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Autore: starlight1205    11/09/2022    4 recensioni
Edimburgo, 1996
Diana Harvey è una normale ragazza che vive con la zia e lavora nel negozio di antiquariato di famiglia. Una serie di circostanze e di sfortunati eventi la porteranno a confrontarsi con il mondo magico, con il proprio passato e con un misterioso oggetto.
Fred Weasley ha lasciato Hogwarts e, oltre a dedicarsi al proprio negozio Tiri Vispi Weasley insieme al gemello George, si impegna ad aiutare l'Ordine della Fenice nelle proprie missioni.
Sarà proprio una missione nella capitale scozzese a far si che la sua strada incroci quella di una ragazza babbana decisamente divertente da infastidire.
[La storia è parallela agli eventi del sesto e settimo libro della saga di HP]
- Dal Capitolo 4 -
"Diana aveva gli occhi verdi spalancati e teneva tra le dita la tazza di tè ancora piena.Non riusciva a credere a una parola di quello che aveva detto quel pazzo con un'aria da ubriacone, ma zia Karen la guardava seria e incoraggiante. Il ragazzo dai capelli rossi nascondeva il suo ghigno dietro la tazza di ceramica, ma sembrava spassarsela un mondo. Diana gli avrebbe volentieri rovesciato l'intera teiera sulla testa per fargli sparire dal viso quell'aria da sbruffone."
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Fred Weasley, George Weasley, Mundungus Fletcher, Nuovo personaggio | Coppie: Bill/Fleur
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Pesanti gocce scarlatte cadevano nel lavandino candido. 

Diana teneva le mani strette ai bordi del lavello con il capo chino per cercare di fermare il flusso del sangue che continuava a scorrerle dal naso. La testa e il naso, in corrispondenza del suo incontro ravvicinato con la porta del negozio, le pulsavano di un dolore sordo e, guardandosi allo specchio, constatò che un grosso bernoccolo le si stava gonfiando sulla fronte.

Si sedette stancamente sul water chiuso, tamponandosi il naso con la carta igienica.

- Diana? Tutto bene? - zia Karen fece capolino aprendo la porta del bagno, mentre dietro di lei, sbirciava la scena la testa rossa di Fred Weasley.
-Si... sto bene - mugugnò lei dolorante - ora vi raggiungo in soggiorno...

Fred sgusciò tra zia Karen e la porta e si infilò nel bagno avvicinandosi a Diana.

- Non devi fare così - la rimproverò Fred spingendole bruscamente la testa in avanti con una mano - chinati in avanti, altrimenti il sangue ti va in gola! Ne so qualcosa...ne ho prese parecchie di mazzate in faccia!
- Non abbastanza, forse... - commentò Diana sarcastica rivolgendo a Fred una smorfia che le fece storcere il naso per il dolore - e non mi toccare! - allungò una mano verso il basso per afferrare lo scopino del water e lo puntò contro Fred per allontanarlo.

Il ragazzo arretrò soffocando una risata.

- Fuori! - esclamò Diana ondeggiando lo scopino come uno scettro e facendo arretrare ulteriormente Fred - sciò! Fuori dal bagno! Hai già fatto abbastanza danni!

L’espressione di zia Karen, appoggiata allo stipite della porta, mutò repentinamente da preoccupata a divertita nel vedere la scena.

Una volta che Fred fu finalmente uscito dal bagno chiudendosi la porta alle spalle lasciando il posto a zia Karen, Diana si tranquillizzò e risistemò lo scopino.

Zia Karen si avvicinò e appoggiando dolcemente una mano sul mento di Diana, le fece sollevare il viso per controllare la botta.

- Non sembra rotto... - sentenziò infine la zia - hai preso solo una bella botta! Ci vuole un po’ di ghiaccio...e andiamo a sentire che ci fanno qui? - propose poi indicando la porta del bagno.
- Solo se prima mi dici che succede tra te e Mundungus - rispose Diana creando un rudimentale tampone con della carta igienica da infilare nella narice destra per fermare il sangue.
- Non succede proprio nulla - la tranquillizzò zia Karen con un sorriso già sulla via del soggiorno.

