Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: Ode To Joy    12/10/2022    3 recensioni
[BakuTodo]
[DabiHawks]
[Past- BakuDeku]
Touya davvero non lo capiva.
“Perché continui a provarci tanto ostinatamente con me?”
Tutti avevano gettato le armi, dichiarandolo una causa persa, un fallimento. Tutti. I due uomini più importanti della sua vita per primi.
E ora arrivava questo fanciullo, che aveva il suo stesso viso ma non lo conosceva affatto.
Un estraneo. Suo fratello.
“Perché quando ti guardo vedo me,” rispose Shouto, con voce rotta. “Perché qualcuno mi ha salvato, nonostante io non stessi chiedendo aiuto.”
“Tu non mi conosci, Shouto.”
“Nemmeno tu conosci me. Ma mi conoscerai, stanne certo.”

[...]
A seguito di una guerra vinta a caro prezzo, il Principe Shouto viene cacciato dalla corte di suo padre perché aspetta un figlio da Katsuki, il Drago di cui è Cavaliere. Cerca rifugio dal fratello maggiore, esiliato otto anni prima, che ha rinunciato al nome della loro famiglia per divenire Dabi.
[Fantasy AU]
[Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Dabi, Hawks, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shouto Todoroki
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Mpreg, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10 Ottobre

Prompt:“Sweet dreams are made of this”


X

Nothing At All



 

What about us?
What about all the times you said you had the answers?
What about us?
What about all the broken happy ever afters?
What about us?
What about all the plans that ended in disaster?
What about love? What about trust?
What about us?

[“What about us?” - Pink]




 

Hawks non era un tipo ansioso.

Al contrario, aveva la stoffa dello stratega. 

Non era incline a farsi prendere dal panico, esaminava ogni possibilità, elaborava piani di emergenza e creava vie d’uscita da qualsiasi situazione, anche la peggiore.

Combattere una guerra insieme a Touya, ma non al suo fianco, stava solleticando il suo lato paranoico un po’ troppo spesso. Alla corte, Hawks godeva del favoritismo del Re ma lì, sul campo di battaglia, era un soldato come tanti altri. 

Touya, invece, restava un Principe sia dentro che fuori le mura del castello in cui erano cresciuti. Enji evitava come poteva di perderlo di vista, ma l’animo del suo primogenito era quello indomito di un Todoroki. Creava le sue formazioni, seguiva le sue strategie, non chiedeva il permesso a nessuno e vinceva. Sì, ma ogni vittoria riportata si accompagnava a un nuovo incidente, una nuova ferita, un altro motivo per far infuriare il Re.

“Cosa devo fare per convincerti a seguire i miei ordini?”

Mentre affondava gli stivali nel terreno fangoso del campo militare, Hawks era certo che anche ai confini del regno stessero udendo la voce del sovrano.

“Potresti smettere di darmeli!” Fu la replica del Principe.

Hawks si fermò e chiuse gli occhi, sentendo lo schiaffo come se l'avesse subito lui. Touya non era uno stupido, ma sarcasmo e provocazione erano le sue prime armi e le usava d’impulso, sapendo che ci avrebbe rimesso a basta.

Hawks scostò il tendaggio quanto bastava per poter spiare all’interno dell’alloggio reale. Touya sedeva contro i cuscini del letto con le ginocchia strette al petto. Qualcuno lo aveva medicato, aiutato a lavare via il fango del campo di battaglia e a indossare dei vestiti puliti. Hawks conosceva la riluttanza del Principe nel farsi toccare ed era persuaso a credere che fosse stato il Re stesso ad assisterlo nei suoi bisogni.

Enji era in piedi accanto al letto, il volto scuro e stanco. La presenza del suo Erede sul campo di battaglia lo stava consumando più della guerra stessa.

Touya avrebbe dovuto starsene a casa, invece era lì, a giocare una partita pericolosa contro la morte per affermare il proprio valore, quasi volesse spingere il padre alla follia.

Enji prese un respiro profondo. Lo schiaffo era stato una perdita di controllo momentanea, se ne pentiva ma non avrebbe mai chiesto scusa.

Touya, da parte sua, continuava a tenere lo sguardo alto e fiero.

Hawks pensava che fossero l’uno degno dell’altro, ma si guardava bene dal dirlo ad alta voce, soprattutto al più giovane.

“Non so più come parlare con te,” ammise Enji.

“E allora non parlarmi,” ribatté Touya. “Lasciami combattere al tuo fianco e basta!”
“Touya, qualunque cosa io faccia è per-!”

