Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Juliet8198    12/10/2022    2 recensioni
Seokjin era l'ombra di se stesso dall'incidente. Un anno di terapia. Un anno di depressione clinica. Un anno in cui la sua personalità brillante e perennemente concentrata sul lato positivo della vita si era spenta come una candela, lasciando dietro di sé solo un fantasma che i suoi amici non riuscivano a riconoscere. Dall'incidente, la solitudine a cui il destino lo aveva sottoposto pesava su di lui più di quanto avrebbe potuto prevedere.
Yona aveva imparato sin da piccola a non credere nei legami a lungo termine. Quale significato aveva trovare la propria anima gemella? I suoi genitori avevano divorziato pur essendo fatti l'uno per l'altra e lei aveva una vita perfettamente felice pur non potendo congiungersi con la sua metà. Aveva imparato che la solitudine a cui il destino l'aveva sottoposta dalla nascita non le avrebbe impedito di diventare una persona completa.
Una scatenata insegnante di inglese, inguaribile nerd e sfegatata amante di musical dai discutibili metodi didattici, riuscirà a scuotere una persona così persa nella propria solitudine e a salvarla da se stessa?
SOULMATE AU
Quarto libro del JU
Questa storia fa parte di un universo integrato. Non è però necessario aver letto
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kim Seokjin/ Jin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La vibrazione del telefono fece sbattere le palpebre a Hoseok. E quando lo fece, fu come svegliarsi improvvisamente da un'ipnosi. Come se il suo corpo fino a quel momento si fosse mosso al di fuori del suo controllo mentre la sua coscienza chiudeva gli occhi. E quando li riaprì, iniziò la ramanzina più lunga della sua vita. 

 

Le sue labbra erano a un soffio da quelle della sua anima gemella. Seduti sul divano di lei, si fissavano come se il resto della stanza fosse solo un ammasso di colori sfocati e le uniche due figure visibili fossero loro. Erano così vicini che i loro nasi si sfioravano, così vicini che Hoseok poteva discernere i filamenti di verde più chiaro che circondavano le pupille degli occhi di lei. 

 

Che cosa stava facendo? 

 

Come era finito in quella situazione? 

 

Stava correndo troppo! Stava correndo troppo? La sua mente esitò. 

 

Certo che stava correndo troppo! Anche se era la sua anima gemella, si erano letteralmente appena conosciuti! E lui non era mai stato un tipo così facilmente condotto dal suo istinto! Schiarendosi la gola con imbarazzo, distolse finalmente lo sguardo allontanandosi da lei, la quale abbassò gli occhi sul suo grembo giochicchiando con gli anelli che adornavano le sue dita. Hoseok allora afferrò il cellulare, dove una notifica di un messaggio da Yoongi lo aspettava sullo schermo. 

 

-Sembra che la situazione si sia calmata. Dovrebbero aver chiarito adesso- disse il giovane, tenendo lo sguardo incollato sul dispositivo. Dopo aver accompagnato il dottore alla porta, Hoseok lo aveva seguito fuori dal dormitorio e si era diretto senza indugio all'appartamento di Beatrice per spiegarle la situazione, insieme al motivo per cui probabilmente avrebbero dovuto attendere forse qualche giorno per parlare al gruppo di loro due. Alla fine, si era ritrovato a passare lì l'intero pomeriggio dopo che lei l'aveva invitato a rimanere per pranzo e non avevano fatto che parlare per ore e ore seduti uno accanto all'altra sul suo piccolo divano. 

 

-Dice che possiamo provare a dare la notizia già stasera dal momento che sono tutti a casa. Così potresti rimanere per cena. Cosa ne pensi?- chiese, sollevando infine lo sguardo sulla figura di lei. Beatrice lo osservò timidamente attraverso le ciglia, mordendosi il labbro per qualche istante. 

 

-Ok- mormorò in risposta. Hoseok, trattenendo un sorriso, sentì il petto stringersi. 

 

-Ok- ripetè stupidamente il giovane. 

 

Mezz'ora dopo, si trovavano già nello stesso punto di quella mattina, fermi davanti alla porta con un nugolo di energia nervosa a farli agitare sul posto. Questa volta, però, le loro mani erano intrecciate in una stretta rassicurante, che sorreggeva entrambi nella loro impazienza. Hoseok, a quel punto, inspirò e si voltò verso di lei. 

