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Autore: 20maggio2013    12/09/2022    1 recensioni
"E non ti preoccupare se la vita ti incasina
Si impara più da un mare mosso che da una piscina"
Kurt e Blaine: due ragazzi diversi, l'uno l'opposto dell'altro ma con così tanto in comune. Il primo fin troppo prudente, che pensa mille volte prima di fare qualcosa, che ha bisogno di pianificare tutto. Il secondo istintivo, che fa quello che vuole senza pensare alle conseguenze.
"[...] Kurt si lasciò convincere a quella follia. Forse aveva soltanto bisogno di qualcuno come Blaine nella sua vita, qualcuno che gli facesse capire che andava bene ogni tanto lasciarsi andare e vivere la vita. E probabilmente anche Blaine aveva bisogno di qualcuno come Kurt nella sua vita, qualcuno che ogni tanto gli facesse capire che reagire d'impulso alle cose non era la cosa migliore da fare. Kurt e Blaine erano diversi, ma forse era proprio perché erano così diversi che avevano bisogno l'uno dell'altro. Solo che era ancora troppo presto perché anche loro lo capissero. [...]"
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'fearlessly and forever'
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phonto

Blaine aveva annunciato poco prima della festa in paese che aveva firmato un contratto con la casa discografica e che a fine estate sarebbe andato anche lui a New York. Si erano tutti complimentati con lui e Sebastian lo aveva abbracciato.
«Allora è d'obbligo festeggiare» esclamò poi Sebastian, Blaine rise mentre gli altri concordarono. E poi Blaine si esibì insieme ai Warblers sul palco al centro della piazza. La loro ultima esibizione dato che dalla settimana successiva avrebbe lasciato entrambi i lavori e avrebbe iniziato ad organizzare tutto per New York, in più si sarebbe rivisto un paio di volte con Ethan per concordare le ultime cose. Rimasero un po' alla festa, ma poi si spostarono in spiaggia tutti insieme e se fino ad allora erano rimasti tutti più o meno sobri, una volta in spiaggia solo in pochi lo rimasero. Quella mattina, mentre Blaine era impegnato con Ethan, Sebastian, Wes, Puck ed Elliott erano andati a comprare tutto il necessario per quella serata. Perché quella sarebbe stata anche una delle ultime sere che avrebbero potuto passare insieme. Poi Elliott sarebbe tornato a New York e le New Direction sarebbero tornati a Lima per poi sperarsi a loro volta. Brindarono molto quella sera. Brindarono alla fine dell'estate. Alle nuove amicizie. Ai nuovi inizi. Al contratto di Blaine. Anche Kurt si concesse di bere qualcosa quella sera, ma qualcosa di non troppo forte perché non era abituato e non voleva ubriacarsi. Blaine invece sembrava non importarsene. Kurt aveva perso il conto di quanti bicchieri avesse bevuto e anche di cosa avesse bevuto. E ora lo osservava scatenarsi e ballare con i suoi amici in mezzo alla spiaggia. Non lo aveva mai visto in quello stato ma doveva ammettere fosse divertente. E poi si ricordò di quando tempo prima, quando ancora non stavano insieme, Blaine si fosse ubriacato e gli aveva inviato un sacco di messaggi privi di alcun senso.
«Ehi Kurtie!» esclamò Blaine raggiungendolo e sedendosi di peso accanto a lui.
«Kurtie?» chiese divertito alzando un sopracciglio e voltandosi verso di lui. Blaine sorrise ed annuì.
«Mi piace Kurtie.. a te non piace?» chiese con tono di un bambino e Kurt storse il naso in segno di dissenso. Non avrebbe mai ammesso che in realtà gli piaceva se era Blaine a chiamarlo in quel modo.
«Ma perché Kurtie?» Blaine si strinse nelle spalle.
«Tu mi chiami sempre B e lo trovo dolcissimo e volevo anche io chiamarti in un modo dolce e Kurtie è dolce, non trovi?» parlò senza mai fermarsi e Kurt dovette mordersi il labbro per non scoppiare a ridere. Perché Blaine in quel momento era davvero buffo, ma anche terribilmente tenero.
«Va bene» disse poi divertito lasciandogli un bacio sulla guancia.
«Kurt? -lo richiamò Blaine dopo un po' e Kurt lo guardò incitandolo a continuare a parlare- Lo sai che i tuoi occhi non sono azzurri?»  
«Ah no? E di che colore sarebbero?» rise nel vedere l'espressione seria di Blaine.
«Sono un miscuglio di colori. Non sono semplicemente azzurri. C'è del verde e del giallo intono alle pupille. E quando sei felice o emozionato diventano quasi trasparenti. -spiegò Blaine osservandolo attentamente negli occhi. Sorridendo nel vedere i suoi occhi cambiare leggermente e diventare quasi trasparenti come aveva appena detto.- Invece quando facciamo l'amore diventano blu come la notte stellata» aggiunse avvicinandosi a lui e sussurrandogli quell'ultima frase all'orecchio. Kurt arrossì e distolse lo sguardo per un secondo. Poi tornò a guardare Blaine.
«Anche i tuoi occhi sono un miscuglio di colori -disse a Blaine- Sono la prima cosa che mi ha colpito di te. Non hanno un colore definito. Cambiano a seconda della luce e del tuo umore.»
«Ti amo Kurt -sussurrò Blaine prima di baciarlo- Sono completamente, totalmente, pazzamente, follemente innamorato di te» 
«Anche io sono completamente, totalmente, pazzamente, follemente innamorato di te, B» 

