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Autore: Juliet8198    28/09/2022    1 recensioni
Seokjin era l'ombra di se stesso dall'incidente. Un anno di terapia. Un anno di depressione clinica. Un anno in cui la sua personalità brillante e perennemente concentrata sul lato positivo della vita si era spenta come una candela, lasciando dietro di sé solo un fantasma che i suoi amici non riuscivano a riconoscere. Dall'incidente, la solitudine a cui il destino lo aveva sottoposto pesava su di lui più di quanto avrebbe potuto prevedere.
Yona aveva imparato sin da piccola a non credere nei legami a lungo termine. Quale significato aveva trovare la propria anima gemella? I suoi genitori avevano divorziato pur essendo fatti l'uno per l'altra e lei aveva una vita perfettamente felice pur non potendo congiungersi con la sua metà. Aveva imparato che la solitudine a cui il destino l'aveva sottoposta dalla nascita non le avrebbe impedito di diventare una persona completa.
Una scatenata insegnante di inglese, inguaribile nerd e sfegatata amante di musical dai discutibili metodi didattici, riuscirà a scuotere una persona così persa nella propria solitudine e a salvarla da se stessa?
SOULMATE AU
Quarto libro del JU
Questa storia fa parte di un universo integrato. Non è però necessario aver letto
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era lei. 

 

Seokjin avrebbe voluto ridere e ridere e ridere fino a piangere. E poi piangere, piangere e piangere fino a che non gli restavano più energie.

 

Era lei. 

 

La sua metà. La sua preziosa metà era la donna che amava. 

 

Non riusciva razionalmente a concepire come fosse possibile, ma in quel momento ogni singola fibra del suo corpo non aveva il benché minimo dubbio. Lei era la sua anima gemella. 

 

Quando gli occhi di Seokjin si erano abbassati la prima volta, fu per osservare il piccolo taglio che si era inflitto con il coltello sul dito. Lì per lì, ricordando di aver sentito Yona lamentarsi a sua volta, aveva voltato distrattamente la testa per controllare che stesse bene. Gli ci volle qualche secondo per incontrare la vista del dito insanguinato di lei. Ricordava di essersi preoccupato per lei, di essere stato in procinto di voltarsi per andare a cercare il disinfettante e dei cerotti. Poi, i suoi occhi erano scivolati nuovamente sulla sua ferita. E il suo cervello si era bloccato. Saettando da una mano all'altra, non riusciva a computare l'informazione che la scena gli stava mostrando.

 

-Quindi, dottore... ci può dire il risultato dell'esame? 

 

-Ah, il piccolo Seokjin, vediamo un po'... "empatia corporale". 

 

Seokjin aveva sentito le lacrime scendere sulle sue guance senza neanche capire che appartenessero a lui. All'inizio, gli erano sembrate gocce di pioggia che scivolavano sul suo viso. 

 

-Ecco un depliant per te, Seokjin-ie. Leggilo molto attentamente, ti spiega come funziona il tuo legame e quali rischi potrebbe portare. 

 

Il bambino di dieci anni seduto nello studio del medico aveva sfogliato il depliant con grandi occhi attenti. Il primo disegno dai colori pastello mostrava la mano di un personaggio con un taglio sul dorso che incontrava un altro personaggio con un taglio identico nella stessa mano. I due sorridevano e, nella vignetta seguente, si abbracciavano. Voltando pagina, il bambino aveva visto un altro disegno in cui entrambi i personaggi piangevano tenendosi il braccio ingessato. 

 

"Fai attenzione!", diceva la didascalia. "Anche le ferite gravi si trasmetteranno alla tua anima gemella!"

 

Seokjin sentiva che le lacrime non si sarebbero fermate per un bel po' di tempo. Mentre il suo sguardo continuava a saettare sulle due dita percorse dallo stesso taglio, era come rivedere quella figura nel depliant che aveva letto da bambino. Se strizzava gli occhi, poteva perfino vedere le loro mani in colori pastello, contornate da uno spesso bordo nero, mentre i tagli sulle loro dita erano colorati da un rosso ingentilito dal tratto della matita. E Seokjin fece un passo avanti, perché quello era il momento in cui i due personaggi si abbracciavano ed erano felici insieme, finalmente completi. 