 

-Do un'occhiata alla situazione. Giuro che non ti lascerò qua tutta la sera- eruppe, aprendosi in un sorriso canzonatorio. Lei ridacchiò leggermente, annuendo e lasciando la sua mano. Hoseok, deglutendo un boccone di aria, prese a digitare il codice di sicurezza fino a che non sentì la porta scattare. Entrando in punta di piedi, si tolse le scarpe il più silenziosamente possibile e voltò l'angolo dell'ingresso, fino a ritrovarsi a guardare il tavolo in cui erano radunati tutti i suoi amici. 

 

-Hobi-hyung? Dove sei stato tutto il giorno?

 

Il giovane si voltò verso Taehyung, non per rispondergli ma per lanciargli un sorriso nervoso, prima che i suoi occhi passassero in rassegna i presenti. Ognuno lo fissava con uno sguardo curioso ma sereno. Quando raggiunse il maggiore del gruppo, esitò, soffermandosi sulla postura rilassata con la quale si era abbandonato sulla sedia e sul braccio avvolto attorno alle spalle della donna seduta accanto a lui. Lei, a sua volta, aveva la serenità dipinta in volto, intento a osservare le loro mani giunte sotto al tavolo con il capo appoggiato sulla spalla di lui. A quel punto, il giovane fece scorrere lo sguardo fino a Yoongi. Il suo amico, l'unico che non era animato da curiosità, lo guardò per un istante. Infine, annuì con un sorriso appena accennato. 

 

Hoseok, sospirando, si morse il labbro. 

 

-Ecco... dovrei... presentarvi una persona. 

 

I giovani parvero raddrizzarsi appena a quella rivelazione, con rinnovato interesse ad animargli gli occhi. Davanti al suo silenzio, Taehyung prese la parola. 

 

-Dunque?- chiese con tono impaziente e palpebre spalancate. Hoseok ridacchiò nervosamente, indietreggiando verso la porta da cui era venuto. Quando rientrò, sentì l'attenzione di tutta la stanza vertere inevitabilmente sulla persona che teneva per mano. 

 

-Questa è.... Beatrice. 

 

Il giovane fece saettare lo sguardo per tutta la lunghezza del tavolo, cercando di sopprimere il tremore nella sua voce e la risata nervosa che stava sbocciando sulle sue labbra. 

 

-La mia... 

 

La sua bocca si serrò quando i suoi occhi caddero inconsciamente su Seokjin e Yona. Sui loro volti, però, vide solo dei sorrisi crescere con sempre maggiore trasporto. 

 

-L'hai trovata? Qui a Seoul?- chiese incredulo il maggiore. Hoseok annuì impacciatamente, incapace di vocalizzare la sua risposta. Dopo un battito di silenzio, sentì una sedia grattare sul pavimento. 

 

-Io prendo i bicchieri di plastica- annunciò Yona dirigendosi verso la cucina. Jin, a quelle parole, iniziò a ridere scuotendo il capo e alzandosi a sua volta. 

 

-E io vado a cercare lo soju- replicò, avvicinandosi a Hoseok ma posando il suo sguardo sulla ragazza accanto a lui. 

 

-È un piacere conoscerti. Benvenuta in questa casa di animali. 

 

Mentre un coro di proteste e versi offesi si sollevava alle sue spalle, Seokjin ridacchiò sommessamente allontanandosi verso la cucina. Come se fossero stati i ballerini che avevano aperto le danze, tutti i presenti seguirono a ruota nel venire a congratularsi con Hoseok e dare il benvenuto alla sua anima gemella. Jimin con un sorriso talmente ampio da socchiuderli gli occhi, Namjoon con una significativa pacca sulla spalla, Jungkook con una timida smorfia e una battuta per defilare il suo imbarazzo e Taehyung con una serie di domande indiscrete e uno sguardo innocente. 

 

Hoseok, allora, si voltò verso la sua anima gemella, lanciandole un'occhiata colpevole. 

 

-Vorrei dire che non sono sempre così ma mentirei. Ci vuole un po' ad abituarsi alla loro energia. 

 

La ragazza, però, scosse il capo, sorridendo e facendo scivolare la mano nella sua. 

 

-Non ti scusare. Mi piace. 

 

Hoseok, allora, osservò Beatrice andarsi a sedere in mezzo ai suoi amici e iniziare a conversare con loro come se fosse stata sempre parte di quel puzzle. Come se fosse già parte di quella loro bizzarra famiglia allargata. 

 

E sorrise. 

 

 

 

-Dove metto questa serie? The lunar... chronicles? 

 

Jimin si voltò verso la ragazza intenta ad aprire con un taglierino uno scatolone con la scritta "Libri" in pennarello blu. 

 

-Nella sezione fantascienza, in alto a destra. 

