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Autore: Feathers    15/10/2022    2 recensioni
(Eddie + Chrissy) Hellcheer / Eddissy
L'armonia che c'è fra Chrissy ed Eddie è semplicemente surreale.
È surreale il modo in cui le loro voci diventano la più splendida musica mentre chiaccherano, il modo in cui i loro corpi si incastrano perfettamente la notte, con le labbra di lui premute sulla nuca di lei e le mani intrecciate; sono surreali la spontaneità e semplicità di Eddie, che la avvolgono delicatamente e la riscaldano come il fuoco di un camino dopo ore di camminata sotto la neve.
Ma quanto è difficile dire la verità a dei genitori classisti e opprimenti? Quanto è difficile guarire dalla malattia di apparire "perfetti", e dal timore di essere giudicati?
Questa è una storia in particolare dedicata a chi vuole trovare il coraggio di crescere, di imparare ad amarsi e di tornare a respirare. Perché, a volte, l'unico ostacolo fra noi e la felicità siamo proprio noi.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chrissy Cunningham, Eddie Munson
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Laura Cunningham ciabattava avanti e indietro per la stanza di sua figlia, a braccia conserte. Sembrava quasi un soldatino giocattolo telecomandato, e se non fosse stato per la tensione di quella situazione, a Chrissy sarebbe anche venuto da ridere. Ogni tanto, la donna lanciava qualche occhiata verso la schiena della ragazza, la quale era tutta tesa nel tentativo di non sembrare in soggezione.
Ad un certo punto, Chrissy sbuffò, irritata dal suono dei suoi passi, e smise di fingere di giocherellare con il suo cassetto del materiale da cancelleria. Afferrò tutte le penne e le rimise a posto, ma quella verde le sfuggì e rotolò per terra.
"Tesoro."
"Hm?"
"Guarda che non abbiamo finito di parlare."
Sua figlia alzò gli occhi al cielo e fece ruotare la sua sedia girevole. "Voglio essere lasciata in pace. Per favore."
"Ti lascerò in pace dopo che avrai almeno capito perché ti sto dicendo di stare lontana da lui e dal suo gruppetto punk."
"Metal, mamma. Metal. E l'ho capito il perché, ma non sono affatto d'accordo. Ora posso stare da sola?!"
"Cos'è questo atteggiamento? Vedi che ti stanno traviando?"
Chrissy aggrottò le sopracciglia, e abbassò il capo. Non aveva tutti torti almeno sotto quel punto di vista. In fondo, aveva iniziato a ribellarsi un po' soprattutto dopo che Eddie era entrato nella sua vita, ma non era qualcosa di negativo.
"Sto... semplicemente iniziando a pensare con la mia testa." Addolcì di poco il tono. "Tutto qui. Prima... facevo tutto quello che volevano gli altri. Non ero felice."
"A me sembravi parecchio felice. Eri un'adorabile ragazza, così solare..."
"Mi sento molto più felice ora e - come hai detto anche tu, ti assicuro che l'hai detto! - entro a casa cantando e sorridendo. Cosa pensi? Che non sono più adorabile perché non esco solo e solamente con figli di medici e politici?"
"Non pretendo che tu esca solo con figli di medici e politici, ma perlomeno non con figli di carcerati."
La giovane si passò le mani sul viso. "Ancora. Mamma... se... s-se io avessi avuto un padre in carcere, credi che non mi sarei meritata di avere, che so... di avere degli amici o..."
Laura si piantò le mani sui fianchi e scosse il capo. "...o una relazione?" Il suo tono, invece, si inacidì molto.
Chrissy abbassò la voce di diverse ottave. "Beh. Anche."
"Oh per l'amor di Dio. Dovevo immaginarlo, è che non ti facevo stupida fino a questo punto. Dimmi che è solo una cotta da niente e non il tuo ragazzo."
Chrissy indietreggiò col busto, come se avesse ricevuto un pugno in faccia. Avrebbe voluto affermare con assoluta certezza di essere abituata a quei termini dispregiativi, ma in realtà non lo era mai stata. «Stupida». «Pappamolle». «Grassona». Perfino «scrofa», mormorato alle sue spalle quando da piccola mangiava molto. Si sforzò di trattenere le lacrime e si voltò di nuovo verso il cassetto. Lo aprì e si rimise a sistemare matite, gomme e pastelli, senza rispondere.
"Ho bisogno di stare d-da sola..."
"Io non posso avere la certezza che questo ragazzo è apposto. Invece Jason... Lui era così perfetto. Sempre ben vestito, atletico, affascinante..."
