, ma non si soffermò ad analizzare il comportamento della sorella. Aveva bisogno di un bagno freddo per affrontare la giornata.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Era stupido, era assurdo e… cavoli, come pizzicavano quelle calze! Come le chiamavano, collant?
E quei lunghi capelli biondi mossi, gli davano fastidio quando ricadevano sugli occhi. Anche se era una parrucca, si sarebbe volentieri rasato a zero. Ora capiva perché Misty si legava sempre i capelli.
Accidenti, perché Melody lo aveva spedito in una assurda ricerca, se non aveva la minima idea di dove cercare. Quel Palazzo aveva come trenta stanze o di più! E per di più si erano dovuti separare per velocizzare la ricerca.
Come cavolo poteva trovare la stanza di Misty, se non faceva che vagare senza un'indicazione precisa? Ci avrebbe impiegato una vita, di quel passo.

Ma non si era sentito di lamentarsi davanti a Melody. Temeva che lo avrebbe fatto volare via per ripicca.

  • Ehi! E tu dove vai?- si sentì afferrare alle spalle e sussultò. Lo avevano già scoperto?

Era pronto a tirare fuori il fuoco dalle mani, ma si bloccò. Era una ragazza vestita come lui, con un completo nero, con bordi ricamati di bianco e la gonna che arrivava alle ginocchia. Scarpette basse e una cuffietta bianca tra i capelli. Decisamente il completo stava meglio ad una ragazza.

  • Insomma, ti stavano cercando tutto il tempo! C'è tanto lavoro da fare, Kyoko- afferrandola per il braccio, la trascinò- Perché tu sei Kyoko, giusto?- aggiunse poi, dandole un'ulteriore occhiata, come avendo dei ripensamenti.

  • S-sì!- rispose con qualche secondo di ritardo, cercando di modulare la sua voce- Sono io!- non era vero, ma sarebbe stato complesso trovare una scusa e andarsene senza insospettirla.

Non era per niente addestrato a imitare le voci femminili, ma per fortuna scoprì di cavarsela. Non aveva ancora quel timbro di voce così profondo come Brock.

Aveva ragione May; se Brock avesse dovuto fingersi una ragazza, lo avrebbero scoperto subito appena avrebbe aperto bocca.

  • Bene, perché siamo a corto di personale. Siamo tutte impegnate con questa grande cerimonia e qualcuno deve occuparsi della sposa.

Sposa? Si riferiva a Misty? Con un po' di fortuna quell'ignara domestica l'avrebbe condotta da lei.

La seguì in silenzio, e dopo aver voltato per diversi corridoi, si fermarono davanti a una porta.
Ai due lati del muro erano sostate due guardie armate. Si chiese per quale motivo si trovassero lì. Dovevano proteggere la sposa da eventuali pericoli o… ?

  • Sono Mary, ho con me la ragazza. Fateci entrare, abbiamo del lavoro da svolgere.

Le due guardie scrutarono per bene Kyoko, come se dubitassero delle parole di Mary. Ash si accorse di aver già incontrato quelle due guardie. Erano le stesse che avevano attaccato briga con Dawn.

Cercò prontamente di chinare la testa, facendo ricadere ciuffi biondi davanti al viso.
Sperò che il trucco di Melody e Dawn sarebbe stato sufficiente per nascondere la sua identità, o la ricerca sarebbe terminata prima.

  • Forse non mi sono spiegata- riprese Mary, con tono autoritario- Tra qualche ora ci sarà un matrimonio e non c'è un minuto da perdere! O forse volete spiegare voi al Presidente il motivo del suo ritardo?

Le due guardie si irrigidirono e smisero subito di fissare Kyoko. Era evidente che non volevano finire nei guai con il Presidente. Senza dire niente, si spostarono per farle passare, e finalmente poterono entrare.

Quando la porta si aprì, Ash la individuò subito al centro della stanza, in compagnia di altre due domestiche che le giravano intorno. Per qualche secondo dubitò che si trattasse davvero di lei.
Era di spalle chinata in avanti, con la schiena completamente scoperta e il viso coperto dai lunghi capelli che le ricadevano davanti. Nell'istante dopo si rimise dritta, nell'atto di sistemare il vestito sul davanti. Prontamente le due domestiche le chiusero la cerniera dietro. Il vestito però lasciava parte della schiena scoperta.

Se fosse entrato qualche minuto prima, l'avrebbe trovata ancora nuda nell'intento di vestirsi.

