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Autore: Kameyo    01/10/2022    1 recensioni
Dichiararsi al proprio migliore amico non è mai una cosa semplice. Per (s)fortuna Gwaine sa come sistemare le cose.
"Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Lancillotto, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: This is the sign you’ve looking for
N°parole: 1029

 
1.



 
«Oh, cazzo... Credo che morirò qui. Sento che sto per vomitare l’anima.»
Merlin strisciò di lato e si allontanò dall’amico a fatica, gli girava la testa e non si sentiva tranquillo a mettersi in piedi.
«Ti prego, non qui, rischio di vomitare anch’io.»
Gwaine emise un respiro profondo e chiuse gli occhi. «Gira tutto» borbottò.
«Quanta Tequila hai bevuto?»
«Non lo so... L’ho mandata giù con le caramelle di Morgana.»
«Gwaine, sei stupido? Erano piene di Wodka.»
Gwaine lo guardò con un’espressione ebete e annuì. «Lo so.»
Merlin sbuffò e scosse la testa, non era poi così sorpreso che il suo amico avesse mischiato più alcolici, soprattutto in una serata come quella. Sentì dei passi in avvicinamento e alzò il viso per incontrare quello di Lance, che gli sorrise con rassegnazione e gli porse una bottiglietta d’acqua.
«State bene?»
Gwaine si sdraiò sull’erba e mugugnò qualcosa d’insensato indicando Merlin, che gli schiaffeggiò una gamba.
«Sì, stiamo bene, solo... la testa...gira tutto.»
«Non... non dargli retta...» borbottò Gwaine. «Non si è... Non ha fiatato... Non ha confessato
Lance sospirò e si sedette sull’erba, ma abbastanza lontano dai due per non essere colpito dal vomito – sapeva già che prima poi Gwaine avrebbe rigettato anche la cena di Natale.
«Merlin, non ne aveva già parlato? Devi farlo stasera.»
Merlin s’imbronciò e portò le ginocchia al petto, non voleva fare niente, nemmeno provarci, perché avrebbe dovuto poi? Che gusto c’era a farsi spezzare il cuore dal proprio migliore amico? Lui e Arthur si volevano molto bene, non era abbastanza? Perché avrebbe dovuto rovinare tutto con un sentimento complicato come l’amore?
«Non lo farò. Non rovinerò il nostro rapporto.»
«Cazzo... eccolo che ricomincia.»
«Merlin, ti eri deciso, è la cosa giusta da fare.»
«Giusta un corno» rispose Merlin a voce alta. «E tu sta’ zitto, non hai voce in capitolo! Non mi pare di averti visto parlare con Parsifal!»
Lance gli mise una mano sulla spalla. «Ci occuperemo di Gwaine un altro giorno, questa dovrebbe essere la tua serata.»
Gwaine annuì distrattamente. «Tua serata, non mia. Tua.»
Merlin emise un verso sconsolato e guardò Lance con aria supplice. «E non possiamo scambiarci? Stasera Gwaine e io un’altra volta.»
«Io sono... troppo... ubriaco.»
«Potrebbe vomitargli sulle scarpe appena apre bocca» fece presente Lance.
«Parsifal capirebbe, lui è... un orso buono e coccoloso. Non è come Arthur, lui... si arrabbierà, si sentirà tradito.»
«Ti ficcherà la lingua in gola» disse Gwaine sollevando di poco la testa. «La principessa è cotta di te.»
Merlin lo guardò di sbieco. «Non è vero» disse.
Lance si avvicinò un altro po’, con cautela, come se avesse accanto un animale ferito ed emotivamente instabile, cosa che in effetti Merlin era, soprattutto da ubriaco, e disse:
«Facciamo così, adesso ci alziamo, camminiamo un po’ e ci rifletti.»
«Sì, riflettici su» concordò Gwaine. «Magari ricevi un segno.»
«Che segno?»