 

Ma lei stava scivolando via da lui. 

 

In piedi in mezzo al salotto, con le braccia incrociate e gli occhi felini rinchiusi in una tempesta, voleva scappare da lui. Non era così che doveva andare.

 

Lei era Yona. 

 

La sua Yona. 

 

A prescindere da tutto, era la donna di cui si era innamorato. Al diavolo il legame, non avrebbe potuto permettere che lei si allontanasse dalla sua vita perché era lei. Perciò Seokjin chiuse gli occhi, percependo una lacrima solitaria solcargli la guancia. 

 

-Yona... ti prego...

 

La donna rimase immobile anche davanti al tremore della sua voce. La vide stringere la mandibola, mordersi l'interno della guancia e abbassare lo sguardo al pavimento per contemplare qualcosa che lui non vedeva. Poi, si mosse. Jin trattenne il fiato, osservandola con il cuore in gola. La donna, silenziosamente, si voltò e tornò a sedersi sul divano. Non disse una parola, né sciolse le sue braccia incrociate e non gli rivolse uno sguardo. Ma non se n'era andata. Seokjin trasse un sospiro tremante, che sentì echeggiare alle sue spalle in tutti i presenti che li osservavano in silenzio, e si sedette a sua volta, mantenendo un po' di distanza tra i loro corpi in modo da lasciare a Yona lo spazio di cui necessitava in quel momento. 

 

Quando la porta d'ingresso si riaprì, sollevò gli occhi su Yoongi e Hoseok, che rientrarono nel salotto con espressioni serie ma maggiormente rilassate non appena videro la figura della donna ancora presente nella stanza. 

 

-Vado a chiamare il dottore- mormorò Yoongi, dando una pacca sul braccio dell'amico prima di imboccare il corridoio che conduceva alle camere. Hoseok rimase in piedi, portando lo sguardo su di loro e studiandoli in silenzio. 

 

-Dovete essere entrambi molto confusi. Penso che se mi trovassi nella vostra situazione farei fatica ad agire in maniera razionale. 

 

Seokjin tirò le labbra in un sorriso amaro, mancando del coraggio di osservare l'espressione di lei. Hoseok, dopo un istante di silenzio passato a osservarli, riprese a parlare. 

 

-L'importante, in questo momento, è che non dimentichiate chi siete o che cosa vi ha portato qua. A prescindere da ciò che dirà il dottore, voi siete due persone che si vogliono molto bene e che hanno formato una connessione spontaneamente. Questo non cambierà. 

 

L'uomo sollevò il capo per lanciare al suo amico uno sguardo grato, quando un verso di stizza accanto a lui lo fece irrigidire. Voltandosi, osservò la donna chiudersi in una smorfia sofferente. 

 

-Certo, nulla cambierà... 

 

Seokjin piegò il capo, osservandola con labbra tremanti. 

 

-Di che parli? 

 

Yona fece scattare il volto lontano da lui, ma Jin fece comunque in tempo a intravedere la lacrima che prese a scorrere sul suo zigomo. 

 

-Quando... riceveremo la risposta... quando il dottore inevitabilmente ci dirà che non siamo... 

 

La voce della donna si spense improvvisamente, come se fosse stata aspirata via da una forza superiore. Dopo qualche istante, si schiarì la gola e riprese. 

 

-Tutto girava attorno alla tua anima gemella. Tutte le tue speranze, i tuoi obbiettivi, le tue prospettive di vita... la tua sofferenza... Quando scoprirai che io non... che io non lo sono... tu... 

 

Seokjin ci mise qualche istante per capire qual era il punto a cui voleva arrivare. Quando il suo cervello arrivò alla soluzione, spalancò le palpebre, boccheggiando. 

 

-Mi... mi credi davvero capace di... Yona, per la miseria, tutto ciò che è successo fino a ora secondo te che cos'era? 

 

La donna sollevò il mento, mantenendo lo sguardo ostinatamente lontano da lui. Ma Jin strisciò sul divano fino a essere accanto a lei e costringerla a sentire la sua presenza al suo fianco. 