Il pensiero lo fece diventare rosso all'istante. Sentiva che non doveva trovarsi lì in quel momento e avrebbe volentieri abbandonato la stanza come un razzo, se non fosse stato per la ragazza che lo stava trattenendo per il braccio.
E così si costrinse a guardare nuovamente Misty.
Indossava un bianco abito lungo, con decorazioni sul tessuto e una gemma al centro; spalline che ricadevano giù, lasciando le spalle e gran parte della schiena scoperte. Il busto stretto in vita modellava la sua figura, dandole delle curve che non credeva avesse. Il suo viso, ora visibile, aveva solo un filo di trucco, ma abbastanza per darle un aspetto femminile. I suoi capelli, non più raccolti nel suo solito codino laterale, ricadevano giù un po' boccollosi e liberi.

  • Lady Misty, ho portato un'altra aiutante. Vi aiuterà a terminare di prepararvi. Io e le altre ci occuperemo del resto- poi guardò Kyoko che sembrava essersi imbambolata e le diede un piccolo colpetto al fianco- Tornerò tra quindici minuti. Il tempo vola, non perdere tempo e non combinare guai. Mi raccomando.

Lui accennò appena con la testa, ancora frastornato dalla situazione.

Le altre domestiche nel frattempo finirono di sistemarle i capelli legando alcune ciocche con un fermaglio e poi uscirono dalla stanza, lasciando soli Misty e Kyoko.

Era così concentrato a guardarla, che si accorse solo dopo di essere rimasto finalmente con Misty, senza nessuno nei dintorni. Però non si mosse, rimanendo vicino all'entrata.
La ragazza dai capelli color arancio le diede una veloce occhiata, ma non le prestò molta attenzione. Sembrava distratta da pensieri lontani.

  • Sei nuova, giusto?- domandò rompendo il silenzio.

  • Eh…- Ash non seppe perché, ma gli uscì ancora la voce femminile.

  • Non agitarti- disse con voce gentile, mentre si avvicinava al comodino, dove erano appoggiati gli orecchini- Posso terminare di prepararmi da sola, non avevo bisogno di aiuto. Ma Mary è così autoritaria…

  • Le nozze…

Misty lo guardò. Quella parola sembrava così strana pronunciata da lui, come lo era per Misty sentirla pronunciare.

  • Sì. È curioso che questo dovrebbe essere il giorno più bello per una ragazza, eppure non riesco a provare neanche una minima sensazione piacevole- sospirò- Per gli altri è un giorno memorabile, io invece vorrei dimenticarlo al più presto. Non so cosa darei per levarmi questo abito e scappare.

  • E allora perché non lo fai?- finalmente la sua voce maschile uscì da letargo.

Misty voltò nuovamente il suo sguardo a Kyoko, ma questa volta la osservò con più attenzione. Quella voce… aveva sentito bene?
Ash fu più veloce a reagire e si tolse la parrucca bionda, rivelando quei suoi caratteristici capelli color corvino.
Per poco a Misty non mancò il fiato. Anche con il trucco in viso, non c'era dubbio che fosse lui. Cosa ci faceva lì Ash?

  • Ma… ah… tu… ?- non seppe neanche cosa dire, tale era la sorpresa.

Il ragazzo ancora in tenuta da domestica avanzò verso di lei, fino a che non si trovarono uno di fronte all’altro.

  • Non lo immagini?- disse lui, come intuendo la probabile domanda di Misty- Sei scappata, non hai lasciato che una misera lettera di addio e non ti sei neanche degnata di salutare il tuo team. E ora scopro anche che sei una principessa…

Misty chiuse la bocca. Ricordò quello che aveva fatto e intuì come si dovevano esser sentiti. Ash era sicuramente deluso e rancoroso nei suoi confronti. Come dargli torto? Non era stata lei la prima a infuriarsi quando lui se n'era andato senza dare spiegazioni?

  • Mi spiace- era l’unica cosa che poteva dire in quella circostanza.

  • Tutto qui?- lei annuì triste- Un po' deludente, non credi?

  • Non avevo alternative Ash- cercò di giustificarsi- Dovevo farlo.

  • Cosa... ? Venire qui e sposarti con un tizio che neanche conosci, solo per poter tornare a vivere a Cerulean City? O abbandonare il tuo team?

  • No, non è così che stanno le cose. Io…- poi si bloccò, come se si trattenesse nel dire di più- Non ha importanza.