 

Il ragazzo annuì, infilando i quattro libri nelle sue mani nello spazio rimasto. Passandosi una mano sulla fronte, raddrizzò la schiena generando uno scricchiolio, prima di piegarsi nuovamente per appiattire il cartone che aveva appena svuotato. 

 

-Questo è l'ultimo perciò siediti se vuoi. Ci metterò un minuto- disse Jein, sfilando i primi libri dalla scatola ai suoi piedi. Jimin, però, scosse il capo con un sorriso e afferrò silenziosamente tre libri che appoggiò contro il suo petto. La ragazza infilò i tre che teneva in mano nella sezione storica, voltandosi poi verso di lui. 

 

-Grazie per avermi aiutato a sistemare le mie cose. Non dovevi, sarai così impegnato... 

 

Jimin scosse il capo. 

 

-Mi è piaciuto aiutarti. Avevo una scusa per passare del tempo con te- replicò lui, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso provocante. Le dita di lei si bloccarono, ferme sul dorso della copertina che stava spingendo sullo scaffale. 

 

-Non hai bisogno di una scusa per passare del tempo con me. 

 

Jimin abbassò lo sguardo sentendo un calore incendiargli le guance. 

 

-Davvero? 

 

Solo il silenzio, però, gli rispose. Quando risollevò lo sguardo sulla ragazza, la ritrovò con nuovi libri in mano, intenta a infilarli nella sezione fantasy. 

 

-Ti piacerebbe restare per cena?- gli chiese con nonchalance, senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro. 

 

-Ti piacerebbe restare per sempre?- eruppe attraverso la porta chiusa una voce femminile.

 

-Kiki!- urlò di rimando Jein, strappando una risata al ragazzo che si accasciò contro la libreria. Non si era accorto di essersi avvicinato a lei, al punto che il suo petto era a qualche centimetro dalla spalla della ragazza. 

 

-Non mi dispiacerebbe accettare l'offerta. Entrambe le offerte- replicò con tono canzonatorio, piegando il capo in attesa della sua risposta. Lei, in silenzio, ripose l'ultimo libro che aveva in mano, fermandosi a osservare il suo lavoro per qualche istante. Il sorriso sul volto di Jimin si spense impercettibilmente. Aveva superato un limite? Aveva rovinato tutto, di nuovo? 

 

Jein inspirò a fondo. 

 

-Perché no. 

 

Jimin sollevò un sopracciglio, osservandola in confusione. Lei, allora, si voltò verso di lui. 

 

-Puoi restare. Mi fido di te. 

 

Il ragazzo sentì il respiro morirgli in gola. Con la bocca dischiusa, osservò la ragazza che con disinvoltura si avvicinò al suo corpo. 

 

-Vuoi restare? 

 

Lui, sbattendo le palpebre, sentì il cuore iniziare a battere all'impazzata. Dopo un istante, annuì. Due mani, allora, si appoggiarono sul suo petto. Scivolando lentamente, raggiunsero il suo collo e lo spinsero in avanti con dolcezza. 

 

-Allora resta. 

 

Furono le ultime parole che sentì. Non ebbe modo di replicare, perché le sue labbra erano state fermate da quelle di lei. 

 

Jimin, per un lungo istante, rimase in apnea. Lo stupore gli aveva congelato il corpo, lasciandogli le braccia rigide contro i fianchi e la bocca dischiusa in una O stupita. Quando la sensazione della pelle soffice e umida delle labbra di lei si registrò finalmente nel suo cervello, le sue mani saettarono in avanti e si posarono sulla sua schiena. Avvicinando i loro corpi ancora di più, fino a che il confine dove finiva lui e dove iniziava lei non fu che una linea confusa, prese a muovere le labbra contro le sue mentre sentiva la testa girare vorticosamente. 

 

Passarono istanti. Non sapeva quanti, ma gli parve un'eternità prima che si separassero con il fiato corto e le bocche ancora dischiuse. Jimin respirò a fondo, incamerando avidamente aria finché non sollevò lo sguardo sugli occhi di lei. Quegli occhi scuri, così affilati nella sua memoria. Eppure in quel momento sembravano sciolti da una coltre di desiderio. 

 

-Allora credo che accetterò l'invito. 

 

 

 

-Che ne dici? 