Diana si limitò ad osservarla poco convinta, ma la seguì fuori dal bagno.

Non sapeva se fosse stata colpa della vista del sangue o di Fred Weasley, ma si sentiva lo stomaco stretto in una morsa e il sangue pompare ritmicamente nelle orecchie.

In soggiorno Mundungus e George erano comodamente seduti sul divano a conversare; zia Karen si fermò in piedi davanti al divano a mordicchiarsi l’unghia del pollice, mentre Fred era in piedi a guardare fuori dalla finestra con uno sguardo estremamente concentrato, come se fosse deciso scovare qualcosa che non andava oltre l’orizzonte.

Quando Diana entrò in soggiorno, tutti si voltarono verso di lei: Fred emise un verso gutturale per trattenere una risata nel vedere il tampone che le fuoriusciva per metà dalla narice.

- Non ti azzardare a dire neanche una parola! - lo silenziò Diana con uno sguardo assassino mentre andava a rovistare nell’ultimo cassetto del freezer e si lanciava a peso morto sul divano di fianco a George.
- Ti trovo bene, Pixie! - la prese in giro quest’ultimo voltandosi verso di lei e schioccando la lingua.

In tutta risposta Diana fece capolino da sotto il pacchetto di piselli surgelati che si stava tenendo sulla fronte e sibilò: - Non ti azzardare nemmeno tu!

- Io? - chiese George fingendo un’aria innocente - è Fred che ti ha trasformato nella sorella antipatica di un unicorno - riprese indicando il bernoccolo di Diana - che colpa ne ho io?
- Sei suo fratello! Direi che basta e avanza - soffiò Diana tra i denti sentendo Fred ridacchiare sommessamente.
- Che cosa ci fate qui? E’ successo qualcosa?- chiese zia Karen dando un’occhiata all’orologio da polso e poi uno sguardo a Diana per mettere a tacere il battibecco che sicuramente sarebbe degenerato.
- Già - le fece eco Diana furibonda - che cosa ci fate qui? Non potevate avvisare? Io e la zia stavamo per uscire...
- Mi spiace... - si scusò Mundungus prendendo la parola schiarendosi la gola e indicando Fred con una mano inanellata - ma Weasley non ha voluto sentire ragioni. Gli ho detto che stavate bene, ma...

In attesa di una spiegazione, Diana e Karen si voltarono istintivamente verso Fred, che sembrava non sapere da che parte cominciare la sua spiegazione; alla fine si limitò a dire, in un tono un po’ troppo serio:

- Sarà meglio che rimandiate il vostro impegno.

Fred si accomodò sulla poltrona passandosi una mano tra i capelli spettinati, che Diana notò essere cresciuti molto. La luce della lampada a muro li illuminava di mille bagliori fiammeggianti. Mentre rifletteva, con lo sguardo rimasto fisso sulla chioma rossa del ragazzo, a Diana sembrò di rivivere la stessa situazione di qualche mese prima, quando tutti i presenti, ad eccezione di George, si erano trovati in quella stessa stanza. Era stato allora che Diana aveva scoperto l’esistenza del mondo magico e, ora sperava di non dover fare i conti con una nuova verità altrettanto sconvolgente. Non sapeva se sarebbe stata in grado di reggere altre notizie di quel calibro, ma d’altronde, immaginò che da quando nella sua vita si erano insinuate due facce lentigginose e insolenti, le sorprese erano sempre dietro l’angolo. Fred, dal canto suo, continuava a guardarla come se non credesse ai propri occhi. Come se si fosse aspettato di trovarla morta, o addirittura, di non trovarla proprio.

