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Autore: Aagainst    31/08/2022    1 recensioni
“ Lexa se n’era andata senza nemmeno salutarla. L’aveva sedotta per poi abbandonarla, gettarla via come una scarpa vecchia. Le aveva preso tutto, il suo cuore, la sua anima, il suo amore e l’aveva resa un guscio vuoto, incapace di sentire qualsiasi cosa all’infuori di un insopportabile dolore. E, nella penombra della sua stanza, Clarke giunse alla più beffarda delle conclusioni. Non avrebbe mai smesso di amare Lexa Woods. Non ne sarebbe stata capace. Mai.”
Sono passati tre anni da quando Clarke si è risvegliata senza Lexa accanto, tre anni in cui, eccezion fatta che per qualche panel o intervista a cui entrambe hanno dovuto presenziare, le due attrici si sono a malapena rivolte la parola. Tre anni in cui Clarke non ha mai ricevuto risposte e in cui Lexa non ha fatto nient’altro che sfuggire qualsiasi domanda.
Eppure, il destino è dietro l’angolo
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Madi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

You make me feel alive again
(Kam Michael feat. Eredaze-Alive Again)

 

 

 

“O, passami i popcorn!” esclamò Raven alzando la mano, lo sguardo fisso sulla tv

“Arrivano!” rispose Octavia, lanciando all’amica una ciotola di plastica piena zeppa di pop-corn che, puntualmente, si rovesciò sul divano. Lincoln si passò una mano sul volto, già pronto per la sfuriata che sarebbe arrivata di lì a poco. Kane, che era seduto per terra accanto a lui, si alzò in piedi e cercò di raccattare quanti più pop-corn possibile, invano.

“Ehi! quello è il mio divano!” sbottò Lexa, le  mani sui fianchi. 

“Oh, andiamo, ciò che è tuo è nostro ormai, lo sai bene.” ribatté Anya. Lexa alzò gli occhi al cielo e colpì l’amica sul braccio.

“Ahia!” si lamentò quest’ultima, fulminandola con lo sguardo.

“Silenzio, tra poco tocca a Clarke!” zittì tutte Abby, sedendosi sul divano. Le quattro attrici si calmarono immediatamente, intimorite dalla donna. In tv, intanto, Daniel Kaluuya vinceva l’Oscar come miglior attore protagonista. 

“Ci siamo!” esclamò Raven, con entusiasmo. Abby si voltò verso Lexa. Le sorrise e le carezzò la mano, con fare quasi materno. 

“Comunque vada, sono fiera di lei.” disse la donna. “Sono fiera di entrambe.”. Lexa distolse lo sguardo, vagamente imbarazzata. Erano successe così tante cose in quell’ultimo anno e, a volte, faticava a realizzare quanto la sua vita fosse cambiata in così poco tempo. Luna e Roan erano morti e lei si era ritrovata con due ragazzini e due bambini a carico. Aveva cercato in ogni modo di nascondere la cosa a tutti, ma poi era successo l’impensabile. Clarke si era presentata alla sua porta e il suo mondo era cambiato di nuovo, per l’ennesima volta. Si erano riavvicinate, poco a poco, nonostante tutto e tutti. La verità sulla fuga di Lexa era emersa, così liberatoria. Avevano imparato insieme a smettere di mentire, soprattutto a sé stesse. Avevano imparato ad amarsi di nuovo, a conoscersi di nuovo. E, sempre insieme, avevano fatto di tutto per dare ai ragazzi ciò di cui avevano bisogno. Quando Malachi aveva rapito Aden e Madi, Lexa si era sentita persa come non mai. Aveva avuto l’impressione che le avessero strappato una parte di sé e la paura che potesse succedere l’indicibile ai due ragazzini le aveva spalancato le porte di un abisso senza fondo. Senza Clarke, sarebbe stata persa. E la verità si era nuovamente imposta, senza alcuna via di scampo. Ormai quei ragazzi erano dei figli, per entrambe. Lexa sospirò. Si passò una mano fra i capelli e si voltò. Scosse il capo, un sorrisetto divertito sulle labbra.