«Non lo so... un’illuminazione divina che ti... dice cosa fare.»
Ci fu un gran trambusto nel giardino di fronte, una porta che veniva spalancata di colpo e rumore di roba che finiva a terra. Merlin cercò di capire cosa stesse succedendo, ma le luci della casa erano tutte spente e non si vedeva nulla. D’un tratto però, apparve un’insegna luminosa proprio al centro del giardino, era rossa e diceva: Just do it!
Merlin si voltò lentamente verso Gwaine, che bestemmiava a bassa voce, poi verso Lance, che aveva lo sguardo fisso a terra e scuoteva la testa. Un’illuminazione divina. Che bastardi! pensò stizzito.
«Parsifal ha sbagliato i tempi» disse arricciando le labbra. «Avreste dovuto affidare questo compito a Leon.»
Gwaine si sollevò sui gomiti. «Le prove sono andate bene, deve essere ubriaco anche lui.»
«E Leon è in missione» aggiunse Lance.
«Con Arthur?» chiese Merlin, sentendo un bisogno urgente di mettersi a urlare.
Lance annuì e tre rimasero per lunghi minuti in silenzio a contemplare l’insegna. Merlin non sapeva se mettersi a ridere o a piangere, aveva un gran mal di testa e riusciva soltanto a pensare a Leon, che in quel momento stava cercando di convincere Arthur a dargli una possibilità; era tutto davvero assurdo.
«Da quanto tempo cercate di farci mettere insieme?» chiese all’improvviso, mentre sentiva qualcosa pungergli lo stomaco. Devo farlo? Lo faccio?
«Dalla terza elementare» confessò Gwaine.
«Dal liceo» rispose Lance. «Ma credo che tutti ci stiamo impegnando di più da quando Gwen ha lasciato Arthur.»
Più di un anno e mezzo, considerò Merlin senza parole. I suoi amici avevano passato un anno e mezzo a cercare di farli mettere insieme e la loro ultima risorsa era stata un’insegna luminosa rubata – non voleva essere nei panni di Elyan quando suo padre si sarebbe accorto che nel reparto Nike del loro negozio mancava qualcosa.
«E non vi è venuto in mente di lasciar perdere?»
«E a te non è venuto in mente di fare come ti si dice, per una volta?» gli rispose Gwaine a tono. «Pensa al povero Elyan, non ti pare anche questo un segno? Ha sfidato suo padre per aiutare voi due idioti in amore!»
Lance non aggiunse altro, ma il suo viso parlò per lui. Merlin fece ricadere le mani lungo i fianchi, gli scoppiava la testa, era stanchissimo e voleva soltanto rintanarsi in camera sua a dormire, ma, più la guardava, più quell’insegna gli sembrava un faro nel buio, o era l’alcol a fargli brutti scherzi?
«Dai, Merlin. Siete fatti l’uno per l’altro! La principessa è pazza di te!»
«Ha picchiato Valiant la scorsa settimana.»
«Ed è geloso di Freya.»
Merlin li guardò, avevano sorrisi rassicuranti, e poi... quell’insegna, sembrava davvero un faro in mezzo al nulla, una luce di speranza nell’oscurità. Cazzo, quanto sono ubriaco.
Gwaine si alzò barcollando e gli avvolse un braccio attorno alle spalle.
«Puoi farcela.»
«Stiamo insistendo perché siamo sicuri che andrà tutto bene» disse Lance.
Merlin guardò l’insegna. Just do it! diceva. Just do it!
«Va bene» si decise. «Lo faccio!»
Gwaine lo abbracciò di slancio e gi diede una pacca sulla spalla. «Così si fa!» disse soddisfatto, poi però il suo sorriso si spense e il suo viso divenne pallido.
«Gwaine!» urlò Lance, ma fu troppo tardi.
Merlin andò a cercare Arthur con delle macchie di vomito sulle scarpe.
 
 
 
  
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