 

Yoongi si voltò verso Diana, osservandola mentre girava su se stessa con il mento puntato verso l'alto e gli occhi intenti a studiare ogni centimetro della stanza. Era un appartamento luminoso e spazioso, ma non troppo da fare pesare la mancanza di abitanti. Non eccessivamente moderno grazie al tocco neoclassico nelle decorazioni dell'intonaco, lo stile che lei preferiva. E anche se il salotto era ancora spoglio, la cucina era già arredata con mobili dai toni caldi, finiture dorate e un lampadario composto da cristalli che ne disperdevano la luce in piccoli arcobaleni. C'era una stanza per gli ospiti, come lei voleva, e uno studio che poteva essere insonorizzato, come lui voleva. 

 

-Direi che... l'abbiamo trovata- replicò finalmente la sua anima gemella, girandosi verso di lui. Yoongi sollevò gli angoli della bocca, avvicinandosi alla ragazza e stringendo le braccia attorno alla sua vita. 

 

-Sei convinta? 

 

Lei si morse il labbro, lanciando un'occhiata all'appartamento un'ultima volta. Poi, riportò gli occhi nei suoi con un ampio sorriso. 

 

-Sì. È lei. 

 

Yoongi annuì, sorridendo. Appoggiando il mento sul capo di lei, prese ad accarezzarle la schiena. 

 

-Ti spaventa? Il cambiamento?

 

Per un istante, fu solo silenzio. 

 

-Mi spaventava di più trasferirmi in una nuova nazione e allontanarmi da tutto ciò che conoscevo. Ora almeno so che sono vicina alla mia... famiglia. 

 

Yoongi seppellì il sorriso nei capelli di lei, inspirando. 

 

 

 

-Tella? 

 

La voce di Taehyung rimbalzò nelle pareti della camera silenziosa. Le sue mani erano nervosamente intrecciate, incapaci di dissipare l'impazienza che  animava il suo corpo da qualche giorno. 

 

-In bagno. 

 

Il ragazzo piegò il capo di lato. 

 

-Ti sei lavata i capelli? 

 

In tutta risposta, ricevette un grugnito irritato, strappandogli un sorriso. Il ragazzo allora aprì la porta del bagno connesso alla loro camera, trovando la piccola ragazza con un profondo broncio dipinto sulla bocca e un pettine a denti larghi incastrato fra i folti ricci. 

 

-Ti do una mano?- chiese ridacchiando Taehyung, avvicinandosi a lei. Estella annuì semplicemente, passandogli il pettine e il gel districante. Ormai era diventata una routine per loro. Lei odiava lavarsi i capelli perché ogni volta impiegava almeno un'ora solo per pettinarli. Per lui, invece, era un'abitudine rilassante. Per qualche motivo, amava accarezzare con le dita le ciocche nere e lucide, passando pazientemente il pettine sezione dopo sezione, fino a che i ricci nodosi non diventavano definiti e morbidi. Aveva perfino imparato qualche acconciatura intrecciata, in modo che potessero essere più comodi da portare per la ragazza. E lei, ogni volta, socchiudeva gli occhi avvicinandosi pericolosamente alla soglia del dormiveglia sotto al tocco delle sue mani. 

 

-Mi raso a zero. Stavolta lo faccio- mormorò infastidita lei, reclinando il capo in avanti. Taehyung ridacchiò. 

 

-Lo dici sempre. La verità è che ti piacciono troppo per dirgli addio. 

 

La ragazza sbuffò, ma non replicò. Avevano la stessa conversazione ogni volta e finiva sempre allo stesso modo. Taehyung amava quei momenti. Erano i momenti in cui pensava che la vita non era poi così male. Era stupido, forse, avere quel pensiero per qualcosa di così semplice. Eppure la mente lo portò inevitabilmente alla piccola scatola di velluto che teneva nascosta nel suo comodino e che non aveva avuto ancora il coraggio di estrarre. 

 

Da quando aveva assistito ai suoi hyung lanciarsi in così tanti cambiamenti, era come se qualcosa si fosse svegliato in lui. Amava la sua vita così com'era. L'amava davvero. E forse era per questo che voleva renderla definitiva. Guardando dentro di sé, aveva finalmente sentito che era il momento. Che non c'era nessun'altra cosa che voleva più di quello. Che si sentiva pronto per ciò che richiedeva, per i cambiamenti che avrebbe necessitato. Che non avrebbe voluto altra persona al suo fianco. 

 

-A che pensi? 

 

Alla domanda di Estella, si accorse finalmente di stare sorridendo fra sé e sé. Taehyung si morse il labbro, scuotendo il capo. 

 

-Che ne dici se ti faccio le due trecce a spina di pesce, come piacciono a te? 

 

La sua anima gemella annuì, richiudendo gli occhi e abbandonandosi al dolce tirare e massaggiare delle sue mani. 

