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Autore: Afaneia    07/10/2022    1 recensioni
Raccolta di fanfiction partecipante al Writober 2022 di Fanwriter.it.
#2 - We wanted to be the sky: «No. Revali mi ha insegnato a volare.»
#3 - Tattoo!Au: Link si sveglia con un mal di testa allucinante e un gran bruciore sulla spalla.
#4 - Occhio: «Mipha, non ci vedo più!»
#7 - Drunk enough to say I love you? Link non beve, mai.
#10 - Rabbia: «Lo sapevi che erano morti.»
#11 - Verde: «Difese abbassate, Link? Non va bene per una sentinella.»
#17 - Sbagliato: Non sa cosa farebbe se non ci fosse Saria.
#19 - Castello: «Ricostruiremo tutto» promette Link.
#21 - Ladro: «So che sei stato tu. E intendo anche dimostrarlo.»
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Link
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ambientata nel canone di Hyrule Warriors, post-Calamity Ganon.

Per festeggiare la vittoria sulla Calamità, Link fa offrire da bere ai soldati.

 

#7

~ Drunk enough to say I love you? ~

 

Link non beve, mai. Non può farlo perché la filosofia della sua disciplina, che per volere di suo padre segue pressappoco da quando ha iniziato a camminare, lo vieta severamente; ma non è che la tentazione del bere lo abbia mai affascinato più di tanto. Se si parla di cibo, quella è un’altra storia, e a una fetta di torta di mele Link difficilmente sarebbe in grado di dire di no; ma l’alcol non lo ha mai attratto.

Naturalmente, la stessa disciplina non ha mai voluto imporla ai suoi uomini. Sono soldati semplici, non guerrieri, fin da bambini, com’è sempre stato lui; e come comandante della guardia, Link sa che il morale è importante quanto e forse più dell’addestramento. Perciò, per celebrare la vittoria sulla calamità Ganon, Link ha ordinato di portare dalle cucine del Castello birra e idromele e vino a volontà senza neppure chiedere il permesso del Re: questi sono i suoi uomini, e al loro morale deve pensare lui personalmente. La Calamità è allontanata, ma Hyrule avrà ancora bisogno di lavoro, di missioni, di rischi da correre e di qualche perdita nell’esercito: ancora mostri e alleati del nemico, sbandati ma irriducibili, si aggirano nelle profondità del regno. Gli uomini hanno il diritto di festeggiare, stasera, perché domani dovranno seguirlo in altre battaglie.

Ai Campioni è piaciuta l’idea, e uno dopo l’altro hanno abbandonato i piani alti del Castello, dove il Re e Zelda hanno ricevuto nobili e dignitari da tutte le regioni di Hyrule, e sono discesi nelle caserme. Mipha non è una bevitrice, come lui, ma è a suo agio con i soldati, e questa sera ha portato il suo fratellino con lei. Sidon crescerà come un guerriero, Link glielo legge negli occhi già ora, ed è ammirato dalle spade e dalle armature e i soldati lo guardano con paterna tenerezza. Molti di loro hanno le loro famiglie lontane, a Finterra o anche più distanti, e forse in quel piccolo principe Zora vedono i loro bambini. Quanto a Urbosa e a Daruk, pare che abbiano apprezzato molto l’idea dell’idromele. Forse troppo per dei Campioni, ma non sembra che l’alcol dia loro particolarmente fastidio – almeno, non più di quanto si addica al tono della serata.

Ma che i Rito, o quantomeno un Rito in particolare, non reggesse l’alcol, questa è stata una scoperta degna di nota.

Non che Revali abbia perduto neppure per un istante il suo contegno dignitoso. In effetti, a meno di non conoscerlo molto bene e di osservarlo ancora meglio, Link dubita che chiunque potrebbe accorgersi che è un tantino ubriaco: è perfettamente stabile, e alle canzonacce e alle battute pesanti dei soldati si limita a sorridere con altezzosa condiscendenza. Ma si dà il caso che Link lo conosca molto bene e lo osservi ancora meglio, perciò, allontanandosi per un istante dai soldati che per l’ennesima volta nel corso della serata stanno acclamando il suo nome (e di questa distrazione è grato perché la cosa lo sta mettendo un po’ in imbarazzo), si schiera in silenzio al suo fianco e mormora: «Ti senti bene, sì?»

