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Autore: ArrowVI    08/10/2022    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 15-5: La mossa di Amon

 


Impaziente, in mezzo al silenzio tombale di un palazzo ormai vuoto, Amon continuò a picchiettare sul tavolo in pietra davanti a se, con una espressione frustrata e preoccupata.


<< Sono già passate quattro ore... Dove diavolo sono finiti?! >>
Ruggì, attendendo qualunque genere di risposta che mai arrivò.
Non sapeva per quale motivo Belzebub non avesse fatto ancora ritorno, e per qualche motivo il suo stomaco cominciò a rivoltarsi. C'era qualcosa, in tutta quella situazione, che gli sembrò fin troppo sospetta.

<< Sei preoccupato, Amon? >>
Domandò una figura, dall'altro lato della stanza, mostrando una espressione apatica e annoiata.
Il suo corpo era pervaso da squame viola, i suoi occhi color oro privi di pupille indossava degli abiti stracciati, sporchi e vecchi.


Inferocito, Amon posò il suo sguardo sul suo compagno, lasciando perfettamente intuire anche a lui che sarebbe bastato poco a spingerlo oltre il limite.
Nel mentre, il cielo fuori dal palazzo cominciò lentamente a oscurarsi.
Da li a poco, sarebbe arrivata una tempesta.


<< Tu non lo sei, Belial? >>
Ruggì Amon.

[Nota: questo personaggio è stato, un tempo, chiamato "Mirfah". Era una citazione ad un gioco a cui giocavo: il suo nome è stato cambiato durante una revisione, ma non ho implementato il cambio nei capitoli precedenti. Ops!"]


<< No. Per niente. >>
L'espressione annoiata del demone fece imbestialire Amon ancora di più. 
Decise, però, d'ignorarlo, sapendo che con lui fosse impossibile discutere. Nonostante fosse un membro dei Dodici Generali, e la sua forza fosse degna di nota, Belial era decisamente un degno successore del suo vecchio compagno "Belphegor", che altro non era se non un pigro senza spina dorsale, esattamente come anche suo figlio, Sigmund.


Belial.
Un demone di alto livello, non si conosce molto del suo passato. E' in buoni rapporti con Asteroth, nonostante i due sembrino aver speso ben poco tempo insieme, al palazzo... Secondo Lucifer, è possibile che i due si conoscessero da prima di diventare membri dei Dodici Generali.
Spesso una figura che preferisce evitare di scendere sul campo di battaglia, a detta di Belzebub fu il sostituto "perfetto" per il loro vecchio compagno d'armi, ormai defunto, Belphegor, un demone molto potente con il quale Belzebub aveva una mutuale rivalità. Nonostante questa sua forza, comunque, Belphegor era un demone piuttosto pigro ed esattamente come suo figlio Sigmund, era qualcuno che preferiva far fare i suoi compiti a qualcun altro. Fu ucciso da Asmodeus, durante un'intensa battaglia per il titolo di quinto demone più potente, a quel tempo. Il suo corpo non venne mai ritrovato, ma Asmodeus giurò più e più volte di non essersene sbarazzato.


Con un urlo che squarciò perfino il cielo, Amon colpì vigorosamente il tavolo in pietra con una mano, mandandolo completamente in frantumi.
Le vene del suo collo cominciarono a pulsare istericamente, i suoi occhi si fecero rossa come il sangue: l'attesa lo stava facendo impazzire.

Lucifer fissò il suo sottoposto per qualche secondo, senza proferire parola.

* Preferirei se tu non distruggessi il palazzo, Amon. E' vecchio, non voglio vederlo andare a pezzi. *
Il tono disinvolto di Lucifer non fece altro che frustrare Amon ancora di più, che stavolta rivolse il suo sguardo furioso contro il suo superiore.
Lucifer, invece, ricambiò con uno sguardo che sembrò dire "non permetterti di guardarmi in quel modo".


<< Non sei preoccupato, Lord Lucifer? Sono passate ore, ormai, sarebbero già dovuti essere tornati! E se fossero morti? Non t'interessa minimamente?! >>
Esclamò Amon.
Il suo superiore sospirò. Astarte, ai suoi piedi, seduta nel terreno, guardava il suo signore seduto sul trono, come se per lei fosse un dio.


Lucifer mostrò un sorrisino divertito, come se le parole di Amon fossero una barzelletta.

* Oh, è esattamente l'opposto, mio caro Amon: a me interessa di tutti i demoni, nessuno escluso. Fino a quando respirano, per lo meno. *
Quelle parole fecero congelare il sangue nelle vene di Amon.
Con così pochi Generali, intorno a se, Lucifer sapeva che ormai poteva cominciare a mostrare quali fossero i suoi veri colori anche davanti a loro.