La giovane strinse una manciata di gomme per cancellare nel pugno, reprimendo la voglia di lanciarle dalla rabbia. "Giuro che non ne posso più di sentir paragonare Eddie a Jason. Lo sai cosa mi faceva Jason? Le corna, mamma. Trecento paia di corna mi ha fatto."
Laura spalancò la bocca e la coprì con una mano con fare lezioso, scandalizzata. "Cosa...!? Ne sei così sicura?"
"Ma certo. Sicurissima."
"Mi sembra impossibile, sinceramente. Magari erano voci, perché sai... una coppia così perfetta... l'invidia della gente..."
"È anche questo che mi dà fastidio! Pensi di sapere più della mia vita e delle mie relazioni rispetto a quanto ne potrei sapere io!?"
"Stai calma, stavo solo cercando di capire."
Chrissy si voltò di nuovo, e rimise a posto gli smalti, per poi iniziare con i CD e i libri, con le mani che tremavano. Sua madre si avvicinò con un sospiro e si sedette sul bordo del letto, gli occhi ancora puntati sulla giovane. "Cara... io... te lo dico per esperienza. Anch'io sono stata innamorata del classico «cattivo ragazzo»." Virgolettò in aria. "È una fase attraverso cui tutte passiamo, prima o poi..."
"Eddie non è affatto un cattivo ragazzo. Anzi."
La madre non la ascoltò nemmeno. "...e sono quelli che ti fanno soffrire di più. Prima ti riempiono di affetto e attenzioni, ti rendono euforica... poi ti tolgono tutto, così tu li rincorri..."
"Lui non ha mai fatto niente di tutto questo. Niente. Mi è sempre stato accanto senza invadere i miei spazi, mi ha dato supporto, affetto, e io ho fatto lo stesso con lui. Prima di essere qualunque altra cosa è mio amico. Tu continui a credere sia cattivo solo per come si veste e per com'è suo padre. Sai che lui non vuole nemmeno sentirne parlare? Se ne vergogna da morire."
"Non credo sia necessariamente cattivo, ma che non sia per niente adatto a te. Dio, Chrissy, ma non lo vedi?"
"Cos'è che non vedo!?"
"È troppo... straccione. E poi io e tuo padre abbiamo un lavoro prestigioso, pensi che Edward... non si sia fatto due calcoli?"
"Ma se non sapeva nemmeno quanto fossi ricca quando ci siamo conosciuti bene! E lui non è materialista. Non gli importa di queste stronzate."
"Linguaggio, Chrissy!" gridò la signora Cunningham.
L'altra socchiuse gli occhi.
"Ascoltami un attimo, tesoro, anziché ignorarmi..."
"Sei tu che ignori sistematicamente tutto quello che io-."
La donna le appoggiò una mano sul ginocchio. "...lo dico per il tuo bene. I ragazzi così, un po' scapestrati... esercitano un certo fascino sulle ragazze. E saranno bravi... a... a letto, ma poi non ti garantiscono un buon futuro." Disse «a letto» con voce molto fioca, come se rischiasse di far prendere fuoco all'intera casa solo pronunciando quelle due paroline.
Chrissy distolse lo sguardo e nascose il viso fra le mani, soffocando un "Mamma!" attutito dai palmi.
Come una manna dal cielo, si udì la voce di Benjamin che strillava. "Mammaaa! Vieni a vedere cosa ho appeso al muro! Muoviti!"
Laura sospirò e si alzò. "Vado da tuo fratello."
"Okay." bofonchiò la ragazza, e si sentì sollevata. Non appena sua madre uscì, Chrissy andò a socchiudere la porta e si buttò sul letto, premendo la faccia sul cuscino. Udì Laura borbottare qualcosa del tipo: "Non posso credere che ti piaccia una roba simile!" e suo fratello rispondere "È super ganza, è che voi grandi non capite niente di niente!"
Dopo circa cinque minuti, si sentì bussare piano alla porta. "Posso?"
"Avanti, Ben..."
Benjamin entrò, tutto silenzioso e serio, e vide la sorella sul letto.
"Le caramelle gommose non ce le ho io."
"Non volevo le caramelle." Benjamin raggiunse Chrissy e si sdraiò accanto a lei. La ragazza gli circondò il corpicino con un braccio e lo strinse a sé.
"Sei triste?"
"Hm..."
"L'ho distratta. Mi stavo stufando di sentirle dire cavolate."
Chrissy sollevò il viso dal cuscino, sorpresa, e fissò gli occhi tondi e celesti del bambino. Gli diede un bacetto sui capelli. "Grazie mille, Ben. Meriti tutto il pacco di carame- Hey, ma... ma quindi stavi origliando?"