 

-Le parole che ti ho detto ieri notte non avevano nulla a che fare con quello che è successo oggi. Pensi forse che non proverei più quei sentimenti solo perché non sei la mia anima gemella? 

 

La voce di Seokijn era disperata, ma lei non voleva guardare nella sua direzione. Allora, l'uomo le afferrò le mani, risvegliando quel calore anomalo che incendiava le loro pelli nei punti in cui erano in contatto diretto e strappando un sussulto alla donna. 

 

-Yona... io non me ne vado- pronunciò lui, lentamente e scandendo ogni singola parola affinché lei ne assorbisse completamente il significato. In quel momento, la vide mordersi il labbro violentemente mentre il suo corpo iniziava a tremare, e si dovette trattenere dal circondarla con le sue braccia. 

 

-Non... non dirlo. Non puoi dirlo fino a che non sai la risposta. Potresti rimanerne deluso e- 

 

-Yona. 

 

La sua voce non aveva mai assunto una nota così secca, così ruvida. Ma Seokjin sentiva la frustrazione montare nella sua testa ed esondare in tutto il suo essere perciò lasciò che essa prendesse il controllo del suo corpo. 

 

-Io non me ne vado. Non vado da nessuna parte. 

 

Stringendo le mani della donna, Seokjin mantenne lo sguardo risoluto su di lei, mentre vide la sua schiena iniziare a sobbalzare a causa dei singhiozzi che stava tentando di reprimere. Ma prima che l'uomo potesse aggiungere altro, il campanello della porta fece voltare tutti i presenti.

 

Seokjin rimase in un silenzio ansioso, osservando Hoseok voltarsi e andare lentamente ad aprire. Il dottor Oh era sulla soglia e indossava un sorriso solcato dalle rughe, inasprite dalla sua brutta abitudine di consumare un pacchetto di sigarette al giorno. I suoi occhi, nonostante ciò, erano gentili. Seokjin aveva sempre pensato che assomigliassero a quelli di suo padre e la cosa lo aveva portato a essere facilmente a suo agio con lui. 

 

-Fortunatamente mi trovavo in zona quando Yoongi-ah ha chiamato. Seokjin-ah, da quanto tempo! 

 

Il dottore diresse il suo sorriso gioviale su di lui, portandolo a rilassare parte dei suoi arti e a fargli allentare la presa sulle mani della donna che stava ancora stringendo. L'uomo era presente il giorno dell'incidente, anche se erano stati i paramedici a prendere il controllo della situazione quando le cose avevano iniziato a degenerare. Da quel momento, aveva continuato a seguirlo individualmente e, benché Seokjin avesse sempre rifiutato ostinatamente l'aiuto del dottore, apprezzava l'attenzione che aveva dimostrato per lui nel corso dei mesi. 

 

-È passato un po' in effetti- il giovane uomo sorrise debolmente -È bello vedervi. 

 

Ipnotizzato dal sorriso rassicurante del dottore, Jin inizialmente fallì nel riconoscere la tensione che aveva preso ad agitare il corpo della donna al suo fianco. Quando se ne accorse, però, incollò lo sguardo sulla mandibola tremante di lei e le mani arpionate alle sue. L'uomo, allora, prese ad accarezzare distrattamente con i pollici la sua pelle scura, osservandola nella speranza che lei finalmente si girasse e lo guardasse. L'avrebbe rassicurata, le avrebbe mostrato con i suoi occhi che non aveva importanza quello che avrebbero scoperto. Lui sarebbe rimasto lì, accanto a lei. 

 

Ma Yona non si girò. 

 

-Dunque, Seokjin-ah, mi presenteresti la signorina? 

 

Lui si voltò di scatto verso l'uomo, spalancando le palpebre e annuendo. 

 

-Questa è Park Yona. 

 

Jin esitò per un istante, indeciso se continuare. Poi, dischiuse le labbra. 

 

-La mia ragazza. 

 

Il dottore sorrise, mettendo in mostra i denti ingialliti dal fumo e rilasciando nell'aria circostante un leggero odore di tabacco. 

 

-È un piacere fare la vostra conoscenza, Yona-ssi. 