A fine serata, Kurt tornò a casa con Blaine e lo aiutò a reggersi in piedi dato che non sembrava in grado di farlo da solo.
«Aspettami qui, vado a buttare la spazzatura e poi ti accompagno a casa, okay?» disse Kurt facendo sedere Blaine su un muretto.
«Okay» mormorò Blaine, Kurt lo scrutò non troppo sicuro che avesse capito e poi si allontanò un attimo per andare a buttare la busta con tutti i bicchieri che avevano usato quella sera.
«Blaine? -domandò confuso quando tonando, trovò Blaine abbracciato ad un palo della luce- Cosa stai facendo?» chiese cercando però di trattenere le risate.
«Ti sto abbracciando, perché sei così rigido?» borbottò tristemente Blaine e Kurt scoppiò a ridere perché Blaine non poteva averlo davvero scambiato per un palo della luce.
«Forse perché stai abbracciando un palo della luce?» domandò retorico.
«Oh» sussurrò Blaine aprendo gli occhi e staccandosi dal palo.
«Forza, ti accompagno a casa» disse poi prendendolo sottobraccio e incamminandosi verso casa di Blaine. Per fortuna era vicina e quindi non dovettero fare molta strada.
«Lo sai che sei alto?» domandò Blaine innocentemente mentre si aggrappava a lui.
«Non sono io ad essere alto, sei tu ad essere basso Blaine» lo prese in giro Kurt mentre recuperava le chiavi dalla tasca dei pantaloni d Blaine e apriva la porta di casa.
«Io non sono basso» borbottò Blaine allontanandosi da Kurt per poi barcollare.
«Hai ragione, sei diversamente alto» continuò con la presa in giro raggiungendolo di nuovo. Blaine lo spinse leggermente e poi Kurt lo aiutò a salire le scale. Lo aiutò a cambiarsi e gli portò un bicchiere d'acqua con dell'aspirina.
«Resti qui con me stanotte?» domandò Blaine con voce da bambino. Kurt sorrise e lo baciò sulla fronte.
«Certo che resto qui con te» sussurrò poi, si cambiò velocemente e si mise sotto le coperte accanto a lui.
«Right here, right now
Lookin' at you and my heart loves the view.
'Cause you mean everything» cantò poi Blaine sottovoce mentre osservava Kurt raggiungerlo. Kurt sorrise e arrossì leggermente.
«Lo sai che ti prenderò in giro a vita per aver abbracciato un palo e aver cantato High School Musical da ubriaco?» domandò divertito Kurt mentre si faceva però più vicino a lui. E quando non ottenne risposta alzò lo sguardo su Blaine e sorrise nel vedere che si fosse addormentato.
«Buonanotte amore mio» sussurrò poi, lo baciò sulla guancia e si accoccolò al suo petto per poi addormentarsi anche lui.

I gironi successivi passarono troppo velocemente. Kurt raccontò a tutti di come Blaine lo avesse scambiato per un palo della luce e tutti ovviamente lo presero in giro per quello e i warblers iniziarono anche a raccontare di vecchie sbronze di Blaine. Però Kurt non raccontò a nessuno del fatto che gli avesse dedicato un pezzo di una canzone di High School Musical perché alla fine lo aveva trovato terribilmente romantico. E poi il girono della partenza era arrivato. Separarsi fu più difficile di quanto credettero. Si promisero di sentirsi sempre e di vedersi il prima possibile. Kurt sarebbe potuto andare a trovarlo una volta che Blaine si fosse stabilizzato a New York. E Blaine promise a Kurt che quando avrebbe avuto l'occasione sarebbe andato a trovarlo a Lima. Si salutarono tra baci e lacrime e Kurt rimase ad osservare Blaine dal finestrino. Lo osservò farsi sempre più piccolo finché non sparì dalla sua visuale. Blaine rimase in mezzo alla strada ad osservare il bus allontanarsi sempre di più e poi si lasciò cadere sul marciapiede e cercò di trattenere le lacrime. Cooper fu subito al suo fianco e lo abbracciò forte. E poi il girono dopo fu Elliott a partire e Blaine rimase al fianco di Sebastian che però non crollò come fece Blaine. I giorni successivi li passarono sempre insieme, Sebastian lo aiutò a sistemare tutto per New York. Ogni sera Kurt e Blaine restavano ore al telefono a parlare e a raccontarsi la loro giornata, oltre ai numerosi messaggi che si scambiavano durante la giornata.
«Il cinque settembre parto per New York -disse Blaine durante una delle loro videochiamate- E stavo pensando ecco.. di partire prima. Magari venerdì e fermarmi a Lima per il weekend» sussurrò poi. La verità era che Kurt gli mancava terribilmente nonostante fosse passata poco più di una settimana da quando si erano salutati. Ma avevano passato un'intera estate passando tutte le loro giornate insieme e ora era difficile vedersi solo tramite uno stupido schermo.
«Davvero?» domandò Kurt sorpreso ma emozionato all'idea di poter rivedere Blaine già quel venerdì. Blaine annuì soltanto in un primo momento.
«Mi manchi Kurt, voglio vederti prima di andare a New York. Ho già fatto tutto quello che dovevo fare e ai miei non cambierà se partirò qualche giorno prima. Devi solo dirmi se tu vuoi che venga e io prenoto aereo e cerco un albergo dove stare» 
«No -disse subito Kurt e il sorriso di Blaine si spense- Verrai a stare da me, non andrai in un hotel. Ti avrò qui per pochi giorni, voglio passare tutto il tempo possibile con te» e Blaine tornò a sorridere.

