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Autore: Khailea    03/10/2022    0 recensioni
Un'avventura action con trame avvincenti e personaggi unici e caratteristici!
Saghe appassionanti e ricche di colpi di scena, special divertenti e di ogni genere!
Unisciti alle stravaganti avventure degli studenti della Werewolf Shadow!
I personaggi di cui si parla in queste storie sono inventati da un gruppo di role chiamato Werewolf's Shadow 2.0.
Questo è il secondo progetto di fiction scolastica del gruppo fatto con l'approvazione dei suo componenti.
Non ci sono collegamenti con il precedente progetto e la trama é molto diversa.
Il logo del lupo appartiene al nostro gruppo esattamente come i personaggi e l'ambientazione.
Se volete unirvi a noi potete fare richiesta qui https://www.facebook.com/groups/660949357417726/members/
Genere: Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Personaggi in questo capitolo: 
Jack
Daimonas 
Ailea
Khal 
Lighneers 
Zell 
Astral 
Lacie 
Hope 
Grace 
Milton 
Seraph 
Alexander 
Johanna 
Samantha 
Nadeshiko 
Ayame 
Ryujin
Yume
Cirno
Vladimir
Annabelle
Wyen
 
 
 
 
 
 
 
 
Quella mattina la prima a presentarsi di fronte al cancello della scuola fu Ayame.
Era ancora furiosa con Annabelle e Lighneers per essere fuggiti assieme il giorno prima, e stava decidendo come affrontare la cosa.
Dimostrare a Lighneers fosse lei la ragazza giusta per lui, sfoderando le sue migliori abilità seduttive ed uccidendo Annabelle, oppure parlandone con il ragazzo ed uccidendo Annabelle.
L’indecisione l’aveva tenuta sveglia tutta la notte, assieme ad una buona dose di rabbia e caffeina.
Assieme ai suoi maggiordomi aveva perlustrato l’intera città alla loro ricerca, e le occhiaie che tentava di nascondere sotto dei pesanti occhiali neri ne erano la prova.
Solo prima dell’alba aveva deciso di lasciar perdere e di aspettarli direttamente a scuola.
Uno ad uno i suoi compagni arrivarono, tenendola d’occhio ben ricordando “l’incidente” di qualche mese prima, dove la ragazza era completamente uscita di testa.
Cirno, Seraph, Grace, Lacie ed Ailea erano già pronte a bloccarla in caso avesse fatto una mossa di troppo, specialmente quando in lontananza videro arrivare Annabelle, con uno zaino leggermente più grosso del solito.
Il fatto non ci fosse Lighneers con lei forse migliorò la situazione, ma gli occhi fiammeggianti d’odio di Ayame non lasciavano presagire nulla di buono.
-Tu!-
Pestando i piedi la ragazza fece qualche passo verso di lei, ma Annabelle alzò una mano piazzandogliela davanti alla faccia.
-No, non di nuovo.-
Al gesto l’altra spalancò gli occhi, non capendo se stesse avendo un’allucinazione o se avesse avuto veramente il coraggio di risponderle.
-Come prego?! Ma chi ti credi di essere!-
-So cosa stai pensando, e so cosa vuoi fare, quindi ti risponderò subito. No, non è successo niente tra me e Lighneers. L’ho visto scappare, ma non l’ho raggiunto. Perciò non c’è bisogno che mi guardi in quel modo.-
-E perché dovrei crederti?- ringhiò Ayame.
-Non devi, ma non mi importa. Tanto mi urleresti contro comunque.-
Sospirando Annabelle le passò di fianco, andandosi a sedere accanto al cancello.
Tutti assistettero alla scena stupiti. Annabelle aveva appena risposto per le rime ad Ayame e questa non era stata in grado di risponderle.
La ragazza infatti era ancora ferma sul posto, disorientata dalla situazione e pesantemente influenzata dalla mancanza di sonno.
Un campanellino le diceva che stava mentendo, però se avesse detto la verità allora avrebbe avuto molte meno seccature, ed avrebbe dovuto pensare solo a recuperare un po’ di sonno.
-Tsk. Come se Lighuccio potesse veramente sprecare il suo tempo con te.-
Almeno non avrebbe portato avanti quella discussione, anche Annabelle dopotutto era piuttosto stanca quella mattina, ed il motivo arrivò poco prima che la campanella suonasse.
