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Autore: Star_Rover    23/10/2022    6 recensioni
Stephen Mallory ed Henry Winterton non potrebbero essere più diversi. Il primo è un giovane impulsivo e passionale, l’altro invece è freddo e razionale.
Fin da ragazzi i due si ritrovano a competere l’uno contro l’altro, che sia per vincere una gara sportiva o conquistare il cuore di una fanciulla.
La loro rivalità perdura nel tempo, fino allo scoppio della Grande Guerra. Al fronte una questione personale metterà a dura prova due promettenti ufficiali dell’Esercito britannico.
Genere: Guerra, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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2. Charlotte
 

Estate 1911.
Roland aveva deciso di celebrare gli ottimi risultati della stagione sportiva invitando i due migliori atleti nella sua tenuta di campagna. In quanto membro più anziano del club godeva di stima e rispetto da parte dei più giovani compagni.
Henry aveva accettato principalmente per queste ragioni, di certo la prospettiva di trascorrere tutto quel tempo insieme a Stephen non era affatto allietante, ma in fondo Philip aveva ragione, avrebbe dovuto affrontare quella situazione con la dovuta maturità. Così si era armato di pazienza.
D’altra parte era lieto di quella partenza, sentiva il bisogno di allontanarsi da Oxford, distraendosi da esami e responsabilità.
Roland era figlio di un famoso scrittore, la sua famiglia era ben nota negli ambienti intellettuali, dai salotti di Londra ai club universitari. Henry non aveva ancora avuto modo di conoscere i parenti del suo compagno, dunque riteneva che quella potesse essere un’occasione da non sprecare. Era curioso e impaziente per quell’incontro, desiderava dare una buona impressione di sé.
In quei giorni Henry aveva intenzione solo di riposarsi, nemmeno Mallory avrebbe potuto rovinare la sua vacanza.
Continuava a non comprendere il motivo per cui i suoi compagni continuassero a provare tanto interesse per lui, ai suoi occhi Stephen restava soltanto un irlandese presuntuoso e irritante.
Nonostante ciò era disposto a tollerare la sua compagnia, almeno fuori dalla barca non doveva più considerarlo come un suo superiore.
 
La maestosa tenuta di campagna era situata nel mezzo di un enorme giardino fiorito, la strada per raggiungerla attraversava la foresta. Un sentiero conduceva al lago, l’altro alla città non troppo distante. Al suo arrivo Winterton fu accolto dall’amico, il quale gli annunciò che avrebbe potuto trascorrere in piena libertà il soggiorno in quella casa.
Quella sera Henry raggiunse il grande salone per la cena, si presentò cortesemente ai padroni di casa e prese posto accanto a Roland. Di fronte a lui notò una sedia vuota, ma inizialmente non ci diede troppa importanza. Diresse lo sguardo alla sua sinistra, Stephen stava già intrattenendo i presenti con uno dei suoi discorsi. L’argomento era l’ormai celeberrima regata di primavera, dove la squadra era riuscita a conquistare la vittoria.
Henry ascoltò con attenzione il resoconto del suo compagno, il quale come sempre riuscì a rendere coinvolgente e avvincente narrazione.
«Sicuramente il merito della vittoria appartiene a tutta la squadra, ma il contributo di Winterton è stato fondamentale»
Il ragazzo ebbe un lieve sussulto, quelle parole gli parvero sincere. Pur tentando di non esternare troppo il proprio apprezzamento, dovette ammettere di aver gradito quel riconoscimento.
Tra i tanti difetti che aveva riconosciuto in Mallory, doveva almeno concedergli il pregio dell’onestà.
Era ancora assorto in questi pensieri quando ad un tratto avvertì dei passi leggeri provenire dai corridoi.
Poco dopo una ragazza entrò nella stanza, ella indugiò prima di avvicinarsi al tavolo.
Henry e Stephen si alzarono simultaneamente dalle rispettive sedie, Roland si occupò delle presentazioni.
«Lei è mia sorella Charlotte» annunciò con evidente orgoglio.
Henry rispose con un cordiale sorriso, Stephen invece non perse l’occasione di mettersi in mostra con un teatrale baciamano.
La giovane si unì al resto della famiglia, occupando il posto che fino a quel momento era rimasto vuoto, proprio davanti a Winterton.
Per tutta la durata della cena Henry faticò a concentrarsi sulla conversazione, rivolgendo continuamente occhiate furtive davanti a sé. Charlotte era una ragazza di rara bellezza. I lunghi capelli biondi ondeggiavano sulle sue spalle, incorniciando un viso dai lineamenti armoniosi. Le iridi cristalline, vivide e trasparenti, illuminavano il suo sguardo.
La giovane si mostrò incuriosita e interessata dalla presenza dei due ospiti, seppur mantenendo un atteggiamento discreto. Dal suo comportamento era evidente l’educazione ricevuta.
Henry rispose cordialmente alle sue domande riguardanti l’università e la vita a Oxford.
Ben presto però fu Stephen a catturare la sua attenzione. L’irlandese si mostrò sempre disinvolto e sicuro di sé, riuscendo a guadagnarsi sguardi di interesse e ammirazione.
Purtroppo la dolce compagnia di Charlotte fu piuttosto breve, poiché ella aveva già un impegno in città per quella serata.
I tre amici restarono nell’ampio salotto, intrattenendosi con discorsi riguardanti musica e letteratura. Roland accompagnò quelle chiacchere con le sue esecuzioni al pianoforte. Stephen si rivelò più interessato alle pregiate bottiglie di buon whiskey piuttosto che alle sonate di Bach, riempiendo più volte il suo bicchiere.
Henry dovette sforzarsi per partecipare attivamente alla discussione, la sua mente divagava sempre più spesso. Al centro dei suoi pensieri c’era solo Charlotte.
Quando giunse l’ora di ritirarsi Winterton si sentì sollevato.
«Spero che abbiate gradito la cena e la compagnia della serata» disse Roland.
Stephen rispose con un ambiguo sorriso.
«Devo ammettere che la vacanza si sta rivelando più interessante di quanto avessi sperato»
Winterton era certo di non aver frainteso il vero significato di quelle parole. Nel momento in cui i loro sguardi si incrociarono riconobbe la stessa occhiata di sfida che gli era stata rivolta il giorno del loro primo incontro.
 