Fred si mise a raccontare che, in accordo con alcuni membri dell’Ordine della Fenice, era stato lanciato su Karen e Diana un incantesimo di tracciamento, in modo che potessero essere più facilmente controllate in caso di pericolo. Dalla tasca dei pantaloni estrasse un foglio di carta consunto e giallastro e aprendolo mostrò loro una mappa del negozio Harvey, che per lo stupore di Diana, si rivelò essere animata. Dopo che il ragazzo ebbe colpito la superficie della mappa con la sua bacchetta magica, sulla piantina del soggiorno comparvero delle figurine minuscole con dei piccoli cartigli che riportavano i nomi dei presenti e, quando Mundungus si alzò per utilizzare il bagno, sulla mappa, la figurina che lo rappresentava si mosse, come se fosse collegata ai movimenti del mago.

- Bella trovata, ragazzi! - si complimentò Mundungus in direzione dei gemelli, una volta tornato dal bagno.

Fred fece spallucce limitandosi a dire che avevano avuto l’idea da Remus Lupin e da una certa mappa di un malandrino.

- E poi - Fred concluse il suo resoconto - di punto in bianco sei sparita dalla mappa, come se non fossi mai esistita! E allora..beh, ecco l’Ordine ci ha mandato per controllare...

Sia George che Mundungus rimasero qualche secondo con le sopracciglia aggrottate in un’espressione leggermente contrariata.

- Ma voi maghi non avete idea di cosa sia la privacy? - sbottò Diana in tono velenoso sempre con il pacchetto di piselli surgelati appoggiato sulla fronte - nè io nè la zia abbiamo acconsentito a questa...sorveglianza!
- E voi babbani non avete idea di che cosa sia la gratitudine quando qualcuno si preoccupa per voi? - rispose risentito Fred - oppure sei solo tu che non sei in grado di ringraziare?

Diana si alzò in piedi di scatto facendo cadere a terra la confezione di piselli che si aprì riversando il suo contenuto sul tappeto del soggiorno.

- Ragazzi... - zia Karen cercò di calmare nuovamente le acque, mentre raccoglieva i legumi sparsi sul pavimento prima che Antares li facesse diventare il suo nuovo passatempo preferito. 

Diana era ancora in piedi a fissare Fred con astio. Non era mai stata una persona impulsiva o irascibile, ma lui e George riuscivano a mandarla in bestia come nessun altro e non ancora riuscita a capirne il motivo.

Diana si sentiva irrimediabilmente legata a Fred dopo tutto quello che avevano passato e non riusciva a sopportarlo. 

Non riusciva a sopportare di dovere la sua vita a qualcuno a cui non aveva nemmeno mai chiesto nulla. 

Non riusciva a sopportare di dovere la sua vita a qualcuno che conosceva a malapena.

Non ce la facevano a rimanere più di due minuti nella stessa stanza senza urlarsi addosso, quindi non riusciva proprio a comprendere perchè Fred Weasley si trovasse di nuovo nel soggiorno di casa sua, come se fosse preoccupato per lei.

Odiava sentirsi in debito con qualcuno e la sensazione era ancora più spiacevole dato che quel qualcuno era Fred Weasley.

- Ti sta sanguinando di nuovo il naso - constatò lui freddamente inclinando la testa di lato, ma continuando a scrutarla intensamente.

Diana cercò di pulirsi così rabbiosamente con il dorso della mano da provocarsi una fitta di dolore al setto nasale.

- Dai vieni qui - cercò di rabbonirla Fred esasperato brandendo la bacchetta.
- Nonono - Diana si allontanò spaventata - non mi puntare contro quella cosa!

Fred roteò gli occhi al cielo, ma George fu più veloce, si alzò dal divano con uno scatto fulmineo e, puntando la sua bacchetta sul naso di Diana, esclamò: - Epismendo!

Era evidente che tutti si aspettassero che accadesse qualcosa.

Il naso di Diana continuò a sanguinare imperterrito mentre lei era ancora immobile, con gli occhi serrati per la paura, ad attendere che il naso si sistemasse o che le spuntassero delle grossa corna verdi o qualsiasi altra cosa quell’incantesimo potesse far accadere.

- Georgie, ti conviene far dare una controllata alla tua bacchetta - commentò Fred ironico.

Diana si convinse ad aprire lentamente gli occhi.

