Chi conosceva Alastor solo dai racconti che si facevano di lui avrebbe potuto pensare che il suo più grande rimpianto fosse stata la perdita dell’occhio, o della gamba. Alastor aveva un solo grande rimpianto non averla salvata.
Era un martedì, Alastor avrebbe dovuto avere la giornata libera, ma era un periodo confuso, il Mondo Magico era in caos, c’erano questi maghi e queste streghe oscure che avevano iniziato a provocare caos, prima avevano iniziato attaccando qualche centro abitato babbano, ma sembravano volersi spingere molto oltre. Alastor non era ancora così paranoico da vedere pericoli ovunque, credeva che quei quattro scappati di casa, come al dipartimento molti suoi colleghi definivano i Mangiamorte, sarebbero presto stati catturati. Quel martedì era in servizio e non avrebbe dovuto, nei piani c’era un picnic in un parco, Adele era eccitatissima per quel loro momento assieme che non ci sarebbe mai stato.
Era un martedì come tanti al Dipartimento, i suoi colleghi, quasi tutti maghi, stavano sghignazzando per qualche ragione idiota quando arrivò in servizio, lui li salutò con fare burbero e andò subito in direzione del suo studio. Era partita bene la mattinata, avrebbe dovuto fare solo un sopralluogo in un posto dove c’era stato un efferato delitto, probabilmente nulla che riguardasse magia oscura ma di quei tempi controllare ogni scena del crimine era più che mai importante.
Gli Auror, a quei tempi, avevano un orologio al polso che veniva incantato per poter ricevere messaggi urgenti. Erano le 13 e 35 quando ricevette il messaggio dal Dipartimento, erano due ore che aveva iniziato il suo servizio. “Alastor, attacco terroristico dei Mangiamorte a Diagon Alley, molte vittime, servono rinforzi, vieni subito”. Quando lesse quelle parole un brivido gli corse lungo la schiena, Adele non aveva forse detto che sarebbe andata a Londra a fare acquisti dal momento che lui la trascurava? Si smaterializzò velocemente, arrivato a Diagon Alley quel che trovò fu il caos. Muri divelti, fumo e fiamme, gente accatastata per terra, non poté guardare i volti dei cadaveri, i Mangiamorte incappucciati erano ancora sulla strada e continuavano ad aggredire le persone. Alastor era sempre stato, tra i suoi colleghi, uno dei migliori combattenti, riuscì dunque a catturare due di quei Mangiamorte e colpirne altri due, forse a morte.
Oltre a lui accorsero presto altri colleghi che dovevano aver ricevuto in ritardo il messaggio, ben presto i Mangiamorte erano in minoranza e decisero di ritirarsi. Moody si guardò intorno, cercando tra le persone feriti da portare in salvo, alcuni sembravano ancora respirare, evocò delle barelle e adagiò quelli che sembravano in gravi condizioni, ma vivi, su di esse. Fu allora che a pochi passi dalla libreria “Il ghirigoro” che si accorse di qualcosa di famigliare, un cappello rosso e oro a punta, con un disegno ricamato a mano (un coniglio stilizzato). Era il cappello di Adele, lo sapeva, glielo aveva regalato lui, guardò i feriti in quella direzione cominciando ad urlare il nome di sua moglie. Quando la trovò era troppo tardi. Lei era andata, persa per sempre. Era stata colpa sua, non l’aveva protetta.
Fu così che divenne Malocchio Moody, ancor prima che gli venisse strappato il suo occhio e gli fosse fornito quella protesi magica, Alastor si indurì smise di credere nelle favole, smise di essere ottimista. Fu allora che il suo motto divenne “Vigilanza costante”. Perdere sua moglie era il suo vero grande rimpianto.
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Questa storia partecipa al writober di Fanwriter.it
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