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Autore: ineffable    14/10/2022    2 recensioni
Una sola frase ha il potere di sconvolgere la tranquilità del povero Crowley.
Un po' di ansietta mischiata con una generosa dose di dolcezza e fluff perché questi due si meritano di coccolarsi e amarsi senza che nessuno li disturbi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa storia al Crowley del mio Aziraphale, Nadia, senza di te non l'avrei scritta, grazie per avermi ispirata e grazie soprattutto per essere speciale e dolce, per sclerare con me e per essere nella mia vita. Ti voglio un mondo di bene, il tuo angioletto.




Sei buono come l'ultimo biscotto inzuppato nel t
è




Questa la frase incriminata che tiene Crowley sveglio da giorni ormai, non che per lui sia un problema, ma aveva creato una buona routine proprio come Aziraphale aveva fatto con i pasti e questo improvviso sconvolgimento gli stava creando parecchi fastidi, è più irritabile del solito, ansioso all'inverosimile e si lascia andare più spesso di prima a piccoli dispettucci poco graditi agli esseri umani.
Certo non si può attribuire a lui tutta la colpa, sfido chiunque a vivere sotto lo stesso tetto di un bel principato che non fa altro che coccolarti, lanciare frecciatine peccaminose, frasi ambigue o lasciate a metà e che governa il tuo cuore come Poseidone fa con le onde, a dire il vero quella non è proprio una novità, il cuore del demone è sempre stato debole nei confronti dell'etereo angioletto solo che ora è molto, molto più morbido, come se la parte demoniaca fosse stata grattata via.
Non che non fosse più un demone sia chiaro, lo era eccome ma rimanendo così a contatto con Aziraphale aveva preso certe abitudini che prima non aveva, per esempio guardare un film romantico abbracciati sul divano e a volte, pochissime volte commuoversi, oppure sorridere ai gattini per strada, quando però la tenerezza diventava troppa si divertiva a far arrabbiare Aziraphale per esempio le volte in cui l'angelo gli chiedeva di portargli la colazione a letto, lui lo faceva ma commentava.
<< Angelo sei un vero despota. >>
E allora Aziraphale diventava rosso in volto, gonfiava le guance e metteva su un broncio così adorabile da fargli venire le gambe molli, in quei casi ci voleva più di una sessione di baci sul pancino per fargli passare l'offesa e Crowley si prestava volentieri dicendo tra un bacio e l'altro << angelo se li avessi inventati io i baci saresti stato tu la mia ispirazione, la tua pancia sembra fatta apposta per essere baciata >>, quella frase lo faceva cedere ogni volta << oh Crowley...sei assolutamente perdonato >> e lo guardava con quegli occhi più belli del mondo.
Ma torniamo al presente, al demone e il suo problema, ovviamente la causa era l'angelo che aveva pronunciato quella frase un giorno, dal nulla, come se fosse stato sovrappensiero e poi lo aveva baciato lasciandolo lì ad interpellarsi su che cavolo volesse dire.
Il punto è che tutt'ora non sa se deve prenderla bene o male, se era un complimento o un insulto velato riferito a qualcosa che aveva fatto e di cui non si era nemmeno reso conto, per questo ora si trova in cucina, seduto sul tavolino di legno con di fronte una tazza di tè fumante e una scatola di biscotti.
Sia chiaro lui odia quella bevanda, gli sembra inutile sprecare spazio nello stomaco per una cosa così insulsa e priva di sapore, ma per il bene della sua sanità mentale deve scoprire il significato di quella frase e deve farlo prima che il suo angelo bello del paradiso torni se non vuole finire nel girone dell'inferno di quelli che comprano scatole di biscotti e non le condividono.
Il demone la condividerebbe volentieri, anzi gliela lascerebbe proprio tutta ma in questo caso serve per dimostrare qualcosa, non sa bene cosa ma spera di scoprirlo, così biscotto dopo biscotto, smorfia dopo smorfia arriva finalmente all'ultimo pezzettino di pasta frolla.
Crowley lo guarda e quelle due goccine di cioccolato sembrano formare due occhietti che lo guardano a loro volta, è inquietante ma non può farsi intenerire da uno stupido biscottino per giunta nemmeno di quelli così speciali, lo prende tra le dita, se lo rigira e dice << che avrai mai di così speciale? >> poi lo inzuppa e lo mangia.