George guardava critico la punta della sua bacchetta come se avesse qualcosa che non andava. Lo sguardo di Fred, invece, era posato su di lei. Il ragazzo, indicando il suo ciondolo, chiese: - E’ normale che il tuo ciondolo sia luminoso?

Diana chinò il capo e prese il ciondolo tra le mani. Era di nuovo caldo come quel pomeriggio e dal coperchio fuoriusciva un bagliore violetto.

- Oh... - esclamò lei - no, direi che non è normale, ma è la seconda volta oggi che sembra riflettere degli strani colori...
- La seconda? - chiese Mundungus di colpo interessato - perchè quando ti è successo?

E così Diana raccontò a tutti i presenti, compresa zia Karen che era ancora all’oscuro, della visita in negozio da parte dei due maghi dall’aria snob quel pomeriggio. Al termine del resoconto di Diana, i tre maghi di nuovo accomodati sul divano, la fissavano ad occhi sgranati. Poi, tutto d’un tratto, tutti e tre si misero a parlare contemporaneamente, tempestandola di domande.

- Che cosaaa?? - esclamò George indignato - Lucius e Draco Malfoy hanno portato i loro culi pallidi qui dentro?
- Ti ha puntato contro la bacchetta?? - continuò Fred con lo stesso tono del fratello.
- Ti ricordi che cosa ha detto? - chiese invece Mundungus 
- Io beh... ecco... - tentò di ricordare Diana imbarazzata da tutti quegli sguardi ansiosi puntati su di lei - ha detto qualcosa tipo Impervio...no Imparo...cioè sembrava che volesse che io facessi quello che diceva lui, ecco... ma chi sono quei due?
- Diciamo che sono amici dei Mangiamorte che si sono presentati qui ad agosto - spiegò Fred muovendosi sul divano come se fosse seduto su una roccia appuntita.
- Imperio? - chiese, invece Mundungus stupefatto.
- Ecco! Ha detto proprio quello! - esclamò Diana che finalmente era riuscita a fermare il sangue dal naso - e per un attimo mi sono sentita strana. Accaldata e confusa e stavo per fare quello che voleva lui, come se fossi in trance. Ma poi ho capito che gli stavo consegnando quei cardini e che lui non voleva nemmeno pagare e allora l’ho mandato al diavolo...e dopo che se ne sono andati il ciondolo era caldo e sembrava luminoso.
- Ti è mai capitato altre volte? - chiese zia Karen preoccupata sapendo che la nipote difficilmente si separava da quel ciondolo. Diana scosse la testa.

I tre maghi si stavano guardando tra loro attoniti e poi guardavano Diana senza parole.

- Che c’è? - chiese lei sbattendo le palpebre, a disagio per tutte quelle attenzioni.
- Tu hai resistito alla Maledizione Imperius - constatò George Weasley come se stesse constatando che Diana avesse scalato l’Everest a mani nude.
- Hai mandato al diavolo Malfoy? - chiese Fred sorridendo con aria di godimento.

Mundungus invece era rimasto in silenzio e fissava il ciondolo di Diana pensieroso.

- Posso vedere quel ciondolo? - chiese Mundungus.

Diana si sfilò la catena dal collo e porse il ciondolo al piccolo mago dal palmo della sua mano. Mundungus lo osservò per qualche secondo con espressione meravigliata.

- Dove hai preso quel ciondolo, ragazza? - chiese Mundungus perplesso.
- L’ho sempre avuto - disse lei con tono di chi spiegava l’ovvio - era di mia madre.

 

                                                                                       —————-

 

Fred non aveva mai visto niente di simile. Da ciò che ricordava delle lezioni di Difesa contro le Arti Oscure, pochissimi maghi erano in grado di resistere a una Maledizione Senza Perdono e dovevano avere una grandissima forza di volontà, oltre che essere estremamente dotati.

Com’era possibile che Diana, una babbana che non aveva un briciolo di magia, fosse riuscita a resistere alla Maledizione Imperius?

