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Autore: Farkas    12/09/2022    2 recensioni
Riku è riuscito a sconfiggere Roxas e Naminé si trova quindi costretta a fare un lavoro difficile: cancellare completamente la memoria del ragazzo, sostituendo i suoi ricordi con altri fasulli, come era stata costretta a fare con Sora. Un lavoro difficile per la bionda dato che non vuole farlo. Uno sguardo ai pensieri di Naminé, mentre vive la vita di Roxas guardandone i ricordi.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: DiZ, Naminè, Riku, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Kingdom Hearts, KH 358/2 Days, Kingdom Hearts II
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Un lavoro difficile

 
Con un sospiro la ragazza prese il suo blocco da disegno. Usarlo non le era mai pesato tanto.
Era stato un colpo vedere Riku ridotto in quel modo e ancora di più vedere chi aveva portato privo di sensi in quella vecchia villa.
-C’era proprio bisogno di ridurlo così? Magari se gli avessimo spiegato…- aveva protestato debolmente Naminé, ma Diz l’aveva zittita in malo modo per poi andare a discutere con Riku. Solo dopo l’aveva fatta chiamare.
-Come?!- aveva chiesto allibita la bionda quando Diz le ebbe spiegato cosa voleva che facesse.
-Cancellagli tutto. Non deve ricordare nulla né di sé stesso, né dell’Organizzazione. In seguito gli fornirai ricordi falsi che ci aiuteranno a tenerlo in un mondo virtuale-.
Togliere così l’identità a qualcuno era una cosa a dir poco orribile da fare. Quel tizio diceva tanto di disprezzare i Nessuno, ma si rivelava privo di sentimenti almeno quanto loro. Perlomeno i Nessuno avevano la scusa di non avere un cuore, mentre quel tale sembrava non avere idea di come usare il suo.
In quel momento più che senza cuore, Naminé avrebbe preferito essere senza stomaco, dato che avrebbe potuto giurare che qualcuno l’avesse riempito di cemento.
Rubare del tutto l’identità a qualcuno, ingannarlo per giorni e infine farlo sparire… era tremendo.
-Non piace a me, come non piace a te, ma è necessario- le aveva detto Riku dopo che Diz le aveva dato l’ordine e la ragazza aveva capito che da lui non avrebbe ricevuto alcun aiuto. Come sempre non poteva mai fare ciò che avrebbe voluto. Non ci aveva guadagnato molto nel cambio di carceriere.
Be’ inutile perdere tempo. Via il dente via il dolore. Con un altro profondo sospiro la bionda afferrò la matita e si calò nella mente del ragazzo svenuto di fronte a lei.
 
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-Forza andiamo a prenderci un gelato-.
-Perché? -.
- “Perché?” Beh, allora… perché siamo amici-.
Naminé riemerse da quel ricordo stupita. Non la sorprendeva vedere Axel nei ricordi di Roxas visto che erano entrambi membri dell’Organizzazione, ma quel suo dichiararsi amico del Nessuno di Sora l’aveva sorpresa.
Axel… era stato quasi gentile con lei al Castello dell’Oblio. Be’ almeno non l’aveva fermata quando aveva deciso di ribellarsi al piano di Marluxia.
 
E da lì in poi furono tanti gelati davanti al tramonto. Alcuni non erano poi tanto speciali, altri erano stati momenti importanti tra i due ami… Nessuno.
-Mi mancheranno questi gelati in compagnia- commentò Axel dopo una missione in coppia con Roxas.
-Eh? - chiese stupito quest’ultimo.
-Da domani… sarò via per un po’- buttò lì il rosso.
-Davvero…- mormorò Roxas sembrando quasi… triste.
-A te penso di poterlo dire visto che siamo amici. Andrò al Castello dell’Oblio-.
 
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“Quindi, questo è successo prima che conoscesse me” pensò Naminé. “Però proprio non capisco perché Axel volesse convincere Roxas di essere suo amico”.
Il ragazzo aveva trovato un bastoncino che gli garantiva la vittoria di un altro gelato, ma aveva deciso di sfruttarlo per fare un regalo ad Axel quando fosse tornato. La bionda sorrise all’idea di quel pensiero gentile e ingenuo. Ma ora doveva farlo sparire come avrebbe dovuto fare con tutto ciò che aveva e avrebbe visto.
 
