Giorno 14 - Diverso
Poteva percepirlo.
Poteva sentirlo.
C'era decisamente qualcosa di diverso.
C'era qualcosa di diverso nel suo sguardo, nel suo modo di parlare, nelle sue azioni. Alfred Dalloway, quel ragazzo di Corvonero a cui lei si era affezionata precipitosamente. Quel legame che aveva tentato di creare era stato la sua disfatta, la disfatta sua e del suo gruppo che si era sgretolato in pochi attimi quando aveva deciso di seguirlo. Sapeva di aver fatto una sciocchezza, una follia che nessuno approverebbe mai perché pensava di poterlo aiutare e di essere amica di qualcuno che sembrava così solo.
Anzi, che era solo.
Dorothea, in questi anni di convivenza con l'uomo, aveva imparato a conoscerlo, nonostante fosse il suo carceriere si era preso cura di lei ed avevano instaurato un legame.
Quanto profondo, Dorothea ancora non sapeva dirlo con certezza.
Alfred era affascinate, carismatico e talentuoso, anche se aveva utilizzato questi suoi grandi pregi per fare del male e la ragazza non era riuscita affatto a perdonarlo. Si era interrogata spesso sul perché avesse fatto quello che aveva fatto, ma senza successo.
Oggi però tutto era diverso.
Quando camminavano per il corridoio della loro piccola casa, finivano col guardarsi per qualche istante e poi andare dove dovevano andare.
Anche quel giorno era successa la stessa cosa, di nuovo. Le loro mani si erano sfiorate, si erano fissati intensamente negli occhi e per un attimo Dorothea ebbe l'impressione che le mancasse il fiato. Alfred voleva avvicinarsi a lei con il viso, la ragazza non seppe cosa volesse fare esattamente ma desistì.
Da quel momento qualcosa era cambiato.
Qualcosa era diverso.
Poteva sentirlo.
C'era decisamente qualcosa di diverso.
C'era qualcosa di diverso nel suo sguardo, nel suo modo di parlare, nelle sue azioni. Alfred Dalloway, quel ragazzo di Corvonero a cui lei si era affezionata precipitosamente. Quel legame che aveva tentato di creare era stato la sua disfatta, la disfatta sua e del suo gruppo che si era sgretolato in pochi attimi quando aveva deciso di seguirlo. Sapeva di aver fatto una sciocchezza, una follia che nessuno approverebbe mai perché pensava di poterlo aiutare e di essere amica di qualcuno che sembrava così solo.
Anzi, che era solo.
Dorothea, in questi anni di convivenza con l'uomo, aveva imparato a conoscerlo, nonostante fosse il suo carceriere si era preso cura di lei ed avevano instaurato un legame.
Quanto profondo, Dorothea ancora non sapeva dirlo con certezza.
Alfred era affascinate, carismatico e talentuoso, anche se aveva utilizzato questi suoi grandi pregi per fare del male e la ragazza non era riuscita affatto a perdonarlo. Si era interrogata spesso sul perché avesse fatto quello che aveva fatto, ma senza successo.
Oggi però tutto era diverso.
Quando camminavano per il corridoio della loro piccola casa, finivano col guardarsi per qualche istante e poi andare dove dovevano andare.
Anche quel giorno era successa la stessa cosa, di nuovo. Le loro mani si erano sfiorate, si erano fissati intensamente negli occhi e per un attimo Dorothea ebbe l'impressione che le mancasse il fiato. Alfred voleva avvicinarsi a lei con il viso, la ragazza non seppe cosa volesse fare esattamente ma desistì.
Da quel momento qualcosa era cambiato.
Qualcosa era diverso.