 
Il mattino seguente Henry decise di non seguire i suoi compagni in città. Con la scusa di dover studiare riuscì ad ottenere qualche ora di pace e tranquillità.
Approfittò così della mattinata per leggere nella biblioteca che aveva intravisto in fondo al corridoio. Appena entrò nella stanza si accorse di non essere solo, seduta al piccolo scrittoio riconobbe la sorella di Roland. La giovane si voltò con un lieve sussulto al suo arrivo, ma parve rassicurarsi quando riconobbe l’ospite.
«Oh, buongiorno Henry»
Egli provò una certa soddisfazione nel constatare che lei si fosse ricordata il suo nome.
«Non intendevo disturbarti» si scusò.
«Non preoccuparti, credevo che anche tu fossi tornato in città con Roland»
«Ad essere sincero prediligo la quiete della campagna»
Charlotte sorrise: «avevo intuito dal tuo libro che avessi un animo romantico»
Winterton realizzò di avere tra le mani un volume di poesie di Wordsworth. Da una semplice citazione i due iniziarono una lunga conversazione. Parlarono di letteratura e poesia, scoprendo di avere più interessi in comune.
Henry perse la condizione del tempo, soltanto al termine della discussione osservò l’orologio.
«Temo di averti annoiata con questi argomenti» si scusò. 
«No, affatto. È stata una conversazione davvero stimolante»
Henry fu piacevolmente sorpreso nello scoprire che Charlotte non era solo bella, ma anche colta e intelligente. In quel momento capì perché Roland fosse così orgoglioso della sorella minore.
«Sai, le opere di Wordsworth mi hanno suggerito un’idea. Sarei lieto di invitarti ad una gita al lago»
«Ed io sarei lieta di accettare»
Winterton tentò di fare del suo meglio per non lasciar trasparire troppo la sua emozione.
«Questo pomeriggio il tempo sembra favorevole» propose.
La giovane esitò.
«Mi spiace, ma oggi non posso. Ho già promesso a Stephen una passeggiata a cavallo»
Henry s’irrigidì nel sentire quelle parole, dunque i suoi sospetti erano fondati, ancora una volta Mallory stava interferendo con i propri piani.
«Domani non ho nessun impegno, sempre che la proposta sia ancora valida» continuò Charlotte.
Henry finse indifferenza: «certamente. Sono sicuro che sarà una splendida giornata»
I due giovani si lasciarono con la promessa di quell’appuntamento. Rimasto solo Winterton rimuginò sull’accaduto, cominciava ad essere stanco di dover sempre dimostrare di essere migliore di Stephen, ma per Charlotte era disposto a tutto.
 