Si lecca le labbra, lo assapora, passa la lingua tra i denti e beve l'ultimo sorso di tè con aria solenne in attesa dell'illuminazione, ma niente l'ultimo biscotto aveva il gusto di tutti i precedenti che ha mangiato, niente di speciale, niente di più e lui si ritrova nuovamente al punto di partenza, considerando che sicuramente con quella frase Aziraphale non si riferisse davvero all'ultimo biscotto.
Frustrato fa sparire tutto e attende pazientemente il ritorno del suo tormento più bello.
E' dopo cena che le cose sembrano smuoversi un po'.
<< Caro che ti prende? Sono giorni che ti vedo distante, sembri addirittura nervoso, non è che ce l'hai con me per caso? >>
Crowley accavalla le gambe e incrocia le braccia.
<< Ma no figurati perché dovrei? >>
<< Non saprei, nemmeno ti sei reso conto che ho tagliato i capelli. >>
Il demone volta il viso come attratto da una calamita, i sensi di allarme si accendono contemporaneamente, una risposta sbagliata e non solo finirà in bianco per una settimana intera ma dovrà convivere con un angelo ferito e con il muso da cagnolino dimenticato fuori casa in un giorno di pioggia.
Deglutisce, il pomo d'Adamo si muove su e giù, non vede davvero nulla di diverso nei suoi capelli.
<< A-angelo...forse sarà la luce, o io che sono un po' stanco ma i tuoi capelli mi sembrano esattamente uguali a quando sei andato via questa mattina. >>
<< Ma non vedi che ne manca un pezzo? Tanto così >> e mostra unendo pollice e indice una misura equivalente alle dimensioni di una formica.
<< Oh! Oh sì certo che sciocco, adesso che ti guardo bene lo vedo. >>
E come per miracolo il volto di Aziraphale si illumina nemmeno fosse fatto di sole, accende quel sorriso meraviglioso, luminoso come le stelle e il cuore di Crowley come sempre perde un battito di fronte a quella meraviglia.
<< Davvero? >> domanda e come ogni volta quando si tratta di lui gli brilla la voce, così meravigliata che sembra fatta di tanti piccoli brillantini che tintinnano tra loro, è un suono che il demone non riesce a definire, l'unica parola che gli viene è ineffabile, come quella volta che si è presentato nella bastiglia per salvarlo dalla ghigliottina, ricorda il suo tono quando ha esclamato "Crowley!", è un suono che non potrà mai dimenticare, se lo avessero sentito quelli delle loro ex fazioni avrebbero sicuramente capito tutto.
Avrebbe tanto voluto vedere l'espressione accompagnata a quella musicale tonalità, ancora oggi di tanto in tanto sogna di trovarsi davanti a lui invece che dietro e quando si sveglia ha il bisogno viscerale di baciare il suo angelo perché non sa come farebbe se non gli fosse accanto.
<< S-sì ovviamente, sei bellissimo Aziraphale e questo non ha nulla a che vedere con i tuoi capelli. >>
Il cuore dell'angelo fa una capriola e le sue paffute guance si colorano di un rosso fragola, Crowley deve trattenere l'istinto di morderle ma al suo posto si sporge in avanti lasciandogli un dolce bacio, solo che Aziraphale è pur sempre un principato e se questo non bastasse ha alle spalle seimila anni di vita in compagnia di quel demone che sicuramente gli nasconde qualcosa, così a malincuore si stacca da quel contatto così piacevole.
<< Allora me lo dici che cos hai? E non dire niente. >>
<< Niente. >>
L'angelo alza gli occhi al cielo.
<< Crowley... >>
<< Seriamente angelo io sto divinamente. >>
<< Hai detto davvero divinamente? >> gli domanda sollevando le sopracciglia bionde.
<< Tu ti fissi troppo sulle parole >> borbotta incrociando le braccia, "senti da che pulpito" dice una vocina dentro di lui, ma lo stress degli ultimi giorni non tarda a farsi sentire e così le risponde, ad alta voce.
<< Chiudi la bocca! >>
Ovviamente Aziraphale sgrana gli occhi e lo guarda confuso.
<< Ma non ho detto niente. Perché mi parli così? >>
Crowley va in panico, tutta quella situazione gli sta sfuggendo di mano.
