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Autore: OrnyWinchester    17/09/2022    4 recensioni
Sam e Dean si ritrovano misteriosamente catapultati nella Camelot arturiana e dovranno affrontare una serie di difficoltà prima di scoprire la pericolosa minaccia che si cela dietro al loro strano viaggio nel tempo e che rischierà di mettere a repentaglio tanto il loro presente quanto il destino di Artù, Merlino e di tutti gli abitanti del regno di Albione.
La storia è ispirata alle serie tv "Merlin" e "Supernatural" e si colloca tra gli episodi 4.7 e 4.8 di Merlin e tra gli episodi 9.19 e 9.20 di Supernatural.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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“Ah, siete tornati!” esclamò Ginevra, intenta ad avvolgere tanti sacchettini di sale. “Qui abbiamo quasi finito. Come sta Artù?”
“Ha appena dato l’ordine di attaccare, ma lo vedrai dopo. Lui ed Elyan si sono raccomandati di tenerti al sicuro!” le rispose Merlino.
“Spero tanto che questa battaglia finisca presto! Non sarebbe giusto perdere altri amici a causa della brama di potere di Morgana.” disse, mesta.
“Non preoccuparti, Gwen. Elimineremo alla svelta quanti più spettri possibile, così Artù e gli altri cavalieri non dovrebbero avere problemi a fronteggiare quei mercenari.” cercò di calmarla Sam.
“Ma non capisco una cosa. Come potrà bastare la poca pece a nostra disposizione per dare fuoco a tutti questi involucri?”
“Ne ho mescolata un po' al sale, dovrebbe bruciare con facilità. Non temere!” intervenne Merlino prontamente, cercando di sviare l’attenzione di Ginevra dal problema.
“Va bene. Allora li sistemo in questi sacchi, così saranno più facili da trasportare.”
“Grazie, Gwen. Al resto penseremo noi. Tu e Gaius restate qui al riparo, mi raccomando!” disse il giovane, ricevendo cenni di assenso sia da Ginevra che dal medico. “Ah, Gaius, i vostri pazienti sono al sicuro?”
“Sì, sta’ tranquillo. Diciamo che li ho traferiti in un luogo più adeguato dopo che Agravaine è andato su tutte le furie.” lo rassicurò il medico.
“A proposito, Agravaine non si trovava nella sala consigliare con gli altri cavalieri. Davvero non ha intenzione di combattere contro Morgana? E Artù gli lascia fare quello che vuole?” domandò Dean, mentre Sam gli intimava con lo sguardo di non lasciarsi sfuggire troppo davanti a Ginevra.
Ma fu proprio Gwen a rispondergli.
“Di solito Lord Agravaine non si lancia in battaglia, almeno non in quelle così cruente. Diciamo che lo si vede arrivare a cose concluse, come se volesse osservare i risultati. Sono pochi i casi in cui si fa coinvolgere e, quando lo fa, state pur certi che è per instillare qualche strana idea nella testa di Artù.”
“Un coraggioso gentiluomo!” notò Dean in tono ironico. “Non ti è molto simpatico, vero Ginevra?”
“Decisamente no. Ma io sono solo una serva e non mi trovo nella posizione di contraddirlo o di osteggiarlo.” rispose malinconica.
“Le cose cambieranno.” aggiunse Dean, sicuro.
“Lo spero.” gli fece eco Gwen, mentre finiva di riempire l’ultimo sacco. “Beh, buona fortuna.” disse, porgendolo a Merlino.
“Anche a voi! Non mettetevi in pericolo!” le raccomandò ancora una volta il mago.
“Muoviamoci! Se le cose vanno come pianificato, alla fine di questa giornata sarà tutto finito!” concluse Sam, mentre con Dean e Merlino si apprestavano a fronteggiare il manipolo di spettri ingaggiati da Morgana.
 
