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Autore: LadyYuna94    05/09/2022    1 recensioni
Sequel della mia "Guard Me For Eternity" che è necessario aver letto prima di cominciare questa
"La tua anima gemella giace in un corpo perduto nel passato e rigenerato per un nuovo futuro [...] La sua mente è plagiata e la sua nera arma scintilla come una fiamma nel buio. Una fiamma distruttrice che ha sete di potere [...] Ricorda, figlia del solstizio d’estate, solo tu puoi vincere il gelo nel cuore di un’anima spenta e dimenticata"
Lyn Kon è la meravigliosa figlia adolescente di Rei ed Elena; il giorno del suo sedicesimo compleanno parte per la Cina insieme ai suoi genitori e, come membro della Tribù della Tigre Bianca, deve sottoporsi ad un rito di passaggio, nel quale le verrà predetto il futuro dal Grande Saggio della Tribù. Ma la profezia di cui l'anziano parla non presagisce nulla di buono...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11:

I giorni seguenti furono un susseguirsi di eventi per Lyn, primo fra tutti il consueto arrivo dei suoi adorati zii, con tutto il baccano che ne conseguiva, soprattutto da quando anche il fratellino di dieci anni di Makoto, Jay, aveva cominciato a tormentare i più grandi per giocare e sfidarsi a Beyblade.
Per Takao, Max e il Professor Kappa le vacanze romane a villa Tornatore con Elena e Rei erano ormai una tradizione da quasi quindici anni e, quelle quattro settimane, Lyn avrebbe detto essere senza dubbio, solitamente, le più belle dell’anno. Ma non quella volta.
La ragazza aveva passato interi pomeriggi a fissare il suo cellulare che restava immobile, senza ricevere alcuna novità dal fronte russo.
Prima di partire, in preda a chissà quale pensiero, aveva lasciato il suo numero ad Irina, raccomandandosi di ricevere notizie di Viktor, sia negative che positive, ma era passato un po’ e non aveva avuto alcun riscontro. Per via di quella situazione, non riusciva a godersi appieno le sue giornate con gli amici di sempre e quello stare con la testa fra le nuvole non era sfuggito per niente agli altri ragazzi.
Lyn non aveva alcuna intenzione di parlare di Viktor per una serie di motivi, primo su tutti conosceva bene i sentimenti di Makoto per lei da un bel po’ di anni e la sua reazione alla scoperta del bacio con Jin non aveva fatto altro che confermare quei sospetti, dunque non voleva ferirlo confessando apertamente il fatto che le piacesse un altro, così di punto in bianco e poi, proprio perché non sapeva realmente se quello che era successo durante il viaggio in Russia potesse definirsi “conoscere un ragazzo”, non si azzardò a proferire parola.
La giovane si ritrovò spesso a riflettere con lucidità su quanto oggettivamente quella situazione suonasse assurda. Aveva perso la testa per un tipo lontano milioni di kilometri senza averci neanche parlato, per di più non sapeva nemmeno se avesse potuto mai farlo, dato che l’ultima volta che aveva visto Viktor i medici parlavano di staccarlo dalle macchine che lo avevano tenuto in vita fino a quel momento. A ripensare a quella scena, a Lyn si rovesciava sempre lo stomaco e doveva fare appello a tutte le sue forze per ricacciare indietro le lacrime.
Il suo atteggiamento, inoltre, fece “preoccupare” anche Hilary ed Emily, che, abituate l’una a due figli maschi che non la consideravano quanto a faccende personali e l’altra che aveva perso il diritto di parlare con sua figlia quando non faceva altro che criticarla in continuazione, non persero tempo a far notare ad Elena quanto la ragazza fosse distratta. L'italiana aveva notato lei stessa il comportamento di sua figlia, ma si giustificò con le sue amiche più care raccontando dell’episodio in Cina col figlio di Lai.
La fase adolescenziale era sempre complicata, i primi amori, le prime cotte, i primi approcci pensò Hilary e, quindi, il discorso venne liquidato così.
Quella mattina, però, Lyn era particolarmente silenziosa seduta sul suo lettino a bordo piscina, mentre osservava l’incontro di Beyblade tra Makoto e Jay senza prestargli però la giusta attenzione, come faceva di solito, rigirandosi il cellulare tra le mani. Judy, che conosceva bene la sua amica, chiuse con forza il libro che stava leggendo e osservò Lyn socchiudendo gli occhi. Tirò velocemente le gambe fuori dalla piscina e si avviò accanto a lei tirandole il cellulare dalle mani.
- E’ sequestrato- sentenziò, senza aggiungere altro, ma Lyn balzò in piedi e cercò di riprenderselo.
- Judy, ridammelo- sibilò, ma l’americana si limitò a scuotere la testa.