<< Maledizione >> impreca dannando la sua stupida linguaccia.
<< Angelo scusa non parlavo con te. >>
<< Allora con chi parlavi si può sapere? >>
Oh no quel tono lo conosce bene
<< I-io...con...con nessuno >> risponde titubante ma sa che il suo compagno non se lo berrà mai.
<< Crowley mi hai stufato, me ne vado a raccontare una storia alle tue piante, almeno loro sono più loquaci di te! >> sbotta alzandosi, prende una sedia e la mette al centro della stanza, quello ormai è diventato il suo modo per sbollire la rabbia quando discutono, ovviamente da bravo angelo non si dedica a loro solo nei momenti di nervosismo, ci ha messo un po' a convincere il demone a lasciarlo fare ma poi è riuscito a convincerlo e le piantine sono meno terrorizzate di quando sono arrivate.
Crowley ovviamente lo segue, rimane dietro alla porta ad ascoltare la voce soave dell'angelo del suo cuore raccontare quella strana favola, non era abituato a quel genere di racconti, alcuni erano molto sciocchi secondo lui ma con il tempo ha imparato ad apprezzarli, anche se dentro di sé è convinto che se le leggesse qualcun altro non gli piacerebbero così tanto, poi però la fiaba si interrompe e un sospiro prende il posto delle parole.
<< Scusate piantine ma non riesco a concentrarmi, è che non capisco che cosa prende a Crowley, è così strano e non vuole parlarmi e...credete voglia lasciarmi? >>
Le piante non sanno cosa rispondere, per loro è più semplice e non ne sanno molto di sentimenti umani o ultraterreni che siano, quello che però subisce una stilettata in pieno petto è proprio il demone che non si era nemmeno reso conto di essersi allontanato a tal punto, non può rimanere indifferente di fronte alle paure di Aziraphale così entra nella stanza, si piazza davanti a lui chinandosi, gli prende il viso tra le mani e lo bacia.
E' un bacio tenero ma profondo, delineato da movimenti lenti e studiati per far sentire con i movimenti di labbra e lingua tutto l'amore che prova per lui, Aziraphale mugola piacevolmente stupito sentendo il petto che si riscalda e il bacino che formicola impaziente, quando si staccano hanno entrambi le labbra rosse e avide di altri baci ma Crowley deve dire una cosa prima.
<< Angelo io ti amo, il mio amore per te supera quello per la mia Bentley. >>
Aziraphale sussulta sorpreso.
<< Mi ami più della tua macchina? >>
<< Ti amo più di qualsiasi cosa ci sia in questo mondo e nell'universo intero. >>
L'angelo sorride con le guance colorate di un tenue rosso, accarezza il viso di quello che è il suo amore pazzo e folle.
<< Io rinuncerei all'ultimo boccone di sushi per te, ma solo se posso avere la bocca piena di altro. >>
Crowley sogghigna aiutandolo ad alzarsi.
<< E di che cosa sporcaccione? >>
Aziraphale realizza l'ambiguità della sua frase, poi si acciglia fingendosi indignato.
<< Delle tue labbra idiota >> risponde sbuffando.
<< Ahh adesso lo chiamiamo così eh. >>
<< Crowley se non la smetti ti faccio sparire quel sorrisetto dalla faccia >> lo supera uscendo dalla stanza, non è il caso che le piantine assistano a quegli scambi, anche se ha rinunciato alla sua fazione rimane pur sempre un angelo e non può farsi vedere così peccaminoso.
Il demone riprende a baciarlo facendolo finire con la schiena contro il muro, non solo le labbra sono oggetto del suo desiderio ma anche quel collo etereo che Aziraphale piega in maniera così sublime lasciandogli spazio.
<< C-Cro... >>
<< Dimmi angelo >> sussurra sulla sua pelle facendolo rabbrividire.
<< Mi sento strano. >>
Crowley solleva il viso e incontra quegli occhi celesti inebriati di piacere.
<< Non sei strano >> dice baciandogli nuovamente il collo, << sei solo eccitato. >>
Aziraphale mugola arrossendo.
<< Non dire quella parola, mi metti in imbarazzo. >>
Crowley sorride rimanendo a pochi centimetri di distanza da quell'invitante pelle arrossata, con le mani cerca quelle dell'altro e le trova stringendole nelle sue.