«Link» esclama Revali un po’ troppo forte e gioviale per i suoi standard. «Perché non dovrei sentirmi bene?»

«Sht» mormora Link ritraendosi impercettibilmente verso l’esterno rispetto alla folla, e Revali senza accorgersi della sua manovra è costretto ad accostarglisi per poter continuare a udire le sue parole troppo basse. Il fatto che non si sia accorto di questa banale strategia per allontanarlo dalla folla è la prova che non è del tutto in sé: l’intuito di Revali è secondo soltanto al suo, e non in tutte le situazioni. «Non è che hai bevuto un po’ troppo?» domanda piano, accennando con lo sguardo al suo boccale di idromele.

«Questo? Nah… Link, sei troppo bacchettone. Perché non ti godi la festa anche tu, piuttosto?»

«Me la sto godendo» ribatte Link meccanicamente. «Solo che non posso bere.»

«Non puoi?» indaga Revali con un sorriso strano. «Sei allergico?»

«Certo che no.»

«Non vuoi, allora. Quindi, è come dico io. Sei troppo bacchettone. Tieni, dai» proclama porgendogli il suo boccale con generosità da ubriaco. Link, che non l’ha mai visto così, declina con un cenno del capo e Revali scoppia a ridere. «Ti fa paura?»

«No. È solo che…» Link cerca invano le parole per dirgli che non ha mai bevuto in vita sua e non gli interessa farlo senza suonare per questo bacchettone. Peccato che l’intuito di Revali arrivi più in fretta della sua lingua.

«Non hai mai bevuto in vita tua?» esclama un po’ troppo forte.

«Zitto» ordina Link, perché, sebbene tutti a questa festa sappiano che è astemio, detto in quel modo da Revali tutt’a un tratto ha un suono che non gli piace. Ma Revali, a quanto pare, non ha mai sentito niente di più divertente in tutta la sua vita e non accenna a smettere di ridere. «Dai qua» sbotta strappandogli il boccale di mano e bevendo tutto d’un fiato.

Quattro minuti e un intero boccale dopo, la stanza gli appare annebbiata come dopo una tempesta e Revali sta ancora ridendo. È una fortuna che tutti siano troppo impegnati a ubriacarsi per far caso a lui.

«Quindi avevo ragione» conclude Revali togliendogli gentilmente il boccale di mano. «Non avevi mai bevuto prima.»

«Stai zitto» mormora Link che non è più tanto sicuro di stare in piedi in autonomia.

«No che non sto zitto. Nello specifico penso proprio che proclamerò a tutti che io, il Grande Revali, sono stato il primo a far ubriacare…»

«Revali» esclama Link aggrappandosi al suo petto. Non è affatto sicuro di sapere cosa sta per dire, ma bisogna che in qualche modo lo dica, proprio adesso, proprio stasera. «Ti dispiacerebbe star zitto e far parlare me?»

«Sì» ribatte Revali senza mezzi termini. «Tuttavia, cosa vuoi dirmi?»

Link è sicuro che un’espressione semplice per dire quello che vorrebbe esista, ma in questo momento proprio non gli viene in mente, perciò dovrà ricorrere a una perifrasi.

«Non mi sarei mai perdonato se tu fossi morto in battaglia… ma mi fidavo solo di te a guardarmi le spalle. Non so cosa sto dicendo. Ha senso per te?»

Se solo fosse un po’ più sobrio, forse Link si renderebbe conto che Revali rimane in silenzio per un tempo assurdamente lungo.

«Se ti rispondo, ti ricorderai della mia risposta, domani?»

«Lo spero» ammette Link che di più non può promettere in questo momento.

«Lo spero anche io. Neanche io me lo sarei mai perdonato.»

 

 

   
 
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