Lighneers camminava molto lentamente, a testa bassa, come se fosse un robot, e non tentò nemmeno di evitare l’abbraccio di Ayame, che gli corse incontro.
-Lighuccio! Mi sei mancato tanto amore!-
La sua voce era come un fischio lontano, la mela dell’altro girono era stata utile, ma non sufficiente.
Istintivamente gli occhi del ragazzo fecero per spostarsi su Annabelle, l’unica che avrebbe potuto fare qualcosa a riguardo, ma si forzò di non farlo.
Se l’avesse guardata probabilmente avrebbe ceduto alla fame.
-Chissà che notizia ci sarà oggi sul giornale, spero qualcosa di interessante.- disse Nadeshiko incamminandosi con tutti verso l’entrata.
-Io invece spero di non trovare nulla. Sono stufa di tutte queste bugie.- ribatté Hope, ben sapendo le sue speranze erano vane.
-Sono sicura che ci sarò io in prima pagina. Dopo tutto, io e Lighneers siamo la coppia più popolare di tutte, ed ammetto di avere un po’ attirato l’attenzione ieri.- sorrise Ayame, come se non la infastidisse per niente l’idea che potessero inventarsi qualcosa su di lei.
-Lo sai che con ogni probabilità ti daranno della psicopatica, vero?- la ribeccò Grace, senza minimamente scalfirla.
-La fama è sempre fama.-
Sembrava essere assolutamente certa che quel giorno avrebbero parlato di lei, e probabilmente per questo, quando prese il giornale, ebbe l’impulso di strapparlo in due.
-Stiamo scherzando?!-
Ailea riuscì a prenderglielo dalle mani prima che potesse romperlo. -Mh, oggi in prima pagina ci sono… Jack e Nadeshiko.-
-Cosa?!- esclamò la ragazza sorpresa, mentre l’altro rabbrividì temendo che diavoleria avessero detto.
-Oh ti prego no…-
-“Sos a tutti gli studenti, non uscite mai da soli e non seguite per nessun motivo una giovane ragazza dai capelli azzurri e le orecchie da gatto. Il suo nome è Nadeshiko, e per quanto possa sembrare una normale e sciapa studentessa in realtà è l’assistente del dottor Jackinstain, un essere folle che usa le parti del corpo delle sue vittime per costruirsi un corpo tutto nuovo. Avrete sicuramente notato le cicatrici ed i punti di sutura in tutto il corpo…”- Ailea fu costretta a fermarsi, sentendo un mal di testa solo a leggere. -Cosa si fanno per inventarsi queste cose?-
L’espressione di Jack era altrettanto sconvolta.
Almeno non avevano inventato i due avessero una relazione segreta, ma anche quello era piuttosto folle.
Se a lui mancavano le parole comunque Nadeshiko ne aveva fin troppe per la testa. -Io sarei sciapa?! Io?! Oooh se li prendo, glielo faccio vedere io chi è sciapa!-
-Sono solo degli idioti! Hanno una star per le mani e non la nominano!- le fece eco Ayame, furiosa non avessero parlato di lei.
Poteva anche accettare di non essere stata la prima ad essere nominata, il meglio veniva lasciato sempre per ultimo, ma adesso che il giornalino aveva acquisito una certa popolarità era solo giusto che parlassero di lei.
-Calmati Ayame, sei solo fortunata a non essere stata messa in mezzo.- la bloccò Seraph.
-Solo i perdenti la pensano così!-
-Vedrai che andando avanti così verrai sicuramente pubblicata.- disse ironicamente Vladimir, trovando ovvio che una persona talmente vanitosa desideri che qualcuno pubblichi delle bugie su di lei.
Non avevano tempo però per rimanere nel corridoio a parlare, l’ora di storia era già iniziata da un paio di minuti, ed in classe la professoressa Mustang stava quasi per chiudere la porta.
-Un momento, ci scusi per il ritardo!- gridò Hope riuscendo a fermarla appena in tempo.
-Oh, certo… fate pure… mancate di rispetto alla mia autorità…- sospirò la donna, con quell’immancabile vena di depressione nella voce, che fece solo sentire più in colpa la ragazza.
-Ci perdoni…-
Ad uno ad uno andarono a sedersi, per una volta Jack preferì andare sul fondo della classe, cercando di metabolizzare quello che era appena successo.
Nella sua confusione non aveva visto che Daimonas gli si era seduto proprio accanto.