<< Il mio piccolo e pudico angioletto. >>
Lo morde piano spingendo il bacino contro il suo.
<< Oh dio! >> esclama Aziraphale tappandosi il secondo dopo la bocca, Crowley alza nuovamente il viso non potendo credere alle sue orecchie.
<< Senti senti quello che si imbarazza...non avete una regola lassù riguardo al non nominare...- >>
<< Dio Crowley cuciti la bocca... >> poi realizza << oh no l'ho fatto di nuovo >> mugola tappandosi le labbra, il demone ridacchia e gli prende la mano baciandogliela dolcemente.
<< Non credo si arrabbierà sai o lo avrebbe già fatto. >>
<< E tu come lo sai? >> domanda Aziraphale guardandolo con quegli occhioni da cucciolo.
<< Perché non è la prima volta che lo dici quando noi...- >>
<< Cosa!? >> domanda sconvolto diventando completamente rosso fino alla punta delle orecchie.
<< Ma tranquillo lo dici senza rendertene conto, nel momento in cui ti lasci andare completamente. >>
<< Oh Crowley perché non mi tappi la bocca in quei momenti? >>
Il demone ride e poi lo guarda con una dolcezza unica.
<< Perché mi piace sentire la tua voce >> risponde con gli occhi gialli che si illuminano di una luce dorata.
<< Chissà quante altre cose mi vengono fuori... >> quella frase è ironica ma il suo fidanzato lo guarda in modo strano.
<< Crowley? >>
<< Bé sei molto colorito nell'uso delle imprecazioni. >>
<< Oh santo cielo... >> mugugna arrossendo.
Di nuovo il demone gli prende il viso e lo guarda sorridendo.
<< Veramente  io lo trovo estremamente eccitante. >>
<< Lo dici solo per farmi contento >> mugugna facendo contorcere le viscere di Crowley.
<< Angelo se vuoi ti do una dimostrazione esplicita di quanto mi faccia piacere sentire le imprecazioni da questa boccuccia immacolata. >>
A quel punto Aziraphale non ce la fa più, è troppo.
<< Ti prego andiamo in camera >> mugola prendendolo per mano e il demone sorride divertito e follemente innamorato di quella creatura così unica.
La mattina li ritrova abbracciati, con un'espressione pacifica e soddisfatta sui loro volti, è stato tutto talmente bello che Crowley ha dimenticato persino i suoi pensieri, si sveglia con un sonoro sbadiglio e la prima cosa che vede sono quei riccioli biondi che ama tanto, come ogni mattina sorride e ringrazia il cielo o meglio Dio per aver dato vita a quel meraviglioso angelo e per averli messi sulla stessa strada, non lo abbandonerebbe mai, nemmeno se dovessero eleggerlo capo dell'inferno lascerebbe il suo posto accanto al suo biondo principato.
<< Crowley? >>
Quanto ama la sua voce impastata dal sonno.
<< Dimmi angelo. >>
Aziraphale sbadiglia, si stiracchia, si stropiccia gli occhi e finalmente li apre avvicinandosi e stringendo il petto del suo fidanzato.
<< Stavo pensando a una cosa. >>
<< Ma se dormivi >> ridacchia il demone accarezzandogli una spalla.
<< Non dormivo affatto, è solo che mi piace sentirti respirare vicino a me. >>
Bene. Che il signore lo prenda pure perché non gli è rimasto un briciolo di fiato in corpo, se dovesse veramente morire è quella l'ultima frase che vorrebbe sentire prima di andarsene, è sicuro che il suo corpo stia per sciogliersi o scorporarsi, come può Aziraphale pensare di dire certe frasi senza ritrovarsi ricoperto di baci.
<< A...A c-cosa stavi pensando? >> meglio cambiare discorso se non vuole morire per autocombustione.
<< Gli umani festeggiano il compleanno celebrando il giorno in cui sono venuti al mondo, in un certo senso anche noi siamo nati e penso sarebbe carino festeggiare, e non lo dico solo perché durante i festeggiamenti si mangiano un sacco di dolci, mi piacerebbe sul serio. >>
<< Ma Aziraphale quando noi siamo stati creati non esisteva il tempo, mi sembra impossibile identificare una data esatta. >>
<< Lo so caro però potremmo sceglierne una simbolica. >>
<< Mmm non hai tutti i torti >> risponde Crowley giocando con i suoi capelli.