<< Di cosa sta...? >>
Domandò Amon, incredulo, davanti alle parole del suo superiore.

* Se sono morti, allora non possiamo farci nulla. Così sia, si va avanti. Pensa a chi è ancora vivo, non a chi non c'è più. *


Il cielo fuori dal palazzo si fece scuro. Le nuvole cominciarono a ruggire intensamente, mentre una forte tempesta cominciò lentamente a sollevarsi in tutta quella zona che, per secoli, non vide una singola goccia d'acqua.


<< Tu.. Tu sai qualcosa che io non so, per caso? >>
Il tono rabbioso di Amon venne interrotto solamente da incessanti fulmini che squarciarono l'aria fuori dal palazzo, fulmini che ruggivano così intensamente che avrebbero potuto mandare in frantumi le finestre dell'intero palazzo in qualunque momento.

Lucifer continuò a fissare il suo sottoposto, stavolta con una espressione annoiata, ma leggermente infastidita.

* Ti consiglio di calmarti, Amon, e di non usare un tono di quel genere con me.*
Gli disse.

* Dopotutto, sappiamo entrambi cosa è successo l'ultima volta che mi hai sfidato. *


Secoli prima, Amon sfidò Lucifer per il titolo di Generale più potente al servizio di Bael. 
Lo scontro fu terrificantemente unilaterale... Amon non fu in grado neanche di sfiorare Lucifer, durante lo scontro. Lo scontro si concluse in pochi minuti, con Lucifer che mise al tappeto il suo avversario senza nemmeno usare le magie: gli bastarono solamente due dita.
Nonostante la forza di Amon sia assurda, tra lui e Lucifer esiste un abisso incolmabile. 


<< Non hai risposto alla mia domanda... >>
Ringhiò il demone.
Fu in quell'istante che Astarte si alzò rapidamente in piedi, attirando l'attenzione del demone su di se.

<< Stai mettendo in dubbio le parole di Lord Lucifer? >>
Domandò la donna demone.

<< Se avesse saputo qualcosa te l'avrebbe detto, non pensi? >>
Continuò subito dopo.
Amon non sembrò interessato alle sue parole. Infatti, ringhiando, le mostrò una espressione infastidita, mentre i suoi occhi cominciarono a brillare di un giallo intenso e le sue mani lentamente vennero pervase da alcune scariche elettriche.

<< Ti consiglio di chiudere il becco, Astarte. La tua bocca è buona solo per una cosa, e non è parlare. >>



In un istante dagli avambracci di Astarte uscirono due lunghe e affilate lame ricurve, mentre la donna mostrò tutta l'intenzione di essere pronta per uno scontro.
Con occhi iniettati di rabbia e brivido antecedente alla battaglia, la donna demone era pronta a danzare in qualunque momento.

<< Sembra che Astarte deve insegnarti le maniere, maledetto cane. Astarte ti taglierà la lingua e te la farà mangiare. >>
Controbatté Astarte, ruggendo.


Prima che i due potessero scontrarsi, però, Lucifer fece loro cenno di finirla.

* Finitela, entrambi. *
Disse ai suoi sottoposti.
Bastarono quelle parole a far indietreggiare Astarte, che rapidamente fece scomparire le lame dentro la sua carne esattamente come erano apparse.



In quell'istante Lucifer posò il suo sguardo freddo e distaccato sul suo sottoposto, sospirando un po' dalla noia e un po' dal fastidio che quella situazione gli stesse creando.

* Amon, non credo tu sia così stupido da non sapere quale sia la risposta alla tua domanda. *
Disse il comandante.


* Belzebub è buono solamente a seguire gli ordini... Abbiamo visto più e più volte quanto la sua efficienza crolli a picco, quando è lui a dare gli ordini. Fino a quando non cambierà modo di fare, fino a quando non comprenderà che giocare con i suoi nemici finirà per tornare indietro a morderlo, continuerà a fallire la maggior parte delle sue missioni. La sua forza non importa, se non riesce a comprendere la pericolosità degli avversari che si ritrova davanti. *
Spiegò Lucifer.

Il suo tono nascondeva una certa nota infastidita, ogni volta che nominava quel suo vecchio compagno.


In quell'istante il suo sguardo si fece cupo, e la sua voce minacciosa.

* E' stato lui a prendere le redini di questa missione... *
Disse, con voce seria e autoritaria.

* Ti saresti dovuto aspettare che le cose non sarebbero andate bene. *



In quell'istante Amon ripeté ancora una volta quella sua domanda: ignorando sia la sua rabbia che la sua preoccupazione, Lucifer gli diede la risposta che cercava.