 

La donna si voltò il tempo necessario per ricambiare il saluto e piegarsi in un breve inchino di cortesia. Il dottore, allora, chiuse le labbra, studiandoli per un attimo. 

 

-Yoongi-ah mi ha spiegato a grandi linee la situazione. Tu avevi un coltello in mano e ti sei tagliato e sul dito della signorina è comparso un taglio identico nello stesso posto, è giusto? 

 

-Avevo della carta in mano- si affrettò a borbottare Yona, catturando l'attenzione del dottore. Questo annuì, sorridendo. 

 

-Posso vedere? 

 

I due presentarono ancora una volta gli indici destri agli occhi attenti dell'uomo, che studiò per qualche istante i tagli. Lui annuì ancora, portando Seokjin a osservare ogni sua minima reazione con il fiato sospeso. 

 

-Potreste esporre gli anulari della mano sinistra, per favore? 

 

Jin deglutì, facendo come il dottore aveva chiesto. Yona, al suo fianco, lo raggiunse con esitazione. L'uomo dal viso solcato di rughe girò le loro dita in modo che i polpastrelli guardassero il soffitto e osservò la pelle con estrema attenzione, prima di estrarre un piccolo strumento dalla sua borsa. Sembrava una grossa penna bombata, di quelle che si potrebbero trovare in un gioco per bambini, anche se sul dorso era presente un piccolo display. 

 

-Questa è una penna per misurare l'insulina nei diabetici. Al suo interno c'è un ago che fa un piccolo foro nel dito, quel tanto che basta per generare una goccia di sangue da analizzare. Ovviamente, a noi non serve misurare i vostri livelli di insulina- spiegò il dottore, con tono pacato e voce calma. Seokjin deglutì, annuendo in senso di comprensione. Quando l'uomo avvicinò lo strumento al polpastrello di Yona, si accorse appena che le sue dita avevano iniziato a tremare perciò si costrinse a rilassarsi, respirando a fondo. 

 

La punta della penna bombata si appoggiò alla pelle caramellata della donna e la stanza attese in apnea mentre un click metallico risuonava nel silenzio. Seokjin, istintivamente, tirò la bocca in una smorfia e abbassò lo sguardo. Non appena vide una goccia rossa tingere la sua pelle, sentì gli occhi offuscarsi ancora una volta. Tentando di trattenersi, si morse il labbro, ascoltando il respiro della donna diventare irregolare non appena la penna si allontanò dal suo dito. 

 

I due anulari era colorati dalla stessa nota di rosso, esattamente al centro di entrambi i polpastrelli. Le piccole gocce di sangue sembravano fiorellini scarlatti, dal centro scuro e saturato e i bordi che sfumavano e si confondevano con lo sfondo. Seokjin, in quel momento, sentì di non riuscire a respirare. 

 

-Direi che abbiamo la conferma. Per sicurezza, vi farò anche un prelievo di sangue per fare un esame di compatibilità, ma sono abbastanza sicuro che la risposta non cambierà. 

 

Entrambi rimasero immobili, con gli sguardi abbassati sulle loro dita e i petti bloccati, incapaci di incamerare aria. Yona sembrò essere la prima a liberarsi dal ghiaccio che li aveva intrappolati. 

 

-Non... non... è possibile. Io sono...

 

-Una solitaria?- la interruppe il dottore. Lei, dopo un istante, prese ad annuire. 

 

-Lo so. E l'anima gemella di Seokjin è effettivamente morta. 

 

L'uomo sollevò finalmente lo sguardo, osservando il dottore con il viso in tempesta. Quelle parole non generavano più in lui la stessa viscerale sofferenza di un tempo, ma non poteva fare a meno che essere immerso nella confusione. Se la sua anima gemella era morta allora come...

 

Il dottore sospirò, ma sorrise. 

 

-Capisco la vostra confusione. Vedete, si tratta di qualcosa di estremamente raro, al punto che ancora molti non sono a conoscenza del fatto che una cosa del genere possa avvenire. Avete mai sentito parlare dei legami surrogati? 

 

Di primo impatto, nella testa di Seokjin emersero immagini che aveva visto al telegiornale. Persone con in mano cartelli, sedute davanti a sedi del governo e in piedi su un mare di folla in procinto di fare un discorso. Anime separate. Solitari. Protestanti. 

