Questa storia partecipa
al Writober di Fanwriter.it
Prompt:
Respiro
**************************************
Erano
giorni che Adrien ci pensava e rimuginava sulla sua curiosità di sapere chi
fosse il ragazzo che aveva rubato il cuore della sua migliore amica Marinette.
Un po' era anche geloso doveva ammetterlo, perché negli ultimi tempi, la
ragazza, non le era più così del tutto indifferente.
E averla vista con il viso così innamorato mentre si apriva con lui, gli aveva
mandato lo stomaco in subbuglio e fatto desiderare che il ragazzo a cui erano
rivolte quelle parole così vere e sincere fosse proprio lui.
Illuso...
Se ne era andato con una nota amara tra le labbra e quando fu a casa ripensò a
quel pomeriggio e a quanto gli sarebbe piaciuto sentire pronunciare il suo nome
invece che quel ridicolo "Pasticcino".
I continui lamenti di Plagg e quella stanza tetra e
fredda cominciavano a stargli stretti, come la voglia di Adrien di andare da Marinette e chiedere chi fosse quel famigerato "Pasticcino" e se era riuscita a
confessarle di amarlo.
Speriamo di no...
Nemmeno il tempo di trasformarsi e di correre libero e leggiadro tra i tetti in
cerca di uno sfogo, che le sue gambe si mossero da sole verso quella terrazza.
E non era vuota.
Sulla sua superficie e appollaiata sulla balaustra con aria triste e sconsolata
c'era lei. La sua musa.
Si avvicinò di soppiatto, senza far rumore, non voleva che si accorgesse della
sua presenza, perché se all'ultimo avesse voluto fare dietro front sarebbe
stato imbarazzante, ma lei lo aveva già notato e rivolto uno tenero sorriso.
"Bonsoir,
principessa."
"Buona sera a te. Tutto bene?" Gli domandò senza chiedergli che cosa
ci facesse lì.
Chat Noir deglutì il nulla mettendosi di fianco a lei.
"Diciamo di sì."
"Stai vegliando su di me?" Sogghignò lei assottigliando gli occhi,
chiedendosi che cosa lo portasse da quelle parti.
Chat Noir di rimando si sentì pervadere da un senso di disagio che gli fece
perdere l'uso momentaneo della parola.
Marinette lo aveva spiazzato, perché sì, la stava
tenendo d'occhio.
"N-no. Però ti ho visto triste e mi chiedevo chi ti avesse fatto perdere
il sorriso... Forse quel ragazzo?" Alludendo alla sua confessione d'amore.
Marinette volse lo sguardo al cielo cercando di
scacciare le lacrime.
"Mmm..." Fece spallucce.
Era un sì o un no? Chat Noir non riusciva proprio a capire e quella curiosità
lo stava logorando dall'interno.
Qualcuno aveva osato fare soffrire Marinette? Allora
quel qualcuno l'avrebbe pagata e assaggiato il suo cataclisma.
"Vuoi... Vuoi parlarmene?" Osò dire.
Marinette non rispose ancora, la vergogna era troppa.
Riusciva a combattere il male cavandosela egregiamente, ma non era in grado di
dire ad Adrien quello che provava per lui.
Che figura ci avrebbe fatto con Chat Noir?
"Scusami, non volevo essere invadente. Me ne vado, ok?"
"Abbracciami." Nemmeno Marinette sa come le
era uscita una richiesta così sfacciata.
Farsi abbracciare da Chat Noir? Perché?
Forse perché sentiva che anche lui era solo e un gesto simile lo avrebbe fatto
stare meglio?
In ogni caso, Chat Noir, fece come lei desiderava.
Marinette si aspettava che la cingesse da davanti,
invece, con sua somma sorpresa l'aveva stretta per la vita.
Attorcigliò delicatamente le braccia attorno al suo ventre, erano così calde e
confortevoli, e aveva fatto aderire il busto sulla schiena.
Marinette appoggiò la testa sulla sua spalla e chiuse
gli occhi dopo aver portato le mani sulle sue artigliate incrociandone le dita.
"Va meglio?" Le domandò.
"Potrei farti la stessa domanda." Rispose iniziando a farsi cullare
da lui seguendone i movimenti ondeggianti.
"Sì, va meglio." Incredibile come quella ragazza sapesse benissimo di
che cosa aveva bisogno anche con un sol sguardo.
Chat Noir inclinò il volto fino a che la guancia aderì perfettamente alla
tempia di Marinette.
Nessuno dei due osava dire qualcosa, bastava il sussurro dolce dei loro respiri
a solleticare la pelle ed esprimere quello che stavano provando.
Chat Noir sentiva indistintamente profumo di fragola e vaniglia entrargli nelle
narici e imprimere per bene l'essenza dell'amore, l'amore che provava per lei.
Sfregò il naso contro la guancia di Marinette ed ella
inclinò il volto di qualche grado, scoprendo il collo candido e invitante.
Chat Noir scese con la bocca su di esso, lasciando una scia infuocata dietro il
suo passaggio.
Marinette fu rapita dal momento e non riusciva a
capire che cosa le stesse succedendo e perché il suo cuore batteva
all'impazzata.
Era Chat Noir, per dio. Perché non riusciva a scansarsi o lasciarlo andare?
Invece l'unica cosa che voleva era che lui non smettesse di farle sentire il
suo respiro addosso e che continuasse a farle toccare il cielo con un dito.
Marinette chiuse di più l'abbraccio per evitare che
se ne andasse e si lasciò andare ad un sospiro piú
accentuato.
Chat Noir non desiderava essere da nessun altra parte.
Marinette voleva che restasse a coccolarla per sempre.
Anche lui chiuse gli occhi facendosi guidare dall'istinto.
Gli piaceva accarezzare Marinette, ma sapeva anche
che non si poteva spingere oltre, gli aveva chiesto solo un abbraccio e nulla
più, anche se percepiva che lei desiderava qualcos'altro.
Marinette ruotò il volto e quando aprì gli occhi,
vide i suoi chiusi.
I loro volti erano vicinissimi ed entrambi sentivano i loro respiri caldi farsi
sempre più affannosi.
Marinette avvicinò le labbra alla sue, percependole
intrise di menta, le sfiorò e lui sussultò rimanendo fermo, perché impietrito
da quel gesto inaspettato.
Gli solleticò poi il naso e ne baciò la punta, poi ritornò nella posizione
originaria e chiuse gli occhi.
Chat Noir invece li aprì chiedendosi mentalmente il perché di quel gesto.
Sorrise... Notando il petto di Marinette alzarsi e
abbassarsi a ogni respiro.
La sentì poi pesante. Si era addormentata su di lui.
Chat Noir la prese tra le sue forti braccia e la portò sul suo letto.
Dopo averle impresso un bacio sulla fronte, inalando per l'ultima volta il suo
respiro, se ne andò con il cuore e l'animo più leggero.
"Buonanotte, principessa."
*
FINE