* Posso dirti... Che Leviathan e Behemot sono deceduti, mentre Ifrit è stato imprigionato. Sia Belzebub che Asteroth sono stati sconfitti, ma non ho idea del loro status attuale, o di dove si trovino. Anche se suppongo Abraxas possa tornare da un momento all'altro con quest ultimo. *


Amon non fu in grado di credere alle sue parole.
All'inizio si domandò per quale motivo il suo comandante gli avesse nascosto quei dettagli, ma rapidamente comprese che la risposta a quella sua domanda era esattamente ciò che sospettarono lui e Belzebub.

<< E' davvero come pensavamo... >>
Ringhiò il demone, mentre la tempesta fuori dal palazzo si fece ancora più intensa di prima.

<< Non t'interessa di noi. >>


* Questa tua convinzione è decisamente incorretta, ma sei libero di pensarla come preferisci. *
Fu la risposta rapida, leggermente infastidita, di Lucifer, che subito dopo si alzò dal suo trono.

* Ho cose più importanti da fare, al momento, che sprecare tempo dietro qualcuno che è accecato dalla sua rabbia per pensare lucidamente. *
Continuò il demone, facendo poi cenno ad Astarte di seguirlo.

* Se hai intenzione di andare nella capitale, sei libero di farlo. Ma lascia che ti dia la mia opinione a riguardo: è un suicidio. *
Quelle parole fecero innervosire Amon ancora di più.

<< Pensi davvero che io sia più debole di loro?! >>
Nello stesso istante che disse quelle parole, un tuono spezzò il cielo al di fuori del palazzo.

* No, è l'esatto opposto: sono convinto che gli umani non siano al tuo livello... *
La risposta di Lucifer lasciò Amon completamente di stucco: non aveva idea di cosa volesse dire, con quelle parole.
La sua confusione ottenne, però, una risposta pochi istanti dopo.

* E lo sanno perfettamente anche quegli umani. Hanno ucciso due dei tuoi fratelli, sono sicuro sapessero che ti avrebbero fatto innervosire. *
Spiegò Lucifer, posando il suo sguardo freddo sul suo sottoposto.

* Per questo motivo sono sicuro che sia un suicidio andare da loro. Si staranno decisamente preparando al tuo arrivo, reclutando aiuti da ogni parte di Gaia. Sei sicuro di riuscire a sconfiggerli tutti? Potresti far saltare in aria la capitale, ma dubito ti basterebbe come vendetta... Sei un tipo che preferisce metodi meno... Discreti e più personali. *
Continuò.

* Se vuoi veramente andare da loro, ti sconsiglio di andare da solo... Potrebbe essere la tua condanna a morte. In questo caso, chiedere aiuto a qualcuno potrebbe essere la mossa giusta. *
Davanti a quelle parole Amon continuò a ringhiare.
Nonostante sapesse che Lucifer avrebbe rifiutato, gli domandò se sarebbe stato lui ad aiutarlo.

Ridendo, Lucifer rifiutò, rispondendogli che "ragioni di questo tipo non fossero un qualcosa con cui lui volesse avere a che fare".
Chiese quindi se Astarte fosse disponibile, ma la donna rifiutò senza esitazione di dargli alcun aiuto.

<< Astarte pensa che saresti dovuto essere più cordiale con Astarte, poco fa. Sei per conto tuo, Astarte non ti aiuterà. >>
Rispose la donna.
Ringhiando dalla rabbia, Amon si voltò verso Belial ma anche lui rifiutò di prendere parte alla sua missione di vendetta.

<< Non è un qualcosa che mi riguarda. >>
Rispose Belial, evitando lo sguardo di Amon, senza perdere la sua espressione annoiata e stanca.


In quell'istante l'attenzione di Amon venne attirata da Lucifer, che lo chiamò per nome.
Sorridendogli, Lucifer gli ricordò che Abraxas e Asteroth avrebbero sicuramente fatto ritorno nelle prossime ore e che, conoscendolo, Asteroth avrebbe sicuramente accettato di accompagnarlo nella sua marcia vendicativa.


Furioso per la piega che la situazione aveva preso, e per la scomparsa dei suoi fratelli, Amon fu a malapena in grado di contenersi.
Dopo aver preso un profondo respiro, la tempesta fuori dal palazzo si disperse in un istante, come se mai fosse esistita prima.

<< D'accordo. >>
Disse Amon, ancora infastidito.

<< Aspetterò il loro rientro... Ma lascia che ti dica una cosa, Lucifer... Non so a che gioco stai giocando, ma... >>
Continuò il demone, parlando al demone davanti a se con un tono minaccioso e di sfida, occhi pieni di rabbia. 



<< Non meriti di essere il nostro comandante. Quando tornerò, ti staccherò la testa dal collo e prenderò il tuo posto. >>



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Fine del capitolo 15-5, grazie di avermi seguito e alla prossima!






 

   
 
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