***

Stephen era certo di non essersi mai innamorato, in passato le sue storie romantiche non avevano avuto nulla a che fare con un sentimento così puro e nobile. Raramente aveva avvertito qualcosa di più oltre alla semplice attrazione fisica. Eppure l’altra sera, quando il suo sguardo si era posato sull’esile figura di Charlotte, aveva percepito qualcosa di diverso. Non seppe descrivere quelle emozioni, ma suppose che fosse in quel modo che dovesse sentirsi una persona innamorata.
Fin da bambino Stephen possedeva una grande passione per l’equitazione, forse per merito del suo sangue irlandese aveva da sempre mostrato ottime doti da cavaliere. Per questo quando aveva notato la stalla aveva subito pensato di approfittarne per una passeggiata a cavallo, e nel momento in cui si era presentata l’occasione di invitare una bella fanciulla a fargli compagnia non aveva esitato.
Stephen non ebbe difficoltà ad entrare in sintonia con il suo cavallo, uno splendido destriero dal manto nero come la pece. Charlotte lo affiancò, dimostrando di avere pratica ed esperienza.
Lungo il percorso i due sostarono in una piccola radura.
«Complimenti, sei davvero un’abile cavallerizza» disse Stephen con sincera ammirazione.
Charlotte rispose con modestia: «ho sempre amato cavalcare»
«Dovresti partecipare a qualche competizione» suggerì.
«Oh, no. Mi piace passeggiare nella pace e nella tranquillità della natura»
«Peccato, sono certo che otterresti ottimi risultati»
«È per questo che ami cavalcare? Per vincere?»
«Ad essere sincero credo che sia più per la sensazione di libertà che si prova correndo nel vento»
Charlotte rimase colpita da quelle parole, Stephen era diverso da tutti gli altri giovani borghesi che aveva conosciuto fino a quel momento, così rigidi e formali. In lui invece riconosceva un innato senso di libertà. Possedeva fascino e carisma, e poi quegli occhi verdi…avrebbe potuto perdersi per sempre in quegli smeraldi lucenti.  
Stephen si avvicinò e sfiorò il suo viso con una carezza. Lei socchiuse gli occhi e prese un profondo respiro, il suo corpo tremò leggermente a quel tocco.
«Sto forse osando troppo?» domandò Mallory.
Ella negò: «sto fremendo perché desidero di più»
Stephen l’attirò a sé e la baciò con passione. Lei ricambiò, dischiuse le labbra e si strinse ancor più al suo petto, affondando le dita nella sua chioma bionda.
Si distaccarono soltanto quando restarono senza fiato.
«Desideravo farlo dal primo istante in cui ti ho vista» ammise lui.
Charlotte si sentì sopraffatta da quelle emozioni travolgenti, quel giovane era riuscito a farle perdere il controllo di sé. Non sapeva nulla di lui, eppure si era gettata senza esitazione tra le sue braccia.
In quel momento provò soltanto il desiderio di sentire ancora quel brivido sulla pelle.
«Baciami ancora» sussurrò con tono quasi implorante.
Stephen non esitò ad esaudire quella richiesta e poggiò nuovamente le labbra sulle sue con lo stesso trasporto.
«Sei bellissima» disse guardandola negli occhi.
«Di certo sai come ammaliare una donna»
«Sono soltanto sincero»
Charlotte si domandò quanto avrebbe potuto fidarsi di un giovane tanto affascinante quanto pericoloso.
Mallory sembrò intuire i suoi pensieri: «sarebbe così terribile se tu ti innamorassi di me?»
«Questo dipende da te. Potrebbe essere orribile oppure meraviglioso»
«Non ho promesse da farti, ho solamente un cuore che batte per te dal momento del nostro primo incontro»
«E se questo sentimento fosse soltanto un’illusione?»
«Siamo giovani e benestanti, possiamo vivere di illusioni»
Dopo aver detto ciò Mallory terminò quella conversazione con un ultimo bacio, ancor più intenso e rovente dei precedenti.
Charlotte si distaccò dal suo abbraccio, ebbe bisogno di qualche istante per riprendersi dall’accaduto.
«È tardi, adesso devo tornare» disse allontanandosi all’improvviso.
«Sei crudele a lasciarmi così, senza una risposta» protestò Stephen.
La ragazza montò in sella al suo cavallo: «se davvero mi vuoi come dici, allora dovrai rincorrermi»
Mallory la guardò galoppare verso il tramonto, rapidamente saltò in groppa al suo destriero per inseguirla.
 