- Te lo ridarò quando non ci starai più così attaccata, ma che hai?- chiese seccata la bionda.
- Niente di importante- Lyn sperava di cavarsela con quella vaga e poco convinta affermazione, ma Judy era un osso duro e non avrebbe mollato di certo facilmente la presa. Non con lei che era come una sorella minore.
- Beh, allora se non è niente di importante, non ti dispiacerà lasciarmi il cellulare, giusto?- domandò con fare inquisitrice Judy.
- Mi serve, aspetto una chiamata da...- cominciò la sedicenne visibilmente in difficoltà, non sapendo come continuare per accampare una scusa credibile, mentre Judy in attesa, inarcò le sopracciglia con fare ovvio, pronta a non credere ad una sola parola che sarebbe uscita dalla bocca della sua amica.
- Dal gruppo di volontariato, quindi molla l’osso- ritentò Lyn, andando di nuovo all’attacco.
- Te lo scordi- ribatté ancora una volta la più grande delle due, nascondendo il cellulare tra la sua schiena e la sdraio.
In quel momento arrivò Makoto con un sorriso soddisfatto.
- Hey, ragazze, qualcuno vuole sfidarmi? Mi sono rotto di allenarmi con Jay, è una schiappa e prima che si metta a piangere, vorrei fare un incontro serio- propose il maggiore dei Kinomiya, ma dopo qualche secondo si rese conto che non era affatto il momento adatto per un incontro di Beyblade. A breve ne sarebbe cominciato uno di boxe femminile se non avessero fermato Judy e Lyn.
David si accorse degli sguardi truci che le due ragazze si stavano lanciando e si frappose, notando che Makoto se ne stava lì impalato.
- Calme, che succede?- chiese il giovane dai ricci ramati.
- Tua sorella si sente in diritto di decidere lei quando e come devo stare al telefono- cominciò Lyn mettendosi a braccia conserte e sfoderando i canini leggermente appuntiti con una smorfia di stizza.
- Certo che ne ho il diritto, soprattutto perché le persone qui presenti, i tuoi migliori amici nel caso te lo fossi dimenticato, si fanno quindici ore di aereo per venire a passare dei giorni in tua compagnia!- rispose Judy socchiudendo gli occhi e calcando ogni singola parola.
- Quindi sì, mi da fastidio che ti isoli e non stiamo insieme come sempre- concluse la bionda e lo sguardo dei due ragazzi saettò dall’una all’altra alla velocità della luce.
- Dai, Judy, non fare la bambina, restituisciglielo, anche tu stai sempre attaccata al tuo cellulare- la rimbeccò suo fratello, cercando di calmare gli animi, ma come risultato ottenne solo di far innervosire la futura scienziata del PPB ancora di più.
- Che cosa hai detto scusa?- chiese stridula quest’ultima.
- Forza, smettiamola di discutere su queste cazzate, andiamo ad allenarci, tra un mese ci sono le selezioni ai campionati del mondo e sarà un torneo itinerante, ma ci pensate che ficata?- disse entusiasta Makoto.
- Chiudi il becco!- risposero in coro le due ragazze e Makoto rimase allibito dal modo in cui l’avevano aggredito, cosa che non era mai successa in tutti quegli anni che erano amici.
- Ti da fastidio perché non sei al centro della nostra attenzione a questo giro? Stai male perché non ti abbiamo ancora chiesto delle tue bravate al college, dei ragazzi con cui sei andata a letto, o perché tua madre ti sta sempre addosso senza darti affetto?- Lyn aveva l’artiglieria disposizione per colpire Judy nel profondo e aveva appena deciso di sfoderarla. Del resto le due si conoscevano da tutta la vita ed erano legatissime, sapevano tutto l’una dell’altra e questo, in circostanze di litigio, poteva essere un’arma a doppio taglio.
Difatti Judy avvampò, livida di rabbia e fece uno scatto in avanti.
- Come ti permetti?- chiese senza fiato, mentre suo fratello cercava di tenerla ferma.
- Ok, d’accordo, Jay va’ a chiamare papà, mamma, insomma chiunque!- ordinò veloce Makoto al suo fratellino, che ubbidì correndo veloce verso il retro del giardino, dove gli adulti erano intenti a bersi uno spritz in pace.
- Sai, sei in pena per questo tizio misterioso, ma ti dirò una cosa, comincio a pensare che lui non esista e sia solo frutto della tua fantasia di adolescente- cominciò Judy, al suo turno di sputare veleno su Lyn.
- Tu non c’eri e non lo sai cosa è successo, lui è reale, ed è vivo!- ribatté la mora con una rabbia che non credeva possibile, mentre il figlio di Takao la teneva saldamente per le braccia, impedendole di scattare in avanti verso Judy. Lyn aveva ereditato la velocità felina di suo padre, ci avrebbe messo mezzo secondo a saltare addosso alla figlia di Max.