<< Ne hai in mente una? >> domanda poi.
<< Mmm il sei dicembre. >>
<< Perché proprio quella? >>
Aziraphale si rigira sulla pancia e lo guarda negli occhi.
<< E' la data del nostro primo accordo. >>
Crowley invece sgrana i suoi.
<< T-Te lo ricordi... >>
<< Certo caro, ricordo l'orario e anche che tempo faceva, persino ciò che ho mangiato. Bé a dire il vero la sera non sono riuscito a mettere in bocca niente perché ero nervoso e agitato, ma a mezzo giorno sì. >>
Il viso del demone improvvisamente si adombra.
<< Che ti succede? >>
<< Niente è che...io non ricordo tutti questi dettagli. >>
Aziraphale sorride, si avvicina a lui prendendolo tra le braccia, poi con una mano gli fa voltare il viso verso di lui e gli bacia le palpebre, la fronte e poi le labbra, Crowley è confuso, si sente in colpa ma si chiede anche perché il suo angelo non si sia ancora arrabbiato.
<< Gli angeli hanno una buona memoria >> risponde serafico tentando di rassicurarlo ma dalle labbra dell'altro esce solo un pesante sospiro.
<< Aziraphale non...- >>
<< Quello che voglio dire è che l'amore non si misura in date, mi hai hai sempre dimostrato il tuo amore e io sono stato cieco, adesso finalmente ho aperto gli occhi e lo vedo ogni giorno. Mio caro io non ho bisogno tu ti ricordi di niente, non sei scappato su Alpha Centaury solo perché io...perché credevi mi avessero eliminato. Pensi che non valga niente per me? >>
Crowley trema tra le sue braccia, si lecca le labbra e dopo un paio di tentativi riesce a parlare.
<< Quindi non sei arrabbiato. >>
<< No sciocco >> risponde l'angelo ridacchiando posandogli un bacio tra i capelli.
<< Però mi piacerebbe tanto ricevere la colazione a letto. >>
<< Despota >> sussurra divertito Crowley sulle labbra eteree del suo fidanzato che gli lascia un soffice pizzicotto sul braccio.
<< Sai cosa ti aspetta dopo >> dice il principato e non è una domanda, Crowley si alza e gli fa l'occhiolino.
<< Oh sì >> risponde e non vede l'ora di affondare le labbra in quel morbido pancino.
La data scelta si avvicina e a dire il vero Aziraphale quando l'aveva decisa non si era reso conto che sarebbe arrivata in un baleno, ma poco importa ha giusto il tempo per scegliere un regalo e preparare tutto, solo che deve trovare un modo per allontanare il suo demone, ma per caso o volere divino è proprio lui che di buon mattino decide di uscire.
L'angelo sta beatamente sorseggiando il suo tè accompagnandolo con deliziosi biscottini alla cannella, seduto al suo tavolino preferito quando un frettoloso demone si precipita giù dalle scale, Aziraphale punta lo sguardo sul suo fidanzato in attesa di spiegazioni.
<< Aziraphale devo assolutamente uscire. >>
<< Oh, d'accordo caro, mettici pure tutto il tempo che vuoi >> dice cercando di rimanere criptico, fortunatamente Crowley è troppo preso dai suoi affari per notare quell'ambigua frase.
<< Vuoi un biscotto prima di uscire? >>
<< Oh no, ma voglio te >> sussurra con voce roca e con un sorrisetto malizioso facendo arrossire il povero angelo che ringrazia di non aver avuto niente in bocca o si sarebbe certamente soffocato.
<< Ci vediamo dopo allora >> dice Crowley.
<< S-sì >> balbetta Aziraphale.
<< Ciao angelo mio. >>
<< A presto mio ca...- >> Crowley si china lasciandogli un soffice bacio sulle labbra, di sorpresa, il cuore dell'angelo scoppia ma non fa in tempo a chiudere gli occhi che il demone è già fuori casa, si sfiora le labbra sentendole ancora pizzicare, le chiude poi ci passa sopra la lingua sentendo il sapore di tè, biscotti e Aziraphale, spera che non se ne vada mai.