«Ehi papà, ti serve una mano?» Kurt entrò in officina di suo padre quella mattina. Finn era uscito con Rachel e Carole era in ospedale a lavorare.
«Cosa vuoi figliolo?» domandò Burt alzando la testa dal motore che stava controllando.
«Chi ti ha detto che voglio qualcosa?» chiese Kurt avvicinandosi agli attrezzi e passando a Burt quello che gli aveva indicato.
«Perché sei mio figlio e ti conosco. Quando vieni in officina e ti proponi per aiutarmi è perché vuoi parlare di qualcosa o vuoi chiedermi qualcosa» Kurt sbuffò ma sorrise, perché suo padre lo conosceva così bene.
«Questo weekend Blaine verrà a Lima, può fermarsi da noi senza andare in hotel?» chiese speranzoso, poi si morse il labbro il attesa di una risposta di suo padre. Burt lo scrutò attentamente prima di dargli una risposta.
«Va bene. Ma dorme sul divano» disse poi con tono severo.
«Ma..» provò a ribattere Kurt. Infondo avevano condiviso già il letto più volte ed erano andati più volte oltre il semplice dormire. 
«Niente ma, Kurt. Non mi interessa se avete già dormito insieme, sotto il mio tetto dormirete separati» disse in un tono che non ammetteva repliche e Kurt sbuffò.
«Okay» si arrese. Poi prese il telefono e inviò un messaggio a Blaine per confermargli che poteva stare da loro.
«C'è altro di cui mi vuoi parlare, vero?» chiese Burt dopo un po' notando che Kurt fosse ancora in officina a dargli una mano. E Kurt annuì passandogli l'ennesimo attrezzo.
«Credi.. credi che dovrei andare lo stesso a New York? Anche se non sono entrato alla NYADA?» chiese per la prima volta. Era la prima volta che Kurt parlava con suo padre di New York da dopo il rifiuto. Burt prese uno strofinaccio e si pulì le mano. Poi chiamò Scott e gli disse di pensare lui all'auto e fece segno a Kurt di seguirlo nel suo studio.
«Come mai questa domanda?» chiese una volta soli.
«È un po' che ci penso. Ho sempre desiderato andare a New York, ancora prima della NYADA. E Blaine pensa che potrei andare comunque e magari fare qualcosa nel campo della moda» spiegò Kurt. Burt rimase in silenzio per qualche secondo ad osservare il figlio.
«Vuoi andare a New York perché c'è Blaine? -domandò poi, Kurt non rispose. Certo il fatto che Blaine si stesse per trasferire a New York lo faceva tendere di più verso quell'idea, ma come aveva detto a Burt lui sognava New York da molto prima di Blaine- Ascolta Kurt, se vuoi andare a New York io ti appoggerò okay? Ma non ci andare solo perché ci sta sta andando Blaine, vacci per te stesso. Vai a New York perché pensi che è il meglio per te, non perché c'è un ragazzo che ti piace. Conosci Blaine da poco più di tre mesi -Kurt aprì la bocca per ribattere ma Burt glielo impedì- Non so dicendo che non durerete. Ti credo quando mi dici che lo ami, lo vedo nei tuoi occhi, nei tuoi sorrisi. Ma non andare a New York solo per un ragazzo, neanche se credi che sia il ragazzo giusto. -Kurt annuì capendo cosa stesse cercando di dirgli suo padre- Pensaci bene Kurt. Mi fido di te e so che farai la scelta giusta» Kurt gli sorrise e poi lo abbracciò.
«Grazie papà, ti voglio bene»
«Ti voglio bene anche io, figliolo»
 

L'estate è finita.. c'è stata la grande festa dove Blaine si è ubriacato un po' e Kurt si è divertito nel vederlo in quelle condizioni. Ma poi il giorno della partenza è arrivato e Kurt e Blaine si sono salutati con la promessa di sentirsi il più possibile. Blaine poco dopo partirà per New York mentre Kurt non sa ancora cosa farà.. i saluti sono stati più difficili del previsto e solo dopo una settimana di lontananza Blaine decide di andare a Lima per qualche giorno prima di trasferirsi completamente a New York. Kurt chiede il permesso al padre e poi parla anche di New York con lui, quale sarà la sua decisione finale?
  
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