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Autore: In_This_Shirt    31/08/2022    1 recensioni
1986 - Hawkins, Indiana. Chrissy Cunningham è una brava ragazza ma con grandi segreti; Eddie Munson, invece, sembra quasi non aver paura di niente - ribelle e sfacciato, vive la sua vita in modo libero e senza preoccuparsi dei giudizi degli altri. Chrissy non riesce a non invidiarlo, a non guardarlo di nascosto, a desiderare di essere simile a lui e avere la sua stessa forza di tirare i propri sogni fuori dal cassetto. Entrambi si scrutano di nascosto prima con diffidenza, poi con curiosità. Una storia dedicata al modo in cui si cresce, alla scoperta delle proprie imperfezioni e alla loro unicità. [ Chrissy x Eddie | What If - il racconto riprende dall'ultima scena Edssy, senza tener conto dei fatti avvenuti nella serie. ]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chrissy Cunningham, Eddie Munson
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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La donna sul foglio ha gambe lunghissime e una vita stretta, nessun dettaglio sul oltre la forma accennata delle labbra – un cuore nero, un fiore di tulipano appena sbocciato. Indossa una camicia con il collo alla coreana fatta interamente di pizzo nero, idealmente un vedo non vedo; una gonna di tweed a quadri, cortissima, con uno spacco generoso tenuto insieme da tante spille da balia di diverse dimensioni. Un paio di calzettoni con la stessa fantasia affondano in scarpe nere con la suola altissima.
Chrissy le rifinisce, si concentra sugli intrecci della camicia, muove velocemente la matita su e giù nel foglio.
Sa che dovrebbe stare attenta. La professoressa sta spiegando gli integrali, l’argomento del prossimo test. L’unico che manca prima del diploma, per inciso. Ma lei è sempre stata brava in tutto, compresa l’odiosa matematica. Non ha mai avuto difficoltà a capire qualcosa e metterla in pratica. Normalmente sarebbe perfettamente attenta, china a prendere appunti con precisione maniacale, dividendo tutto con le penne colorate e i piccoli stickers segnapagina così da avere tutto ordinato in modo disciplinato, preposto alla prossima fase di studio.
Ma l’aria tiepida che entra dalla finestra la distrae. Le prime, esitanti foglioline verdi che crescono sugli alberi. L’improvviso fervore che sembra essersi creato nei corridoi, teatri di un brulicare civettuolo e ridanciano. I segni della primavera che arriva, lasciando scemare via l’inverno impetuoso, portando con sé rinnovamento, rinascita, lasciando indietro ogni forma di malinconia.
Quando la campanella suona chiude il suo quaderno dei disegni, infilando nella pila di libri destinati all’armadietto. Non lo porta mai a casa, dove sua madre potrebbe in qualche modo vederlo, preferisce lasciarlo lì, protetto dalle mura della scuola.
Svincola nel corridoio, trovandosi davanti Patrick, un compagno di squadra di Jason, con un grosso cartello bianco appeso attorno al collo. Scopre, sbriciandoci sopra, che ci sono svariati ritagli di giornale attaccati. Sono tutte le coppie del momento: Sarah Jessica Parker e Robert Downey Jr., Sylvester Stallone e Brigitte Nielsen, Brad Pitt e Juliette Lewis, Charlie Sheen e Wynona Rider. E poi c’è la sua foto con quella di Sheila, la sua ragazza, e la lettere ritagliate a formare la parola ‘prom?’. Lui ha l’aria un po’ nervosa, regge un mazzo di fiori. Ma quando Sheila esce dalla porta della classe fa prima un gridolino, poi una risata, e infine si lancia in un abbraccio che lascia presagire che tutto è andato per il meglio.
- Non credo che mi mancherà tutto questo.
La voce – quella voce – le è apparsa alle spalle. Non ha neanche bisogno di girarsi, sa già chi è. Ha riconosciuto il timbro, il profumo inconfondibile di tabacco e erba tagliata. La sua pelle, in qualche modo, ha reagito prima di lei: ha gli avambracci pieni di inspiegabili brividi, tant’è che finisce con lo stringersi più forte i libri al petto mentre si gira, senza riuscire a trattenere un sorriso.