- Sembra quasi che quel ciondolo ti impedisca di subire degli incantesimi - suppose pensieroso George indicandolo - hai resistito sia all’Imperius che al mio incantesimo di guarigione.
- Hai mai visto qualcosa del genere? - chiese Fred a Mundungus Fletcher.
- Forse... - sussurrò quest’ultimo pensieroso.
- Che significa forse? - esplose Karen Harvey, che fino a quel momento era stata fin troppo silenziosa per i suoi standard - è un oggetto magico? Può essere pericoloso?
- Non lo so... - rispose Mundungus perdendo la pazienza - non sono un esperto, dovrei farlo vedere a Lupin...se me lo dai glielo mostrerò io...
- Non se ne parla proprio - si oppose seccamente Diana stringendo il ciondolo incriminato in mano -  E’ un ricordo di mia madre e non me ne separo mai! E come minimo tu lo rivenderesti al primo offerente!

Fred fece segno a Mundungus di lasciar stare, dato che la ragazza era irremovibile e perchè aveva già un’altra idea che gli ronzava in testa.

- Diana! - Karen rimproverò la nipote con uno sguardo ammonitore - non essere maleducata!

Diana, sempre stringendo forte il ciondolo nel pugno, facendo finta di non aver sentito il rimprovero della zia, confessò: - Temo che anche quel Malfoy lo abbia notato. Di certo ha notato che la sua maledizione non ha fatto effetto e poi ha fissato il ciondolo, quindi ho paura che abbia notato che era illuminato.

- Merda - sibilò Fred tra i denti alzandosi dal divano.
- Se Malfoy lo ha notato potrebbe correre a dirlo in giro e la voce potrebbe arrivare a... - continuò Mundungus con aria nervosa.

Fred si aggirava per il soggiorno pensieroso. Aveva perso dieci anni di vita quando aveva visto il cartiglio con il nome di Diana sparire dalla Mappa del Malandrino 2.0. Stava bevendo del succo di zucca nel magazzino di Tiri Vispi Weasley e, per poco, non si era strozzato quando il riquadro dove qualche secondo prima c’era il nome della ragazza era scomparso. Aveva recuperato George, intento a spiegare i portenti dei filtri d’amore a una coppia di non più giovani clienti, aveva mandato il suo Patronus a Mundungus e nel giro di qualche ora li aveva convinti (o obbligati, dipendeva tutto dai punti di vista) a smaterializzarsi con lui a Edimburgo. 

Ripensandoci era come se avesse vissuto tutto il pomeriggio sotto un incantesimo velocizzante e, come spesso faceva, si domandò troppo tardi se fosse stata una buona idea. Diana voleva vivere la sua vita da babbana, ma inspiegabilmente si ritrovava invischiata in situazioni magiche più spesso di quanto tutti desiderassero e Fred non poteva non ritenersi responsabile. D’altronde erano lui e Mundungus che quella notte di luglio avrebbero dovuto sorvegliare il negozio e le due donne. Invece il negozio era andato distrutto, Diana era rimasta ferita e Karen dispersa con Mundungus per settimane. Avrebbe solo voluto rimediare agli errori che avevano fatto, anche se dubitava che Mundungus si facesse altrettanto remore.

Anche George non riusciva del tutto a capire il suo comportamento e suo fratello lo aveva sempre capito, ma d’altronde lui non era stato presente.

Non aveva visto il ghigno malefico di Bellatrix Lestrange.

Non aveva visto Greyback chinarsi per mordere Diana. 

Non si era sentito in dovere di aiutare chi i poteri magici non li aveva. Eppure George non si era fatto chiedere due volte di accompagnarlo a Edimburgo, ma aveva chiuso il negozio in anticipo e lo aveva seguito senza battere ciglio.

- Ok, allora verrai con noi - sentenziò Fred dopo un lungo silenzio passandosi una mano tra i capelli.