***
 
“Sir Leon, hai notizie di mio zio?” domandò Artù al cavaliere.
“No, sire. Non era sul perimetro e nemmeno sulle torri di guardia. Non vi ha messo al corrente dei suoi spostamenti?”
“No, non lo vedo da ieri sera, quando si è ritirato per la notte. E’ strano!” convenne Artù.
“Sire, siamo pronti.” lo informò sir Parsifal.
“Bene. Ancora una volta ci troviamo sotto attacco e la nostra esistenza e quelle delle persone a noi care sono messe a repentaglio dalla stregoneria. Dalla stregoneria di Morgana. Vi esorto costantemente a combattere al mio fianco e so bene che vi chiedo ogni giorno di rischiare la vita per il bene di questo regno. Lasciatemi dire che sono molto orgoglioso di voi e di tutto l’esercito di Camelot e colgo l’occasione per ringraziarvi della lealtà che mi dimostrate.” proferì Artù in modo solenne.
“Artù, abbiamo scelto noi di combattere al vostro fianco. Non c’è motivo per cui dovremmo tirarci indietro in questa occasione o in un’altra. Ricordatevi che siamo usciti bene da situazioni peggiori. Non ci lasceremo intimorire facilmente da Morgana, dai suoi fantocci stregati, né tantomeno da qualunque esercito nemico.” gli disse sir Galvano.
“Grazie per avermelo ricordato, Galvano. Ma sapere che mi seguirete comunque, non rende tutte queste battaglie meno spiacevoli e non posso fare a meno di vedere come questo vi porti a correre dei rischi per me e per Camelot.”
“Avete ragione, sire. Ma ne siamo consapevoli anche noi e ogni volta non ci pensiamo due volte a seguirvi perché sappiamo che è la cosa giusta da fare. Sarebbe sciocco da parte nostra avervi giurato fedeltà per poi tirarci indietro di fronte alla prima minaccia.” aggiunse sir Elyan.
“Sire, siamo con voi sempre, questo lo sapete. E lo facciamo con consapevolezza, ma con altrettanta fiducia nei vostri confronti. Abbiamo combattuto così tante battaglie insieme!” gli fece eco Leon.
“Beh, tutti hanno ragione.” si unì sir Parsifal “Siamo lieti di servirvi, non lo facciamo mossi da alcun obbligo. Siete un sovrano come nessun altro e ci avete mostrato la vostra generosità e la vostra lealtà in molte circostanze. Quando siamo stati in difficoltà, non siete stato forse il primo a correre in nostro soccorso? E siamo certi che così continuerete a fare. Non c’è motivo per cui dobbiate preoccuparvi! Se anche dovessimo perdere la vita, sarà stata una nostra libera scelta!”.
“Le vostre parole mi fanno davvero piacere e, in qualità di vostro re, sono fortunato ad avervi come soldati e come amici. Grazie!” replicò Artù.
“Ehm… Sire, credo che il momento dei convenevoli sia finito. I mercenari sono alle porte del castello.” disse Galvano, guardando dalla finestra.
“Allora, prepariamoci. E’ venuto il momento di combattere!” concluse Artù.
 