In quel momento accorsero i genitori delle ragazze, increduli di fronte a quella scena. In così tanti anni le due non avevano mai litigato, almeno non in quel modo così animato.
- Ma che succede?- chiese Elena sgranando gli occhi, vedendo le due che si buttavano addosso cattiverie come una palla da ping pong.
- Ragazze, calmatevi, ma cosa vi prende?- Emily dovette alzare la voce per farsi sentire.
- Se non avessi preso il mio cellulare non ti avrei mai aggredita!- proseguì Lyn.
- E se tu non fossi andata in Russia ora non saresti così cambiata! Vorrei che non ci fossi mai andata!- urlò Judy con tutto il fiato che aveva in corpo.
Gli uomini erano confusi, non riuscivano neanche a capire perché stessero discutendo, tant’era vero che Max guardò Rei curioso.
- Quando c’è stata in Russia, Lyn?-
- Settimana scorsa- rispose l’altro, senza staccare gli occhi da quella discussione che proseguiva senza esclusione di colpi.
- Ok, ascoltate, direi di darci tutti una calmata, che dite?- propose Hilary, da sempre quella più tranquilla in materia di discussioni.
- Se Judy mi ridarà il telefono, farò finta che non sia successo niente- cercò di negoziare Lyn.
- Vaffanculo!- rispose la bionda ancora in preda alla rabbia e a quel punto sua madre, dopo essersi sistemata gli occhiali sul naso con fare risoluto, le si parò davanti mollandole un ceffone in pieno viso.
Lo sbigottimento si dipinse sul viso dei presenti e calò il silenzio in giardino, soltanto l'acqua in piscina e il rumore della carne sul fuoco pronta per la braciata spezzavano l'irreale silenzio calato in quel luogo.
Judy si toccò la guancia e poi sorrise beffarda a sua madre.
- Gran classe, Emily, un gesto degno di te- disse Judy trattenendo con tutta la forza le lacrime.
- Vedi di comportarti bene, ragazzina, siamo ospiti qui- cominciò Emily, mantenendo quella calma tipica sua.
- Sono stufa delle tue continue ribellioni e del tuo modo di fare così sconsiderato- continuò, sfruttando l’occasione per tirare fuori tutto quello che pensava dei comportamenti di sua figlia.
- Continua su questa strada e non ci sarà alcun posto per te al PPB, un giorno- sentenziò la scienziata, sistemandosi di nuovo gli occhiali, di tutta risposta Judy si lasciò sfuggire una risata.
- Sono un’ottima studentessa e un’ altrettanto ottima blader, non potrai impedirmi di lavorare lì!- la minacciò sua figlia, socchiudendo gli occhi.
- Vedremo, intanto ringrazia tuo padre, tua nonna e il buon nome dei Mizuhara per il tirocinio. Fosse stato per me, te lo saresti sognato- concluse la donna dai capelli rame, voltando le spalle a sua figlia e dirigendosi nuovamente sul retro del giardino della villa a passo deciso.
I presenti, in silenzio, la seguirono. Max, in particolare, affiancò subito sua moglie e le bisbigliò qualcosa in modo concitato, mentre Judy si liberò malamente dalla stretta di suo fratello, prendendo il suo libro e avviandosi ad ampie falcate da un’altra parte, per stare sola.
Rimasero soltanto Rei ed Elena lì con i ragazzi, il primo si mise a braccia conserte proprio come sua figlia, sollevando il mento, mentre Elena aveva le mani in fianco.
Lyn sospirò, sapendo perfettamente che quando i suoi genitori assumevano quelle pose c’erano guai in vista. Così, incapace di sostenere il loro sguardo, si voltò.
- Non pensare di cavartela così tu- la riprese Elena, alzando un sopracciglio.
- Mamma, senti, non cominciare- liquidò la ragazza, andando a riappropriarsi di ciò che l’amica l’aveva privata.
- Ah-ah. Judy potrà anche aver sbagliato, ma vediamo come va a finire se sarò io a sequestrarti il cellulare- rispose Rei serio.
- Non lo faresti mai- disse Lyn trasalendo.
- Non sfidarmi, Lyn- l'ammonì Rei e il suo tono perentorio avrebbe messo in soggezione chiunque. Persino Elena che era sposata con lui da una vita, quando lo vedeva fare minacce in modo così calmo, aveva un lieve sentore di terrore.
- Sapete che c’è? Visto che non sono di compagnia, tolgo il disturbo- propose la giovane, afferrando il suo cellulare, i vestiti e le chiavi dello scooter.