-Ehi, va tutto bene?-
-Mh? Alla grande… un filino filino sorpreso, ma fortunatamente sono pieno di fili.-
Pessima battuta, eppure strappò un sorriso a Daimonas.
-Immagino, ma sono sicuro che già alla notizia di domani tutti avranno dimenticato la tua.-
-Sì, è solo che… è una bugia, ma è anche un po’ una verità…- sussurrò Jack guardandosi attorno.
Era già successo che qualcuno scoprisse la verità su di lui, e gli avevano rubato il cuore. Credeva di averci messo una pietra sopra, ma l’idea potesse succedere nuovamente gli metteva una certa ansia addosso.
Daimonas lo capiva, era proprio quello che stava passando Milton in fondo, e se fosse capitata a lui una cosa simile, avrebbe camminato con un occhio dietro la testa.
-Non sei solo, puoi contare su di noi.-
Poteva contare su di lui, ma dirlo gli sembrava troppo.
Teneva ancora a Jack, moltissimo, però sapeva di averlo ferito, e capiva che ci sarebbe voluto del tempo prima di riconquistare totalmente la sua fiducia.
Non voleva dire qualcosa che potesse metterlo a disagio, eppure l’altro avrebbe preferito sentire quelle esatte parole.
-Grazie Daimonas.-
Prima di tornare a fissare il banco Jack notò che anche Wyen lo stava guardando.
La ragazza non disse nulla, e lui si limitò a sorriderle, distogliendo lo sguardo.
Lo guardava ogni volta che parlava con suo fratello?
Chissà cosa pensava, se Daimonas le aveva raccontato come si erano lasciati, forse non lo aveva in grande simpatia.
Forse addirittura non pensava si meritasse di tornare con lui…
No, erano solo brutti pensieri. Wyen sembrava una brava ragazza, timida ed un po’ disorientata da un mondo che non le apparteneva.
Di sicuro non malvagia come loro padre… o meschina e bugiarda.
Normalmente Jack poteva dire di saper inquadrare bene le persone, e per quanto ogni tanto fosse geloso o quasi intimidito da lei, sapeva che era tutto nella sua testa.
Fortunatamente non si sbagliava. Wyen aveva sentito la conversazione, non per proprio desiderio, semplicemente perché avendo un udito più sviluppato rispetto agli umani, le era difficile ignorare le conversazioni attorno a lei.
Avrebbe voluto dire qualcosa a Jack, confermare le parole di Daimonas, ma all’ultimo si era bloccata. Temeva che se l’avesse fatto sarebbe risultata inopportuna, vista la chimica tra i due.
Wyen cercò di concentrarsi sulla lezione, non era facile però farlo escludendo anche le conversazioni agli altri banchi.
La presa di posizione di Annabelle contro Ayame non era certo passata inosservata, ed alcuni non vedevano l’ora di congratularsi.
-Ehi Annabelle, niente male prima. Non pensavo si potesse zittire Ayame così rapidamente.-
-Grazie Zell… non me lo aspettavo nemmeno io.- ammise la ragazza in un mezzo sorriso.
In verità non ne era molto felice, voleva andare d’accordo con tutti, non certo creare situazioni simili.
-Dici che potrebbe funzionare con tutti?- scherzò Astral guardando la sorella, che continuava a girarsi per parlare con chiunque.
-Tentare non fa male.- ridacchiò l’altro.
Annabelle non ci fece caso, continuava a guardare verso il banco accanto alla porta, dove Lighneers si era seduto.
Era sempre stato così pallido, o era la carenza di cibo?
Perché non si era accorta prima di come stava?
Perché ancora lui non ne parlava?
Era soprattutto questa la domanda che più la infastidiva, e se avesse potuto sarebbe subito andata a parlargli, ma non poteva.
Non solo perché erano a lezione, ma soprattutto per la presenza di Ayame e degli altri.
Anche se gli avesse dato qualcosa da mangiare Lighneers non l’avrebbe mai accettato di fronte a loro, e dopo quello che era successo l’altro giorno Ayame non aveva alcuna intenzione di lasciare il ragazzo da solo.
La campanella suonò senza che la ragazza fosse riuscita a trovare il modo di parlargli senza dare nell’occhio, e visto che il professore di fisica avrebbe tenuto la lezione in quella stessa classe non poté nemmeno approfittare del cambio di stanza.