  • Cosa non ha importanza?- insistette Ash con un tono di accusa. Avanzò di un passo, alzando la voce- Il tuo team, i tuoi amici? O quei ideali in cui dicevi di credere!

  • Io ci credo ancora!- disse lei risentita.

  • Non sembrerebbe, visto che non ci hai impiegato molto nel precipitarti qui e infilarti un abito da sposa.

  • Non lo faccio per scelta. Non mi sto certo divertendo!

  • E allora chi ti sta obbligando? Non è da Cerulean City che eri ricercata? Per chi lo stai facendo quindi?

Misty si morse il labbro, come incerta se continuare a discutere. Cercò di calmarsi e parlare con adagio.

  • Ascoltami, fuori ci sono due guardie che sicuramente entreranno in questa stanza, se sentiranno la voce di un ragazzo.

  • Sì, ho notato le nostre due conoscenze- disse ironico- Che vengano pure, li sistemerò con il mio fuoco- alzò il braccio indifferente.

  • No!- lo bloccò prima che facesse qualche stupidaggine- Non voglio risse Ash.

  • Perché? Così tanta voglia di sposarti?- fece lui irritato- Così tanta premura di sbarazzarti del tuo vecchio team?

  • N-non è così- mormorò lei con voce spezzata. Perché non capiva quanto era difficile per lei?

  • E allora cosa? Perché per una volta non mi racconti la verità!

  • Perché è per la vostra sicurezza!- esclamò, quasi al bordo della pazienza.

Ash la guardò per un momento sorpreso, per poi incrociare le braccia scettico.

  • Spiegati.

  • Io…- abbassò lo sguardo triste, stringendosi nelle spalle- all'ospedale, vedendo in che stato vi eravate ridotti, nuovamente... sono stata presa dal panico. Avevo il compito di stare al vostro fianco, prima che il Team Magma attaccasse. Ho agito troppo tardi e per poco non vi perdevo.

Ricordi della battaglia aleggiarono nella stanza. Ricordi di una battaglia che aveva colpito tutti loro.

  • Non è stata colpa tua…- ammise lui, sentendo del rimorso per non essere riuscito a fare di più in quella battaglia.

  • E invece sì! Ero la vostra leader e cosa ho fatto per proteggervi?- nei suoi occhi lucidi, c'era riflesso il suo dispiacere- Solo allora ho capito che non ero la più indicata. Ho sbagliato con George e non voglio sbagliare con voi.

Il ragazzo la osservò, comprendendo lentamente i sentimenti che l'avevano spinta a reagire in quel modo. Ma ancora gli era difficile accettarlo.

  • E quindi sei venuta qui?- lei annuì.

  • Quando ho ricevuto la lettera di Daisy, ho intravisto una possibilità per lasciarvi fuori dalla battaglia. Non sono tornata qui principalmente per il matrimonio, ma per un accordo con il Presidente.

  • Quale accordo?- chiese ora curioso. Gli sembrava strano che lei andasse a patti con un tipo del genere.

Misty si sedette sul bordo del letto con un gran sospiro sospiro stanco.

  • Per tradizione tutti i reali si devono fidanzare o sposare in giovane età. Tra le mie sorelle, ero l'unica che mancava. Ero scappata ancora prima che si decidesse del mio futuro fidanzamento. So che per Cerulean è importante mantenere un immagine decorosa di sé, per questo la mia disobbedienza era intollerabile- si toccò ciocche di capelli con nervosismo. Dal suo sguardo sconfitto, non sembrava proprio tenerci a quella tradizione- Per il Presidente quindi, il mio matrimonio era una buona opportunità per stringere alleanza con un altro paese dell'acqua e ripristinare il buon nome della famiglia. Per me invece era l'opportunità per rimettere piede a Cerulean, non più come fuggiasca, e apportare dei cambiamenti. Solo una volta sposata, mi verrebbe legalmente riconosciuto il mio titolo di regnante e il diritto a intervenire sulle decisioni della città. La gente finalmente mi ascolterebbe e io potrei convincerla della necessità di combattere.

  • Tu… hai ancora intenzione di combattere il Signore del Fuoco…- disse lui sorpreso, credendo che in quel trambusto, sarebbe stato assurdo pensare ancora a quell'obiettivo.

