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Autore: Khailea    28/09/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
Wyen
 
 
 
 
 
 
 
 
Annabelle-Lighneers:
 
Senza troppi problemi Annabelle era riuscita a recuperare il proprio arco ed a raggiungere il cancello della scuola. Nei dintorni non sembrava esserci nessuno, ma questo non la faceva comunque sentire meno a disagio.
Scavalcare il cancello era proibito, poteva mettersi in grossi guai, e non era esattamente quel tipo di ragazza abituato a farlo.
Perfino all’orfanotrofio infrangere le regole l’aveva sempre messa a disagio, anche se si trattava solo di rimanere svegli oltre il coprifuoco.
Con l’arco sulla spalla mise una mano sul cancello pronta a scavalcarla, sobbalzando sentendo la voce di qualcuno alle sue spalle.
-Se lo fai, finisci in punizione.-
Voltandosi vide la professoressa Sasaku a pochi metri di distanza.
Non aveva idea di come fosse riuscita ad arrivare lì, non c’erano alberi o nascondigli, perciò non poteva essersi nascosta da qualche parte, quindi come aveva fatto?
Non importava, il suo piano era fallito ancora prima di cominciare.
-Oh, tranquilla, non ho intenzione di fermarti. Esci pure se vuoi, ma sappi che finirai in punizione.-
La ragazza la guardò sorpresa.
Quindi poteva andare, ma ben sapendo che sarebbe stata punita dalla professoressa, e certo non era entusiasta della cosa.
Da quanto Grace aveva raccontato, dopo la distruzione del suo edificio, la donna era diventata ancora più crudele e folle.
Nessuno con un briciolo di cervello avrebbe mai accettato di prendersi un rischio simile, a meno che non si trattasse di una questione di vita o di morte.
Una vera fortuna che ad Annabelle non mancassero i motivi per farlo.
-Le chiedo scusa prof.- disse abbassando il capo, voltandosi ricominciando ad arrampicarsi, fino ad arrivare in cima per poi lasciarsi cadere dall’altra parte del cancello.
La donna la guardò con un sorrisetto irritato, salutandola con la mano. -A domani, deficiente.-
Già, aveva tutti i motivi per chiamarla così.
Controllando l’emozione che le pervadeva il corpo Annabelle si guardò attorno, cercando qualche traccia di Lighneers.
Erano passati pochi minuti, il ragazzo era affaticato e debole, non poteva essere andato troppo lontano, o almeno confidava in questo.
Camminare a vuoto o aspettare le avrebbe sicuramente fatto perdere tempo, perciò era meglio chiedere ai passanti fermi nei dintorni prima di procedere.
Fermò alcuni passanti, mostrando una delle poche foto che aveva di Lighneers, di quelle condivise sul gruppo, e molti le dissero di avere visto un ragazzo con una zazzera di capelli verdi muoversi verso la fermata dell’autobus oltre la via.
Naturalmente Lighneers non era lì, ma alcune persone stavano aspettando il proprio autobus, ed una ragazza riuscì a dirle su quale il ragazzo era salito.
La loro fermata era circa a metà del percorso, ma comunque Annabelle non aveva alcuna idea di dove l’altro potesse essere sceso.
L’unica idea che le venne in mente fu quella di chiamare un taxi, che nel giro di un paio di minuti arrivò, e di chiedere all’autista di guidare nei dintorni delle fermate.
-Ragazzina, ti rendi conto questo ti costerà un bel po’?- disse l’uomo incerto sull’accettare una simile richiesta.
Annabelle però rispose serena, aprendo il portafogli.
-Non si preoccupi. I soldi li ho.-
Con sé aveva almeno un centinaio di jewels.
La vita all’orfanotrofio tutto sommato non era stata male, ma ora che alloggiava al dormitorio non aveva più tre pasti al giorno sicuri, ed il sostegno che offriva la scuola non dava la certezza di coprire tutti i bisogni degli studenti.
Per questa ragione occasionalmente Annabelle aveva dato ripetizioni o aveva lavorato come rider quando qualcuno faceva delle ordinazioni online.