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Dalla partenza di Axel ci furono molti gelati solitari, fino alla mattina in cui Roxas sentì discutere Xigbar e Xaldin.
-Tutto a posto? - aveva chiesto il ragazzo.
-A posto? Macché. Pare che almeno uno di quelli che abbiamo inviato al Castello dell’Oblio sia stato eliminato-.
-Eliminato? Ma questo significa…- aveva boccheggiato il ragazzo, prima di essere interrotto dall’arrivo di Saix che non si era rivelato in grado di dargli informazioni sulla sorte di Axel, per cui si sentiva in ansia.
-Sembrava davvero preoccupato per lui… ma com’è possibile? - mormorò Naminé. Incuriosita si gettò a capofitto nel resto di quella giornata.
Il ragazzo era stato dominato da quei pensieri angosciosi per tutto il giorno e a fine missione aveva chiesto a Xigbar che lo aveva accompagnato che fine facessero gli Heartless sconfitti.
-Non vanno da nessuna parte. Spariscono e basta. Resta solo il loro cuore. E poi i cuori confluiscono nel grande Kingdom Hearts- aveva risposto il numero due dell’Organizzazione.
-E se qualcuno privo di cuore come noi sparisce rimane qualcosa? -.
-Macché. Noi non dovremmo neanche esistere. Cosa mai potrebbe restare? -.
Quindi se fosse stato Axel a essere stato eliminato, non lo avrebbe mai più rivisto. Fu l’ultimo pensiero di Roxas, prima di perdere i sensi.
 
“Probabilmente è stato il mio cominciare a manipolare i ricordi di Sora a farlo svenire” si disse Naminé tornando alla realtà. Ma a dominare i suoi pensieri era l’autentica angoscia che Roxas aveva provato quando aveva temuto di perdere Axel. Un Nessuno non avrebbe dovuto poter provare quelle cose.
Era così vero quello che aveva detto Xigbar. I Nessuno erano destinati a svanire nell’oscurità… eppure più guardava i ricordi di Roxas, più le pareva che lui non meritasse un destino del genere.
Se avesse potuto fare qualcosa per aiutarlo, lo avrebbe fatto volentieri, ma non poteva fare nulla. Doveva continuare a ripeterselo e proseguire col suo lavoro.
 
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Appena si era svegliato il suo primo pensiero era stato per Axel, ma ancora una volta Saix non aveva potuto dargli sue notizie. E quindi, era tornato al lavoro.
Ci sarebbero voluti giorni prima che Demyx informasse Roxas e Xigbar della totale eliminazione del gruppo mandato al Castello dell’Oblio. E a differenza loro, Roxas si era sentito divorare dallo sconforto.
Sconforto che però era durato poco, dato che terminata la missione di quel giorno il custode aveva sentito una voce fin troppo familiare chiamare il suo nome.
-Axel… ma avevano detto che tutta la squadra mandata al Castello dell’Oblio era stata spazzata via…-.
-Ti correggo: solo i deboli sono stati spazzati via-.
-Ero molto preoccupato per te-.
-Preoccupato? Guarda che noi Nessuno non abbiamo il cuore per preoccuparci! -.
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La gioia provata da Roxas nel rivedere il rosso, travolse la ragazza come un’onda. Assurdo. Inconcepibile. Eppure per quanto lei non fosse un’esperta (non poteva provare gioia e nemmeno aveva mai avuto un buon motivo per farlo) pareva proprio che Roxas fosse stato contento di rivedere Axel.
-Ma chi sei tu? - mormorò la bionda fissando l’altro Nessuno. Sora era così speciale da avere anche un Nessuno particolare come quello?
Eppure il modo in cui interagivano lui e Axel… anche lui sembrava quasi uma…
No, no, no! Che pensieri erano quelli? I Nessuno erano privi di cuore e quindi di emozioni… ma allora perché più andava avanti con la cancellazione e più sentiva lo stomaco pesante?
 