“Andiamo, venite fuori.” disse, sforzandosi di non scoppiare a ridere. Madi, Aden ed Adria sbucarono da dietro la parete che separava il soggiorno dall’ingresso della casa, la testa china a celare un certo imbarazzo per essere stati scoperti. La maggiore aveva Ethan in braccio, che era più addormentato che sveglio. Era cresciuto tanto, ormai aveva quasi un anno e mezzo. 

“Dovreste essere a letto, voi due.” Lexa asserì, rivolta ad Aden ed Adria. “E anche lui.” aggiunse, prendendo Ethan in braccio. “E tu quando sei tornata?” chiese poi a Madi. Grazie all’incredibile talento sfoggiato in ben più di una partita, Madi aveva attirato l’attenzione di diverse università ed era riuscita ad iscriversi al college, qualcosa di così impensabile l’anno prima. Grazie a Clarke e Lexa, aveva cominciato a credere in sé stessa e a riconoscere di avere valore e di meritare di essere felice. Non aveva avuto più notizie di sua madre e, anche se la cosa le faceva ovviamente male, la presenza delle due attrici l’aveva aiutata moltissimo. Aveva una famiglia ormai, una famiglia vera.

“Sono arrivata oggi pomeriggio, ma ho passato la giornata da Luka, quando sono tornata a casa ero stanca e…”

“Va bene, non voglio sapere di più.” Lexa la interruppe, ridacchiando. 

“Volevamo solo guardare.” confessò Aden, con un filo di voce. Lexa sospirò e fece loro segno di sedersi sul divano. Octavia prese Raven per un braccio e la obbligò ad alzarsi, per fare spazio ad Adria. 

“Ehi, ma è il mio posto!” provò a protestare la latina, invano. L’amica le tirò un buffetto sulla spalla, per zittirla. 

“Ragazzi, è il momento!” esclamò Lincoln. Si voltarono tutti verso il televisore. Sul palco del Dolby Theater, Amy Adams aveva appena ricevuto da Natalie Portman il nome da annunciare. 

E l’Oscar per la migliore attrice protagonista va a…”. Lexa si guardò attorno. Avevano tutti il fiato sospeso e perfino Ethan sembrava completamente rapito dalle immagini sullo schermo. 

Clarke Griffin, per Coming Home.

“Lo sapevo!” urlò Raven, seguita a ruota da tutto il resto del gruppo. Lexa strinse Ethan a sé e indicò la tv, cercando di fargli capire il motivo di tutta quella felicità generale. 

“Zitti, sta per dire qualcosa!” Abby esortò al silenzio. Tornarono tutti a fissare lo schermo. Clarke aveva la statuetta in mano ed era visibilmente commossa ed emozionata. 

“Guardatela, è rossa come un peperone.” commentò Raven, guadagnandosi l’ennesimo colpo sulla spalla, questa volta da Anya. 

“Shhh.” Madi fece segno di tacere. Clarke si avvicinò al microfono e, fatto un respiro profondo, si schiarì la voce.

Io… Beh, non so che dire se non grazie.” esordì. “Grazie a Monty, che ha creduto in me quando ormai la mia carriera sembrava finita. Grazie a mia madre, che mi è sempre stata accanto. Grazie a Marcus, che non è solo un agente per me e lo sa bene. Grazie a Octavia, non avrei potuto desiderare un’amica migliore. Grazie a te Raven, so che in questo momento da casa mi stai prendendo in giro perché sono diventata tutta rossa per l’emozione, ma so bene che, in fondo, sei felice per me.”.

“Ma come ha fatto?” si chiese la latina, la faccia sconvolta. Octavia alzò gli occhi al cielo, senza dire nulla.