- Coooosa? - chiesero all’unisono Diana, Karen e George.
- Quel ciondolo ha qualcosa che non va e Malfoy lo sa. Non puoi rimanere qui! E se dovessero tornare? Già i Mangiamorte cercavano qualcosa qui e quando sapranno del ciondolo, non mi stupirei se fosse solo questione di tempo. Dobbiamo scoprire che cos’è, prima che a qualcuno venga voglia di metterci le mani!

Diana era molto seria e fissava Fred con espressione indecifrabile da dietro la frangia bionda. Sembrava stesse soppesando le parole di Fred e lui si aspettava già qualche oggetto scagliato verso di lui. 

Ma non accadde nulla. 

Nessun oggetto che volava verso di lui. Quindi continuò: - Per Natale, Lupin e tutti gli altri saranno da noi e a mamma non darà certo fastidio un’ospite in più...

Diana stava guardando Karen in una conversazione silenziosa, come se con gli occhi potessero comunicare tra loro.

- Diana, devi andare con loro - disse dolcemente Karen avvicinandosi alla nipote.
- No zia, non ti lascio da sola. E’ Natale! - si rifiutò Diana categorica.
- Potresti venire anche tu, Karen... - suggerì George.
- Ho ancora dei clienti da vedere nei prossimi giorni prima di Natale - si scusò zia Karen con aria triste - ma grazie per l’invito!
- Non può occuparsi Robert di questi clienti? - si lagnò Diana pestando un piede sul pavimento.
- Robert è partito per Roma ieri sera - spiegò Karen Harvey - ha raggiunto Benjamin per passare il Natale con lui!
- Robert e Benjamin Murray? - si intromise Mundungus curioso nella conversazione tra Diana e la zia.
- Si, a volte Robert mi dà una mano con il negozio - spiegò Karen a Mundungus - ma...
- Di chi state parlando? - chiese Fred senza capire dove stesse andando a parare la conversazione.
- Sono miei cugini e ogni tanto Robert mi aiuta con il negozio - sbuffò zia Karen e tagliando corto aggiunse - sta di fatto che preferirei che Diana venisse con voi!
- Ma zia - protestò Diana visibilmente preoccupata all’idea di andarsene - anche tu potresti essere in pericolo se resti qui da sola...
- Resterò io con lei - si offrì Mundungus con lo sguardo fisso sul pavimento - per controllare, si intende...

Diana aggrottò la fronte osservando Mundungus, ma Karen Harvey le rivolse uno sguardo eloquente che ebbe il potere di porre fine alle proteste.

Per convincere definitivamente una recalcitrante Diana, Fred fu costretto a proporsi di andare a prendere Karen alla vigilia di Natale per portarla alla Tana e passare le feste con la nipote e la famiglia Weasley al completo.

- E’ stata dura, ma ce l’abbiamo fatta a convincerti, Pixie! - esclamò Fred visibilmente sollevato mentre seguiva Diana in camera sua per fare i bagagli.
- Puoi anche non farmi da guardia del corpo - protestò lei mentre afferrava una grosso borsone e iniziava a impilarci dentro ordinatamente dei vestiti - non penso che Malfoy si sia nascosto sotto al mio letto con un coltello in mano.

Fred varcò la soglia della camera di Diana. Le pareti azzurrine erano ricoperte di poster di gruppi musicali o di fotografie. Fred non riusciva ad abituarsi al fatto che i soggetti delle fotografie fossero immobili e non interagissero con il mondo esterno come nel mondo magico.

L’aver scoperto che Diana stava bene e che a breve sarebbe stata perfettamente al sicuro alla Tana aveva alleviato la sua preoccupazione e alleggerito il macigno che gli sembrava di aver depositato in fondo allo stomaco.

Antares, che era acciambellato sulla sedia, drizzò leggermente le orecchie e puntò lo sguardo su Fred, che andò a salutarlo con un buffetto sulla testa. Probabilmente era l’unico in quella casa davvero felice di vederlo.