-Buon giorno ragazzi… ho con me i risultati delle vostre verifiche. Complimenti, avete tutti un’ottima preparazione.-
-Quindi possiamo saltare la lezione?- chiese Cirno speranzosa.
Fortunatamente il professore la prese come una battuta e si limitò a sorridere piuttosto che a punirla, come avrebbe fatto invece Rotsala.
Vista la sua gentilezza, anche Yume volle scherzare un po’. -Prof, ci meritiamo un premio per questo?-
-Oh, beh potrei prendere delle caramelle la prossima volta.-
-Yee, ottima idea!-
Di primo acchito sembrava un normale commento, senza nulla di particolare sotto, ma la maggior parte dei compagni della ragazza, incluso Ryujin, non poterono fare a meno di guardarla preoccupati.
-Yume… non vorrai fare quello che penso…- sussurrò il ragazzo, temendo cercasse di flirtare con l’uomo.
La risposta dell’amica non lo rassicurò per nulla. -Andiamo, non è carino?-
-Tienila nelle mutande almeno per la lezione.- mormorò Ailea scuotendo il capo.
-Non ti prometto niente.-
Grazie al cielo le cose non andarono tanto male, dopo avere preso in giro gli amici Yume non disse altro al professore.
Certo, sembrava una persona molto dolce, ma più da relazione stabile che da mini-avventura, ed in ogni caso non avrebbe mai rovinato la sua carriera per soddisfare un bisogno che avrebbe potuto fare con chiunque altro.
In ogni caso la terza campanella suonò, e la classe dovette spostarsi nell’aula di scienze.
Purtroppo con il cambio d’ora i corridoi erano pieni, e gli sguardi indiscreti non mancarono.
Da quanto l’intera faccenda era iniziata per la prima volta Grace avrebbe preferito guardassero lei, piuttosto che le sue amiche.
Milton era il bersaglio numero uno, ed il fatto Seraph era distante da lei aveva spinto molti ad avvicinarsi per tentare di parlarle.
Gentilmente la ragazza aveva cercato di rispondere a tutti, rifiutando le richieste di uscire, ma ci era voluto l’intervento di Daimonas per far sì la lasciassero in pace.
Per Ryujin era stato altrettanto difficile, visto molte ragazze avevano tentato di passargli il numero di telefono. Se avesse avuto qualcuno come Ayame affianco, che ringhiava a tutte le fan di Lighneers, forse avrebbe avuto molti meno problemi, ma principalmente il ragazzo pensava a come potesse sentirsi Johanna.
Aveva notato qualcuno scattarle una foto, ma non potendo intervenire per paura le dicerie sulla loro relazione aumentassero aveva chiesto a Khal di intervenire.
I più stupidi stavano invece facendo il tifo per Sammy, dicendole di arrestare Zell, Jack, Nadeshiko e Ryujin.
La bambina stava prendendo sul gioco la cosa, ma doveva ammettere che alcuni la mettevano a disagio, esultando come se credessero veramente al fatto fosse una poliziotta.
La lezione fu l’unica speranza per i ragazzi di avere un po’ di pace, e la maggior parte di loro avevano già deciso di rimanere in classe, non solo perché tanto la quarta ora sarebbe stata ancora scienze, ma soprattutto perché in quel modo potevano sperare di evitare quanta più gente possibile.
Ailea, Lacie e Cirno sarebbero andate a parlare con Michele Costa, e nell’attesa il resto del gruppo cercava di ammazzare il tempo come poteva.
Jack stava valutando se iniziare una gara di aereoplanini di carta, quando il professor Koshi lo chiamò fuori dalla classe.
-Signor Jack, può venire un momento?-
-Mh? Certo.-
Aveva fatto qualcosa? Non gli sembrava di avere disturbato la lezione.
-Mi dica, sono tutt’orecchi.- disse sperando alla peggio di ricevere solo una strigliata.
-Non le ruberò molto tempo. Ho sentito alcune voci… interessanti, diciamo.-
Si riferiva al giornale?
Oh no, la notizia lo stava già mordendo nel sedere.
-Mi creda, sono tutte bugie.-
-Non c’è bisogno di agitarsi, volevo solo informarle, che se avesse bisogno di aiuto per i suoi studi, sono disponibile a collaborare.- l’uomo non aggiunse nulla, si limitò ad allontanarsi con un sorriso cortese, mentre Jack colpì lo stipite della porta con la testa.