***

Henry aveva trascorso il pomeriggio tra l’ansia e la preoccupazione, la compagnia di Roland non era stata sufficiente a distrarlo dai suoi cupi pensieri. Era certo che l’invito di Stephen non fosse affatto disinteressato nei confronti di Charlotte. Considerando le sue doti seduttive e il suo innegabile fascino per lui non sarebbe stato difficile conquistare una bella ragazza.
Ne ebbe la conferma quella sera, quando incontrò i due di ritorno dalla loro passeggiata. Li vide stretti a braccetto, mentre parlavano amabilmente. In quel momento non ebbe più dubbi sulle intenzioni di Stephen.
Henry sospirò, trovò inconcepibile che una ragazza all’apparenza così pura e innocente potesse infatuarsi di un uomo come Mallory.
«Henry, ti devo delle scuse per non essermi presentato questo pomeriggio. Spero che tu non abbia patito troppo la mia assenza» disse Stephen con tagliente ironia.
Winterton mantenne un freddo autocontrollo: «non preoccuparti, domani sarò io a doverti le medesime scuse»
Mallory rivolse a Charlotte uno sguardo sorpreso.
«Già, Henry è stato così gentile da offrirsi come accompagnatore per una gita al lago»
«Se cercavi il miglior rematore tra i presenti ti stai affidando alla persona sbagliata» puntualizzò l’irlandese.  
La ragazza non diede importanza alle sue parole: «sono certa che trascorreremo un piacevole pomeriggio insieme»
Henry ricambiò il suo dolce sorriso, il suo cuore si riempì di speranza.
Charlotte salutò i suoi pretendenti per poi scomparire sulle scale.
I due giovani si scambiarono un’occhiata truce, restando in silenzio. Stephen, che fino a quel momento aveva ostentato sicurezza e impassibilità, cominciò a temere di aver sottovalutato il suo rivale. 
Winterton invece era consapevole di non poter competere ad armi pari, per questo non voleva sprecare la sua opportunità.
 
***

I tiepidi raggi del sole scaldavano la pelle mentre una leggera brezza estiva increspava le limpide acque del lago. Winterton non aveva avuto difficoltà nel condurre la barca a largo, dove si poteva osservare lo splendido panorama. Il giovane però non aveva prestato molta attenzione alla natura circostante, i suoi occhi erano solamente per Charlotte. Era convinto che non si sarebbe mai stancato di ammirare la sua bellezza.
Charlotte si rivelò sempre curiosa e attenta, rivolse al suo accompagnatore molte domande riguardanti il canottaggio.
«Davvero non sei stanco? È da tanto che stai remando»
Henry sorrise: «i nostri allenamenti sono ben più faticosi. In confronto questa traversata è rilassante»
«Mio fratello mi ha parlato sempre molto bene di te»
«Come atleta o come amico?»
«Entrambi»
Winterton si mostrò soddisfatto, aveva sempre fatto del suo meglio per ottenere una buona reputazione, e ciò aveva funzionato.
Dopo aver riportato l’imbarcazione a riva i due giovani si dedicarono a un pic-nic sul prato, all’ombra di un grosso faggio.
Charlotte considerò adorabile l’atteggiamento timido e un po’ impacciato di Henry. Egli era un gentiluomo, colto e ben educato. Era un giovane di bell’aspetto, anche se non possedeva il fascino magnetico di Stephen.
Charlotte si trovò bene in sua compagnia, con lui sentiva di poter parlare liberamente di qualsiasi argomento. Inoltre i due avevano molti interessi in comune, tra la poesia, la musica e il teatro.
A differenza degli altri ragazzi che aveva conosciuto, giovani studenti pretenziosi, Henry dimostrava di avere un animo romantico e sensibile. Questa era una caratteristica che lo rendeva attraente.
 