“Il mio bene?” Lo procedette il Principe. “Guardami, papà. Eri con me ogni giorno, ero il tuo Erede, ero il tuo orgoglio. Ora devo inseguirti per ricevere uno sguardo da te, perché non fai che evitarmi!”

“Questo non è vero, Tou-”
“Non essere codardo!” Touya era troppo orgoglioso per mettersi a piangere di fronte a suo padre, ma anche se lo avesse fatto, non sarebbe apparso meno fiero di quello che era. “Continui a nasconderti dietro all’onorevole intenzione di proteggermi, di volere il mio bene. Guardami, papà, ti sembro stare bene?”

Il dolore del Principe si sentiva tutto. E se Hawks riusciva ad avvertirlo sotto la pelle, il Re non poteva essergli indifferente. Si avvicinò al figlio, allungando una carezza tra i capelli candidi che Touya non rifiutò, nonostante lo sguardo tagliente.

“Tu sei il mio Erede e il mio orgoglio,” disse Enji. “Nulla può cambiare questo, mettitelo in testa.”

Il Principe allontanò la mano del padre da sé.

“Non credo più a una parola di quello che mi dici.”

“Al gesto di Hawks al torneo hai creduto,” disse il Re. 

Slacciò la cintura della spada e la lasciò cadere sul letto.

Il giovane Cavaliere che stava assistendo alla scena sgranò gli occhi.

Touya ebbe la sua stessa reazione.

“Questa lama non ti serve, ne sono consapevole,” aggiunse Enji. “Il tuo fuoco è più potente del mio e io per primo porto quest’arma solo per un valore simbolico. Pensi che tu debba lottare per un mio sguardo? Ti guardo sempre, Touya, continuamente. Non credere alle mie parole, se non vuoi. Accetta questo gesto, puoi tenere questa spada per te o donarla al Cavaliere che ritieni più meritevole.”

Touya nemmeno si azzardò a toccarla.

Hawks vide il Re accennare un sorriso, mentre si allontanava.

“Il campo di battaglia di oggi è tuo,” disse al figlio. “I Cavalieri vorranno onoranti come è giusto fare con un Principe vittorioso. So che non ami questo genere di eventi e lo comprendo, ma sarebbe opportuno presentarsi.”

Improvvisamente mansueto, Touya annuì.

“Ho capito, papà.”

Il Re si spostò verso l’uscita della tenda troppo velocemente. Hawks indietreggiò, per poco non inciampò nella coda delle proprie ali. Quando Enji mise un piede fuori, lui era ancora lì a cercare di non cadere nel fango sul di dietro. Si guardarono. L’uomo non parve sorpreso di trovarlo lì, né disturbato dal fatto che avesse origliato la conversazione con suo figlio.

Hawks piegò le ali e incrociò le dita dietro la schiena, sfoderando il sorriso più innocente del suo repertorio. Peccato che le sue maschere non funzionassero né col padre né con il degno erede. 

“Touya,” chiamò Enji, evidentemente annoiato da tutto quel romanticismo adolescenziale mal celato. “Hai una visita.”

Uscì dalla tenda per permettere al Cavaliere di entrare.

Appena lo vide, Touya gli sorrise. 

“Vieni,” disse, accompagnando l’invito con un gesto della mano. La sua espressione cambiò non appena si accorse dello stato in cui versava. “Sei ferito?” Domandò, scendendo dal letto e dimenticando la spada dove suo padre l’aveva lasciata.

“Resta a riposo, Touya,” gli disse Hawks. “Ero solo passato per vedere come stai.”

“Sto come un Principe in guerra con un padre ansioso, ma perché resti lì, al buio? Vieni più vicino.”

“Ho gli stivali sporchi di fango.”

Nelle tende reali, il terreno era ricoperto da tappeti per impedire ai signori di sporcarsi. “Toglili e vieni qui, qualcuno deve lavare quelle ferite.”

Hawks rise, come se fosse una battuta.

“È un dovere delle donne del campo, non del Principe della Corona.”

“Vuoi farti toccare da una donna del campo?” Domandò Touya, gelido.

Quando lo guardava in quel modo, come a sfidarlo a farlo arrabbiare, quegli occhi turchesi divenivano la cosa più bella e pericolosa di tutte le terre dell’Alto Trono.

Hawks ingoiò a vuoto, ma il brivido che gli attraversò la schiena fu la sensazione più piacevole di tutta la giornata.

“Avete frainteso, mio Principe.”

Touya arrivò sul bordo del tappeto. Erano alti uguali e sarebbe bastato che uno dei due si sporgesse per rubare un bacio all’altro. Il Principe appoggiò una mano sul petto del Cavaliere e ci andò vicino, ma non troppo. 