 

-Non si tratta di una procedura chirurgica per creare un legame fra due persone che non sono anime gemelle?- chiese Yona, aggrottando le sopracciglia. 

 

Sì, Jin aveva lo stesso ricordo. La legalizzazione di legami surrogati. Una chance di scegliere la propria anima gemella, di creare quel legame speciale anche con qualcuno che non era indicato dal destino. Il dottore, allora, annuì. 

 

-Questa è la definizione più famosa al momento. Ma molti non sanno che questa procedura trae ispirazione da un fenomeno naturale. 

 

Seokjin drizzò il collo, schiudendo le labbra. 

 

-In che senso? 

 

Il dottore tirò la bocca. 

 

-In casi molto, molto rari, può succedere che si crei spontaneamente un legame tra due persone che non sono nate come anime gemelle. È successo fra solitari ed è successo perfino fra anime separate le cui metà erano ancora in vita. 

 

I due rimasero con la bocca spalancata e lo sguardo incollato sul dottore, incapaci di emettere una parola.

 

-Non capiamo ancora esattamente come o perché avvenga questo fenomeno. Sappiamo per certo che le due nuove metà hanno creato una forte connessione emotiva prima della formazione del legame e che solitamente, in caso ci sia un'anima separata nella coppia, si tende ad assumere il tipo di legame della stessa. In questo caso, l'empatia corporale di Seokjin-ah. 

 

Jin abbassò gli occhi, studiando il pavimento fino a sentire la testa girare. Al suo fianco, Yona iniziò a balbettare. 

 

-M-ma... ma... come è possibile? Insomma, io non... non ho nessuna propensione naturale a... come... 

 

-Quello che determina un solitario è una mutazione genetica che porta alla mancanza dell'informazione sul legame nel DNA. Ma in caso di un legame surrogato, il tuo organismo impara a imitare i meccanismi di un legame normale. Anche se naturalmente quel gene non c'è, il tuo corpo sa come replicare gli effetti di un legame. E, in effetti, l'empatia corporale è la più diffusa in questo genere di casi perché è la più facile da replicare. Il tuo corpo impara a rompere i tessuti quando percepisce che sta succedendo lo stesso alla sua metà e viceversa. E immagino che presto inizierete anche a percepire la nuova termoregolazione al contatto delle epidermidi. 

 

Istintivamente, i due si voltarono l'uno verso l'altra, serrando le labbra. 

 

-Oppure... l'avete già iniziata a sperimentare.

 

Yona distolse velocemente lo sguardo affondando i denti nelle pareti della guancia. 

 

-Qui-quindi... è solo una sorta di... meccanismo del corpo. È un finto legame, giusto? 

 

Al suono della risata rauca del dottore, però, entrambi sollevarono la testa. 

 

-Oh no, no, perdonami, Yona-ssi. Mi sono espresso male. Anche se il tuo corpo sta imitando un meccanismo che non gli è naturale e che nulla può cambiare la composizione del tuo DNA, questa nuova informazione si sta comunque sedimentando nel tuo organismo e arriverà a modificare il tuo RNA. In pratica, il vostro è un legame a tutti gli effetti. Siete anime gemelle adesso.

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ed ecco spiegato il mistero! Vi ricordavate dei legami surrogati? Ve li avevo sventolati sotto al naso dal primo capitolo senza darvi una spiegazione ed eccoli qua 😏 ora dovremo vedere come reagirà Yona alla notizia… 

 

A questo proposito, il prossimo capitolo sarà un po’ più corto rispetto agli ultimi perché è piuttosto tosto perciò non risultava soddisfacente aggiungere alla fine della scena che si svolgerà un altro pezzo. Comunque, non vi lascerò in sospeso giuro. Eeeeee inoltre… siamo quasi giunti alla fine. Manca davvero pochissimo alla conclusione della storia è quasi non riesco a crederci. Ricordo per chi non abbia letto le mie precedenti storie che alla fine ci sarà un capitolo bonus che si collegherà a quelli alla fine delle altre storie, perciò se volete capire cosa succede vi consiglio di andarci a leggere almeno quei capitoli prima. Alla prossima!

   
 
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