La giornata stava per volgere al termine, così Henry prese coraggio e si decise a rivelare ciò che provava realmente.
«So che è strano, in fondo ci siamo appena conosciuti…ma…»
Charlotte l’interruppe all’improvviso: «tu mi piaci»
Winterton ebbe un istante di esitazione: «dici davvero?»
Ella annuì: «temevo di essere io a non piacerti per le tue poche attenzioni»
«Non avevo intenzione di risultare troppo invadente nei tuoi confronti»
«Alle ragazze piace sentirsi apprezzate»
Henry si sentì in soggezione: «dopo aver citato Keats temo che ogni mia parola potrebbe risultare ridicola»
«Allora non dire nulla» rispose Charlotte con tono allusivo.
Winterton si avvicinò al suo viso: «è tutto il giorno che ho voglia di baciarti»
Lei non si ritrasse al suo abbraccio.
Henry poggiò lentamente le labbra sulle sue con un bacio dolce e delicato.
Quando si distaccarono sentì il bisogno di soddisfare la sua curiosità.
«Non mi hai ancora detto cosa pensi di me»
«Penso che potrei innamorarmi di te»
 
***

Pochi giorni dopo Henry e Stephen abbandonarono le lande del Bedfordshire con la speranza di essere riusciti a far breccia nel cuore dell’amata. Nessuno dei due però poté averne la certezza.
Entrambi scrissero una lettera, attendendo una risposta entro la fine dell’estate.
Charlotte era consapevole di dover prendere una decisione, aveva voluto conoscere i suoi pretendenti, ma non aveva intenzione di giocare con i loro sentimenti. La scelta però non si rivelò né semplice né immediata.
Henry e Stephen erano completamente diversi, eppure ognuno di loro aveva qualcosa di unico, e in modi differenti erano riusciti entrambi a smuovere i suoi sentimenti.
Henry era dolce e gentile, la sua presenza era rassicurante. Stephen invece era un vortice di passione, travolgente e incontrollabile, e terribilmente seducente.
 
***

Inverno, 1912.
Erano stati sei mesi meravigliosi, durante i quali la loro relazione era diventata sempre più importante nella vita di entrambi. Si amavano veramente, di questo ne era certo. Il loro era un amore passionale e travolgente, ma anche profondo e sincero.
Stephen pensava a questo mentre stringeva la mano di Charlotte, guardandola dritto nei suoi occhi celesti.
«Voglio chiederti una cosa importante»
Lei rimase a fissarlo, il suo viso impallidì.
«Vuoi sposarmi?»
La ragazza ritirò la mano e abbassò tristemente lo sguardo: «mi dispiace, ma io non posso sposarti»
Mallory non capì: «perché no?»
«Sarebbe la scelta peggiore per entrambi»
«Non sono ricco come altri giovani benestanti, ma posso offrirti una vita dignitosa»
«Non sto parlando di questo»
«Dunque qual è il problema?»
«Si tratta di noi…non abbiamo futuro insieme»
«Eppure tu mi ami» insistette Stephen.
«Certo che ti amo, ti amerò per sempre»
«Allora perché non vuoi diventare mia moglie?»
Charlotte rimase in silenzio, senza trovare la forza di rispondere.
Lo sguardo di Mallory si incupì: «sposerai Henry Winterton?»
«Egli è una brava persona, qualcuno su cui posso fare affidamento»
«Lo ami più di me?»
«Stephen…ti prego, non rendere tutto ancora più difficile»
«Credevo che tu fossi diversa, pensavo che non ti importasse solamente dei soldi o della reputazione»
«Le ragioni per cui ti amo sono le stesse per cui non posso sposarti»
Mallory non riuscì a nascondere la rabbia e il dolore per quel rifiuto.
Lei tentò di giustificare la sua decisione: «Stephen, io…»
«No, non dire altro. Ho capito, tra noi è finita»
Charlotte scoppiò in singhiozzi.
Stephen la strinse in un ultimo abbraccio, in un atto di tenerezza baciò la sua guancia bagnata dalle lacrime.
«È meglio che tu vada» disse lei distaccandosi a fatica.
«Promettimi che non ti dimenticherai mai di me»
Charlotte era consapevole che quel dolore sarebbe stato impossibile da dimenticare.
«Addio»
La porta si richiuse con un colpo. Charlotte si sfiorò la guancia, ancora calda dopo quell’ultimo bacio. 
 