 

 

 

Jungkook deglutì rumorosamente. Fermo davanti al cafe, doveva sembrare un allocco. Inspirando, sollevò finalmente la mano per aprire il portone e fare il suo ingresso. Senza aspettare l'arrivo di una cameriera, si diresse verso il suo tavolo. Il tavolo a cui sedeva sempre. 

 

Accasciandosi sulla sedia con un tonfo, espirò fino a che non sentì i polmoni bruciare. Non si sfilò né la giacca e neppure il cappello. Si tolse solo i guanti, ma mantenne comunque le mani sotto al tavolo per evitare che i suoi tatuaggi attirassero l'attenzione. 

 

-Benvenuto, cosa le posso portare? 

 

Il ragazzo spalancò gli occhi. Sollevando lo sguardo, incontrò il volto rotondo e circondato dall'adorabile caschetto che gli era così famigliare ormai osservarlo in attesa. Non era pronto. 

 

Non era pronto. Non era pronto. Non era pronto!

 

Pensava di avere almeno un minuto per raccogliere i suoi pensieri e quel briciolo di coraggio nascosto nella parte più recondita del suo essere. Non si aspettava che fosse già lì!

 

-Ah... ehm... 

 

La sua lingua incespicò su se stessa in maniera fastidiosamente impacciata, mandando solo la sua testa in un panico ancora più profondo. 

 

-Il solito americano magari?- suggerì lei con un sorriso timido. Lui, dopo un istante immobile, annuì, abbassando immediatamente il capo per seppellire l'imbarazzo all'ombra del berretto scuro. 

 

Doveva farcela. Poteva farcela! 

 

Era venuto lì apposta, non poteva andarsene ancora una volta senza provarci! 

 

Eppure, la paura e l'esitazione gli attanagliavano lo stomaco. Stringendolo in una morsa, lo fecero rattrappire su se stesso, convincendolo sempre di più a ogni istante che passava che era una pessima idea. La peggiore idea che avesse mai avuto. Si sarebbe solo ricoperto di ridicolo. Era stupido, stupido, stupido...

 

-Ecco l'americano. 

 

La voce acuta e famigliare era già accanto a lui. In preda al panico, sollevò lo sguardo. La mano di lei era a un soffio, intenta a portare il bicchiere dal vassoio che reggeva nell'altra mano al tavolo. Una volta posato, avrebbe perso la sua chance di nuovo. 

 

"Ora o mai più." 

 

-Grazie!- sputò la sua bocca. E la sua mano, veloce come un fulmine, incontrò quella di lei a metà strada, prendendo il bicchiere dalle sue dita e sfiorando la sua pelle. 

 

E lo sentì. Era un brivido lungo la schiena, un nervoso tremore nel suo intero corpo, un estraneo scoppiettio nei suoi arti. 

 

Lei si bloccò per un istante, sbattendo le palpebre. Poi, si piegò in un inchino impacciato. 

 

-Ah... spero che si goda... il suo caffè- mormorò, prima di allontanarsi. Ma gli occhi di Jungkook, a quel punto, si abbassarono. La figura della ragazza si allontanò verso la cucina velocemente, ma invece di lasciare dietro di sé solo la scia svolazzante della sua gonna, i suoi piedi diedero vita a zolle di verde disseminate per il pavimento. Era come se le piastrelle fossero state spaccate per lasciare posto alla terra o come se esse fossero diventate la terra stessa. Era così affascinante e così irrazionale. Da ogni zolla, piccoli fiori iniziarono a crescere rapidamente, veloci come una goccia d'inchiostro che tinge l'acqua in cui viene rilasciata. 

 

Margherite. 

 

Doveva immaginarlo. 

 

Jungkook, solo allora, sollevò lo sguardo nella direzione in cui le orme puntavano.

 

 

ANGOLO AUTRICE 

Ed eccoci qua! Abbiamo sistemato tutti i bambini adesso XD oppure… forse no? 😏 uhm, chissà… E con questo capitolo abbiamo chiuso gli archi narrativi delle nostre coppie secondarie e vediamo ognuno di loro pronto a fare grandi cambiamenti. E ora? Ora manca solo l’ultimo capitolo! Anzi… l’ultimo capitolo più l’extra! E per non farvi stare in attesa, l’extra lo pubblicherò due giorni dopo il capitolo finale. Ma non vi abituate a questo lusso XD

 

Also, per chi è in zona, questo sabato e domenica mi troverete al Betty B festival di Vignola con i miei disegni, se vorrete passare a fare un saluto 😁 mi troverete con il mio nickname di Instagram, juliet_caramelmacchiato.

 

   
 
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