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Autore: Bannysenzay    08/10/2022    1 recensioni
Deku riesce a sconfiggere All for One in una battaglia all'ultimo sangue ma, per colpa di uno dei suoi querk, Izuko si sveglia sette anni dopo senza alcuna memoria di chi fosse prima...
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Cazzo, cazzo, cazzo.
Tenere a bada i villain cercando di mantenere “intatta” la casa era stato molto più difficile del previsto. Soprattutto per colpa di quella fastidiosa radio che continuava a sparare cazzate come ballate, marionette, burattinaio, creazione, nuova era. Insomma chiacchere che si era dovuto sorbir per trenta minuti buoni, il tempo che gli ci era voluto per abituarsi ad usare così tante Black Whip contemporaneamente e picchiare i villain nel mentre.
E poi ovviamente gli era servita quasi un’ora solo per fargli sputare l’osso. Il gigante era direttamente svenuto (o morto per quel che ne sapeva) dopo il primo colpo e tutti gli altri a seguito. Solo uno era rimasto, risparmiato per il puro scopo di ottenere qualcosa di utile che gli desse anche solo una minima traccia di chi dovesse picchiare dopo. Di chi fosse il Boss.
Il dialogo era stato molto fluido ma non era riuscito ad ottenere alcun’informazione fino alla fine, quando Deku si era quasi deciso di lasciarlo andare per la sua totale inutilità lui aveva cominciato a dire cose davvero interessanti.
- Il piano del Burattinaio è ritrovare l’unico vero eroe che il mondo abbia mai avuto e di utilizzare il quirk dell’eletta per distruggere l’intera società e riportarne una migliore con l’aiuto del vero eroe! –
Urlò tutt’an tratto, quasi avesse paura di sputare quelle parole dalla bocca ma nel farlo avesse provato un immenso sollievo, era strano, seguiva ideali strani e aveva un’idea veramente confusa di cosa volesse fare il suo capo.
- Hai detto che cercate il Vero Eroe e da come parli al momento avete perso l’eletta…fammi indovinare, è Mai vero? Si può sapere cosa cazzo volevate farle? –
Lui balbetto un po’ frasi senza senso prima di giungere alla conclusione finale.
- Brutto bastardoooooooooo –
Gridò cercando di tirargli un pugno con quelle poche forse che gli rimanevano. Fu completamente inutile, Deku schivò in completa tranquillità e gli tirò un pugno nello stomaco, non usò neanche il suo quirk ma quello basto per atterrare il villain. Fece per tirargliene un altro ma lui attivò il suo quirk, che gli permetteva di ricoprirsi di specchi. Adesso al posto del ragazzo c’era qualcun altro a guardarlo: un giovane col volto nero di sporcizia e coperto da una maschera, gli occhi verdi erano freddi e insensibili mentre alzava un pugno coperto di sangue. Gli fece paura, non capiva chi fosse, poi si guardò le mani e capì. Cosa stava diventando?
Lui che sognava di essere un hero.
Lui? Lui chi? Non era nessuno se non un fantasma senza passato e senza futuro.
L’immagine di Kacchan gli coprì lo sguardo, diventiamo eroi insieme, stupido Deku, non lasciarmi.
Basta! Basta! Basta!
Strinse gli occhi sperando che l’immagine scomparisse, ma non lo fece, non lo faceva mai. Non lo faceva quando la notte si svegliava madido di sudore, non lo faceva quando portava Aiko a scuola e lo fedeva sorridere con i suoi compagni, non lo faceva quando si guardava allo specchio o quando incrociava un qualsiasi eroe.
Occhi cremisi che lo giudicavano, pesavano la sua anima.
Riaprì gli occhi, una scintilla di gentilezza li illuminava.
Non sarebbe mai diventato un Villan. Non se lo sarebbe mai concesso, per quanto a volte gli sembrasse la via più facile, quella con meno spine, quella che gli avrebbe permesso di dimenticare tutto, non poteva e non voleva.
Promettimelo Deku!
Già… gliel’aveva promesso.
Abbassò il pugno e guardò il villain, o meglio, il ragazzino. Era più giovane di lui, forse qualche anno in più di Aiko, chissà che cosa l’aveva portato lì, cosa vedeva ora davanti a sé.
Gli porse la mano e sorrise, un sorriso che diceva andrà tutto bene.