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Le giornate di Roxas le erano passate davanti agli occhi per ore. Le missioni, i momenti con Axel, le sue riflessioni… c’era molto in quel ragazzo che l’aveva colpita.
Sapeva che era ignobile anche solo pensarlo, ma le sarebbe piaciuto infiltrarsi nei suoi ricordi come aveva fatto con Sora. Almeno con Roxas non avrebbe usurpato il posto di qualcun altro, lui non aveva un’amica femmina*. Così al risveglio l’avrebbe salutata, e certissimo di averlo fatto altre mille volte, l’avrebbe portata sulla torre dell’orologio a mangiare il gelato.
La cosa buffa era che lei quel gelato non l’aveva mai assaggiato, malgrado vivesse a Crepuscopoli da un bel po’ ormai. Non era nemmeno sicura che le sarebbe piaciuto: come fa una cosa a essere dolce e salata contemporaneamente?
Per un attimo volle immaginarsi la scena:
-Perché quell’espressione disgustata? -.
-E che… salato e dolce insieme… urgh-.
-Ma se lo hai sempre mangiato! -.
-Sì, be’… ehm… scherzavo! –.
Dio, che tristezza. Era negativa perfino nelle sue fantasie! In fondo se a quanto le aveva detto Riku, quel gelato era così popolare in città non poteva essere tanto male.
Magari le sarebbe piaciuto tanto da voler fare il bis. Si immaginò anche quello scenario.
-Mmm… questo gelato è una vera squisitezza! -.
-Lo so. Però da come te lo sei divorato, sembrava che non lo avessi mai mangiato-.
-Ehm, già. È che oggi ho… molta fame, anzi quasi quasi ne prendo un altro-.
Be’ magari avrebbe trovato il suo comportamento un po’ strano, ma probabilmente non ci avrebbe fatto caso più di tanto. Anche se dubitava che qualcosa nato con l’inganno potesse durare. E poi non avrebbe percepito in qualche modo l’assenza di Axel? Era l’unica persona – vabbè Nessuno - al mondo di cui gli importasse qualcosa.
All’idea di dover rimuovere del tutto il rosso dai ricordi di Roxas, la colata di cemento le scese nello stomaco più abbondante e più veloce. Ripensare al numero VIII dell’Organizzazione le provocava una strana sensazione: era vero che l’aveva lasciata fuggire, però quando Marluxia l’aveva presa in ostaggio, non si era certo preoccupato per la sua sorte.
Le bastava chiudere gli occhi per rivedere la scena: Marluxia che la faceva comparire davanti a sé, tenendole una mano sul capo e Axel che sorrideva sprezzante.
-Quello è il tuo scudo? Non ti servirà a niente, mi spiace -.
In altre parole “Credi davvero mi importi di Naminè? Se necessario eliminerò anche lei!”
La bionda rabbrividì. Avrebbe dovuto augurare ad Axel tutto il male possibile dopo quella frase e invece non ci riusciva … ma in fondo perché mai Axel avrebbe dovuto tenere alla sua sopravvivenza?
Eppure più li vedeva più le sembrava sbagliato cancellarlo dai ricordi di Roxas. A quanto aveva visto tra loro c’era un legame forte quanto quello tra Sora e Riku.
Ma per favore! Un cuore non ce lo avevano, che legame potevano avere?! Come se ad Axel potesse far male, che Roxas si scordasse di lui!
Doveva semplicemente continuare a ripeterselo, fino a convincersene.
Non riuscì a non pensare a come sarebbe stato se avesse incontrato Roxas prima e in un altro modo. Magari avrebbero stretto un simil-legame come quello che il ragazzo aveva con Axel. Sarebbe stato bello. O almeno piacevole.
Purtroppo le cose erano andate come erano andate.
-Mi spiace- mormorò debolmente la Nessuno di Kairi. – Scusami-.
Ovviamente, Roxas non replicò e un’esitante Naminé tese una mano e gli accarezzò una guancia.
Si era fatto domande insolite per un Nessuno: aveva visto nei suoi ricordi che aveva chiesto ad Axel come fosse tenere a qualcosa, cosa fosse l’amore… gli sarebbe piaciuto aiutarlo a cercare le risposte. Regalandogli un bel disegno a cui magari. Sarebbe stato bello se un suo disegno fosse servito a fare qualcosa di bello per qualcuno una volta tanto.
Sospirò e si rimise al lavoro. Avrebbe voluto fare qualcosa di buono per quel ragazzo e intanto gli stava togliendo l’identità. Quanto era ipocrita.
 