  • Certo- annuì e gli rivolse uno sguardo carico di determinazione- Lo sai che è quello il mio unico scopo. Se avrò l'appoggio della mia gente, potrei convincerli ad allearsi anche ad altri paesi di altri domini. E la guerra potrebbe prendere una svolta diversa- rivolse la sua attenzione al tappeto sotto i loro piedi- Non ci sarebbero più dei ragazzini soli a combattere, ma un esercito di adulti. Voi non dovreste più lottare e sareste in salvo; nel frattempo potrei mettermi sulle tracce della gente di Melody, la madre di Dawn, la famiglia di May, i fratelli di Brock... cercherei un posto sicuro per loro- tornò a guardarlo- Non capisci? È la scelta più giusta.

Stupida– pensò fra sé Ash, stringendo i denti.

  • Noi non ti abbiamo chiesto di proteggerci- dichiarò lui e andò a sedersi accanto a lei senza guardarla- Non puoi semplicemente andartene e prenderti carico di tutti i problemi. Non è per questo che sono restato nel vostro team. E lo stesso suppongo che valga per gli altri.

Non è per questo che ti ho seguita– pensò ancora.

  • Ash…

  • Credi veramente che una volta che avrai rispettato i patti con il Presidente, andrà come tu hai pianificato?

  • Farò di tutto per farlo accadere.

  • E non hai pensato a noi? Ai tuoi compagni…

Non hai pensato a come mi sarei sentito?– disse la voce dentro di lui.

  • La vostra sicurezza viene prima- spiegò lei, con un tono di voce convinto.

Ash si sentì fremere dalla rabbia e girandosi verso di lei l'afferrò per le spalle.

  • Misty, noi non siamo dei bambini! E tu sei umana! Non ho bisogno che tu mi protegga, sono un ex-membro del Team Magma, posso cavarmela. Smettila di fare l'eroina e torna nel team! Loro hanno bisogno di te.

Io ho bisogno di te- replicò la voce nella testa, senza lasciarlo uscire dalle sue labbra.

La ragazza lo fissò stupita. Gli occhi di Ash la fissavano con tanta risoluzione da lasciarla senza fiato.

Sentiva le sue mani stringere con più forza le sue spalle; il caldo che le trasmetteva contrastava il freddo del suo corpo. Poteva percepire come il suo corpo si scaldava con un solo tocco suo, ridandole un po' dell'energia che si era spenta in quelle ore. Perché la sua vicinanza le provocava un turbinio di emozioni?

Si obbligò a reprimere quel fuoco che sentiva crescere in lei. Non era il momento giusto.

Un sorriso triste si formò sulle sue labbra. Si alzò in piedi, costringendo Ash a lasciarla andare, e andò a recuperare la parrucca che il ragazzo aveva fatto cadere. Le diede una spolverata mentre tornava a sedersi accanto a lui. Ash la seguì con lo sguardo senza capire.

Lei, senza soffermarsi a spiegare, la sistemò con delicatezza sulla testa del ragazzo, che la guardò ancora più confuso. Con le mani afferrò alcune ciocche di quella parrucca e le trascinò vicino a sé, spingendo nell'atto anche la testa di Ash in avanti. Le loro fronti si scontrarono leggermente e i loro nasi per la vicinanza si sfiorarono.

Lei socchiuse gli occhi e non lo lasciò andare.

  • Sai, a volte mi è capitato di pensare…- disse dolcemente, quasi in un sussurro- che forse sei proprio tu il leader di cui il Team Luce ha bisogno.

Ash rimase in silenzio, senza muoversi.

Del resto cosa poteva dire o fare? Era rimasto pietrificato dal gesto improvviso della ragazza e non poteva staccare lo sguardo dal suo volto, così vicino da fargli mancare il fiato. Quei occhi verde acqua nascosti dalle lunghe ciglia, quella pelle così chiara che contrastava con le ciocche color arancio che ricadevano sulla spalla scoperta, e il dolce profumo che emanava il suo corpo. Le sue spalle erano ancora più minute di quel che ricordava, così come le sue braccia, dando l'impressione di essere più fragile di quel che dimostrava. Il corpino del vestito, così stretto sul petto, era scollato sul davanti lasciando intravedere le curve del suo seno. Ash alzò lo sguardo allarmato e imbarazzato per dove i suoi occhi si erano spinti, sperando che lei non avesse fatto caso al suo sguardo indiscreto, e si concentrò sulle labbra che si muovevano per parlare.