Aziraphale invece è rimasto con il biscotto a mezz'aria, le labbra ancora socchiuse e le guance rosse e calde, il calore si espande al petto scaldandolo dall'interno, spera che il suo demone torni presto perché ha molta voglia di baciarlo a sua volta e non staccarsi più da lui.
Il telefono della libreria squilla dopo qualche ora.
<< Libreria di...- >>
<< Angelo sono io. >>
<< Crowley! Stai tornando a casa? >>
<< Veramente no, vorrei mi raggiungessi tu a palco musicale. >>
Il cuore di Aziraphale si contrae, l'ultima volta che erano stati lì avevano litigato.
<< Al...al palco? Perché? >>
<< Tu vieni e basta >> e attacca.
L'angelo rimane qualche istante con la cornetta in mano, la preoccupazione inizia a salire e pensieri brutti prendono il posto dell'allegria che aveva poco prima, teme voglia dirgli una cosa importante riguardante loro due e in specifico la loro relazione, e se non se la sentisse più di andare avanti? Oppure se fossero tornate le loro fazioni a minacciarli?
Con un groppo in gola si dirige verso il luogo prestabilito, ma prima di arrivare incontra proprio il suo fidanzato che però gli impedisce di parlare e gli lega persino una benda sugli occhi.
<< C-row...- >>
<< Shh angelo vieni con me >> lo prende per mano facendolo camminare e poi si fermano, Crowley slega il nodo, la benda scivola e Aziraphale non può credere ai suoi occhi, il palco addobbato con nastri e palloncini, bianchi, neri e celesti.
<< Ma...ma io non capisco. >>
<< Buon compleanno angelo >> e gli da un bacio sulla guancia.
I nodi di poco prima si sciolgono, la paura scompare facendo rimanere solo il suo petto avvolto da quel calore speciale che solo Crowley è in grado di fargli provare, gli occhi di Aziraphale brillano, luccicano più dei raggi del sole che si riflettono in uno specchio d'acqua.
<< Oh caro io...io non so come...mi hai lasciato senza parole. >>
Crowley ridacchia << allora ho proprio fatto un miracolo. >>
Anche l'angelo ride prima di girarsi e tirarlo a sé per un bacio caldo e umido, il demone gli accarezza i fianchi, ma poi capiscono entrambi di doversi staccare prima di finire a spogliarsi lì davanti alle persone che passano.
<< Allora tagliamo questa torta? >>
<< Hai fatto anche la torta? >> trilla Aziraphale con già il pancino che brontola.
<< Che razza di compleanno sarebbe senza una torta? >>
Mangiano, bevono, ridono e si baciano, poi ballano un lento proprio al centro del palco incredibilmente senza pestarsi i piedi, nei loro sguardi tutto l'amore e devozione che hanno l'uno per l'altro, è l'angelo a rompere il silenzio.
<< Perché hai scelto proprio questo posto? >>
<< Perché ci eravamo lasciati con un litigio, e tutte le volte che ci passavo accanto provavo una sensazione orribile, così adesso l'ultima volta che ci siamo stati possiamo ricordarla con piacere e questo posto sarà legato al tuo primo compleanno. >>
Aziraphale ridacchia un po', poi sposta lo sguardo e accarezza la spalla di Crowley.
<< Per avere seimila anni direi che sono abbastanza giovane. >>
Il demone ride e poi lo bacia, non si stancherà mai di farlo.
<< Prima di oggi evitavo di passare da qui, non volevo ripensare a ciò che era successo ma adesso grazie a te non avrò più alcun timore, perciò ti ringrazio e non solo per questo ma per non esserti mai arreso con me. >>
Le guance di Crowley diventano rosse, sorride imbarazzato e il suo cuore accelera.
<< Se lo avessi fatto mi sarei dannato per l'eternità >> risponde, si guardano in modo languido e tutta quell'emozione diventa troppa da sopportare senza versare una lacrima, così si distacca un po' balbettando qualcosa.
<< Uhm...è il momento del regalo >> si allontana a prendere un pacchettino, Aziraphale sorride, gli dice che non ce n'era bisogno, ha già fatto tanto per lui ma il demone insiste e allora lo apre, solleva il coperchio di una scatolina blu e trova dentro un bellissimo papillon, sempre di tartan ma dalle sfumature più celesti.