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-Parli come se fossi una persona vera-.
-Cosa? Perché? Io non so come parlano le persone vere-.
-Voglio dire che a volte sembri… parlare con il cuore-.
 
“È vero” pensò Naminé. “È proprio vero. Non capisco perché, ma guardare i tuoi ricordi… mi fa sentire… qualcosa. Mi piacerebbe davvero poterti parlare”.
Le sarebbe piaciuto, ma non era possibile. Doveva continuare a ripeterselo e smetterla di indulgere in stupide fantasie.
 
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-Devo avere un punto di riferimento. Non ricordo nulla del mio passato-.
Quella maledetta frase continuava a rimbalzarle nel cervello, e la sensazione di oppressione era più forte che mai.
“Basta. Non voglio farlo. È sbagliato. Perché possiedo un potere così orribile?”.
Era colpa sua se era necessario commettere un atto del genere. Il peso della propria responsabilità, le rovinò addosso tutto d’un colpo.
Oh, se solo l’Organizzazione non l’avesse trovata, se solo avesse avuto il coraggio di ribellarsi prima di aver modificato del tutto la memoria di Sora…
-Diz vuole sapere come sta procedendo il lavoro- fece Riku entrando nella stanza.
-Procede, ma è difficile. Sicuro che non ci sia un’altra soluzione? -.
C’era un che di supplichevole nella voce di quella ragazza, ma l’albino non si fece commuovere.
-Sai meglio di tutti che non c’è-.
La ragazza riprese in mano il blocco da disegno e notò che le sembrava stranamente pesante.
“Spero solo che sia l’ultima volta che mi trovo costretta a fare una cosa del genere”.
 
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I viaggi nei vari mondi, gli occasionali contatti avuti con i loro abitanti, i dubbi sull’Organizzazione… Naminé dovette vivere e cancellare tutto ciò. Certo era strano che Roxas avesse incontrato tante persone conosciute da Sora…
E arrivò il momento in cui Roxas prese la decisione di andarsene.
-Ti sei deciso? -.
-Perché il Keyblade ha scelto me? Devo saperlo-.
-Non puoi tradire l’Organizzazione! Se te li fai nemici ti distruggeranno! -.
-Nessuno sentirebbe la mia mancanza-.
-Non è vero. Io la sentirei-.
 
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Quel che aveva detto Axel non era bastato a fermarlo. Anche lui sembrava decisamente umano paragonato agli altri membri dell’Organizzazione… molto di più di quanto lo sembrasse al Castello dell’Oblio. Era stato Roxas forse a risvegliare qualche traccia di umanità in lui? E forse… lo stava facendo anche con lei visto che si sentiva sempre peggio?  
Di certo il Nessuno di uno come Sora avrebbe dovuto essere speciale… ma quella che aveva appena vissuto era stata la storia di Roxas dopotutto. Non una parte di quella di Sora, quella di Roxas.
Naminé deglutì. Non era giusto che tutto ciò che aveva visto sparisse. Lo avrebbe custodito lei per Roxas. E quando fosse stato nella Crepuscolpoli virtuale… gli avrebbe svelato chi era davvero.
Sarebbe stato un lavoro difficile da fare sotto i nasi di Diz e Riku, ma ci sarebbe riuscita ad ogni costo. Perché era giusto. Perché lo voleva.
 
 
 
 
 
 
  • Nel momento in cui si svolge questa storia Xion è già stata dimenticata.
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
E finalmente sono arrivato anche qui. Non che non mi piaccia Xion, ma temevo che inserendola nella storia l’avrei allungata troppo… e poi se mentre Roxas combatteva con Riku, Xion era già quasi del tutto dimenticata avrebbe dovuto esserlo del tutto quando Naminé ha cominciato a cancellargli la memoria.
Spero che sia uscita fuori una one-shot passabile. Sinceramente io non ne sono molto convinto, ma non lo sono spesso quando pubblico. Spero quindi in commenti costruttivi.
Alcuni dialoghi vengono dalla versione DS di 358/2 Days perché mi piacevano di più di quelli visti su PS3.
Ci vediamo nelle recensioni!
  
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