  • Hai coraggio, abilità e… ogni tanto te ne esci con qualche idea buona- la sua voce così suadente da far venire i brividi, pronunciavano parole che non venivano subito recepite dal ragazzo- Ma soprattutto, ci tieni al team. E me lo hai dimostrato in più occasioni, rinunciando alla tua missione per venire con noi.

Continuò lei a parlare, ma sebbene gli parlasse a pochi centimetri dal suo viso, lui non riusciva a smettere di fissare le labbra di lei. Con quella sfumatura di color rosso e uno strato di lucido sopra, erano come se lo stessero invitando... invitando a essere sfiorate, toccate... assaporate.
Ash si sentì avvampare dal rossore, rendendosi conto dove la sua immaginazione lo stava spingendo.
Se il suo cuore prima era come congelato a causa del ravvicinamento della ragazza, ora era come impazzito, battendo come un matto. E faceva così gran baccano che Ash temeva che Misty potesse arrivare a sentirlo.

Avrebbe dovuto indietreggiare subito, interrompere quella strana vicinanza e mettere distanza. Ma per qualche strano motivo, non ci riusciva. E non voleva.
Cosa gli stava accadendo? Sentiva bruciarsi dentro, gli mancava il fiato e un desiderio sconosciuto lo spingeva a cercare le sue labbra. Sapeva che era sbagliato, che non era il momento, ma si sarebbe lasciato trasportare volentieri da quel sentimento. Avrebbe chiuso gli occhi e…
 

Proibito.
 

Il suo corpo si congelò e gli occhi si spalancarono.

  • … Ash?- lei sembrò solo in quel momento accorgersi dell'espressione di panico di lui- Stai bene?

  • … sì- la sua voce uscì a fatica dalla gola. Era ancora carica del desiderio che era stato represso.

Misty sembrò ignorare cosa stesse succedendo nella testa del ragazzo, però si sentì rassicurata dalla sua risposta e lasciò andare la parrucca bionda. Si alzò dal letto e afferrò il velo da sposa sul comodino.

  • Mary sarà qui a momenti- si posizionò davanti a uno specchio- Se non mi trova preparata, poi farà una scenata.

  • Io… gli altri… mi stanno aspettando fuori- mormorò lui, ancora con la voce tremolante, evitando di guardarla. Lei annuì.

  • Meglio che ti sbrighi, la cerimonia non durerà a lungo e potrebbero accorgersi della vostra intrusione.

  • Ah… sì- si alzò con lentezza dal letto e si diresse verso verso l'uscita. A un passo dalla porta di bloccò- Questo è un addio? Non c'è modo di farti cambiare idea?

Misty guardò dallo specchio le spalle del ragazzo. Sapeva cosa voleva dire. Prendendo quella decisione, non si sarebbero più visti. Le sue nuove responsabilità l'avrebbero allontanata dai suoi amici.

  • Ho preso una decisione, e ho intenzione di portarla avanti- disse lei, cercando di celare la sua tristezza.

  • Capisco…- mormorò lui senza voltarsi e toccando la maniglia della porta.

  • Ash…- il ragazzo si bloccò nuovamente- Io… io vi voglio bene. Per me siete importanti, più di quanto crediate. È solo con voi che sento di poter essere me stessa. Spero che un giorno voi possiate perdonarmi.

Il ragazzo non aggiunse niente e uscì mogio dalla stanza. Di fuori c'erano le solite due guardie, che tornarono a fissarlo. Nei panni di Kyoko non doveva temere di essere fermato, ma in quel momento non gli importava se lo avessero scoperto. Voleva solo mettere distanza tra lui e quella stanza, voleva starle il più lontano possibile. Dei sentimenti contrastanti lo stavano divorando e non voleva tornare indietro e fare qualche pazzia.

Anche se stava provando risentimento per la sua scelta, non poteva odiarla. Misty stava sacrificando la sua libertà per portare a compimento la sua missione, proteggendo il suo team.

Non poteva vanificare i suoi sforzi per un capriccio.
Camminò il più velocemente possibile senza voltarsi dietro.

Non l'avrebbe più rivista.

 

≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈**≈≈≈

 

Melody stava camminando per i corridoi guardandosi intorno e ogni tanto si fermava a dare un'occhiata alla sua immagine riflessa dagli specchi. Non stava male con quel completo nero da cameriera. Era stata una buona idea prendere in prestito i vestiti delle dipendenti del Palazzo. Con un matrimonio in vista, non avrebbero fatto caso a due ragazze, o una ragazza e un ragazzo, in più.
Lo sguardo si perse nei suoi stessi occhi marroni e alcune immagini tornarono alla sua mente.