Eddie è lì, appoggiato al pilone in cemento del muro. Quando la vede apre la bocca, mima il gesto del vomito e rotea gli occhi, per dare più enfasi al proprio concetto, strappandole una risata. Ha addosso la giacca di pelle, un paio di jeans scuri, anfibi ai piedi. Sta benissimo, così sicuro, così se stesso al punto tale da sembrare sfacciato.
- Dai, neanche un pochino? – lo sfida Chrissy, appoggiandosi a sua volta sulla superficie metallica.
- Ma come si fa?! Gente che basa la propria vita sull’attesa di uno stupido ballo.
Lo dice con una smorfia ripugnata, teatrale come sempre.
- Beh, è un rito di passaggio. Un… saluto all’adolescenza, diciamo così.
Almeno è come lo ha sempre visto lei. Si vergogna a dirgli che al ballo ci tiene, che non vede l’ora di andarci. Ha paura di scadere ai suoi occhi dicendogli che ha già comprato un vestito e, nel laboratorio di sartoria della scuola, ne sta cucendo un altro. Uno che probabilmente non avrà mai il coraggio di indossare, ma le permette di aggrapparsi al suo sogno ancora un po’. Perché poi sa che, dopo il ballo, dovrà dirgli addio. La aspetta il college, la facoltà di legge, non ci sarà più tempo per dedicarsi agli abiti.
- Sono sicuro che sarai eletta reginetta.
Eddie non lo dice con cattiveria o con malizia. Non fa nessuna smorfia o niente che possa lasciar presagire una presa in giro. È serio, e Chrissy non riesce a capire se è una cosa brutta o meno, così decide di chiederglielo.
- È una cosa così orribile per te?
Si sente stupida a fare una domanda del genere. Per un attimo, poi, realizza di aver dato per scontato che tocchi a lei quando ci sono anche Kelly e Sheila a meritarselo altrettanto. Si dà mentalmente della stupida, convinta che troppa fiducia in se stessa non vada bene, sia indice di poca umiltà.
- No, Chrissy. Non se sei tu a governare questa stupida scuola. Chissà: magari tra i tuoi tanti poteri c’è quella di renderla un posto migliore.
- Non riesco mai a capire se scherzi o meno.
- Non scherzo.
Si guardano per un attimo. Chrissy sente qualcosa di strano, nella pancia. Un formicolio prepotente che le invade lo stomaco, all’improvviso, divampando rapido come un incendio.
- Tu ci verrai? – gli chiede, sottovoce.
- Al ballo? Nemmeno morto.
- Già, è proprio da te.
- Però avrei piacere di invitarti a un altro ballo.
Le dà un biglietto. Chrissy lo sbircia. È un collage fotocopiato di una serata dei Bara Acida. Realizza che è martedì, che loro suonano, che lui l’ha già invitata due volte. Forse ci tiene davvero che vada e quello è il suo modo di comunicarglielo.
Quindi sorride, se lo stringe al petto.
- Ci sarò! – gli promette. Non sa ancora come, ma ci sarà.
 
In una sola sera, Chrissy ha scoperto svariate cose. Tanto da poterci fare un elenco.
  1. Scavalcare una finestra quando tutti si sono già coricati nelle rispettive stanze è meno difficile di quanto sembri;
  2. Le luci della sera rendono tutto più suggestivo e, con una bicicletta e un cappuccio, permettono di girare assolutamente indisturbati;
  3. The Hideout è un locale stranamente cool, fatto delle più strane sottoculture ma non per questo meno divertente;
  4. I Bara Acida sono ancora schizzati come alle medie, ma Eddie sul palco è –
Eddie sul palco è dentro il suo elemento. Vibrante, energico, a tratti folle. È un giovane e scatenato Mick Jagger e allo stesso tempo un affascinante ed esile David Bowie. Non c’è niente che gli manchi, anche se la sua chitarra è prepotente, se il metal non è decisamente il genere di Chrissy.
La sua figura sottile ha i contorni illuminati dai riflettori, sembra un fantasma nero. Quando finiscono di suonare e scende dal palco ha la fronte imperlata di sudore, alcuni capelli attaccati alle guance.
Si guarda intorno e Chrissy sa che sta cercando lei. Quando i loro sguardi si intrecciano, quando ne ha la certezza, gli corre incontro.
- Cunningham! – esclama, sorpreso – Ce l’hai fatta!
