Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Evola Who    27/09/2022    1 recensioni
Din Djarn (sopranominato Mando) era uno dei migliori agenti della swat del dipartimento di polizia di Nevarro, dello stato di New York.
Un uomo addestrato a ogni rischio possibile, con un passato da soldato militare e una storia tragica alle spalle. Il classico uomo taciturno, solitario, rigido e devoto al lavoro e al dovere. Definito l’amico di tutti, e di nessuno.
Finché un giorno trovò anche una culla, con sopra un bambino. Anzi, un neonato molto piccolo. Forse sotto peso, intento a strillare.
E da quel momento in poi, la vita di Mando, cambiò per sempre.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baby Yoda/Il Bambino, Carasynthia Dune, Din Djarin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 6
 
 
Verso le 15:30 uscirono.

Nonostante il tempo fosse nuvoloso, sia Mando che Grogu avevano bisogno di uscire - e poi, aveva notato che doveva fare la spesa e il bucato - così, messo il passeggino in macchina, partirono.

Prima tappa, una lavanderia a gettoni per lavare i vestiti sporchi, sia i suoi che quelli del piccolo.

E mentre era in piedi a piegare la biancheria, Grogu restò seduto nel suo passeggino, con in mano il sonaglino e il berretto all'uncinetto con le orecchie da alieno. Intento a fissarlo.

Continuando con il bucato, Mando si girò verso al piccolo che lo stava guardando, ma ogni tanto si perdeva con il suono del suo sonaglio.

"Lo sai? Ho notato che ti piacciono molto le rane." disse con tono calmo, mente stava piegando gli indumenti del piccolo con la fantasia a rane: "Davvero tanto..."

E Grogu, sentendo quelle parole, alzò la testa, rispondendo con un verso. Mando rimase stranito: il piccolo... aveva risposto?
Si girò verso di lui, mentre il piccolo era tornato al suo giocattolo.

"Grogu?" ripeté di nuovo il suo nome.

Il piccolo alzò di nuovo la testa, rispondendo con un altro verso infantile, facendolo sorridere.

Non sapeva il perché, ma questa cosa lo fece sorridere.

Dopo tutto il tempo passato insieme, tra poppate, pianti e cambi di pannolini, con le difficoltà che aumentavano....vedere il volto di suo figlio che si alzava dopo aver sentito il suo nome chiamato da lui... gli riscaldò il cuore. Perché per Mando quel piccolo gesto infantile o inconsapevole da parte di Grogu, valeva davvero tanto.

Così gli venne una piccola idea. Prese il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni, aprì nella modalità fotocamera, e puntò verso al piccolo ancora intento a giocare il suo sonaglino.

Mando si abbassò con le ginocchia a terra, cercando di inquadrare meglio il viso del piccolo, e quando ci riuscì lo richiamò di nuovo. Lui alzò la testa con il solito suono confuso e scattò una foto.

Soddisfatto si rialzò in piedi e guardò la foto che aveva appena realizzato: il primo piano del piccolo. Il volto di un neonato dalle guance paffute, l'aria smarrita, gli occhi lucidi e i capelli castani che uscivano da sotto il berretto, con una mano scoperta e l'altra occupata dal sonaglio.

Era la foto di Grogu, la prima foto di Grogu che avesse fatto da quando lo aveva salvato.

La prima foto di suo figlio...

Mando continuava a guardare con un mezzo sorriso, rendendosi conto di aver appena immortalato un momento unico, che si sarebbe salvato per sempre.

Anche quando lui fosse cresciuto, in quella foto sarebbe rimasto sempre il neonato paffuto, che aveva deciso di salvare e di adottare...

Mando si perse in quei pensieri, finché Grogu non fece cadere il suo giocattolo e iniziò a lamentarsi con dei piccoli capricci e cercando di piegarsi per raggiungere il suo amato sonaglino.

Mando sorrise, si inginocchiò, prese il giocattolo e lo ridiede al piccolo, dicendo: "Va bene, ecco il tuo sonaglio, ma cerca di non farlo più cadere. D'accordo?"

All'inizio Grogu lo guardò negli occhi, reclinando la testa su un lato e "rispondendo" con un verso dolce, finché non riportò la sua attenzione al suo giocattolo.

Il poliziotto ridacchiò seneramente, allungò la mano e lo accarezzò dietro alla schiena, provando una profonda senerità e una grande sensazione di pace. Tutto solo per la sua presenza.

"Dai, andiamo. Abbiamo ancora un po' di commissione." disse Mando, alzandosi in piedi.

Sistemò la biancheria nella sacca, se la mise sulle spalle e iniziò a spingere il passeggino verso l'uscita della lavaderia. Ma non prima di aver cambiato lo sfondo standard del suo telefono, con la foto di suo figlio.

