Capitolo 1 - Once
upon a time...
Alexander- Ehi io vorrei sapere una cosa!
Daniel- Cosa tesoro mio?
Alexander- Beh perchè facciamo questa riunioni di famiglia se poi non parliamo mai di
niente di utile!
Daniel- E cosa sarebbe utile?
Alexander- Non so...
Christine- Dai Alexander
sei proprio un bambino!
Daniel- Su su
bambini...allora, se vi annoiate...
Christine- Sì ci annoiamo!
Daniel- Lasciate che vi racconti una storia...di
tanto tempo fa, quand'ero ancora giovane...
Stavo come ogni dì tornando dalla mia
passeggiata pomeridiana, il sole rosso accompagnava il sentiero alternativo che
avevo scelto quel giorno e io stavo all'erta
perchè sentivo una strana sensazione addosso, poi passata una collinetta
trovai una valle che non avevo mai notato e al centro di essa c'era una
persona...sembrava morta, le braccia appese a due pali e inginocchiata con la
testa piegata. Non sentivo però odore di morte quindi provai ad
avvicinarmici con cautela.
Daniel- Ehi tu!
Mentre mi
avvicinavo riuscivo a scorgere sempre più particolari, era una donna, i
cui vestiti erano più che altri tanti strati di stracci che però
non nascondevano la sua bellezza. Provai ad inginocchiarmi davanti a lei e vidi
che aveva gli occhi aperti e ci rimasi un po', non mi era
sembrata morta...
Ragazza- Guarda che sono viva...
Daniel- Eh? Scu...scusa non...
Mi aveva fatto prendere una paura! Senza pensarci
le chiesi come mai si trovasse lì, legata in quel modo, e mentre lo
facevo mi accorsi che le pezze in cui si trovava erano rosse di sangue. Ella non rispose così le chiesi il suo nome, questo
me lo disse, si chiamava Aquisia, che strano nome! non
avevo mai incontrato nessuno che si chiamasse così.
Aquisia- Ti sembra tanto strano?
Daniel- No...è solo...che nome è?
Non l'avevo mai sentito.
Aquisia- E' un nome del nord...
Daniel- Devo liberarti...?
Aquisia- Fa' come ti pare...
Che
strana ragazza! La slegai e la sostenni poiché stava cadendo a terra,
sembrava che non potesse più muoversi.
Aquisia- Ah...
Daniel- Sei molto debole...da
quanto non mangi?
Aquisia- Cinque giorni...
Daniel- Cinque giorni! E' un miracolo se sei
viva, da quanto eri appesa qui?
Aquisia- Tre...
Daniel- Ti posso portare con me? Ti
aiuterò a riprenderti se vuoi...
Chissà cosa le era
successo, pensavo, chi avrebbe mai potuto fare una cosa del genere a una
ragazza per di più così giovane.
Daniel- Ah...posso sapere quanti anni hai?
Aquisia- Diciannove...
Daniel- Non ti sforzare a
parlare...
Da allora non parlammo più, la presi in
braccio e continuai il cammino verso casa, ogni tanto la guardavo ed Aquisia
ricambiava il mio sguardo, era veramente bella nonostante non fosse in ottime
condizioni, dopo un po' mi accorsi che si era addormentata, così mi
affrettai un po' facendo però attenzione a non
svegliarla, una volta arrivati a casa la adagiai sul mio letto e andai a
prendere degli asciugamani bagnati e dell'acqua con cibo per quando si sarebbe
svegliata, infatti quando tornai da lei pochi minuti dopo aveva già
riaperto gli occhi.
Daniel- Come ti senti?
Aquisia- Cosa vuoi fare
con quella roba?
Daniel- Solo lavarti un po' e farti riprendere le
forze.
Aquisia- Non oserai toccarmi.
Daniel- No, te lo giuro, voglio solo sciacquarti
il viso e il collo, poi quando starai meglio farai tu.
Aquisia- ...
Daniel- Non ti preoccupare.
Aquisia- Intanto dammi da bere.
Era piuttosto scortese per essere stata salvata
da me, ma pensai che in fondo non potevo biasimarla
viste le condizioni in cui si trovava, quindi la assecondai ed ella divenne un
po' meno aspra.
Aquisia- Sto meglio.
Ma di
ringraziare non se ne parla no? Comunque non me la
presi più di tanto, in fondo avevo molto tempo e sapevo essere paziente
quindi mi presi cura di lei per molti e molti giorni e Aquisia non mi parlava
più di tanto, però non mi scoraggiavo e aspettavo imperterrito
che dicesse qualcosa oltre a sì, no, dell'acqua, del cibo per favore.
Daniel- Devi mangiare un po' di
meno non ti sei ancora ripresa del tutto.
Aquisia- Ancora non riesco a muovermi.
Daniel- Ti aiuterò io, dai!
La sostenni per farla camminare
ma era ancora troppo debole, nonostante tutto riuscì a fare
qualche passo e già questo mi sembrò tanto, così per quel
giorno la feci riposare ma da allora ogni dì faceva qualche metro in
più e cominciava anche a non aver più bisogno del mio sostegno.
Poi una volta, oltre un mese dopo che l'aveva trovata, decise di lavarsi, fidandosi del fatto che non le
avrei fatto nulla, ero appena tornato a casa e mi aspettavo di trovarla stesa
sul letto come al solito, e invece non c'era. All'inizio fui preso dal panico,
ma poi toccando le coperte sentii che erano ancora calde e la chiamai, magari
stava camminando per casa...
Daniel- Aquisia!
Con mio grande stupore uscì dal bagno con
un asciugamano ben stretto in vita e un sapone in mano, i capelli castani
appiccicati alle guance scendevano lisci su di lei e non mi sembrò mai
tanto bella come in quel momento, quasi fragile, il
che mi procurò una strana sensazione dolcissima allo stomaco, che
lì per lì non seppi definire.
Daniel- Ah, sei qui, mi stavo preoccupando...
Aquisia- Scusa...
Che dolcezza, non c'era mai stata tanta dolcezza
nella sua voce, rimasi incantato a guardarla ed ella
si sedette sul letto nel frattempo, chiedendomi se avevo dei vestiti decenti
per lei con il suo solito tono aspro di sempre.
Daniel- S...no, senti, puoi usare...sì
aspettami qui.
Senza pensarci andai nel mio rifugio segreto dove
nessuno era mai venuto tranne me...c'erano tutte le sue cose...tutte le cose
che erano appartenute alla mia bella Isabella, quanta
tristezza...scacciai via le lacrime che mi stavano appannando lo sguardo e
presi uno dei suoi abiti che mi sembrava adatto ad Aquisia e tornai da lei,
sospirando un po'.
Aquisia- C'è qualcosa che non va?
Daniel- No...
Aquisia- Allora mi vado a cambiare in bagno...
Daniel- Sì, certo...
Intanto che Aquisia si cambiava mi stesi io sul
letto e ripensai a tutta la mia vita, pensai a quel letto, alla mia vita di
solitudine e mi misi a piangere come uno stupido...cosa avevo fatto per dover
soffrire tanto, quale colpa avevo commesso su questa
terra?! Nel frattempo Aquisia uscì e mi alzai seduto, avevo la bocca
spalancata e le lacrime mi rigavano il volto, le assomiglia così
tanto pensai...
Aquisia- Daniel...
E' la prima volta che mi aveva chiamato con il
mio nome, appena un lieve sussurro insieme ad uno
sguardo stupito, si avvicinò a me sedendosi sul letto anche lei e mise
una mano sulla mia...
Aquisia- Grazie...
Suggerimenti ben accetti! ^_^