- Cavolo! Non ci sta più niente qui dentro! - esclamò Diana sforzandosi di chiudere la borsa stracolma di abiti senza avere successo.
- Tutte uguali voi femmine! - sorrise Fred picchiettando la bacchetta magica sul borsone della ragazza.
- Che stai...oh.. - esclamò Diana vedendo che la borsa non solo ora si chiudeva facilmente, ma sembrava quasi vuota.
- Incantesimo Estensivo - spiegò Fred scrollando le spalle - così potrai mettere nella borsa tutto quello che vuoi!

Diana sorrise debolmente con un’espressione di sincera meraviglia mentre continuava imperterrita a infilare vestiti nel borsone. Fred si domandò per quanto tempo sarebbe andata avanti a inserire vestiti, ma non disse nulla. Forse la ragazza si stava abituando alla magia o forse iniziava ad apprezzarla, perchè era la prima volta che non scappava o protestava di fronte all’uso di un incantesimo. Oppure iniziava a deporre l’ascia di guerra nei confronti di Fred...

- Sei sicuro che a tua madre andrà bene che io stia da voi? - chiese Diana incerta mentre fissava un maglione grigio e uno bianco per decidere quale dei due portare con sè.
- Ma si certo! Noi Weasley siamo abituati a cene con un sacco di invitati e persone stipate a dormire in sacchi a pelo nelle camere da letto! - la tranquillizzò Fred mentre osservava curioso i poster appesi al muro e realizzava che quella che stavano avendo era una delle poche conversazioni civili che erano riusciti a intavolare.

Diana si morse un labbro e si sistemò la frangia spettinata. Muoveva il peso da un piede all’altro, indecisa. Sembrava volesse chiedere qualcos’altro a Fred e infatti poco dopo domandò:

- Per andare a casa vostra ci smaterializzeremo?
- Ovviamente - rispose George che aveva fatto capolino nella stanza per vedere a che punto fossero i preparativi.

Diana, come risposta, emise un lamento soffocato - Tu che ci fai qui? - domandò rivolta a George.

- Ah, scusate...se volevate stare da soli era meglio chiudere la porta...

Fred scoppiò a ridere, mentre Diana stringeva le labbra e le guance le diventavano rosso fuoco.

- Fai un’altra battuta e ti ficco in gola una ciabatta! - sbottò Diana minacciosa stritolando una pantofola rossa e puntandola contro George.
- Sei tu che sei diventata rossa... - la prese in giro George ammiccando.

Diana voltò le spalle ad entrambi i ragazzi continuando a infilare oggetti nel borsone, con maggiore forza, segno che era di nuovo arrabbiata.

- Pensavo dovessi controllare mia zia e Mundungus in soggiorno - spiegò Diana a George.
- Dovevo controllarli? Non lo sapevo...
- Beh, è chiaro che non me la raccontano giusta...c’è qualcosa tra loro... - commentò Diana con una smorfia di disgusto.
- Tua zia e Mundungus? - esclamò Fred sorpreso - che schifo...
- Sono d’accordo - annuì Diana facendo un cenno d’assenso a Fred.
- Questa si che è una novità - commentò Fred sarcastico incrociando le braccia al petto e osservando Diana interessato.
- Quale? - chiese lei senza capire.
- Che tu sia d’accordo con me - rispose lui con un enorme sorriso - forse tra un po’ riuscirai anche ad ammettere che ti sono simpatico!
- Aspetta e spera - gli rispose Diana con un sorriso falso.
- Di che parlavate prima che arrivassi? - domandò George curioso sedendosi alla scrivania.
- Del fatto che Diana ha paura della materializzazione - rispose Fred in tono canzonatorio.
- Non è vero! - sbottò lei chiudendo finalmente la cerniera del borsone di scatto, ma poi tradendo una certa preoccupazione nella voce chiese - però se poi mi spacco come è successo a  Mundungus?
- Ma va! - cercò di rincuorarla George - non è possibile! Anche perchè viaggerai con i più simpatici...
- Belli - continuò Fred
- Famosi - riprese George
- Fred e George Weasley - terminò infine Fred mimando un’esplosione di fuochi d’artificio con le mani.
- E modesti anche... - bofonchiò Diana trattenendo a stento un sorriso.