“Ti ricordi quando siamo sgattaiolati nella torre degli oggetti proibiti?”

Era accaduto appena un anno prima, ma sembrava fossero passate molte più stagioni.

“Sì,” disse Hawks. “Per leggere i poemi scandalosi delle imprese che nessuno racconta a noi fanciulli.”

“E di questo sono fatti i sogni più dolci,” recitò Touya. “Quei versi parlavano di una notte di passione tra un Principe e il suo Cavaliere, alla vigilia di una grande battaglia.” 

Lo baciò, ma durò un secondo, il tempo necessario ad accendere nel Cavaliere una tentazione troppo forte da controllare.

Hawks gli andò incontro e Touya sorrise contro la sua bocca, perché c’era cascato in pieno.

“Hai appoggiato gli stivali sporchi di fango sul tappeto,” gli fece notare il Principe.

“M’impongo di essere educato solo davanti a un signore e qui non ne vedo,” ribatté Hawks.

Touya rispose all’insulto con un altro bacio. Quando si allontanò lo fece di poco, quanto bastava per guardare il Cavaliere dritto negli occhi.

“Togliti i vestiti.”

Hawks rise apertamente.

“Touya…”

“Te lo devo ordinare?”

“Non posso entrare qui sporco di fango e uscirne come se mi avessero tirato a lucido.”

Touya scrollò le spalle.

“Vorrà dire che ti avrò sporco del campo di battaglia.”

“Aspetta…” Hawks gli posò una mano tra il collo e il viso. “Sono cose da grandi, ragazzino.”

Fu il turno del Principe di ridere.

“Mi prendi in giro? Hai un anno meno di me.”

“Un motivo in più per avere pietà delle mie insicurezze.”

“Quali insicurezze? Quando mi baci, non sento nessuna insicurezza.” Touya si aggrappò a lui, come se non fosse ridotto come l’ultimo dei miserabili. “Siamo in guerra, Cavaliere. Non siamo più ragazzini.”
Hawks gli appoggiò le mani sui fianchi, indeciso se stessero avendo un momento di tenerezza o di malinconia. Touya confermò cosa voleva da lui nel momento in cui fece scivolare le dita sulla sua cintura. 

Era una cosa che continuava a non succedere.

Se lo erano promesso in un sussurro durante il ballo per i sedici anni del Principe, un istante prima che il Nomu comparisse nella sala trono e Touya collassasse per averlo annientato con le sue fiamme blu. 

Da quel giorno in poi, le loro vite erano state stravolte e, piuttosto che divenire amanti, si erano tramutati in guerrieri.

“Tuo padre potrebbe tornare,” disse Hawks, afferrandogli i polsi, respingendolo gentilmente.

Il Principe non insistette, ma non esitò a dargli le spalle.

“Touya…” Sospirò Hawks.

“Ci sarà sempre mio padre tra noi!”

Touya si lasciò cadere sul letto. 

“Sei un Cavaliere della Corona, farai un passo ogni volta che il Re lo ordinerà!”

Hawks si decise a sfilarsi gli stivali e camminare su quel maledetto tappeto, anche se i suoi calzini non versavano in uno stato migliore. 

“Perché vivi ogni nostra azione come se fosse un affronto contro di te?”

“Non lo è?” Domandò Touya, calmo ma astioso, gli occhi turchesi fissi sul soffitto della tenda. 

Hawks piegò il ginocchio sul bordo del letto, tenendosi sollevato sulle braccia per stargli sopra senza schiacciarlo. 

“Non faremmo mai nulla contro di te.”

Touya storse la bocca in un sorrisetto sarcastico.

“Chiederai il suo permesso anche per scoparmi?”

Quando quei due occhi turchesi si tramutavano in due lame apposta per trafiggerlo, Hawks non lo sopportava. Allontanarsi avrebbe creato una distanza difficile da colmare, Touya l’avrebbe vissuto come un tradimento. L’ennesimo.

Prima il Re gli aveva fatto un presente per quietarlo, ora il ricordo della sua ingombrante presenza era sufficiente ad alzare un muro tra loro. 

Touya era perennemente irrequieto, difficile d’accontentare e impossibile da rendere felice. 

Ed eccoli lì, un Re, suo padre, e un Cavaliere, il compagno di giochi che non aveva ancora reso suo amante, a compiere la più folle delle imprese. Senza perdere di vista l’obiettivo principale: proteggere il Principe delle Fiamme Blu da se stesso.