"Uhm..."
"Ti perdono perché l'hai distratta, ma non farlo più."
"Okay." Ci fu una pausa di silenzio in cui Ben rimase abbracciato alla sorella. Poi si avvicinò meglio a lei per non farsi sentire. "Ma allora è vero che ti piace Eddie?"
"Sshh!"
"Non ci sente!"
"Sì. Mi piace."
"Oddio, che bello, lo sapevo io!"
"Però non voglio parlarne alla mamma per adesso, anche se l'ha capito."
"Sì, lo so." Il bambino allungò una mano piccola e raccolse a fatica la penna che era caduta prima. La mise sul comodino. "C'è una cosa che però non ho capito. Me la spieghi?"
"Che cosa?"
"Perché a mamma dà così fastidio che Eddie dorma tanto!?"
Chrissy si tolse nuovamente il cuscino dalla faccia e sbatté le palpebre, perplessa. "Non l'ha detto."
"Ha detto che quelli come lui sono bravi a letto...! Hey! Cosa... che c'è da rid-"
Lei scoppiò in una risata liberatoria, dopo essere rimasta col viso rigido e corrucciato per un'ora. Abbracciò di nuovo il suo fratellino. "No, nulla..." Si tappò la bocca, pregando sé stessa di smettere di sghignazzare, ma non ci riusciva.
"Scommetto che significa qualcos'altro, visto che ridi così!"
"No, no..."
"Dai, dimmelooo!"
"Sei ancora un bambino. Appena sarai più grandicello te lo spiegherò. Promesso." disse la ragazza con tono materno e un po' severo.
"Ma non è giusto!"
"Fai il bravo, su." Chrissy gli diede due pacchette sulla schiena.
"Uffa, che palle..." Benjamin mise su un buffo broncio e appoggiò la testolina bionda sul cuscino, lo sguardo fisso sulla sorella, la quale notò che il bambino si era pasticciato un bellissimo stormo di pipistrelli con la biro sul braccino, proprio dove Eddie aveva uno dei suoi tatuaggi. Passò le dita fra i piccoli volatili neri, emettendo qualche rumorino di approvazione. Sembrava quasi vero.
"Senti, l'importante è che sposi Eddie perché: primo, si vede ti tratterà super benissimo, e secondo, così io posso dire in giro di avere un cognato che suona musica metal."
Chrissy sorrise, e scosse il capo. "I bambini sono la bocca della verità, dicono."

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"Vediamo un po'... uhm... " Chrissy esaminò i lineamenti di Eddie, seduta di fronte a lui accanto allo specchio. "Ma sì, ho un'idea." Si mise a frugare nel suo beauty case.
"Cosa hai intenzione di combinare?" chiese il ragazzo con fare sospettoso ma curioso al tempo stesso.
Chrissy pescò una matita nera e la aprì. Si sedette su di lui a cavalcioni e gli spostò la frangia con un gesto delicato.
"Non devi chiudere gli occhi."
"Mi... viene da chiuderli."
"Devi tenerli aperti."
"Hm..." Ne aprì uno, e lasciò che la ragazza tracciasse una sottile linea nera sotto le ciglia inferiori.
"Visto? È facile. Ora l'altro."
Eddie fece un sorrisino e aprì l'altro occhio, che tremolava. Chrissy tracciò con cura l'altra linea, le sfumò appena e poi cercò qualcos'altro. "Che ne dici dell'ombretto?"
"Oh sì. Ce l'hai!?"
"Certo. Ho una marea di cose qui. Adesso devi davvero chiudere gli occhi." Cercò la sua palette più scura, immerse il pennellino nel nero e iniziò a colorare le palpebre di Eddie, tenendogli la mascella con l'altra mano. "Così... Un po' più scuro qui... e un po' meno qui, verso il centro. Perfetto. Guarda quanto sei bello."
Il ragazzo si voltò verso lo specchio, e sorrise. Sbatté le ciglia, incredulo, e si spostò i ciuffi di capelli per vedere meglio. "Oh Gesù. Ti giuro, Chris, ho sempre voluto truccarmi, anche solo così, un pochino."
"L'avevo immaginato. Come mai non l'hai fatto?"
Eddie si grattò la nuca, ancora concentrato sul proprio riflesso. I suoi occhi sembravano ancora più grandi e neri e spiccavano. "Beh. Da ragazzino pensavo che fosse una cosa... da femmina. Sai com'è."
Chrissy annuì.