Andarono in un megastore, all'inizio non sapeva se fosse meglio entrare con il passeggino o meno.

Ma alla fine, decise di prendere il carrello e mettere Grogu sul seggiolino del carrello (assicurandosi che fosse stabile e sicuro). Cominciò a fare avanti e indietro tra le corsie, mentre Grogu si guardava intorno, incuriosito.

Mando prese solo quello che era strettamente necessario: omogenizzati, latte in polvere, latte intero, pannolini, vestiti, prodotti per pulire, cibi surgelati, pane, uova, bacon, riso, farina, succo d’arancia e una confezione di birra.

Credeva di aver preso tutto, finché Grogu non iniziò ad agitarsi, cercando di sporgersi verso il lato del carrello.

 Mando subito si allarmò, fermandosi, finché non si girò a destra, ovvero dove Grogu stava guardando, e sospirò: era la sezione giocattoli e peluche del negozio.

“I tuoi cubi, la tua palestrina e il sonaglino non ti bastano più?” disse Mando ironicamente, mentre guardava il piccolo, che intanto abbassò la testa accompagnato da un verso che parve dispiaciuto per l’accaduto.

Mando non poté non sentirsi un po' in colpa. Nonostante non lo avesse davvero sgridato o seriamente rimproverato.

Ma vedere quell'espressione triste, con gli occhi abbassati…

gli fece stringere un po' troppo il cuore. Cercò di ignorare quelle sensazioni e quell'ingiustificato senso di colpa, finché non sospirò dicendo: “Va bene! Ma ci diamo solo una occhiata veloce. Non voglio viziarti troppo!”

E per tutta “risposta” Grogu alzò la testa, sorridendo e già rapito dai colori dei giocattoli della intera corsia, sotto lo sguardo ormai paziente di Mando.

Entrambi guardarono tutto il reparto, pieno di giocattoli di ogni genere, bambole di plastica piene di vestiti e accessori, bambole di pezza con il volto cucito addosso abbastanza inquietanti.

Giochi da tavolo per bambini come fattorie, casette, pistole normali o da western o futuriste. Soldatini, navicelle spaziali fatte di mattoncini e altri prodotti vari.

“Beh, meno male che sei ancora troppo piccolo e non deviato mentalmente dalle pubblicità.” disse Mando sollevato, mentre Grogu si perdeva tra i colori dei prodotti e la forma dei vari giocattoli con aria quasi sognante.

Saltarono tutta la parte dei giochi da tavola, e stavano uscendo dal reparto, finché non arrivarono a quello dei peluche. Lì Grogu si sporse leggermente dal carrello, per prendere il pezzo di un giocatolo.

Mando all’inizio cercò di non far cadere Grogu dal carrello, e sporgendosi verso di lui, notò il giocattolo che stava tenendo.
Un peluche di uno strano mostriciattolo color grigio chiaro, a forma di cubo.

Aveva due braccia e gambe molto lunghe e spesse. Un cerchio color bianco al centro, per simulare un “pancino” e sopra, sulla “faccia”, era disegnata una linea verticale, accompagnata da una orizzontale, simile alla visiera di un casco.

E Grogu lo fissava rapito, tenendo stretto con la sua manina un pezzo della gamba. Mando era stranito, non era un grande appassionato di giocattoli, e non aveva idea di che tipo di giocattoli potessero paicere ai bambini di oggi.

E non capiva perché un bambino così piccolo, fosse rapito da un cubo di stoffa. Eppure era così.

Grogu era ammirato da quel giocattolo, e sembrava desiderarlo. Mando, con un po' di pazienza, capì il desiderio del piccolo. Così lo prese dallo scaffale e lo diede al piccolo, che lo strinse a sé.

“Okay, questa volta hai vinto tu” disse il poliziotto con aria divertita da quella scena: “Ma solo per questa volta.”

Stavano per uscire dal corridoio, ma Grogu si sporse di nuovo fuori dal carrello, indicando un altro pupazzo: un piccolo cerchio di stoffa verde chiaro, che richiamava una rana, con indosso una specie di vestito viola e sul volto cucita una faccina sorridente. Il piccolo, ne era stranamente affascinato.

Mando sospirò di nuovo rassegnato, lo prese dallo scaffale e lo mise dentro al carrello, dicendo: “Come ho già detto prima, solo per questa volta.”

E uscì definitamente dal reparto, con il volto già rassegnato, mentre Grogu, tutto sorridente, stringeva il suo nuovo giocattolo. Stava iniziando ad andare verso alle casse, ma tra i prodotti esposti, vide un oggetto molto particolare: le scatole di una culla flessibile, che poteva essere portata sulle spalle, adatta per affiancare il letto, con tanto di ruote.

“Sai piccolo? Credo che ho appena trovato la soluzione di tutti i nostri problemi.”


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Evola Who