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Autore: Jasmine54    29/09/2022    1 recensioni
Un ritratto che, con lievi pennellate colorate, descrive la vita in una cittadina italiana non bene identificata. Le diverse classi sociali che la abitano e i personaggi pittoreschi che compaiono sullo sfondo costituiscono, con tinte talvolta tragiche e talvolta comiche, l’anima della cittadina.
Nota: rating alzato ad arancione per un solo capitolo.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mancava poco al Natale.

Le vie e le piazze della cittadina erano state decorate con luci e grandi alberi natalizi. I negozi avevano fatto a gara nell’addobbare le vetrine e nell’attirare i passanti, con le trovate più originali. Si era poi accesa una frenesia dell’ultimo momento nelle persone, che dovevano sveltirsi nel fare gli ultimi acquisti, e i regali dimenticati all’ultimo minuto. Tutti volevano essere pronti per il grande giorno, senza dimenticare alcunché e nessuno.

Oltre ai regali da acquistare, ci sarebbe stato anche il pranzo da preparare… questo era molto importante!

“Che grande abbuffata faremo a Natale!” pensavano i giovani insaziabili. Le ragazze, intanto, si consultavano su come vestirsi e presentarsi alla tavolata: “Non voglio mettere il vestito dell’anno scorso, cercherò di fare un abbinamento originale con quello che ho, sempre se non potrò acquistare qualcosa di nuovo,” si dicevano tra di loro al telefonino, sospirando.

 

La contessa Soleni Melzi aveva deciso di invitare a cena, aspettando l’arrivo del Natale, le persone secondo lei più influenti: l’avvocato Manforte, il notaio Gerardi e il famoso dentista cittadino, il dottor Corbelli, dalla personalità dominante e decisa: nel suo studio dentistico tutto il personale era assoggettato ai suoi voleri. Nel caso in cui qualcuno avesse fatto presente al dottore che qualcosa non era andato nel modo giusto, lui accusava il paziente di essere “un visionario” e si arrabbiava.

Come sempre, il brutto carattere e l’arroganza non danno tregua ai comuni mortali!

La contessa, intanto, aveva acquistato i suoi regali di Natale a Milano, anche se la donna preferiva chiamarli ‘piccoli presenti’.

Gli ospiti avrebbero capito che non era ‘niente di impegnativo’ e che non bisognava essere eccessivi nell’ostentare. Anche perché un invito alla sua tavola era già un riconoscimento sociale!

La contessa Soleni Melzi, dama raffinata, elegante, dotata di una cultura che andava oltre le conoscenze comuni, spaziava in ambienti altolocati, in cui le informazioni di qualsivoglia natura arrivavano prima che ai comuni mortali. Le conoscenze culturali e sociali, purtroppo, si limitavano a una cerchia d’élite ristretta: forse era per questo motivo che non si potevano proprio definire ‘complete’ e ‘totali’. Ma questo non era importante per la contessa, avvezza ad essere ascoltata nella propria cerchia di conoscenti e di alcune amicizie. Era abituata a dare ordini, o meglio a “consigliare”, come la dama preferiva definire le proprie istruzioni al personale della sua casa e a chi avesse osato chiederle un consiglio.

Il suo sentire personale era comunque indefinito, e poco chiaro a chi le stava vicino.

L’importante, per la contessa, era però dimostrare sempre, quotidianamente, che la sua superiorità d’animo e il controllo emozionale erano una “dote specifica” appartenente soltanto ad una certa élite nobiliare.

Oh, come riscalda la spontaneità del cuore!

 

Il professor Nardini, intanto, aveva da poco sfornato le tartine al salmone, al pomodoro, all’aglio, alla scamorza affumicata, alle acciughe e, per finire, all’olio di oliva e aromi. Il profumo invitante aveva invaso la cucina e si stava propagando nella sala da pranzo. La tavola era stata abbellita per l’occasione, e gli invitati avevano trovato i loro posti a sedere, indicati da un nome scritto su un bigliettino, tenuto tra le mani da un angioletto. L’albero di Natale era adornato da festoni lucenti ma, soprattutto, da pupazzetti di stoffa e lana cruda che Giovanna, la moglie, aveva acquistato in montagna a Molveno durante le vacanze estive. I commensali avevano posto sotto l’albero i doni natalizi, che sarebbero stati aperti dopo il pranzo.

Anche Claudia con il marito, e la segretaria Flavia con il consorte ritornato dall’Iran per Natale, erano stati invitati, in nome di un’amicizia che andava oltre il lavoro.

Giovanna indossava un grazioso abito di lana rosso, impreziosito da una collana di pietre dure che il marito le aveva appena donato. Per una volta aveva abbandonato le sue tipiche tute all’ultima moda, sebbene funzionali e pratiche!

Claudia e il marito avevano portato alla coppia un panettone artigianale farcito di cioccolato e canditi, mentre Flavia e suo marito, due bottiglie di vino del ‘Franciacorta’.

Il pranzo, intanto, si stava animando: il buon vino e i vari piatti di portata riscaldavano il fisico, sciogliendo quelle poche resistenze nell’espressione, quelle che a volte trattengono le persone quando non vogliono esporsi più di tanto.

Non era comunque quello il caso, visto che la conversazione della comitiva continuava a fluire liberamente e senza freni.

Ognuno dei commensali aveva acquistato un libro da regalare agli amici, secondo il personale sentire. Le risate avevano preso piede, mentre le battute scherzose e incalzanti richiedevano un po’ di spazio, per aver modo, a chi le accoglieva, di riprendersi per una successiva risposta a tono.