"E comunque avevo paura che... beh, che qualcuno se la prendesse con me se entravo in un... negozio di trucchi. Paura che capissero che ero... queer. Mi sono concesso solo lo smalto nero che mi ha prestato Gareth." Sussurrò. "Ma poi si cresce, e certe robe le superi, credo. E poi insomma, tutti i cantanti che si truccano hanno normalizzato la cosa, anno dopo anno."
"Tipo David..."
"Bowie? Sì. Tipo lui." Si sfiorò l'accenno di barbetta sulla guancia, e si girò verso la ragazza. Lei gli prese le guance fra le mani e gli baciò le labbra più volte, strappandogli un sorrisino innamorato. Eddie non credeva che avrebbe mai mostrato quel lato così sensibile e fragile a qualcuno, ma con Chrissy sembrava che ne valesse la pena. Sembrava che valesse la pena anche di mettere da parte tutto il suo cinismo, il suo orgoglio, e tutto ciò che fino a poco prima gli aveva impedito di avere una relazione stabile. Con lei stava riuscendo a esporsi parecchio, a tirare fuori tutta la dolcezza che nemmeno sapeva di possedere, a fidarsi davvero. Era consapevole del fatto che lei doveva ancora lavorare su alcune cose, come il modo in cui l'opinione di sua madre condizionava ancora troppi aspetti della sua vita, ma Eddie riponeva molta fiducia in Chrissy, ed era fierissimo dei suoi progressi.
"Beh, finiamo di imbellettarci e andiamo. Prendo le chiavi."

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L'Hideout non era quasi mai particolarmente affollato e - a parte quando c'era qualche band che si stava esibendo - la musica non era assordante. Tutto ciò lo rendeva un luogo abbastanza intimo, dove poter chiacchierare con gli amici davanti a un drink poco costoso senza doversi urlare all'orecchio per farsi capire. Quando Eddie e Chrissy varcarono l'entrata tempestata di lucette blu elettrico - alcune delle quali erano fulminate - avvistarono subito un gruppetto familiare alla loro destra. C'erano Gareth, Jeff e Julian, e accanto a loro quattro ragazzini.
"Salveee!" Julian indicò la coppia agli altri, che erano quasi tutti presi a parlottare allegramente. "Ma sei truccato?"
"Uh, sì, opera di Chrissy." rispose lui, tutto soddisfatto.
"Sei uno gnoccone." Il giovane girò verso Chrissy. "Quasi quasi te lo rubo."
Lei lo spinse via, ridendo.
"Eddie!" Dustin corse ad abbracciare il ragazzo, che lo strinse a sé con fare impacciato ma affettuoso, dandogli delle pacche.
"Ciao, bello. Sono i tuoi amici, quei due?" Indicò la ragazzina accanto a Mike Wheeler e il ragazzino col taglio a scodella.
"Sì. Finalmente è arrivato il momento di presentarteli."
Mike raggiunse Eddie, tenendo per mano la graziosa mora dallo sguardo timido. "Hey. Questa è Jane, la mia ragazza. È tornata da poco in città per le vacanze. Sai, studia a Lenora."
Jane strinse la mano a Eddie e a Chrissy. Il ragazzino coi capelli a scodella fissò Mike con aria velatamente risentita, in attesa.
A Chrissy non sfuggì quel dettaglio; ridusse gli occhi a fessura, indagando. "E tu sei?" gli chiese con fare gentile, percependo il suo bisogno di attenzioni.
Mike si diede una lieve palmata in fronte. "Ah già, che scemo sono, lui è... Will."
Will tornò a respirare e sorrise appena. Strinse a sua volta la mano dei due ragazzi.
Dustin indicò Eddie. "Jane, Will, eccovi il nostro mitico dungeon master. E lei è Chrissy. Era una delle cheerleader del liceo Hawkins, sapete? E anche la reginetta della scuola." spiegò, tutto entusiasta, poi guardò Jane e sussurrò: "Ma lei è mooolto più gentile della reginetta della tua scuola." scherzò, alludendo all'odiosa Angela, la sua bulla storica. "Oh, si vede." Jane sorrise a Chrissy, che ricambiò.
"Beh, ora che abbiamo fatto tutte le presentazioni, direi di iniziare con le prove fra qualche minuto. È già tardino." disse Gareth.
Jeff annuì. "Sì, assolutamente. Eddie, vieni?"
"Arrivo fra un attimo. Mi prendo qualcosa da bere, che ho sete."