***
 
Sam e Dean, nel frattempo, seguivano Merlino nel tragitto che li avrebbe condotti sulle merlature del castello, in una posizione ideale per eliminare quanti più spettri possibile senza dare troppo nell’occhio, evitando che qualcuno facesse domande scomode. Il mago avanzava spedito lungo i corridoi che aveva percorso già migliaia di volte e che conosceva a memoria, mentre i fratelli Winchester erano un po' più indietro, anche per via dei pesanti sacchi di sale che trascinavano, e cercavano di non perderlo con lo sguardo.
“Credi che l’incantesimo di Merlino eliminerà quello spirito del tempo?” domandò Dean al fratello.
“E’ molto probabile, Dean. E’ di Merlino che stiamo parlando. Ma questo non ci dà la certezza di riuscire a tornare a casa, comunque. Non sappiamo nemmeno per quale strano scherzo del destino siamo finiti qui.” rispose Sam.
“Beh, qualunque cosa ci abbia mandati qui per risolvere questo problema, una volta sistemato, sarà meglio che ci faccia tornare indietro.” convenne il maggiore dei Winchester. “Anche perché dovremo fare fuori Abaddon, se, come abbiamo ipotizzato, non si farà vedere in questo tempo. Il nostro ritorno è necessario.”
“Hai ragione. Senza contare il fatto che stiamo combattendo a Camelot, insieme a re Artù, a Merlino e ai cavalieri della Tavola Rotonda. Non ci avrei mai pensato fino a qualche giorno fa! Non ci crederà nessuno quando lo racconteremo!” sorrise Sam, sbalordito.
“Penseranno tutti che ci siamo presi una sbronza colossale, o, peggio, che qualcuno ci abbia drogato.”
“Già. Anche se stavo valutando l’idea di restare qui per un po'.” disse, a disagio.
“In che senso, Sam? Non mi sono trovato male neanch’io, questo lo ammetto, ma pensare di fermarmi a Camelot è tutto un altro discorso.”
“In realtà, Dean, è più un’idea che mi è saltata in mente quando Gaius ci ha fatto notare che il Marchio non sta avendo ascendente su di te perché in questo tempo il suo vero possessore è un altro. Potremmo fermarci qui fino a quando non avremo scoperto come potrai liberartene dopo aver ucciso Abaddon. Guadagneremmo del tempo prezioso!” gli spiegò.
“Ti ha dato di volta il cervello, Sam?! Per prima cosa il nostro ritorno a casa non dipende nemmeno così tanto da noi, poi cosa ti fa pensare che riusciremo a trovare una soluzione per il Marchio? Non se ne parla proprio.” obiettò con fermezza Dean, furente.
“Potrebbe arrivare il momento in cui non riuscirai più a gestirlo!”
“E’ questo che ti spaventa, Sam? Che possa diventare un assassino assetato di sangue? Sono anni che combattiamo contro qualunque tipo di essere soprannaturale e ne abbiamo viste di tutti i colori. Questo non è né più né meno di quello che ci è già successo. Troveremo una soluzione come sempre, anche se dovessero passare anni. Se mi vedrai fuori controllo, potrai sempre rinchiudermi da qualche parte o trovare un altro espediente per fermarmi.” ribatté Dean, mostrando il Marchio di Caino a Sam. “Adesso pensiamo ad una cosa per volta e concentriamoci su questa strana battaglia medievale. Se dovessimo fallire, non ci sarà una casa in cui tornare!”
“Va bene. Ma ne riparleremo, Dean. Non mi arrendo facilmente quando c’è la tua vita di mezzo, dovresti saperlo.”
“Sì, mammina. So quanto puoi essere pedante, non serve che me lo ricordi.” borbottò Dean, ricevendo una mezza smorfia divertita da parte di Sam.
Dopo l’ultima rampa di scale, i fratelli raggiunsero Merlino in prossimità di una porta, al di là della quale si aveva accesso alle merlature più alte del castello.
“Da questa parte.” disse il giovane mago, facendo strada ai due.
 
