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Autore: WishfulThinking    10/09/2009    4 recensioni
Raccolta di fic a ispirazione, a richiesta...comunque, sempre dedicate a qualcuno. Carte sparse legate da fili rossi: impacchettate o solo frutto di un legame. La prima è per El, la seconda per Paccy, la terza per Eleanor, la quarta per Blackie e la quinta per Luly, la sesta per Vale
““Io so fare di molto meglio” affermò allora la kunoichi spingendolo via.
Shikamaru alzò un sopracciglio.
“Io so fare di molto meglio”. Ribadì Ino, convinta.
“Mmm”, rispose Shikamaru.
Ino si tolse la gonna indignata, dopodiché – con qualche remora non espressa da parte del suo compagno – si cinse i fianchi con la fascia che Sakura non aveva indossato, rimanendo in intimo e foulard tintinnante dinanzi a Shikamaru.
“Già questo ti dovrebbe fare più effetto di Sakura” affermò Ino spavalda, incrociando le mani all’altezza del seno e facendole poi scorrere lungo i suoi fianchi.
Questa volta non giunse nessun “Mmm”.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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“No”

A Luly,

che oggi fa due anni su efp.

A Luly,

che forse sarà la sola a capire certe battute di questa fic.

A Luly,

perché nonostante tutto, ci teniamo lo stesso.

S.

 

 

 

“Com’è andata?” chiese Choji incerto vedendo Shikamaru sbadigliare, il giorno dopo.

“Eh, non ho chiuso occhio” rispose lui scuotendo il capo.

“Lo devo prendere come un buon segno?” domandò l’Akimichi, ridendo di cuore.

Shikamaru alzò le spalle e si lasciò andare a braccia incrociate sul tavolo.

“Buongiorno Cho!” trillò Ino arrivando baldanzosa dalla camera, e piazzando un bacio sulla guancia del ragazzo.

“Almeno qualcuno è di buonumore, stamattina” sorrise Choji, ricambiando il gesto d’affetto della compagna. “Shika qui, è più distrutto di ieri sera. Ma cosa gli fai agli uomini, Ino?”

La ragazza non si scompose: “Oh, Shika” gli fece avvicinandosi e sedendosi al suo fianco “Non è stato poi così seccante ieri sera, no?”

 

 

 

Di notti turbolente e di ciccioni in costume*

 

 

“No”.

Ino si portò una mano alla fronte con fare melodrammatico. Shikamaru, dietro di lei, la ignorò, limitandosi a sbuffare.

“Ragazzi, non c’è tanto da decidere” interloquì Asuma. “Sono rimaste una matrimoniale e una singola. Oppure la foresta” argomentò.

Ino lo guardò seccata: “E non vedo perché debba essere io quella che ci rimette!”

Shikamaru non si prese nemmeno il disturbo di ribattere.

“Dai, è solo logica” alzò le spalle Choji “Obiettivamente Ino, io ti schiaccerei, il maestro pure e domani ci aspetta un lungo viaggio, quindi sarebbe bello dormire su un letto, per una volta.

“No” arrivò sardonica la risposta di Ino.

Shikamaru si limitò a un “Mendokuse” lievemente sbuffato, mentre stanco della discussione prendeva la compagna di squadra per un braccio trascinandola nella loro camera, se camera si poteva definire quel posto.

Choji guardò Asuma che sorrise: “Non credevo che avrebbero accettato davvero”.

 

Il muso di Ino si ridusse considerevolmente quando vide la stanza: “Una piazza e mezzo, meglio di quello che speravo” valutò scrutando il letto di fronte a lei.

“Vuoi che dorma per terra?” Shikamaru era decisamente troppo stanco per discutere.

Ino si voltò verso di lui, di colpo addolcita: “Non sarà necessario. Certo, lo sapevo che non vedevi l’ora di venire a letto con me” fece con tanto di linguaccia.

“Due e trentatré” mormorò Shikamaru, stanco più che colpito.

Ino lo guardò spiazzata, con fare interrogativo.

“La vedo, l’ora” rispose Shikamaru alzando le spalle. “E sono le due e trentatré di notte. Ovvero, tardi.”

Ino lo guardò di traverso: “E l’ora tarda ti fa male. Ignorerò questo commento: non è all’altezza dei tuoi duecento punti di quoziente intellettivo, Shika” fece prendendo a sbottonarsi il top viola con naturalezza.

“Che fai?” Shikamaru fece un salto all’indietro, allarmato.

“Mi spoglio” rispose Ino scrollando le spalle – e facendo abbassare la bretella del reggiseno in modo provocante. “Dovresti farlo anche tu, visto che non dormirai di certo al mio fianco con quei vestiti sporchi addosso”.

“Non ho il cambio” sbuffò Shikamaru.

“Non hai cosa?” domandò Ino, che nel frattempo si era infilata una sottoveste leggera, sfilandosi top e gonna da sotto.

“Non ho il cambio, dormo in mutande di solito, dato che fa caldo” ripeté Shikamaru, scocciato e un po’ imbarazzato.