Non aveva guadagnato molto per quanto aveva lavorato, ma sicuramente potevano bastare per coprire quella spesa, e mal che vada avrebbe riguadagnato i soldi in qualche mese.
Proprio come aveva già fatto Annabelle chiese a quanti più passanti possibile delle informazioni sul fatto se avessero visto o meno il suo amico.
In nessuna delle fermate trovò dei riscontri positivi, ad eccezione dell’ultima, dove una gentile signora le disse di avere visto un giovanotto simile andare verso il bosco.
Decisamente Lighneers non le stava rendendo la vita facile.
I soldi fortunatamente bastarono per pagare il tassista, ma ora era sola, e dubitava di potere trovare qualcuno all’interno della foresta che potesse indirizzarla verso Lighneers, a meno che non si scoprisse una principessa Disney in grado di parlare con gli scoiattoli.
-Ok Annabelle… finora è andata bene, continua così e vedrai che andrà tutto bene.- si ripeté mentre fece i primi passi nel bosco.
Aveva l’arco, e cinque frecce.
Poteva sperare di essere al sicuro, no?
Poi c’era anche Lighneers nel bosco, perciò se avesse avuto bisogno di aiuto, poteva contare su di lui.
Sentiva già i suoi amici darle dell’ingenua per avere anche solo pensato questa cosa, ma lei continuò ad aggrapparsi a questo pensiero per tutto il tempo, avanzando a passo costante.
-Ugh… perché sempre in luoghi sinistri ed isolati…-
Mai una volta che qualcuno andasse a nascondersi in un lunapark, o al cinema.
No, sempre in posti in cui se avesse urlato nessuno l’avrebbe sentita.
-Basta così Annabelle, ti stai solo facendo trasportare dalla paura…-
-Boo!-
-AAAAH!-
Presa dal panico la ragazza mosse le braccia cercando di difendersi, ottenendo come unico risultato quello di scivolare a terra.
La sorpresa era stata tale da averla lasciata di sasso, e le cose non migliorarono quando vide il professor Zero fermo davanti a lei, soddisfatto della scenetta.
Se in un primo momento Annabelle avrebbe voluto chiedergli che diamine ci faceva lì, il pensiero si spense realizzando che probabilmente era perché aveva saltato le lezioni.
-I-io… credevo andasse bene…-
Non riusciva nemmeno a formulare una frase di senso compiuto, quell’uomo le faceva molta, molta più paura che la professoressa Sasaku, eppure non ci fece caso.
-Mh? Mi spiace, ho skippato la parte che ti riguardava, troppo noiosa. Non ho la minima idea di cosa tu stia parlando.-
Oh, bene.
Non doveva preoccuparsi di finire in altri guai, tuttavia… c’era anche Lighneers nella foresta.
Possibile che fosse solo una coincidenza avesse incontrato il professore? Oppure la sua preda in realtà era il ragazzo.
-… allora… cosa ci fa qui?- chiese cercando di essere vaga.
-Diciamo solo che sto guidando qualcuno nella giusta direzione.- rispose l’altro, confondendola solo di più. -Facciamo quattro passi, ti va?-
Non aveva scelta, annuendo Annabelle cominciò a seguirlo, guardandosi attorno con la coda dell’occhio alla ricerca di Lighneers.
-Pazienta, non siamo ancora arrivati.-
L’aveva vista? Come aveva fatto?
Quell’uomo era ai limiti dell’umano.
-… cosa gli vuole fare?- domandò stavolta brusca.
Non gli importava se fosse un professore o un mostro, qualsiasi cosa avesse in mente di fare contro Lighneers glielo avrebbe impedito, anche a costo di venire ferita al posto suo.
-Cavolo, pensate tutti male di me! Che branco di ingrati!- sbuffò l’uomo, dandole un cricco sul naso. -Ho detto di pazientare. Ora sta zitta.-
Lui non faceva proprio gran che per evitare avessero paura di lui.
In ogni caso Annabelle dovette fare come le diceva, continuando a camminare per quelle che sembrarono ore, finché non cominciò ad intravedere qualcosa tra gli alberi.