 

A casa della signora Virginia, intanto, la tavolata aveva numerosi invitati: oltre alla figlia e ai due nipoti, c’erano Sara e i suoi genitori, la signora Rosalia e suo marito e naturalmente la signora Amalia, amica di Virginia. L’ambiente caloroso e festoso aveva portato gli invitati a lasciarsi subito andare, sentendosi quasi tra amici.

I ragazzi avevano messo musiche natalizie come sottofondo al pranzo, e disegnato bigliettini segnaposto per gli invitati.

La signora Rosalia era eccitata ed emozionata e, con il suo abito elegante marrone e beige, si spostava dalla cucina alla sala, aiutando Virginia a portare in tavola le varie leccornie, con un sorriso sincero.

Il papà di Sara, intanto, si era avvicinato al marito della signora Rosalia e aveva iniziato con lui una conversazione, che ogni tanto esplodeva in una risata.

Mentre Amalia seguiva Agnese, cercando di capire come potesse esserle d’aiuto nella preparazione, i ragazzi sistemavano i pacchetti regalo sotto l’albero, ben ordinati e pronti per essere aperti.

Come avrebbero voluto togliere tutte le belle carte colorate e i loro fiocchi, per curiosare! Ma, come diceva il professor Nardini, “ogni cosa a suo tempo!” ripeterono all’unisono Ilaria e Sara.

I tortellini in brodo, le crespelle al pomodoro e l’arrosto di cappone con le patate erano i piatti che Virginia e Rosalia avevano preparato insieme. Tra gli antipasti c’erano affettati di ogni genere, oltre che una varietà di formaggi di mucca, capra e pecora, abbinati alle marmellate. Pinuccia aveva portato la sua famosa insalata russa e due bottiglie di Barolo. Amalia aveva acquistato da Sofia e Giorgia il panettone artigianale alle mandorle, con due bottiglie di spumante.

“Pancia mia fatti capanna!” pensarono i commensali soddisfatti.

Il pranzo ebbe inizio.

I regali sarebbero stati aperti prima del panettone, così la gioia dei doni sarebbe stata rafforzata dal dolce e dallo spumante.

 

In un’altra parte della cittadina, Sofia, reggendo tre pacchetti regalo, era giunta all’abitazione di Marco. Con una sorpresa inaspettata, era stata invitata a trascorrere il Natale a casa sua, con i suoi genitori e il fratello Gabriele. La gioia di Sofia era stata esplosiva: mai avrebbe immaginato di essere invitata a casa di Marco proprio in un giorno così importante per tutta la famiglia.

“Vuol dire che anch’io, ormai, faccio parte della loro famiglia?” aveva pensato, felice e un po’ timorosa, Sofia.

I genitori e il fratello di Marco la accolsero con affetto sincero.

Sofia, ringraziando per l’ospitalità, pose nelle loro mani i suoi preziosi doni. Marco la prese tra le braccia, sussurrandole di amarla.

“Che affermazione compromettente,” pensò tra sé Sofia.

I posti a tavola erano già stati decisi: Sofia si sarebbe seduta alla destra del padre di Marco, mentre questi di fianco alla madre. Gabriele sarebbe stato accanto a Sofia.

Un bicchiere di prosecco dette inizio al pranzo natalizio e tutti sembrarono rilassarsi.

A volte, lo sguardo apprensivo della madre di Marco sorprese e intimorì la ragazza. Così Sofia, rivolgendosi alla signora, le chiese, per stemperare: “È vero che è stata un’atleta, da giovane? Così mi ha detto Marco!”

La signora, un poco scossa, e come se si fosse ritrovata di nuovo nei propri vecchi panni, le rispose allegramente interessata: “Sì, ho partecipato a varie gare podistiche, vincendone alcune. Quanto mi piaceva…” il suo sguardo, prima sereno, a quell’affermazione si rabbuiò di nuovo.

Il marito, abituato a quegli sbalzi d’umore, appoggiò la sua mano sopra quella della moglie, continuando il discorso bruscamente interrotto dalla donna.

“Sonia, in una delle ultime gare podistiche, è stata vittima di un incidente stradale, per opera di uno scapestrato ubriaco. Mancava poco al traguardo… lei e la sua squadra erano insieme e procedevano ai primi posti, quando una moto è sbucata all’improvviso da una stradina, centrando alcuni di loro, tra i quali Sonia.”

“Oh, mi dispiace tanto!” esclamò Sofia. “Poi, cosa è successo?”

“I soccorsi sono giunti subito. I primi ad essere stati investiti hanno avuto le gambe rotte o meglio, spezzate in più punti, mentre Sonia ha avuto il ginocchio frantumato. È stata una vera tragedia. Nessuno di loro ha potuto più correre e partecipare a gare sportive.”

“Quanto mi dispiace… ma ora sta bene, vero?” chiese Sofia, con sincerità alla donna.

La signora Sonia, intuendo l’animo buono di Sofia, sperò in cuor suo che fosse proprio come lei lo aveva sentito. Sorrise alla ragazza e, toccandole la mano, le disse: “Ora tutto è passato, io posso camminare e fare yoga… a volte aiuto pure a fare lezione ai piccolini, in palestra.”

Sofia le sorrise apertamente, guardando Marco, che ricambiò con un occhiolino.

Il pranzo intanto era iniziato con le sue portate succulente, come anche gli scambi di auguri natalizi ad ogni bottiglia di vino aperta.

I regali, poi, avrebbero fatto il resto.

   
 
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