-Va tutto bene?- gli chiese Daimonas preoccupato.
-Il prof mi ha proposto di aiutarmi con i miei esperimenti da Frankenstein.-
-Anche lui ci ha creduto?- chiese sorpresa Johanna.
-A quanto pare sì. Nadeshiko, prepara i bisturi.-
-Giuro che se fai un’altra battuta sull’argomento, ti uccido.- l’avvertì l’altra, tirando un calcio al proprio zaino. -Miiii! Torcerò il collo a chiunque abbia scritto quella roba!-
-Wow, non te la stai prendendo troppo?- commentò Zell.
-No! Hanno detto sono sciapa! Nessuno può azzardarsi a parlarmi così!-
-Menomale che l’hanno scritto allora.-
La battuta di Jack rubò qualche risatina, che si fermarono subito di fronte allo sguardo di Nadeshiko.
-Ehi ragazzi, giusto per alleggerire un po’ l’atmosfera, ho ancora alcune cose da darvi.- disse Daimonas alzandosi in piedi. Da sotto il suo banco erano comparse alcune scatole.
La prima andò ad Hope.
-Oh Daimonas, non dovevi.-
No, non doveva, fu questo il primo pensiero di Alexander. Era lui il suo ragazzo, doveva essere lui a riempirla di regali.
Quel pomeriggio gliene avrebbe comprato una dozzina, dopo avere visto quello di Daimonas.
Erano dei romanzi rosa, semplici, ma che la ragazza apprezzò molto.
-Ti ringrazio.- disse abbracciandolo.
Il viso di Alexander si scurì ulteriormente.
Dopo Hope fu il turno di Grace, che ricevette dei nuovi pesi da palestra, di una marca firmata.
-Wow, grazie. Questi sì che mi servivano.-
-Ne sono felice. Sicuramente ne farai buon uso.- rispose il ragazzo, passando a Seraph.
Per lei aveva preparato un fodero decorativo per la spada, da usare per le occasioni speciali.
-È splendido. Grazie Daimonas.-
Rimanevano solo tre regali, uno più difficile dell’altro, ed il primo di questi, la scatola più grande, andò ad Ayame.
-Spero che ti piaccia.-
La ragazza era visibilmente sorpresa, e così molti altri, ma ritrovò presto il proprio ego, e si scrollò i capelli dalle spalle. -Ovviamente il mio è il più grosso…- disse sorridendo, aprendo la scatola.
Dentro c’era una gigantesca custodia per motoseghe, dalla forma di una bara rosa e viola, con una comoda maniglia per trasportarla e delle ruote alla base per muoverla.
-Così farai meno fatica a portartela dietro.- disse il ragazzo imbarazzato.
Cosa regali dopotutto ad una persona che ha già tutta? E ad Ayame, per giunta.
Probabilmente aveva già ogni cosa, eppure il sorriso dimostrava quanto il regalo le piacesse.
-Non male.-
Era la prima volta uno di loro le faceva un regalo così spontaneamente. Da molto tempo la ragazza stava lavorando per integrarsi al gruppo, ed aveva fatto dei grossi passi avanti.
Aveva stretto solide amicizie, come Yume e Nadeshiko, ma tanti altri ancora non si trovavano così a suo agio con lei, e viceversa, però quel gesto significava ormai era parte del gruppo, che stava veramente avendo successo nella sfida che Lighneers le aveva lanciato.
Si stava facendo degli amici ed una vita oltre a lui, eppure una parte di lei si sentì quasi dispiaciuta a riguardo.
Era quasi come ammettere che tra lei e Lighneers non avrebbe mai potuto funzionare del tutto, che prima o poi sarebbe finita, e gli altri erano una sorta di piano B in caso quell’eventualità si avverasse, per non farla rimanere sola.
Era stato Lighneers a chiederle di diventare amica di tutti, ed il dubbio glielo avesse chiesto proprio per questo cominciava ad assalirla più volte, soprattutto durante le sedute con lo psicologo.
-Vado in bagno.-
Ignorando completamente la situazione Lighneers si alzò, venendo seguita a ruota naturalmente da Ayame, non prima però che la ragazza avesse chiuso la motosega nella sua nuova custodia.
Era veramente comoda.
Il gesto bastò a Daimonas per rassicurarlo sul fatto il gesto le avesse fatto piacere, ed ora rimanevano solo gli ultimi due regali della giornata.