Rabbrividì.
Era da quando si era svegliata che continuava a chiedersi se fossero reali o…

I suoi occhi caddero sul suo polso, fasciato da un polsino nero abbinato al vestito. Lo spostò, rivelando una sagoma rossa, lieve ma presente.
Non era la marcatura della presa di quel dominatore del fuoco a impallidirla ogni volta, ma quello che aveva visto dentro di lui. C'erano molte cose che non capiva nella visione, però altre erano nitide. Odio, malvagità e… un'altra cosa che non riusciva ancora a comprendere.

Avere il dono, non implicava anche avere la capacità di sapere analizzare.
Scosse la testa e si sistemò il polsino. Non era il momento per quello; ritrovare Misty aveva la precedenza.

Doveva… doveva venire a conoscenza di ciò che aveva visto. Se ne avrebbe parlato con lei, sapeva che insieme avrebbero trovato una soluzione.

Già, ma… e se davvero non volesse tornare?

 

Sapete che non mi tiro indietro in una battaglia, ma non avete pensato che lei non voglia essere trovata? E se una volta lì, lei si rifiutasse di venire via?


La voce di May risuonò nella sua testa come una giustificata obiezione.

Ripensò alla sua isola, la sua famiglia, la sua gente... E se ci fosse stato un modo per farli tornare e rimettere le cose come stavano sull’isola prima dell'arrivo dei nemici? In quel caso, cosa avrebbe fatto? In quanto figlia del sindaco dell'isola, e ultima persona con il dono, avrebbe avuto il compito e dovere di guidare la sua gente. E di fronte alla piacevole opportunità di lasciarsi alle spalle le guerre e tornare ad essere la solita ragazza spensierata, amata dalla sua gente... cosa avrebbe detto ai suoi compagni per giustificare la sua uscita dal gruppo?
Forse la decisione di riportare Misty nel Team Luce non era del tutto giusta. Non aveva anche lei il diritto di essere felice con la sua gente?

Con l'opportunità di non essere più ricercata e non doversi più fare carico di un gruppo di ragazzini... sarebbe stato più sensato scegliere di tornare a casa.
Melody continuò a camminare mentre rifletteva, la sua andatura però non era più così spedita e frettolosa.

Non si stavano comportando da egoisti?

Chinò la testa e fissò il pavimento, senza più essere così convinta della sua decisione.

Il pavimento sotto di lei brillava, ma non ci fece subito caso, finché la superficie non si fece scivolosa.

Un brivido la percosse e si accorse che la temperatura si era abbassata drasticamente di colpo. Com'era possibile, se fino a poco fa si stava bene?
Ma poi alzando lo sguardo vide la causa. Lastre di ghiaccio ricoprivano anche le pareti e le statue situate lungo il corridoio, e sembravano condurre ad una porta.

Di fronte a quella vista, le sembrò di rivivere lo stesso incanto, quando Misty inconsapevolmente aveva congelato il bagno.
Ci doveva essere qualche dominatore dell'acqua lì dentro. Però perché usare una tecnica proibita proprio all'interno del Palazzo? Non era un po' azzardato?

Pensò che l'unica in grado di fare qualcosa di così folle, fosse proprio Misty. Ma perché?
Avanzò con cautela e con il timore di cosa avrebbe potuto trovare, al di là della porta spalancata.
Tre guardie erano distese a terra, prive di conoscenza. Chiunque avesse fatto irruzione, aveva aperto con semplicità una porta rinforzata, piena di sigilli e serrature di sicurezza.

Al centro della stanza vide una figura incappucciata e di spalle. La persona, ignara di avere uno spettatore, era intento ad afferrare qualcosa da una bacheca.
Melody cercò di vedere il volto della persona, rimanendo nascosta dietro il muro, ma doveva aver fatto qualche tipo di rumore perché la persona si voltò di scatto e dei freddi occhi celesti la individuarono. Qualcosa oscillò fuori dalla sciarpa azzurra, come una catenina.
La castana sussultò. Non capì perché ma sentì la necessità di scappare via da lì o sarebbe stata la fine per lei.
Corse, scivolo e si rimise a correre. Tale era lo spavento, che si era dimenticata di poter usare il suo dominio per mettersi in salvo. Dopo aver corso alla cieca, senza avere la minima idea di dove si trovasse, capì che il tizio non l'avrebbe seguita e cercò di riprendere fiato.
Cosa cavolo stava succedendo?
Non ebbe il tempo di rimettere in ordine le idee, che una voce la fece trasalire. Senza saperlo si era appoggiata vicino ad una porta semichiusa. Al suo interno si udivano due voci. Una di quelle la riconobbe: era del Presidente.
Non voleva certo farsi beccare da lui, prima ancora di aver trovato Misty, ma il panico provato precedentemente le impediva di rimettersi in marcia.

