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Autore: Alarnis    08/09/2022    3 recensioni
"Quel giorno fu lei a restare ferita, solo ora se ne rendeva conto."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Ciao a tutte ^_^
riprendo con piacere la mia storia dopo un periodo di assenza. Volevo finirla prima di postarla e ormai mi mancano due capitoli da scrivere. Ricomincierò a postare con regolarità. Mi scuso per avervi lasciato con il fiato sospeso.
Quindi bado alle ciance e riprendiamo le avventure di Moros, Lavinia, Nicandro e tutti gli altri personaggi che sennò si offendono.
Buona lettura e grazie a coloro che mi seguono!



 
“Mi aspettavo questo benvenuto!” ammise Moros con freddezza; la mascella tesa.
Ubaldo non commentò l’ovvio.
Per entrambi il silenzio fu preferibile alle parole, perchè cominciare con una soltanto avrebbe fatto straripare un fiume di emozioni che li avrebbe travolti.
Il soldato era serio in volto e le labbra sembravano assaggiare un sapore amaro. “Non hai voluto dimenticarlo”, sospirò.
“No.” disse breve Moros.
Ubaldo mantenne il silenzio.
“Egli è il mio unico e vero affetto.” si giustificò sicuro.
“Ritengo che per lui non sia altrettanto adesso.” rispose Ubaldo senza mezzi termini. La sua lontananza da una parte, la quotidianità con Gregorio e Lavinia dall’altra, potevano aver sgretolato un’antica vicinanza.
Tutti me lo dicono ultimamente! rifletté con disagio. “Può essere che negli anni sia stato istruito bene.” commentò con una scrollata di spalle. “Ma sono sicuro che non mi ha dimenticato.” sorrise sfacciato.
Ubaldo si scurì ancor più in viso. “Impudente!”.
Capisco. Non era consigliabile continuare a rinvangare il passato, ma limitarsi a chiarire. “Sono pronto a riscattarlo!”.
“Riscattarlo?” ripeté Ubaldo impressionato. Le tempie corrucciate. Così dicendo aveva ormai la sua attenzione.
L’aria gli arrivò fredda sul collo o forse sentiva solamente la tensione crescere.
“Lui non è libero.” iniziò: Ubaldo meritava una spiegazione. “Decise di restare a patto mi fosse risparmiata la vita.”.
“Una promessa?” soppesò il soldato, ma non chiese ulteriori spiegazioni.
“Sfiderò Gregorio sciogliendolo da ogni vincolo.”. Il suo tentare era legittimo con quella premessa.
“Impossibile.” sentenziò Ubaldo con voce pacata, come a dire l’esito dello scontro fosse senza alcun dubbio scontato e non a suo favore.
“Non è più tempo per me di vivere da fuggiasco.” rivendicò Moros.
“E condanni Nicandro ad esserlo al tuo fianco? Se prenderà nuovamente le tue difese quale sarà l’epilogo?” valutò spietato Ubaldo, come gli rimproverasse: Cresci!
“Se intuisci che Nicandro potrebbe accettare allora devo tentare!” disse confortato da quell’affermazione.
Ubaldo inarcò un sopraciglio. “Da quando sei così ottimista?”.
Un incento sorriso gli alzò la guancia sinistra. Lo ringraziava di aver pensato che Nicandro avrebbe potuto accettare.
“Tsk” fece Ubaldo. “Se tu morrai… Lui… che scelta avrà dopo aver preso posizione?”.
Si sentì frustare dall’amarezza e una parte di lui pensò a Ludovico. Si maledì di preferire la vendetta del principe sui Montetardo a quella che Gregorio avrebbe imposto a Nicandro, sulla forca.
“Vattene!” lo sorprese Ubaldo: una concessione che mai avrebbe consigliato a un nemico.
Come senza combattere? Capì che Ubaldo voleva sottrarlo alle prepotenze dei compagni. L’altra faccia della medaglia era che gli proponeva di dimenticare nuovamente Nicandro e lasciar perdere la resa dei conti con Gregorio.
“Questa volta no! Non prima di incontrare mio cugino.”.
Ubaldo strinse il pugno. I guanti scricchiolarono. “Me ne pentirò di sicuro!” ringhiò più con se stesso che contro di lui e lo guardò diritto.
Moros deglutì.
“Raggiungi Nicandro.” ordinò.
Moros restò incredulo e scuotè a piccoli tratti il capo come non avesse udito bene.
“Corri in fondo al corridoio. Sali le scale.” scandì Ubaldo accompagnado il dito in quella direzione. “Fa veloce!” consigliò. “Tra non molto sentirai il corno annunciare il cambio delle guardie.” lo istruì pratico.
Ormai, nessuno dei due, avrebbe potuto tornare indietro.
Clap! Clap! Clap!
“Che altruismo.”. Un applauso accompagnò una voce alle spalle di Ubaldo. Una seconda commentò “Te ne penterai di sicuro!”.
Ubaldo non si girò, quasi li vedesse specchiati negli occhi di Moros che li chiamò per nome. “Vittorio.”, “Ottavio.”.
“Mi stupisco di te Ubaldo!” gioì Ottavio nel vedere il soldato sfoderare la spada mentre si frapponeva tra loro e Moros.
“Chi non muore si rivede!” disse il giovane Vittorio dal viso da spiritello impertinente; suggerì fosse giunto il momento di fare i conti tra di loro.
“Penserò io a questi due!” rivendicò Ubaldo. Mise in chiaro “Se è per proteggere il mio signore Nicandro la mia spada è con te!”. Quella era lealtà non tradimento.
   
 
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