Uno per Alexander, uno per Khal, entrambi dei libri complicati sul welfare state e sui sistemi di mercati.
-Grazie.- disse il fratello minore, rispondendo solo al sorrido di Hope.
-Lo leggerò sicuramente appena tornerò a casa.- disse Khal, mostrandosi grato per quanto avrebbe preferito buttare il libro nella spazzatura.
-Mi fa piacere, non ci sono secondi fini in questi regali. Voglio solo dimostrarvi a poco a poco che tengo a tutti, e che mi dispiace per quello che è successo.-
-Ci vorrà un po’, ma si sistemerà tutto.- lo rassicurò Khal.
-Già… Khal, posso chiederti una cosa? Rimangono ancora alcune persone a cui voglio fare un regalo… e tra queste c’è Ailea.-
Khal sospirò, stringendo le mani tra loro fingendo un’espressione in difficoltà.
Sapeva, dal momento in cui questa sciocca storia dei regali era iniziata, che prima o poi glielo avrebbe chiesto, ed aveva aspettato pazientemente.
-Daimonas… non credo sia una buona idea. Ailea è… ferita, non penso che reagirebbe bene ad un regalo da parte tua.-
-Potresti parlarle, sei il suo compagno, no?- si intromise Wyen, protettiva nei confronti del fratello.
Khal la guardò, paragonandola nella sua mente ad un fastidioso insetto. -Sì, ma Ailea è una ragazza forte ed indipendente, non posso controllare le sue emozioni.-
-Non te lo chiederei mai.- rispose Daimonas. -Grazie comunque… spero prima o poi di dimostrarle che ci tengo alla nostra amicizia.-
La conversazione tra i due ragazzi aveva raggelato la stanza, a tal punto che le conversazioni generali si erano praticamente del tutto arrestate, e nessuno fece caso ad Annabelle che uscì dalla classe, portandosi dietro lo zaino.
C’era ancora abbastanza tempo prima della fine delle lezioni, e non fu difficile scoprire in quale bagno Lighneers fosse andato, visto Ayame aspettava all’esterno.
Proprio come l’ultima volta Annabelle corse fuori dalla scuola, arrampicandosi sulla finestra raggiungendo il ragazzo.
Anche stavolta Lighneers aveva cercato lì un po’ di pace, e non era riuscito a trovarla.
Ormai addirittura si era aspettato di vedersi arrivare Annabelle.
Forse una parte del suo subconscio l’aveva fatto proprio per questo, perché sperava gli desse ancora qualcosa da mangiare.
Sentì Annabelle entrare, e sedersi accanto a lui.
-Lighneers… so del tuo patto con il professore.-
A quelle parole il ragazzo alzò lentamente la testa, sentendo la rabbia riempirgli le vene.
Quel bastardo… voleva prendersi gioco di lui!
Era pronto ad alzarsi e ad andargliene a dire quattro, ma un delizioso profumo lo inchiodò a terra.
Dal proprio zaino Annabelle rivelò un grosso contenitore, con dentro un enorme piatto di spaghetti, un altro di uova, ed una cotoletta intera.
-Non fraintendermi, pretendo delle scuse da te.- disse Annabelle passandogli i piatti. -Credevo avessi più fiducia in me, perché sicuramente io ne ho in te, e ti considero un mio amico. Il fatto tu non me ne abbia parlato prima mi ferisce, ma non ti volterò le spalle… ogni volta che avrai bisogno di me, io ci sarò.-
La rabbia di Lighneers scemò lentamente, ma un altro sentimento si insinuò in lui.
Quelle parole, erano qualcosa che Ailea una volta gli avrebbe detto.
Era riuscito a rovinare la loro amicizia, non ci sarebbe voluto molto per sgretolare anche questa illusione di Annabelle, una ragazza decisamente più fragile ed ingenua.
Eppure… sapeva che era sincera, che pensava veramente quelle cose.
E lo stava aiutando, senza ricattarlo, e soprattutto anche se l’aveva già ferita.
Il suo orgoglio gli urlava di mandare al diavolo tutta quella roba, ma il suo stomaco era di un altro avviso.
Senza risponderle, forse per codardia, o per imbarazzo, cominciò a mangiare, fingendo di non vedere il sorriso di Annabelle, mentre la ragazza uscita dalla finestra.