Un vecchio edificio malandato, dove le tegole del soffitto erano ormai crollate, e le finestre rotte permettevano alle piante di arrampicarsi all’interno.
Sembrava ci fosse stato un incendio, ma era difficile dire esattamente quanto.
Il professore le fece segno di stare in silenzio, e le indicò una finestra.
Spinta dalla curiosità la ragazza si avvicinò, trovando dall’altra parte Lighneers, seduto a terra con la schiena appoggiata alla parete, e gli occhi chiusi.
-Interessante, vero?-
Annabelle avrebbe voluto rispondere, o entrare per svegliare l’amico ed assicurarsi che stesse bene, ma per qualche motivo non riusciva a controllare il proprio corpo.
Guardando il professore nei suoi occhi dorati, capì con orrore che fosse colpa sua.
-Suvvia, non è educato svegliare il bastardo che dorme, no?-
Lighneers non era un bastardo, era una brava persona!
-Non sei curiosa di sapere perché si trova qui?-
Sì, lo era, ma avrebbe preferito saperlo da Lighneers, piuttosto che da quell’uomo.
Naturalmente a quest’ultimo non importava nulla di ciò che lei preferiva.
-Mi ha chiesto di allenarlo, per diventare più forte. Questo fa parte del nostro patto, un delizioso alloggio per nutrire gli incubi.-
Un momento… quindi era per questo che non aveva visto Lighneers al dormitorio?
Si era trasferito senza nemmeno dirglielo?
Una fitta la colpì al petto.
Pensava almeno di essere più importante di così…
-Oh, sì immagino che dopo tutti i tuoi sforzi di essergli amica ti faccia male, ma non preoccuparti. È solo un coglione.-
Non poteva smetterla di chiamarlo così?
Era veramente frustrante non potere ribattere in alcun modo…
-Comunque, non preoccuparti, lo raddrizzerò ben bene. Nel frattempo però, avrò bisogno di una tua piccola assistenza…- continuò l’uomo, sorridendogli come se le stesse comunicando aveva preso il massimo nei test. -Vedi, tra le tante clausole del nostro contratto, ho imposto a Lighneers il non potersi cucinare nulla, il non poter cacciare ed il non comprare da nessun ristoratore. Capisci cosa sto cercando di dire?-
Gli occhi di Annabelle si spalancarono.
Il ricordo della mela fu molto più chiaro.
Lo stava facendo morire di fame!
-Ah-ah! Sì! Mi piace quello sguardo disperato, ma prima che tu fraintenda, no, non sono io a farlo morire di fame, è lui che si sta facendo questo. Vedi, sto cercando di spiegargli che è stupido, immaturo e da sfigati più totali il volersi chiudere a ricciolo, il volere fare il Batman del mondo, per questo motivo gli ho detto che, no, non può comprare né farsi da mangiare, ma può chiedere aiuto a te.-
Delicatamente l’uomo poggiò l’indice sul suo naso.
Lighneers non le aveva chiesto alcun aiuto però.
Ed ecco che la delusione ed il dispiacere tornavano.
Preferiva morire di fame che chiederle una mano?
-Come ho detto, è un idiota. Per questo ti ho fatta venire qui. Tra tutti i vostri compagni di classe, penso che tu sia la più affidabile, almeno per quanto riguarda Lighneers. Alcuni lo ignorerebbero, altri gli mangerebbero un panino in faccia, qualcuno gli chiederebbe di spogliarsi solo per un chicco di riso. Tu invece se l’unica al momento che è veramente interessata al suo bene, senza secondi fini. Io ti ho dato la conoscenza, ora vediamo che cosa farai.-
Senza aggiungere altro l’uomo si allontanò, lasciando Annabelle a guardare il suo amico, inerme ed indebolito dalla fame, che a poco a poco si svegliava.
Reagendo d’istinto la ragazza si inginocchiò nascondendosi sotto la finestra.
Non sapeva come avrebbe reagito Lighneers vedendola lì.
Se avesse provato a parlargli di quello che Zero le aveva detto, l’avrebbe cacciata?
Visto il suo orgoglio, probabilmente sì.
Coprendosi il viso tra le mani la ragazza respirò a fondo, cercando di pensare.
Cosa fare, cosa fare…
 
