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Autore: udeis    04/10/2022    0 recensioni
Frammenti di storie di cavalieri, eroi, guardie del corpo, scudieri, politicanti, maghi, accademici e poveri disgraziati. In questo mondo i praticanti della magia che non fanno parte delle casate principali (e quindi hanno poteri più deboli), servono come guardie del corpo/scudieri, i membri di quelle. I generi varieranno a seconda del capitolo. Non posso selezionare più di tre generi, ma cercherò di spaziare il più possibile, passando anche da qualcosa di più allegro.
Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it, quindi, se mi riesce, ogni capitolo è un prompt.
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Occhio

Akash si convince ogni istante di più che l’uomo non è fatto per navigare. Le persone devono tenere i piedi ben ancorati a qualcosa di solido per funzionare come si deve. 

Il terreno a metri e metri di distanza da lui è sommerso da un’immensa massa d'acqua e la cosa lo turba più di quanto riesce ad ammettere. Tra lui e un’orribile morte per annegamento ci sono solo alcune fragili assi incatramate e la maestria di un capitano che ha un’autorità spuntata e una lealtà divisa, non essendo nato nobile. Potrebbe far affondare la nave, se glielo ordinassero, potrebbe condurli tutti a morte certa o abbandonarlo su un isola deserta, se le trattative diplomatiche dovessero andare storte. Poco valrebbe, allora, il suo onore di uomo di mare, su cui ha gli ha giurato, che non sarebbe successo niente di male a prestare qualche giorno di servizio sulla sua Vecchia Signora.
La nave beccheggia, traballa, ondeggia e il contenuto del suo stomaco segue un ritmo uguale e contrario a quello delle onde. I riflessi del sole sulle onde lo abbagliano, provocandogli un mal di testa martellante. Con circospezione si appoggia alla balaustra, cercando di calmare la nausea e chiude gli occhi nella speranza che questo miracolosamente lo aiuti a sentirsi meglio.

“Non battere la fiacca mozzo!” Lo sferza la voce del capitano, facendolo sobbalzare e riempendolo di frustrazione - lui non sobbalza mai, a riva. La sua magia è legata alla terra, quindi sa sempre se qualcuno si sta avvicinando. Sempre. In ogni momento. Qualunque siano le circostanze. E si gira sempre in maniera pacata-. 
“Nessuno poltrisce sulla mia nave, ragazzino." latra il comandante, sputando a terra un grumo di tabacco, "Ti tengo d’occhio” ringhia, picchiettandosi l’occhio di vetro.
La biglia verde che ha incastrata nell’orbita sinistra ha piccole pagliuzze blu e oro che riflettono il colore del mare. Non potrebbe passare per un occhio vero neanche all’osservatore più distratto, ma il capitano sfoggia la protesi con evidente orgoglio, quasi fosse addirittura meglio del suo occhio originale. 
Akash si chiede ansiosamente se quella biglia verde abbia qualche potere magico dal momento che gli sembra abbastanza importante vedere, per navigare. Anche se, dalla facilità con cui l’ha individuato nel brulicare di marinai al lavoro, non si direbbe che abbia problemi in quel senso.

“Fatti raccontare di quell’occhio, Akash!” grida il suo cavaliere, apparendo letteralmente dal nulla, sfoggiando un sorriso abbacinante e vestiti molto meno elaborati di quelli che gli aveva faticosamente fatto indossare solo quella mattina “è una storia davvero interessante.”
“Taci tu, marinaio” scatta il capitano senza neanche girarsi.
Il suo superiore non sembra affatto disturbato dal tono brusco di quello che, a tutti gli effetti, è una specie di suo subalterno: “E di quella volta del mostro marino, invece?”

“Non dovresti essere a discutere di importanti faccende diplomatiche con il mio cavaliere?”
Il sorriso di Sir Samir si allarga come quello di uno squalo.
“Sono momentaneamente indisposto, lo sai”
“Dovresti proprio perderlo il brutto vizio di nasconderti in mezzo al carico”
“Dovrei”
"Prima o poi tratterò come il clandestino che sei, Samir"
"Per fortuna rispetti troppo la mia cara vecchia madre per farlo davvero"
"La tua cara vecchia madre ti butterebbe fuori bordo con le sue stesse mani, se è ancora la donna che ricordo"

“Per fortuna che almeno tu hai un occhio di riguardo per me” ammicca lui.
“Sottocoperta ad aiutare il cuoco, muoviti!”
Il suo cavaliere sembra spegnersi tutto di un colpo.
“Che stai aspettando? In mare sono io che comando, Sir"








Note: la cara vecchia mamma di Sir Samir ci tiene a specificare che gettare suo figlio in mare non è servito poi a molto, se non a farlo diventare un ottimo nuotatore. Akash ci tiene a specificare che lui, invece, ci tiene molto a rimanere all'asciutto e possibilmente a riva. Akash è stato obbligato ad imbarcarsi dal suo cavaliere con una scusa qualunque, così poi poteva saltare il lavoro in compagnia.

 

  
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