Ovviamente nessuno dei due avrebbe raccontato niente agli altri, soprattutto ad Ayame, che ancora lo aspettava fuori dalla finestra.
Prima che la campanella suonasse erano già tutti tornati in classe, incluse Ailea, Lacie e Cirno, che però non avevano avuto molta fortuna.
Il ragazzo quel giorno era assente, ed almeno per il momento non avevano modo di trovarlo.
L’unica cosa rimasta da fare era proseguire con le lezioni, e ripartire il giorno successivo.
Allo scoccare dell’ultima ora però due persone sapevano bene la loro giornata non era ancora finita.
Con la fuga di ieri, Lighneers ed Annabelle si erano guadagnati un’ora di punizione con la professoressa Sasaku, che puntuale li aspettava all’uscita.
-Bene ragazzi, siete pronti per la vostra punizione?-
Nessuno dei due risposte, Lighneers aveva riacquistato le forze con l’abbondante pranzo di Annabelle, ma ancora non l’aveva nemmeno ringraziata, e lei stava aspettando come minimo qualche parola a riguardo.
-Na-ah, non ci pensare nemmeno a punire il mio Lighuccio.- si intromise Ayame. -Quella lì invece fai pure.- aggiunse indicando Annabelle.
-Ayame, non una parola di più.-
Il ringhio di Lighneers fece abbassare i toni della ragazza, che però guardo l’altra in cagnesco.
Perché ogni volta doveva sempre difenderla?
-Finiamola con questa storia. Cosa vuoi che facciamo?- tagliò corto il ragazzo.
La donna fece loro gesto di seguirlo, ed arrivarono proprio sotto al cancello della scuola.
Prima che i ragazzi potessero fare qualsiasi domanda, delle funi si attorcigliarono attorno ai loro piedi, tirandoli su fino a raggiungere la cima delle aste.
-Bene, divertitevi per quest’oretta!-
Oltre alla tortura la professoressa si era assicurata la ciliegina dell’umiliazione. Erano di fronte alla strada più trafficata, chiunque poteva vederli, e se per Lighneers non faceva una gran differenza per Annabelle sì, visto la gonna continuava a scivolare.
Alcuni ragazzi erano già pronti a godersi lo spettacolo, e l’espressione minacciosa di Lighneers certo non li avrebbe fatti andare via.
-Merda…-
Avevano le braccia libere, ma non c’era modo di sciogliere i nodi, e di conseguenza non potevano fuggire. Annabelle non era abbastanza forte ancora per sollevarsi e tirarsi su, e questo non avrebbe comunque risolto il problema della gonna vista l’altezza a cui si trovavano.
Alla fine Lighneers riuscì a trovare un’unica soluzione.
-Annabelle! Prendi!-
Con qualche difficoltà riuscì a togliersi la giacca senza farla cadere, lanciandola verso l’altra, che riuscì a prenderla al volo.
-Legatela dalle gambe, assieme alla tua dovrebbe bastare per coprirti.-
-G-grazie!-
Rapidamente cercando di scoprirsi il meno possibile, la ragazza riuscì nell’intento. Era una copertura un po’ goffa, ma sufficiente alle necessità.
-Bene, ora dobbiamo solo aspettare un’ora così…- sospirò il ragazzo sollevato, anche se comunque non sarebbe stata un’esperienza tanto piacevole.
Il ragazzo era talmente concentrato su come stesse Annabelle da non avere nemmeno fatto caso ad Ayame, di fronte al marciapiede accanto a loro.
Era come se per lui non esistesse.
Perché non la guardava mai? Lei era tutto ciò che una persona potesse desiderare, ricca, bella, intelligente, forte, eppure Lighneers a malapena la guardava.
Per quanto si sforzasse rimaneva invisibile, e mentre AYame guardava da lontano quella patetica ragazzina accanto a lui, non se la sentì nemmeno di darle tutta la colpa.
Certe volte amare Lighneers era così difficile, ma voleva sforzarsi di credere che ne valesse la pena.
Perché lui ai suoi occhi era la perfezione assoluta: bello, forte, solitario, indipendente, una persona che non si spezza mai e che non ha bisogno di nessuno.
Erano queste le caratteristiche che l’avevano fatta innamorare, e che la spingevano a continure a seguire quel sogno di un lieto fine.
Prima o poi, si ripeté, l’avrebbe ottenuto.
   
 
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