“A dispetto della bassa considerazione che hai di te stesso, non sei da scopare,” ribatté Hawks, afferrandogli i polsi e inchiodandolo con lo sguardo. 

Touya gli tenne testa senza tentennare. E come avrebbe potuto essere diversamente? Gli occhi dei Todoroki avevano piegato interi popoli.

“Sei d’amare,” aggiunse Hawks, con una nota di dolcezza che, lo sapeva, aveva il potere di disarmare anche l’Erede dell’Alto Trono. “E non intendo farlo mentre ho del sangue di Nomu addosso.”

Touya non disse una parola. Gli piantò un piede sullo stomaco e lo fece rotolare sul tappeto.

Il Cavaliere rise per la sua misera sconfitta. 

“Vuoi che ti aiuti ad alzarti?” Domandò il Principe, scivolando a sedere sul bordo del letto.

Per tutta risposta, Hawks si risolse da solo.

“Prima della fine di questa guerra,” promise, spocchioso. 

Un guizzo di curiosità rese il viso di Touya quello di un ragazzino di sedici anni. 

“Prima della fine della guerra, cosa?”

Giocava e, forse sì, Hawks era un burattino nelle mani di un Todoroki, ma non quello che il Principe credeva. 

“Lo sai…”

Il sorrisetto da canaglia con cui concluse quella discussione valse più di qualsiasi giuramento.




 

-9 anni e mezzo dopo-



 

L’ultima volta che Touya e Keigo si erano parlati, lo avevano fatto da fanciulli.

Il primo, incarnazione di tutte le gloriose speranze della Casata del Fuoco; il secondo, figlio di una generazione di eroi nati dal nulla, privi di titolo nobiliare, ma destinati a far ricordare alla storia i loro nomi. 

Si erano conosciuti su una strada lastricata di tragici eventi, avevano condiviso l’infanzia per volere del Re e quando si erano avvicinati tanto l’uno all’altro d’andare contro le regole, lo avevano fatto senza esitare.

La loro storia poteva essere raccontata da molteplici punti di vista. La chiave di lettura preferita dalla corte dell’Alto Trono era quella dell’amore proibito tra il Principe della Corona e il Cavaliere migliore della sua generazione. Era un dramma che affascinava, le antiche storie erano piene di varianti dello stesso tema e la fine tragica a cui Touya era andato incontro aveva regalato a lui e Hawks un’immortalità che nessuno dei due aveva voluto.

Al tempo, quando il Cavaliere era uscito allo scoperto chiedendo il favore dell’Erede durante il torneo in onore di quest’ultimo, l’opinione della gente si era spaccata in due precise metà. I più maturi, fedeli alle antiche regole su cui si reggevano secoli e secoli di storia, avevano storto il naso e mal giudicato il Re per la mancanza di seri provvedimenti nei confronti del Cavaliere - orfano, sprovvisto di Casata o di meriti che potessero garantirgli un posto di rilievo all’interno della corte. I più giovani, quelli che conoscevano bene Hawks - ma molto meno Touya - si era appassionati al lato romantico della vicenda, riconoscendo nel comportamento del sovrano un’apertura verso un cambiamento in positivo.

Nella realtà dei fatti, nessuno era mai riuscito a intuire la trama intricata che, passo dopo passo, aveva portato alla tragedia della Landa di Dabi.

“Non mi hanno dato delle ali per portarle in giro,” si lamentò il Primo Cavaliere, risalendo il sentiero scavato tra le rocce nere. “Queste due zavorre sono utili solo per volare, non per fare passeggiate.”

Alle sue spalle, Dabi lo punzecchiò con la spada foderata proprio in mezzo alle scapole.

“Stai zitto e cammina.”

Hawks sospirò stancamente.

“Se mi lasci volare, ti porto.”

“Tu prova ad aprire quelle ali o a pensare di sfiorarmi e di te rimarrà solo cenere.”

Il Cavaliere gli credette sulla parola e continuò a camminare. Se si fosse trattato di un duello di spada, Hawks avrebbe anche potuto rischiare. Contro il fuoco di un Todoroki - del Principe delle Fiamme Blu in particolare - non c’era nessuna sfida.

Fu Dabi a spezzare il silenzio per la seconda volta.

“Quando mi hai trovato?”

Hawks si era aspettato una domanda simile.

“Circa sei mesi dopo l’esilio.”

“Come?”