<< Crowley è bellissimo. >>
<< Ti piace? >>
<< Certo che sì. >>
<< Meno male, temevo fossi troppo affezionato al tuo. >>
<< L'unico a cui sono affezionato sei tu mio demone >> e lo bacia facendogli scoppiare il cuore.
<< Mi aiuti a metterlo? >>
E Crowley lo aiuta con le dita che tremano appena.
Aziraphale poi schiocca le sue dietro la schiena e fa comparire un pacchettino, Crowley lo guarda con aria interrogativa.
<< E' anche il tuo di compleanno, e a casa avevo preparato una bella festa ma tu mi hai anticipato, continueremo i festeggiamenti lì ma questo volevo dartelo adesso così il nostro bel ricordo sarà completo. >>
Crowley lo prende, è il primo regalo che riceve in seimila anni, è strano ma gli da una bella sensazione, lo apre e non crede ai suoi occhi, una Bentley in miniatura uguale identica alla sua.
<< Così potrai guardarla anche quando sei dentro casa. >>
Il demone è senza parole, guarda lui poi il modellino, sta per piangere lo sente, ma Aziraphale non gli ha ancora dato il colpo di grazia.
<< Suona anche le canzoni dei Queen se glielo chiedi >> spiega sorridendo e il cuore di Crowley si ferma.
<< Caro? >>
<< ... >>
<< Crowley stai bene? >>
<< Angelo... >>
<< Sì? >>
<< Vaffanculo. >>
<< Cosa? Ma perché >> corruga le sopracciglia bionde confuso, ma Crowley si butta fra le sue braccia stringendolo forte e iniziando a piangere cercando però di fare meno rumore possibile.
<< Ti amo cazzo, stupido, adorabile che non sei altro. >>
<< Oh Crowley >> gli accarezza la schiena sorridendo, poi gli prende il viso tra le mani, asciuga con i pollici le lacrime e lo bacia.
<< Ti amo anche io. >>
Si sorridono.
Più tardi mentre si incamminano verso casa tenendosi per mano il demone capisce che quello è il momento giusto, sa che Aziraphale lo ama e non lo farebbe mai sentire uno stupido, finalmente lo ha capito sul serio.
<< Angelo? >>
<< Dimmi caro. >>
<< Quella frase che hai detto...che io sono buono come l'ultimo biscotto inzuppato nel tè, che cosa voleva dire? >> domanda con le guance rosse e il cuore a mille.
Aziraphale sorride, poi si ferma e lo guarda.
<< Era questo che ti rendeva nervoso? >>
Crowley annuisce.
L'angelo vorrebbe dirgli che se glielo avesse domandato prima si sarebbe risparmiato parecchia ansia ma non lo fa, rispetta i suoi tempi e apprezza che sia riuscito a esternare ciò che lo turbava.
<< Significa semplicemente che ti amo, che non sei solo unico ma speciale, sei ciò che da sapore alla mia vita e non ti baratterei con niente. >>
Il demone rimane qualche istante in silenzio tentando di ragionare.
<< Oh. Ma il biscotto cosa c'entra? >> domanda grattandosi la nuca, Aziraphale ride e lo guarda dolcemente.
<< Lo sanno tutti che l'ultimo boccone è il più buono. >>
<< Forssse lo sai solo tu angioletto. >>
<< Tu non mangi, non puoi saperlo >> dice serafico Aziraphale sbattendo le palpebre.
<< Ho fatto i miei esperimenti sai >> risponde Crowley.
<< Ah sì? Bé a dire il vero anche io ho qualcosa da sperimentare >> lo guarda ammiccando, e il demone si domanda come faccia quell'angioletto così candido a sembrare così lascivo, nemmeno fosse il tentatore numero uno.
<< Angelo sai che sei diabolico >> balbetta accaldato.
Aziraphale abbassa le palpebre, si avvicina e lo tira dalla cravatta, sussurra poi sulle sue labbra << e non hai ancora visto niente. >>
A quel punto Crowley ha molta fretta di tornare a casa, senza dire niente lo prende per mano e inizia a correre con Aziraphale dietro che ridacchia, probabilmente addobbare casa non era necessario visto che sicuramente il resto dei festeggiamenti continueranno in camera da letto.


Fine.




   
 
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