Volevo poi ringraziare di cuore chiunque abbia partecipato al film, ai miei incredibili colleghi con cui ho condiviso le scene, a tutta la crew, gli sceneggiatori, i tecnici, i costumisti, tutti.” continuò Clarke. Si sistemò una ciocca di capelli, mentre cercava di riprendere fiato. La sua candidatura era stata una sorpresa e, sebbene un po’ sperasse nella vittoria, non si sarebbe mai aspettata di ricevere un Oscar proprio alla sua prima nomination. 

Volevo approfittare di questo poco tempo che ho a disposizione per ringraziare altre cinque persone.”. Lexa sobbalzò. Lei e Clarke non si erano ancora mai esposte in modo ufficiale. Certo, con il rapimento di Madi ed Aden paparazzi e giornalisti si erano scatenati, ma nessuna delle due aveva confermato la loro relazione. Nonostante entrambe non avessero più contatti né con Wallace, né con Titus, volevano mantenere un profilo il più basso possibile, per tutelare loro stesse e i ragazzi. Proprio per questo lei e Clarke avevano deciso di aspettare prima di rivelare la verità su quanto avevano subito. Ed ecco perché, quando quest’ultima le aveva confessato di volere che il mondo sapesse quanto era successo, Lexa non l’aveva presa troppo sul serio. Ne avevano ovviamente discusso per diverso tempo, ma tutte e due non erano realmente sicure di avere il coraggio per farlo. Almeno fino a quel momento.

Madi, Aden, Adria, Ethan, vorrei sapeste che siete il regalo più prezioso che avessi mai potuto ricevere. Vi voglio bene e senza di voi non sarei mai stata in grado di lavorare a questo film. Mi ispirate, ogni giorno. Siete la mia forza.”. Lexa si voltò verso Madi. La ragazzina appoggiò il capo contro la spalla di Aden, mentre Adria le sedeva in braccio. I due fratelli maggiori avevano le lacrime agli occhi. Lexa baciò Ethan in fronte e gli carezzò i capelli, con dolcezza.

Vorrei poi ringraziare la persona che mi accompagna nella vita di tutti i giorni. Senza di lei, sarei persa. Non lo dico tanto per dire, ma perché l’ho sperimentato sulla mia pelle.“ proseguì Clarke. Ora o mai più, pensò. “Poco più di quattro anni fa, fummo costrette a separaci. A mia insaputa, la persona che amo ha dovuto subire minacce orribili, che l’hanno spinta ad allontanarsi da me. Il motivo? Eravamo due ragazze, esporci sarebbe stato divisivo per l’emittente per cui lavoravamo. Come se l’amore potesse dividere.“. Clarke si interruppe. Di fronte a lei tutti erano in silenzio, con il fiato sospeso. Non aveva fatto nomi, non ce n’era bisogno. Chiunque sapeva di chi stava parlando.

Coming Home è la storia di una ragazza che torna a casa, ritrova sé stessa e smette di vivere la vita nascondendosi. Ecco, vorrei che questo premio che oggi ho ricevuto sia un invito per tutti noi, l’augurio di poter, un giorno, smettere di nascondere chi siamo. Nessuno dovrebbe mai essere costretto a farlo, mai.”. Clarke non aveva mai sperimentato una standing ovation in vita sua. Si alzarono tutti, nessuno escluso. Clarke si morse il labbro, cercando in tutti i modi di non scoppiare a piangere. 

“Ti amo, Lexa.” mormorò nel microfono, prima di tornare al suo posto. Intorno a lei, la gente non la smetteva di applaudire. E, da casa sua, Lexa si sentì libera come non mai.

 

________________

 

 

“Sei ancora sveglia.” Clarke constatò, una volta entrata in camera. Era decisamente tardi, l’orologio appeso al muro segnava le quattro del mattino. 

“Non potevo addormentarmi senza di te, non stanotte.” rispose Lexa, con un sorriso. Clarke si sedette sul letto, accanto  a lei. La baciò, lentamente. 