Lei sente una piccola ondata di felicità affiorarle sulle labbra, mentre ride di quell’entusiasmo. Non gli dice cosa ha dovuto fare per essere lì e come. Omette la paura, il terrore di essere scoperta dai suoi che non la lascia neanche un secondo. Gli evita il racconto dell’intero pomeriggio passato a pianificare come uscire dalla finestra della sua stanza senza farsi male, la sbucciatura sul ginocchio del piano miseramente fallito, la scarpinata in bici e il deodorante, nascosto nella borsa, che ha ripassato sotto le ascelle prima di entrare nel locale. Non gli dice che è andata in bagno a pettinarsi di nuovo, a ripassare il rossetto, che ha lasciato la felpa pesante nel canestro della bici perché lui potesse vedere il top nero all’uncinetto che si è cucita da sola, il cerchietto per il collo che ha comprato apposta per l’occasione.
Si passa le mani sui jeans, improvvisamente nervosa.
- Sei stato bravissimo! – gli dice, cambiando il discorso in modo repentino.
Lui sorride. Sembra così felice, adesso. E così diverso, fuori dalla scuola.
- Vieni. Non è questo il ballo a cui ti ho invitata.
Fa un mezzo inchino, porgendole la mano. Gli altri membri della band, ragazzi di scuola, li guardano divertiti. Chrissy non pensa neanche di chiedere a loro di stare zitti, di non dire che l’hanno vista. In qualche modo, sa già che lo faranno.
Dà la mano a Eddie, lasciandosi guidare. Passano tra le persone, tra le luci soffuse del locale, raggiungono la scala antincendio.
- Possiamo farlo? – chiede Chrissy. Come se non avesse già trasgredito regole a sufficienza, per una sola sera.
- Certo. Conosco il proprietario del locale, gli ho chiesto il permesso.
- Ma non sapevi neanche se sarei venuta!
- Diciamo che speravo fortemente di sì.
Le fa l’occhiolino, aprendo la pesante porta del tetto.
Non c’è molto la sopra, a dire il vero. Ma quello che c’è basta e avanza.
Eddie ha preparato una coperta a quadri, due bottiglie di birra, un paio di cartoni della pizza. Ci sono tre o quattro candeline e un giradischi portatile appoggiato vicino a loro.
Non è esattamente lo scenario più fine del mondo, non assomiglia per niente a quello dei film. È piuttosto raffazzonato, tirato alla bell’e meglio, eppure a Chrissy piace lo stesso. Le piace che qualcuno abbia pensato a qualcosa del genere per lei, che si sia impegnato a organizzarle una sorpresa coi mezzi che aveva, anche se scarsi. Le piace, poi, che quel qualcuno sia Eddie.
Quando si siedono sono sotto un intero cielo di stelle.
- Quella è l’orsa maggiore! – gli spiega Chrissy, indicando la costellazione.
- Conosci anche le stelle?
- Un po’.
La tensione tra loro comincia a sciogliersi, mentre parlano del cielo, del fatto che lei conosca bene l’astronomia per anni e anni passati in campeggio l’estate mentre lui andava a pescare le trote. Ma poi è il suo turno di scoprire le cose. Scopre come funziona Dungeons and Dragons, scoprendo che il Diavolo tanto osannato dai giornali non centra nulla; Eddie, per farle capire un po’ meglio quel mondo, le ha portato la sua copia del Signore degli Anelli, che lei accetta volentieri di leggere; scopre che la birra ha un buon sapore, anche se amaro, e che le piace accompagnarla alla pizza; che la madre di Eddie è in rehab e il padre non ha idea di chi sia. Lui dice che la cosa non lo ferisce ma Chrissy sa che non è così, non riesce a spiegarsi come. Lo sa e basta, lo vede nel leggerissimo cambiamento del suo volto, nel modo in cui i suoi occhi sembrano spegnersi. In quel momenti non sembra più l’istrionico musicista pronto a prendere il controllo del mondo, ma l’adolescente fragile che è. Il suo corpo è pieno di spigoli, la sua anima di zone appuntite da limare.
Sa che dentro Eddie c’è una ferita nascosta, proprio come la sua. E forse è quella che la attira come una calamita.
Può riempirsi di così tanti dettagli di lui, adesso.

 
   
 
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