“Ah.” Constatò Ino, fermandosi a riflettere brevemente. “Beh, spogliati allora” alzò le spalle poi, nascondendo un ghigno.

 

Fu così che si ritrovarono supini, stesi uno al fianco dell’altra, le braccia lungo i fianchi e ben attenti a non toccarsi, gli occhi rivolti al soffitto. Shikamaru spense la luce senza troppi complimenti: finalmente, dopo tanta umiliazione, un po’ di meritata pace. E che Kami gli concedesse di addormentarsi subito e svegliarsi la mattina dopo, magari quando Ino si era già cambiata.

Shika?”

Come non detto. Era lì per addormentarsi, in quella strana fase del sonno in cui non hai ancora lasciato la dimensione conscia ma il tuo cervello già elabora immagini fantastiche, atmosfere da sogno, quando la voce di Ino invase i suoi pensieri.

Mmm?” si limitò a rispondere.

“A cosa stai pensando?” gli chiese Ino, girandosi verso di lui. Pessima mossa, peraltro.

“Al fatto che speravo di dormire” rispose caustico il ragazzo. Era così difficile tornarsene a dormire, invece che torturarlo con quel respiro caldo?

“No, dai, davvero…” piagnucolò lei “a cosa stavi pensando?”

“Ciccioni che ballano la danza del ventre col segno del costume all’altezza del petto” rispose Shikamaru in piena onestà.

Ino scoppiò a ridere, e sentì Shikamaru alzarsi su un gomito, di fianco a lei. Poteva avvertire il suo sguardo studiarla nell’oscurità, percorrerle il corpo dal viso alle gambe, e poi ancora su, a scrutare l’ombra dei suoi capelli che lottava con la luce della luna, alta nel cielo.

“Tu a che pensi?” le chiese allora in tono soffice. Dio, quant’era bella…

“Pensavo…” fece Ino avvicinandosi piano a lui, come ad accoccolarsi sul suo petto, senza farlo realmente. Pareva ci fosse una linea invisibile a marcare i confini tra i due, una linea invisibile ma di fuoco, come di chi non riesce ad attraversare un confine tra stati non segnalato se non da un cartello sul ciglio di una strada. Una dogana inesistente ma pericolosa.

Aveva lasciato la frase in sospeso, Ino, e il suo respiro si era fatto di colpo più regolare.

Shikamaru la scrutò più intensamente, desiderando toccarla, per un attimo. Reprimendo quel desiderio.

“Pensavo alla mia vicina con la brocca…dell’olio” concluse Ino con voce tremendamente velata dal sonno. Shikamaru trattenne una risata, risultando in uno sbuffo trattenuto.

“Scusa” fece Ino riprendendosi, portandosi all’indietro i capelli slegati.

“Non fa niente, dormi” le rispose Shikamaru, di colpo intenerito.

“No, scusa” ripeté Ino “Cosa stavo dicendo?”

“Cose insensate” rispose Shikamaru, vagamente divertito.

“Davvero?” si sorprese la ragazza.

Shikamaru evitò l’ennesimo commento caustico e appoggiò la testa al cuscino, portandosi le mani dietro la nuca. Sospirò dopo aver confermato la sua versione dei fatti: “Sì, ma non fa niente. Dormi, Ino”. Non poteva reggere molto a prenderla in giro quando lei gli stava di fronte in sottoveste, così inconsciamente provocante, e soprattutto quando probabilmente lei non pensava minimamente alle cose che passavano per la testa di lui. Sentì la compagna rilassarsi al suo fianco, rannicchiandosi sul confine estremo del letto per non sfiorarlo, lasciandosi andare al tanto agognato sonno in pochi istanti. Se solo fosse stato così facile anche per lui. Shikamaru si trovò a fissare il soffitto con interesse, ora che i suoi occhi si erano abituati all’oscurità: che situazione di merda.

Era stato così bravo a non farsi coinvolgere fino a quel momento, così astuto nell’evitarla, nel non darle peso, nello scrutarla da lontano, che ora…

“Ah!”

Si girò di scatto allertato, vedendo Ino seduta per terra, sul pavimento.

Il ragazzo nascose il volto nel braccio ridendo il più sommessamente possibile.

“Sono caduta?” chiese Ino con voce sconcertata, dal basso.

A quello non poté evitare di ridere: “Eh, a quanto pare…” azzardò il ragazzo, mentre lei non faceva cenno di alzarsi.

“Ino?” fece poi sporgendosi dalla parte della ragazza, estremamente rallegrato.

“Non ridere, deficiente!” arrivò la risposta di Ino, che per ripicca fece per mollargli uno schiaffo. Shikamaru le fermò la mano prontamente, al che Ino allungò l’altra mano e si appese al collo di lui, trascinandolo a terra come lei. Precisamente, su di lei. Merda.

Shikamaru sentì di colpo la sua testa alleggerirsi, e altre parti di lui svegliarsi, quando avvertì il sospiro leggero di Ino sul collo, divertita: “Uno a uno” sussurrò piano la bionda.