 
 
 
 
 
 
 
Il ritorno in classe era stato altrettanto difficile quanto il resto della giornata per Johanna.
Appena Ryujin aveva messo piede in classe lei era uscita, correndo a nascondersi in bagno sentendo su di sé tutti gli sguardi della classe.
Cosa non del tutto vera, visto la maggior parte, soprattutto le ragazze, guardavano solo Ryujin, ma l’idea che potessero parlare anche di lei e di quelle bugie scritte sul giornale la stava distruggendo.
Prima che il professore arrivasse per cominciare la lezione di geografia Nadeshiko era riuscita a sgattaiolare via, correndo dietro all’altra per cercare di calmarla.
Anche Hope avrebbe voluto fare altrettanto, ma Alexander l’aveva fermata prendendole la mano, ed il professore poco dopo arrivò.
-Bene classe, tutti seduti, oggi continuiamo il programma.- disse l’uomo aprendo il libro.
Hope si rimise a sedere, ma non mancò di lanciare uno sguardo di rimprovero ad Alexander, che si sentì affondare nel terreno.
-Perdonami…-
Il fatto lei non rispose fu peggio di mille coltellate al cuore.
Perché l’aveva fatto?
Beh, perché voleva che rimanesse lì con lui, e che non se ne andasse ad aiutare qualcun altro come faceva sempre, ma che diritto aveva di costringerla a farle quello che voleva lui?
Si vergognò talmente tanto da non riuscire nemmeno a guardarla in faccia.
-Ehi, un momento… dov’è Lighneers?- Ayame si alzò in piedi, guardandosi attorno. -E dov’è quella sciacquetta dai capelli rossi…-
Effettivamente nemmeno Annabelle c’era.
Lo stesso pensiero attraversò la mente di tutti, ma evitarono di dire nulla per aizzare Ayame, peccato però che la miccia era già accesa.
-Quella troia!-
-Signorina Ayame! Si metta subito a sedere!- urlò il professore contrariato dai suoi modi, la ragazza però era già con un piede fuori dalla finestra, e stava correndo verso il cancello.
La classe la guardò sbalordita mentre saltava sul cancello, cominciando ad arrampicarsi, e fu altrettanto sorpresa quando videro una fune attorcigliarsi attorno alle sue caviglie, lasciandola a penzoloni e metà strada.
-Eh no! Va bene uno, va bene due, ma alla terza no!- esclamò la professoressa Sasaku, sbucando dal nulla.
-Lasciami andare! Lasciami andare!- gridò furiosa Ayame, tentando addirittura di mordere la corda pur di liberarsi, peccato che fosse di ferrò.
-Tesoro, ti verranno le rughe a fare così.- la canzonò la donna. -Ah, e comunque domani punizione. Questa è solo un’anteprima.-
Ayame urlò dalla rabbia, ma niente di quello che poteva dire l’avrebbe fatta scendere da lì.
In compenso offriva un certo spettacolo alle persone che passavano nei dintorni, visto non provava nemmeno a reggersi la gonna.
In tutto questo, fuori dalla classe Nadeshiko aveva appena raggiunto il bagno, dove perfino oltre la porta sentiva Johanna singhiozzare.
Sospirando entrò, intuendo rapidamente si fosse chiusa in uno dei bagni.
-Ehi… posso?-
-N-Nadeshiko?-
-Numero uno o numero due?-
La battuta riuscì a strappare una risatina da Johanna, anche se non durò molto.
-Non ce la faccio… non posso tornare in classe.-
-Johanna, sai che quello che hanno scritto è un’idiozia.-
-Ma ne staranno tutti parlando! Non voglio che la gente mi guardi e pensi sono l’amante di Ryujin… so che tutti lo pensano, e ne stanno parlando!-
-Beh, se devo essere sincera, credo che tu sia l’ultimo argomento di conversazione in verità.- ribatté Nadeshiko, consapevole l’avesse detto con poco tatto, ma forse proprio per questo Johanna aprì la porta.
-Perché lo dici?-
-Johanna, non per offenderti… ma la tua parte nella storia è talmente minuscola alcuni non ci avranno fatto nemmeno attenzione. Voglio dire, hai almeno visto come hanno reagito i nostri compagni? Le ragazze stanno di-vo-ran-do Ryujin con gli occhi. L’hanno descritto come il sogno erotico di ogni adolescente! Se devo essere sincera, tra voi due quello che sta attirando più attenzione è lui. Tu sei solo un attimo impanicata.-
Già, assolutamente zero tatto, eppure in qualche modo stava riportando Johanna con i piedi per terra.
Era andata assolutamente nel panico, non tenendo da conto anche per Ryujin fosse una situazione difficile, ed invece che affrontare la cosa insieme lo aveva cacciato dalla classe e se n’era andata quando era tornato.