- Ti prego, cambia. Trova un lavoro onesto e sii felice, questa vita non ti darà mai quello che cerchi. La vendetta non sarà mai una strada che porterà alla gioia e alla soddisfazione, lo so meglio di quanto tu possa immaginare. Non abbandonare tutto per questo, VIVI. E scusa, scusa se nessuno è riuscito a salvarti, scusa se non sono riuscito a salvarti –
Silenzio. Il ragazzo cominciò a piangere.
- Chi sei tu? –
Chiese.
- Deku, chiamami solo Deku –
E se ne andò, non sapeva quanto quelle parole avrebbero influito sul ragazzo, non sapeva se davvero avrebbe abbandonato quella vita tanto penosa. Non lo sapeva e non voleva saperlo. Ma, almeno per una volta, se ne andò a cuor leggero.
- Pronto, qui stazione la stazione di polizia di Musutafu –
- Giorno, vorrei segnalare dei villain –
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Toga gli lanciò contro un coltello così velocemente che alcuni studenti non se ne accorsero nemmeno fino a che non finì per qualche legge della fisica assai bizzarra, proprio in mano a quello che in teoria era il bersaglio.
Avete presente il gioco delle freccette? Bene, immaginatevelo in una maniera un po’ diversa: una killer sfrenata che cerca di colpire (mancandolo miseramente ogni volta) un’ombra un po’ inquietante. Fatto sta che l’ombra è l’unica in grado di pararvi il culo e impedire che diventiate voi stessi i bersagli. Non so se ho dato l’idea.
La cosa preoccupante era che nemmeno Toga rideva più, sembrava infastidita, “ Perché mai non riusciva a bucare quel bel faccino? “. O almeno sembravano questi i suoi pensieri.
Totalmente normale.
La 1° A era diventata il pubblico di tale spettacolo, solo che era reale e non una finzione televisiva per cui ad ogni lancio si cagavano tutti sotto. Tutti a parte Aiko, che se ne stava tranquillamente in disparte, e la piccola Mai che faceva un tifo a dir poco sfrenato per l’uomo maschera, e avrebbe fatto ancora di più se non fosse stata trattenuta da Eri, la quale, insieme ai gemelli, sembrava avere una seria crisi psicologica.
Neanche Miyo sembrava poi così scioccata, il suo quirk di analisi le permetteva di rimanere calma anche in questo genere di situazioni, non che ci fosse nulla di analizzabile, vallo a trovare tu qualcosa di sensato in tutto questo. Probabilmente la tua testa aveva classificato tutto come: sogno. E non aveva intenzione di accettare altre supposizioni.
E poi successe la cosa più inaspettata, cosa che non potrebbe mai succedere in un talent show, Toga finì i coltelli. O almeno quasi, gliene rimase uno che usò per attaccare da vicino il Villain/Vigilane/Hero. E dalle freccette diventò un adorabile balletto mortale. Sembrava che il mascherato stesse aspettando per qualcosa, o meglio, qualcuno. Però evidentemente si annoiò perché diede un leggero colpo al collo di Toga che la fece letteralmente collassare sul tetto del bus. Ahhh i tetti quanti usi che possono avere.
E, finalmente, si decise ad entrare nel bus, si avvicinò ad Aizawa e nessuno mosse un dito per impedirlo. Lui si abbassò e con gentilezza cominciò a far uscire dei fili neri dalle sue mani che suturarono le ferite del professore. E poi li staccò dal proprio corpo, cosa che Aiko era sicuro non sapesse fare prima.
Ma non si mosse, non fece alcuna domanda e non diede alcun segno che potesse simboleggiare una conoscenza.
- Autista (povvero autista ci eravamo dimenticati di lui LOL)… va dritto al campo. Lì ci saranno degli heros ad attendervi, almeno credo. E voi ragazzi…sappiate che questa non sarà la fine –
Poi spostò quegl’incredibili occhi verdi su Mai, la quale ne rimase affascinata e ricambiò il sorriso. Gli stessi occhi, lo stesso sorriso, gli stessi capelli ribelli. Probabilmente tutti se ne accorsero ma nessuno osò aprire bocca.
- Con voi sarà più al sicuro che con me –
Disse buttandosi dal bus e scomparendo alla vista.
Note:
Scusate capitolo un po' breve ;/
Per chi non l'avesse capito la prima parte narra (avv mi sento importante a usare questo verbo) di ciò che è avvenuto dopo che Aiko e Mai se ne sono andati e quella dopo si ricollega al capitolo precendente.
Bho per chi l'aveva capito (e per chi non ;)) spero vi sia piaciuto e alla prossima 
   
 
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