Si guardò intorno come per sincerarsi di aver preso tutto il necessario: il borsone era a posto e sul letto era rimasto solo un libro; infine, lo sguardo le cadde sul telefono appeso al muro accanto al letto.

- Dovrei fare una telefonata prima di andare... - disse lei indicando la porta come se volesse rimanere sola.
- Ok - rispose semplicemente Fred sdraiandosi sul letto di Diana, mentre George usciva dalla camera ridendo sotto i baffi.

Diana guardò Fred con sufficienza e ripetè: - Ho detto che dovrei fare una telefonata!

Fred alzò la testa per guardare Diana negli occhi e, a sua volta, ripetè: - E io ho detto ok!

Diana emise un grugnito di disappunto iniziando a comporre il numero di telefono, mentre Fred sogghignava con la testa sprofondata nel cuscino e lo sguardo rivolto al soffitto.

- Ciao Lyall - disse Diana a bassa voce - no, lo so...non possiamo venire stasera...

Fred aguzzò l’udito per cercare di ascoltare anche la voce dall’altra parte del ricevitore, ma senza riuscirci.

- C’è stato un imprevisto...dei parenti della zia ci hanno invitato all’ultimo minuto e non abbiamo potuto rifiutare...

Ci fu un momento di silenzio e Diana si voltò verso Fred guardandolo infastidita, poi riprese: - Lo so, anche io volevo venire...ti chiamo quando torno, ok? Scusa...

La telefonata si concluse poco dopo.

Diana sbuffò riponendo la cornetta al suo posto sull’apparecchio.

- Che c’è? - chiese Diana spazientita.
- Alla fine hai ceduto... - commentò lui giocherellando con il segnalibro inserito nel romanzo che la ragazza aveva appoggiato sul letto.

Diana assottigliò lo sguardo e incrociò le braccia al petto, ma si limitò a guardarlo male.

- Ad uscire con il barista, intendo... - continuò Fred con un sorriso e continuando a giocherellare con il segnalibro - sei proprio prevedibile...
- E tu sei proprio un impiccione! - sbottò Diana cercando di afferrare il libro, ma Fred in quel momento sfilò il segnalibro dalle pagine e, con un ghigno malefico, fingendosi dispiaciuto, sussurrò: - Oops...non volevo!

Diana afferrò il libro, rossa in viso per l’esasperazione, e colpì Fred sulla testa sibilando in tono tagliente: - Oops, nemmeno io!

Fred scoppiò a ridere massaggiandosi la testa con una mano, mentre con l’altra afferrava il polso di Diana, che stava per colpirlo di nuovo con il libro.

Diana emise un grugnito di frustrazione, mentre cercava di liberarsi dalla presa e Fred non riusciva a smettere di ridere di gusto di fronte ai tentativi della ragazza di colpirlo.

Qualcuno si schiarì la voce con un colpo di tosse e fece voltare entrambi in direzione della porta.

- Ehm...ehm...andiamo? Ho una fame - propose George con un sorriso - avrete tutto il tempo che vorrete per continuare a fare... - si soffermò un attimo a osservare la scena - qualsiasi cosa stavate facendo.

Diana sbuffò irritata e bofonchiò: - Sarà il Natale peggiore della mia vita...

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Ciao!
Eccomi con un nuovo capitolo..è uscito fuori super lungo, perchè inizialmente era diviso in due, ma mi è sembrato che fosse meglio unirli dato che l'ambientazione è la stessa e che separati risultavano un po' insulsi.
Il risultato è un capitolo un po' deficiente...ma che ci volete fare, mi sono divertita troppo a inventarmi battutine idiote una dietro all'altra ahahah! Poi essendoci di mezzo Fred e George non è che possa andare diversamente...
Chissà come si prospetterà questo Natale alla Tana...
Fatemi sapere che ne pensate! Sono sempre super contenta di leggere i commenti :)
Vi lascio alla lettura!
Grazie ancora a chi legge e commenta :)
 

 

  
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