***
 
Da quella posizione sopraelevata la vista sull’ingresso del castello era ottimale e i tre ragazzi predisposero tutto il necessario per occuparsi degli spettri. Lungo le merlature candide, gli arcieri erano predisposti per combattere, ma il punto scelto dal giovane mago rimaneva in disparte e li lasciava al sicuro da ogni attacco. Mentre l’esercito ibrido di Morgana si avvicinava alle porte, guidato da uno strano uomo dall’aspetto singolare, Merlino fece il primo tentativo per valutare se effettivamente quegli esseri soprannaturali potessero essere scacciati, in attesa di distruggere l’oggetto che li teneva legati al mondo terreno. Così raccolse un piccolo involucro di stoffa contenente il sale, grosso quanto un pugno, e usò un incantesimo per farlo bruciare.
Bael onbryne!
La specie di sacchetto prese immediatamente fuoco sotto gli occhi stupiti di Sam e Dean, poi Merlino lo scagliò con un gesto della mano a tutta forza contro uno degli spettri. Questo ne colpì in pieno uno, facendolo svanire. Merlino, così, esultò per la riuscita del piano e si preparò a dissolvere anche i restanti. A quel punto, Dean estrasse da uno dei sacchi delle balestre prese nell’armeria, che lui e Sam potevano usare per far sì che le protezioni con il sale raggiungessero il luogo dello scontro e allontanassero quegli ospiti immortali indesiderati. Con un nuovo gesto della mano e ripetendo l’incantesimo, il mago fece incendiare anche i sacchetti in mano ai due Winchester e tutti e tre iniziarono a colpire a ripetizione ogni nemico che avevano sotto tiro, eliminandone un discreto numero. Mentre centravano uno dopo l’altro gli alleati soprannaturali di Morgana e si affrettavano a decimarli prima che questi potessero fare del male a qualcuno, i tre videro Artù e i suoi cavalieri dare battaglia proprio appena fuori le mura del castello, duellando con maestria e abnegazione ed eliminando quanti più mercenari possibile senza risparmiare nemmeno una stoccata. Merlino notò come Sam e Dean avessero rallentato la loro azione, troppo presi dal combattimento che infuriava ed emozionati di fronte alla bravura dell’esercito di Camelot.
“Artù e i suoi cavalieri non hanno eguali in duello.” disse, richiamando l’attenzione dei fratelli Winchester. “Sono i soldati più preparati che abbia mai visto all’opera!”
“Non stento a crederlo, Merlino. E’ di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda che parliamo.” confermò Sam, che sollevò la balestra e riprese a bersagliare i nemici con i sacchetti di sale. “Probabilmente è l’esercito più forte che la storia abbia mai conosciuto. E vedendoli in azione, posso confermare che si tratta di una fama meritata: un simile affiatamento è raro!”
“Davvero impressionante! E’ un peccato che le persone non possano vederlo perché un conto è sentirne parlare, un altro è trovarsi di fronte a tutto questo.” affermò Dean, con una strana malinconia che iniziava a turbargli il volto e a celare l’espressione compiaciuta.
“Le battaglie sono diverse nel vostro tempo?” domandò Merlino incuriosito.
I due Winchester si guardarono un po' perplessi sulla risposta da dare al mago, poi Sam, con non poca difficoltà, disse con cautela:
“Vedi, Merlino, nel nostro tempo ci sono tanti tipi di guerre da combattere. Quelle tra due eserciti sono davvero tanto lontane dal somigliare a questa: diciamo che si usano mezzi e competenze diverse, ben più letali di un duello corpo a corpo.”
Mentre parlava, sentiva una profonda angoscia attanagliarlo, poiché, come egli stesso convenne, non era facile esprimere a parole la durezza e la crudeltà di una guerra, soprattutto se il suo interlocutore era completamente all’oscuro di qualsivoglia pratica moderna. Sospirò, poi, cercando di spostare l’attenzione su un argomento che lui e Dean conoscevano alla perfezione.
“Se escludiamo l’epicità della situazione, questo tipo di combattimenti è molto più simile a quello con cui abbiamo a che fare noi ogni giorno. Gli scontri hanno la stessa immediatezza e rapidità; inoltre, il fatto di lottare contro delle forze della magia oscura o contro creature inimmaginabili è praticamente il nostro lavoro.” cercò di spiegare in modo che Merlino potesse comprendere. “Ad ogni modo, non distraiamoci troppo. Se quegli spettri riescono a raggiungere le porte del castello, potrebbe essere difficile tenerli a bada tutti. Sarà meglio annientarli prima che siano troppo vicini.”
Merlino e Dean fecero un cenno di assenso con il capo e si rimisero a lanciare sacchetti di sale infuocati sui pochi spettri rimasti che avanzavano. Poi, anche Sam, in parte provato da quella conversazione, si ricompose e li imitò.
   
 
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