  • … ecco, con questo dovrebbe essere a posto- disse il Presidente.

  • Sì, l’accordo firmato mi sembra tutto in regola- disse la persona che era con lui.

Non poteva vederli, ma poteva sentire che stavano armeggiando con fogli e timbri.

Chissà se il Presidente era al corrente che qualcuno, oltre a lei e Ash, era entrato nel Palazzo abbattendo delle guardie?

  • Bene, mi aspetto che voi rispettiate i patti.

  • Certo, siamo di parola. Ma per quanto riguarda la ragazza… è sicuro che non ci saranno dei problemi con lei?

  • No. Le ho fatto credere che con il matrimonio tornerà in pieno possesso dei suoi poteri qui al Palazzo. È ignara che verrà invece mandata nella vostra isola, una volta concluso il matrimonio. Certo, avrà da ridire, ma quando se ne accorgerà sarà ormai troppo tardi. Come ti ho già spiegato, è una dominatrice dell'acqua senza disciplina, ma so che tu sarai in grado di dominarla e renderla tua. Una volta che si sarà rassegnata al suo destino, diventerà una docile moglie.

  • Mi piacciono le sfide e lady Misty è proprio il mio tipo.

  • Ottimo, è ora che tu vada a prepararti. I preparativi per il matrimonio dovrebbero essere terminati e Misty non deve sospettare che abbiamo un accordo segreto.

I due uscirono dalla stanza e presero strade diverse. Nessuno dei due fece caso che sopra di loro, appiattita contro il soffitto, c'era una ragazza.

Una volta lontani, Melody poté scendere lentamente giù. Per fortuna questa volta il suo dominio aveva reagito.

Ma non aveva tempo per tirare un sospiro di sollievo e corse nell'altra direzione del corridoio, evitando la zona dove aveva incontrato quel misterioso personaggio.
Doveva... doveva trovare Misty!
Sentì le campane suonare, chiamando a raccolta gli invitati nella sala principale del Palazzo.
Non rimaneva più tempo! Anche se era veloce nel correre, non sapeva dove trovare la stanza di Misty, e se l'avrebbe trovata ancora lì.
No, lei non poteva… non doveva sposarsi!
Nella foga nel correre, andò a sbattere contro qualcuno.
Non ora!– pensò terrorizzata Melody, seduta a terra. Se doveva ingaggiare un combattimento, non ce l'avrebbe fatta in tempo.

  • Ahio! Ma chi diavolo…!

Il lamento dell'altra persona le fece tornare la speranza nella buona sorte. La persona con cui si era scontrata era una domestica dai capelli biondi spettinati e occhi neri.

  • Melody! Cosa…?- non fece in tempo a terminare, che la castana si alzò e si chinò subito da lui.

  • Alzati Ash, non è il momento di poltrire!

Il ragazzo fece una smorfia, mentre veniva aiutato a rialzarsi bruscamente. Ne aveva di faccia tosta Melody, l'aveva fatto cadere lei. Come se già non fosse abbastanza di malumore per conto suo!

  • Senti, io ci ho provato, ma lei…- tentò di spiegare Ash, ma Melody non lo lasciò terminare.

  • Devi fermare il matrimonio!- esclamò lei agitata.

  • Non mi hai sentito?- fece Ash seccato, ancora risentito per la decisione della dominatrice dell'acqua- Misty non ne vuole sapere di tornare. È decisa a sposarsi e combattere per conto suo. Dice che ha fatto un accordo con il Presidente.

  • Si sbaglia, Ash!- lo afferrò per le spalle- Il matrimonio è tutta una montatura. Il Presidente in realtà vuole far sposare Misty con un finto accordo, per poi mandarla in un posto lontano, dove non potrà più esercitare il suo dominio. Ash, dobbiamo fermare il matrimonio, prima che sia troppo tardi!

   
 
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