- Lyn Soraya Kon*, torna subito qui! Non azzardarti a mettere piede fuori da questa villa!- urlò Elena, ma sua figlia, proprio come aveva fatto lei un migliaio di volte quando Gianni le ordinava di non uscire di casa, proseguì dritta senza voltarsi indietro, facendo l'esatto opposto.
Elena sospirò esasperata.
- Non so proprio che cosa fare con lei, certe volte- disse la donna.
- Chiedi a tuo fratello come faceva con te- disse Rei alzando le spalle e osservando sua figlia che si metteva in sella al suo scooter, al di là del cancello. Elena gli scoccò un’occhiataccia.
- Non è divertente- rispose in un sussurro.
- Lasciala stare, tornerà quando avrà smaltito la rabbia- la rassicurò Rei, tornandosene dagli altri con fare serafico. Elena lo osservò camminare tranquillo, mentre faceva oscillare la sua lunga coda corvina e poi, scuotendo la testa, lo raggiunse.
- Non era meglio una sfida a Beyblade?- chiese retorico Makoto portandosi una mano dietro la nuca, una volta rimasto da solo con David che si trovò ad annuire ad occhi sgranati.
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Lyn era andata nel primo posto che le era venuto in mente quando aveva dato gas al suo motorino.
Si era seduta sui gradini dell’Altare della Patria e aveva tirato fuori dalla tasca il suo Driger; lo osservò per qualche secondo scintillare alla luce del sole in quel torrido pomeriggio di luglio e poi lo lanciò. Mentre il Bey volteggiava ai suoi piedi ad una velocità disumana, la giovane sospirò.
- Cosa devo fare?- chiese a voce bassa, quasi come se si stesse rivolgendo alla Tigre Bianca chiusa nel suo bit chip.
- Judy un po’ ha ragione. Quest’esperienza in Russia mi ha mandato completamente fuori di me, persino io stessa stento a riconoscermi- disse, poggiando pesantemente la testa su entrambe le mani.
- Aiutami, Tigre Bianca- cominciò, dopo qualche secondo, guardando il Bey continuare a girare.
- Papà mi ha sempre detto che semmai ne avessi avuto bisogno, tu mi saresti stata vicina, mi avresti guidato, ebbene sto invocando il tuo aiuto, ti supplico- implorò Lyn con le lacrime che le salivano agli occhi e, incapace di trattenerle oltre, scoppiò in un pianto liberatorio che si teneva dentro sin dall’ultima volta in quel maledetto ospedale in Russia.
Mentre la ragazza era con le ginocchia strette al petto e in preda a disperati singhiozzi, sentì il cellulare vibrarle in tasca. Si asciugò le lacrime e lo prese, cercando di respirare profondamente e calmarsi. Pensò fosse qualcuno da casa che le chiedeva di tornare, ma quando il numero sul display non fu subito riconoscibile, un piccolo barlume di speranza si riaccese dentro di lei.
- Pronto?- rispose veloce, continuando ad asciugarsi il viso con il dorso della mano.
- Ciao, Lyn- la voce di Irina, seppur con un tono né troppo entusiasta né troppo grave, aveva fatto tirare a Lyn un grosso sospiro di sollievo.
- Irina, sei tu?- chiese infatti.
- Sì, come stai?- rispose l’infermiera russa.
- Io bene- replicò diretta la ragazza, impaziente di andare subito al sodo.
- Ti chiamavo per darti una notizia.- cominciò Irina, facendo perdere qualche battito al cuore della piccola Lyn.
- Viktor si è svegliato- annunciò senza troppi giri di parole.
Lyn chiuse gli occhi e sospirò ancora come se si fosse appena liberata di un grosso peso e, vedendo il suo Driger rallentare sempre più ai suoi piedi, ringraziò con incommensurabile gratitudine la sua più fedele compagna, la Tigre Bianca.

SPAZIO AUTORE
Salve a tutti e ben trovati! La storia sta prendendo mano la sua forma, vedremo chi è Viktor e che legame ha con Lyn e gli altri.
Ci tenevo a fare una piccolissima nota, contrasseggnata appunto con un asterisco. Il nome della protagonista doveva essere originariamente Rin, proprio come viene chiamata la figlia di Rei nell'ultima parte dell'opera originale, ma volevo dargli una connotazione un po' più "graziosa" graficamente e quindi è diventato Lyn, anche perché il signficato in cinese vuol dire "gemma" e per Rei ed Elena lei è la cosa più preziosa al mondo. Il secondo nome invece, cioé Soraya, invoca il capitolo 33 di "Guard Me For Eternity" in cui Rei dice ad Elena che loro due sono come "il sole e la luna" e il nome indica proprio questo.
Detto ciò, colgo l'occasione per ringraziare tutti, lettori, recensori, lettori che spero diventeranno recensori, ecc...
Un abbraccio a tutti <3

   
 
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