Dio, quanto avrebbe voluto stare così per sempre, sopra di lei, la sua risata argentea a rallegrarlo e il suo respiro, le sue mani su di lui. Invece si alzò contro i suoi desideri, tendendo una mano alla compagna: “Dai Ino, alzati” fece piano mentre si risistemava sul letto, dandole le spalle e maledicendo la sua maturità. Ino si accomodò in silenzio accanto a lui, rannicchiata sulla sua porzione di letto, mentre dopo poco la sentiva scivolare piano, di nuovo.

“Stavi per cadere di nuovo?” sussurrò piano Shikamaru, lievemente divertito.

“Volevo fare la figa e non dirtelo. Grazie di avermi sgamata!” piagnucolò Ino.

“Puoi venire più vicina, sai?” sospirò allora Shikamaru – maledicendosi ancora “Non mordo”.

“Peccato” sospirò Ino, e d’un tratto Shikamaru se la sentì addosso, accoccolata sul suo petto. Ecco, lui non aveva inteso così vicino. Sperato, forse; considerato, no.

“Shikamaru?” fece poi Ino facendo leva sul suo petto, d’un tratto rinvigorita, il volto a pochi centimetri dal suo.

“Dimmi Ino” rispose lui con voce rassegnata, immerso pienamente, suo malgrado, in quella piacevolissima tortura.

“Niente” rispose Ino piano, di colpo intimidita. “Niente” ripeté quasi impercettibilmente, dandogli le spalle come se stare vicino a lui scottasse, rannicchiandosi su un fianco finché non sentì un braccio di Shikamaru cingerle la vita e attirarla a sé con decisione e gentilezza.

“Non vorrai cadere ancora” sussurrò piano sulla nuca della ragazza, inspirando segretamente l’odore dei suoi capelli. Sentì Ino irrigidirsi di colpo, e non seppe se di piacere o di paura.

Affanculo. Aveva questa opportunità di stare con Ino, una benedettissima piazza e mezzo da condividere con lei, e al di là delle remore e delle conseguenze, quella notte era troppo eccitante per lasciarsela scappare. Si premette addosso Ino un po’ più del dovuto, le loro gambe nude a contatto, mentre la sua mano risaliva lenta il fianco di lei, a sfiorarne il profilo del seno, a ripercorrere la spalla mentre il respiro di lei si faceva di colpo serrato, a sfiorarle la guancia mentre girava il volto di lei verso di lui, carezzandolo piano.

“Dimmi che non vuoi” sussurrò Shikamaru sulla sua pelle, giunto all’altezza del suo orecchio “…e mi fermo”.

Ino tacque, il rumore del suo deglutire unico suono della stanza: non aveva più saliva in corpo, di colpo si sentiva mancare l’aria. Possibile che fosse Shikamaru a farle quell’effetto? Prima ancora di avere il tempo di ragionare, una scia di baci si disegnarono sulla sua nuca, lenti e indugianti, mentre la mano di Shikamaru si apriva sul collo di lei e ne sfiorava la trachea, delicata.

“Shikamaru” fu l’unica cosa che riuscì a sussurrare Ino, prima di inarcare il volto all’indietro e sfiorare quello di lui, così vicino a lei.

“Dimmi che non vuoi” ripeté lui mentre chiudeva gli occhi, sperando che lei ponesse fine a quel supplizio, e domani sarebbero stati di nuovo amici, come prima.

“Lo voglio da almeno tre anni, razza di cretino!” urlò Ino mentre di colpo si girava sul fianco, mentre si ritrovava sopra di lui con l’agilità che la contraddistingueva, mentre si avventava sulle labbra di lui con una foga repressa.

Le mani di Shikamaru presero a scorrere lungo i suoi fianchi, la sua barba incolta a solleticarle il volto.

“Ino, non ci credo…”

“Vaffanculo Nara, io stanotte volevo dormire!” Ino rise inferocita prima di avventarsi nuovamente sul compagno.

 

 

“Allora ragazzi, com’è andata la nottata?”

Asuma aveva trovato i suoi ragazzi pronti per colazione, dediti alle loro solite attività: Choji che a dire il vero aveva già finito di mangiare, Shikamaru che sbuffava se non era impegnato a sbadigliare, e Ino che canticchiava. Niente di strano fino lì. Niente di strano eccetto il sorrisetto malizioso di Choji, e se guardava meglio, il lieve rossore sulle guance di Shikamaru, e il ritmo più quieto e dolce della canzone di Ino. Asuma aveva sempre sospettato che Choji fosse una reincarnazione di Buddha, con al sua aura benevola e quella pienezza soddisfatta, ma ne ebbe la conferma quando, guardando più attentamente la direzione del suo sguardo, notò che davvero il ragazzo sapeva: sotto l’espressione annoiata del suo allievo preferito, e sotto l’aria più allegra del solito della sua allieva più rumorosa, stavano le mani intrecciate dei due.

 

 

 

* titolo liberamente ispirato alla raccolta Il fascino del seccante – ShikaIno moments di Sakurina, in attesa di “Dell’acqua e di altri angeli”…XD

 

tvb, Lulù!

*fugge prima che possa essere usato contro di lei*

  
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