Julian gli diede una pacca sulla spalla e si allontanò, seguito a ruota da Jeff e Gareth. I più giovani si spostarono di qualche metro, attirati da un altro ammasso di lucine appese al muro che formavano una mappa di Hawkins. Mike e Jane si abbracciavano lateralmente, Dustin intratteneva tutti con le sue battute indicando posti nella mappa, e Will stava in disparte, con le spalle ricurve e un sorriso un po' forzato, come se stesse indossando una maschera che rischiava di cadere e distruggersi in mille pezzi da un momento all'altro.
Chrissy si schiarì la gola e guardò Eddie, che stava ordinando un drink alla frutta sia per sé che per lei.
"Uhm... ho l'impressione che Will... non stia tanto bene. Sembra solo."
Eddie la guardò, e sbirciò il gruppetto dei piccoli. "Solo? È con gli altri, no?" Le passò il drink.
"Grazie, Ed. So che è con gli altri ma... guardalo bene. Guarda la sua espressione. Il suo... linguaggio del corpo." Emise un lieve sospiro. "C'è qualcosa che non va."
"Qualcosa tipo...?"
"Non so dirtelo con precisione. Ma sembra triste."
"Hm... beh. Tu sei più brava di me a leggere le persone. E io sono un maestro nel raccogliere pecorelle smarrite, quindi... ci penserò io a non farlo sentire solo."
La ragazza lo fissò dal basso con aria adorante, sentendosi fortunata di avere accanto una persona così preziosa.
"Sei proprio il mio eroe."

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L'esibizione dei Corroded Coffin fu di gran lunga una delle più energiche a cui gli amici di Eddie avessero assistito fino a quel momento. Si accorsero che suonavano diversamente rispetto a un anno e mezzo prima, e il loro stile era virato ancora più sull'heavy metal. Inoltre, quella sera Eddie appariva raggiante col suo trucco nero sugli occhi, come se avesse trovato un nuovo modo di esprimersi che lo faceva sentire sicuro di sé. Perfino il loro seguito era aumentato: adesso gli «ubriaconi» erano più di una trentina. Dopo aver suonato qualche cover dei loro gruppi preferiti e le due canzoni che avevano composto, i ragazzi scesero dal palco fra uno scroscio di applausi e urla del piccolo pubblico. Dustin urlò che erano «i più metal di sempre», e i ragazzi apprezzarono molto quel complimento. I più giovani vennero tutti prelevati da Steve Harrington, che arrivò con la sua jeep nuova, ed Eddie e Chrissy uscirono all'aria aperta, avvolti dal bagliore rassicurante dei lampioni e delle insegne fosforescenti blu, violette e rosse della città. Le auto circolavano un po' meno rispetto a due ore prima; ormai si era fatta quasi mezzanotte.
"Adesso ti riporto a casa." mormorò Eddie, mettendole un braccio sulle spalle. "Il tuo coprifuoco è all'una, no...?"
"Hm-hm. Sei stato stupendo, comunque. Lo siete stati tutti."
"Davvero?"
"Certo." Chrissy si sollevò sulle punte delle scarpette e gli posò un bacio sulle labbra. Eddie la afferrò per i fianchi e la coinvolse in un bacio più spinto. Strofinarono in modo comico le punte dei nasi, poi la ragazza tornò a guardare la strada. Cambiò espressione di botto e spalancò gli occhi. "Oh, cacchio." sibilò fra i denti.
Eddie reclinò la testa da un lato, seguì lo sguardo di lei e gracchiò: "Ma quello... è...?".
Entrambi si concentrarono su di lui, cercando di capire se era effettivamente chi credevano che fosse, ma stava almeno a sei metri di distanza da loro. Quei capelli biondi e impeccabili, quella camicia bianca e costosa con le maniche quasi sempre arrotolate fino ai gomiti, quella postura. Li stava fissando con un'aria visibilmente scioccata. Chrissy sentì il sangue rimescolarsi nelle vene e salire alla testa. Nemmeno Eddie aveva ancora smesso di fissare il punto in cui si era magicamente materializzato. Era talmente bizzarro rivedere una persona dopo tutto quel tempo, e soprattutto in un contesto del tutto diverso rispetto al solito.
Che cosa diamine ci faceva in quella zona e a quell'ora per giunta?
All'improvviso, un altro ragazzo che probabilmente era Patrick McKinney lo prese per il polso e lo tirò verso di sé: "Jason? Ma che aspetti?! Andiamo che siamo già in ritardissimo!"

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Note dell'autrice: ammettiamolo, tutti avremmo voluto vedere Eddie adottare Will Byers uwu nel prossimo capitolo lo vedremo meglio uu
   
 
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