-… dici che ho esagerato?-
-Nah, al posto tuo anche io mi sarei arrabbiata, se avessi avuto un ragazzo.- rispose Nadeshiko passandole un fazzoletto.
-Grazie…-
-Allora, pronta per tornare in classe?-
-Credo di sì.-
Sorridendole Nadeshiko le porse la mano, tenendogliela finché non furono tornate dagli altri, ed entrambe tornarono a sedere.
Preoccupato Ryujin si voltò verso Johanna, per assicurarsi stesse bene, e fu sollevato quando la vide sorridere, seppur con gli occhi rossi dal pianto, e quando la lezione terminò fu il primo a raggiungerla.
-Ehi, va tutto bene?- chiese facendo rapidamente un passo indietro, temendo qualcuno potesse pensare male visto le si era avvicinato.
-Adesso sì, scusami per prima. Ho reagito male.-
-No no, avevi tutte le ragioni per farlo.-
-No, non tutte… siamo amici, ed anche tu sei in questa situazione con me. Dovremmo sostenerci.-
Ryujin sorrise, felice la pensasse così. -Sì, sono d’accordo.-
In ogni caso almeno mancavano solo le ultime due ore di lezione, poi sarebbero potuti andare a casa e dimenticare almeno per qualche ora tutta quella faccenda.
La professoressa Deer era già in piscina, ed aveva dato a tutti il semplice compito di allenarsi a recuperare oggetti dal fondo, prima di trascorrere il resto del tempo a fare quello che volevano.
Cirno, Lacie, Astral, Sammy e Johanna stavano ancora giocando a recuperare degli oggetti sul fondo, come degli occhialini da immersione, con sul bordo della piscina Nadeshiko e Yume che prendevano il sole.
-Mmmh… sai, volevo proprio prendermi un po’ di tintarella.- sospirò Yume voltandosi sulla schiena.
-Già, peccato ci rimarranno i segni del costume.-
-Possiamo sempre toglierlo.-
-Evitate.- le avvertì Grace alzando gli occhi al cielo. -Già è difficile sopportare quella che urla, figuriamoci se vi mettete a fare spettacolo.-
Ayame effettivamente era ancora appesa a testa in giù, ed in tutta la sua rabbia non aveva ancora smesso di gridare.
Non un bello spettacolo, e per alcuni la scena era veramente disturbante.
Dall’altra parte della piscina Wyen teneva la testa bassa, concentrandosi esclusivamente sul proprio riflesso.
-Wyen, tutto bene?- chiese Daimonas preoccupato.
-Sì… è solo che… mi è un po’ difficile assistere a questo genere di cose.-
-Oh… intendi… le punizioni?-
-No, non quelle…- gli occhi della ragazza andarono su Yume e Nadeshiko, poi su Ayame.
Non fu così difficile per Daimonas capire allora cos’era il problema.
-Non ti trovi a tuo agio?-
L’altra scosse lentamente il capo. -Mi dispiace, so che sono tuoi amici, e dovrei provare simpatia per tutti, è solo che… certi modi non li trovo consoni ad una ragazza.-
Daimonas avrebbe voluto ridere, ma evitò di farlo.
-Wyen, non sei costretta a farti piacere i miei amici. Sì, spero possiate andare d’accordo, ma devono essere anche tuoi amici, e tu ti ci devi trovare bene. Capisco comunque che certi loro modi di fare siano un po’ particolari.- ammise imbarazzato. -Tu non preoccuparti, e fai solo ciò che ti senti.-
La ragazza annuì, sorridendogli.
In alcuni momenti sembrava lui il fratello maggiore, ma le era grata per le premure che aveva nei suoi confronti. Avrebbe solo voluto poterlo aiutare proprio come lui faceva con lei.
Intanto che alcuni giocavano altri avevano approfittato dell’ora per allenarsi un po’, tra questi c’erano Zell, Ailea, Khal, Seraph e Ryujin, che nuotando a stile libero si alternavano nel percorrere l’intera vasca.
-Pensi di farlo anche tu?- chiese Vladimir a Jack, seduto con lui, Milton, Hope ed Alexander a bordo vasca.
-Nah, mi si staccherebbero le braccia dalla stanchezza.-
Preferiva stare lì con i piedi a mollo, a guardarsi in torno, vedere se Daimonas aveva altri regali.
Forse avrebbe dovuto fargliene uno lui?
No, troppo mossa passivo-aggressiva. Non poteva fare un regalo solo perché ne voleva uno in cambio.
Doveva solo smettere di pensarci. Stava facendo quei regali perché voleva scusarsi con tutti, perciò se non gli regalava niente, era perché non aveva nulla di cui scusarsi.

Quello era anche peggio, tanto valeva buttare la testa sott’acqua e scordare tutto.
-Oook, tuffo a bomba!-
   
 
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