Dopo di te, è andato tutto in pezzi. Tuo padre e tua madre per primi, poi lei ha perso la testa e Shouto ne ha pagato le conseguenze. Quando Enji mi ha spiegato le ragioni dietro la sua decisione di esiliarti, l’ho capito. Sì, l’ho capito e proprio per questo non ero certo di voler più essere il suo Primo Cavaliere. Io non riuscivo a guardarlo negli occhi e lui non riusciva a guardare negli occhi me. Me ne sono andato. Non so perché, non ho idea di dove volessi nascondermi. Volevo cercarti, ma avevo paura di trovarti e, alla fine, mi sei comparso davanti. Non ti ho mai raggiunto davvero, ma nemmeno ti ho lasciato andare. 

Quella sarebbe stata la risposta corretta e Keigo avrebbe avuto il coraggio di offrirla al suo Principe così com’era, con tutto il dolore, il rancore e i rimpianti.

Ma Hawks non era il fanciullo impavido di un tempo, quello che aveva pensato di salvare Touya dall’inferno delle sue stesse fiamme.

“Fortuna,” si limitò a dire.

Dabi lo colpì di nuovo tra le scapole, con più forza.

“Vedi di non fare il furbo, Cavaliere.”

“Mi togli una curiosità?” Hawks si fermò e si voltò a guardarlo. “Cos’è che t’infastidisce di più, il fatto che non ti sia accorto della mia presenza per anni, o sapere che, nonostante tutto, tuo padre non ha mai smesso di preoccuparsi per te?”

La maschera di pura noia sul viso di Dabi non si mosse di un millimetro.

“Preoccuparsi?” Domandò. “Confondi la premura con il senso di colpa, quello schiacciante, che ti uccide lentamente. Il Re è sempre stato un codardo. Fermo nelle sue decisioni nel momento di compierle e, appena un istante dopo, in dubbio con se stesso.”

“In che altro modo avrebbe dovuto vivere l’esilio del proprio figlio?” Domandò Hawks. “Pensavi che una volta lasciato, ti avrebbe cancellato con uno schiocco delle dita?”

“Non è quello che ha fatto?”

“Il fatto che ti abbia sorvegliato per nove anni non è una risposta sufficiente?”

Dabi alzò gli occhi al cielo.

“Gli anni passano, noi non siamo più ragazzini alla mercé del Re e tu continui a difendere ogni sua azione, imperterrito,” disse. “Se me ne importasse qualcosa, direi che sei una delusione, Hawks.”

Il Cavaliere scrollò le spalle.

“Mi sembra ovvio che non te ne importa,” ribatté. “Quindi, quando mi guardi, che cosa vedi?”
Dabi non esitò.

“Niente…” 

Quello era peggio dell’odio che Touya gli aveva scagliato addosso l’ultima volta che si erano parlati, quando Hawks aveva smesso di essere Keigo anche per lui.

“Se potessi vedere il Re bruciare nelle sue stesse fiamme, assisterei allo spettacolo ridendo,” aggiunse il Principe Esiliato, le labbra bruciate piegate in un sorriso crudele. “Ma tu sei niente per me. Se dovessi incendiare la corte dell’Alto Trono e pareggiare i conti, tu saresti solo della cenere tra le tante che mi lascerei alle spalle.”

Una pausa.

“Abbiamo un patto, Primo Cavaliere, ma questo dettaglio non dimenticarlo.”

Hawks non era né sorpreso né deluso. Quello che aveva davanti era la prova ultima di quello che, in fondo, aveva sempre saputo: Touya era morto e non sarebbe più tornato.

Qualcosa emerse dalla valle sottostante, passando accanto a loro in volo. Lo spostamento d’aria fu tale che entrambi si ritrovarono costretti ad attaccarsi alla parete di roccia.

Dabi fu il primo a capire che cosa stava succedendo.

“Bene!” Esclamò a gran voce, suonando isterico. “Questo lo dobbiamo alla tua lentezza, Hawks!”

Il Drago rosso atterrò sul pendio della montagna, facendo tremare la terra sotto i loro piedi.

Quando il Primo Cavaliere sollevò lo sguardo, l’enorme muso della della bestia alata era sospeso a pochi metri sopra di lui e lo fissava, minaccioso.

Hawks non lo prese sul serio, ma sollevò comunque entrambe le mani per provare che non aveva male intenzioni.

“Vengo in pace, Katsu-”

Il Drago spalancò le fauci e ringhiò loro in faccia. 

Non fu affatto piacevole.

Hawks rimase pietrificato, mani sollevate, sorriso tirato e tutto.

Dabi ebbe anche l’ardire di fare sarcasmo.

“Ci baci mio fratello con quella bocca, schifosa lucertola?”

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: Ode To Joy