“Ti amo.” sussurrò, per poi baciarla di nuovo. “Nonostante tutto e tutti.”

“Lo so.” rispose Lexa. “E ti amo anch’io.”. Clarke le diede un ultimo bacio e si alzò, per poi andare a prepararsi per la notte. Quando tornò in camera, trovò Lexa accucciata sotto le coperte, lo sguardo malinconico. Clarke le si sdraiò accanto e la abbracciò da dietro, schioccandole un bacio sulla spalla. Lexa si voltò e la scrutò, i suoi occhi verdi incatenati a quelli blu della bionda. 

“Oscar alla migliore attrice protagonista, suona piuttosto bene.” esordì. “Sono fiera di te, Clarke. E non solo per l’Oscar. Io…”. Non riuscì a terminare la frase. Si ritrovò in lacrime, accoccolata contro il petto della sua ragazza. Clarke le baciò il capo e cominciò a cullarla con tutta la dolcezza e l’amore possibili. 

“So che ne stavamo parlando ormai da tanto tempo e che eravamo d’accordo riguardo al mio discorso di stasera, ma ti devo confessare che, per un attimo, ho temuto ti potessi arrabbiare con me. In fondo, da domani chissà cosa ci aspetterà.”. Lexa si asciugò le lacrime con i palmi delle mani e alzò il capo.

“Io non potrei essere più orgogliosa di te, Clarke. Senza di te non sarei altro che un guscio vuoto che non faceva altro che passare le sue giornate sopravvivendo.” disse. “Per tre anni mi sono annullata, non ho fatto altro che compiacere Titus, Wallace, Costia e chiunque volesse usarmi . Poi, un giorno, sei ripiombata nella mia vita ed è come se, a poco a poco, mi fossi risvegliata da un lunghissimo sonno. Mi hai fatto riscoprire il mio valore. E, grazie a te, ho realizzato che meritavo anche io di essere amata.”

“lo meriti.” puntualizzò Clarke. “A prescindere da tutto e tutti, anche da me.”. Lexa si morse il labbro e si mise a sedere, sotto lo sguardo curioso di Clarke. 

“Tutto bene? Ho detto qualcosa che non va?” chiese quest’ultima, preoccupata. Lexa scosse il capo e si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio. 

“Quattro anni fa non ho avuto il coraggio di restare. Quattro anni fa, sono scappata via come una codarda, senza pensare che, insieme, avremmo potuto affrontare qualsiasi cosa. Ho avuto paura, paura di Wallace, paura di Titus, paura dei sentimenti che provavo per te.”

“Lex…” mormorò Clarke, ma Lexa le fece segno di lasciarla proseguire.

“Non voglio più avere paura. Non voglio più scappare, Clarke. Mai più.”

“Lex…”

“Clarke io… Vuoi sposarmi?”. Clarke ringraziò di essere a letto, perché era sicura che, se fosse stata in piedi, le gambe le avrebbero ceduto. “Non ho un anello, non avevo nemmeno pensato di chiedertelo ora e in questo modo, ma…”

“Sì.” sussurrò Clarke, la voce tremante. “Sì.” ripetè. Si avvicinò a Lexa e le circondò il viso con le mani. La baciò, tra le lacrime.

“Ti amo.” disse. 

“Anche io.” rispose Lexa.  E, in quel momento, entrambe capirono che nulla le avrebbe più divise. Erano libere. Erano vive.






Angolo dell'autrice 

E così si chiude un'altra storia. Non ho molto da dire in realtà se non grazie. Grazie a chiunque abbia letto, commentato, seguito questo mio scritto. L'auguro di Clarke è anche il mio. E, aggiungo, rimanete vivi. Sempre.
Ho altre idee, ma non so se le pubblicherò anche su efp, in generale ormai come sito lo vedo un po' "morto.". Fatemi sapere che ne pensate.
Grazie ancora.

May we meet again!
   
 
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