***

Primavera 1913.
Henry non aveva mai apprezzato gli eventi mondani, li considerava una terribile perdita di tempo. Il suo carattere prevalentemente introverso e solitario lo faceva sentire sempre a disagio in determinate situazioni. Inoltre non era solito a cedere alla propria vanità. Nel corso degli anni però aveva imparato a sopportare passivamente quelle apparizioni pubbliche. Desiderava accontentare la sua famiglia, e soprattutto voleva evitare un comportamento anomalo che potesse renderlo soggetto di sgradevoli pettegolezzi.
Così anche quella sera si preparò per apparire in società.
 
La sala da ballo era gremita di gente, perlopiù volti sconosciuti. Henry rimase in disparte con il suo bicchiere di champagne.
Ogni tanto gettava un’occhiata distratta al centro del salone, osservando le coppie che volteggiavano tra luci e colori.
Winterton mostrò una smorfia di insofferenza, poi voltò le spalle alla scena per tornare a rivolgere la parola ai suoi interlocutori. Al suo tavolo discusse a lungo di politica, intrattenendosi con una conversazione riguardante la preoccupante situazione irlandese.
Ad un tratto qualcuno tra la folla attirò la sua attenzione, riconobbe subito l’esile figura di Charlotte. Indossava un abito bianco ornato di perle, il quale contribuiva a donarle un aspetto angelico. I lunghi capelli biondi erano raccolti in una raffinata acconciatura.
Fu lui ad avvicinarsi, notando il medesimo disagio nel suo sguardo.
«Henry…sono felice di rivederti» disse lei con sincerità.
«Anche per me è un piacere incontrarti»
La giovane distolse timidamente lo sguardo.  
Nella stanza si diffuse la musica di un valzer.
«Posso chiederti questo ballo?» chiese Winterton tendendole la mano.
Ella accettò, lasciandosi condurre al centro della sala.
Ad Henry sembrò di vivere un sogno, non credeva che avrebbe potuto stringerla di nuovo tra le braccia. Si era disperato per la loro separazione, ma forse era stato il destino a far sì che i due potessero ritrovarsi quella notte.
«Sei sempre bellissima» sussurrò al suo orecchio.
«E tu sei sempre troppo gentile nei miei confronti»
«I miei sentimenti per te non sono mai cambiati» rivelò.
«Dovresti odiarmi per quello che ho fatto»
«È vero, mi hai spezzato il cuore, ma tutti noi abbiamo sofferto»
Lei avvertì gli occhi umidi: «tu sei un uomo buono Henry»
Egli l’attirò ancor più a sé: «ti amo»
Charlotte gli gettò le braccia al collo: «non dirmelo, dimostramelo»
Winterton si chinò su di lei, baciandola con dolcezza e sentimento.
 
***

Primavera, 1914.
Per più di un anno Stephen Mallory condusse con disinvoltura e spensieratezza la sua vita da giovane benestante. Frequentava teatri, feste, salotti letterari e partecipava con entusiasmo ad eventi sportivi.
Fu durante una di queste giornate, nel mezzo di un’appassionante partita di cricket, che ricevette una notizia destabilizzante. Sembrava che l’evento più chiacchierato della contea fosse il fidanzamento di Lady Charlotte con un giovane avvocato, il cui nome scoprì presto essere Henry Winterton.
«Li ho visti insieme ad una festa, sono davvero una bella coppia» disse una ragazza piuttosto incline al pettegolezzo.
«Di certo lei ha trovato un buon partito» commentò la sua amica.
«Io credo che siano davvero innamorati»
Mallory non riuscì a mascherare la sua frustrazione, divenne rosso in viso e strinse la mazza da cricket con così tanta intensità da avvertire le nocche doloranti. Provò il desiderio di esternare i suoi reali sentimenti, di urlare che quel damerino di Winterton non avrebbe mai potuto amarla come ella avrebbe meritato, e che era stato lui a conquistarla per primo. Si limitò però ad immaginare le reazioni sconvolte dei presenti trattenendo una risata di scherno. Preferì sfogare la sua rabbia nel gioco, portando la sua squadra ad una meritata vittoria.
Mallory tentò di fare del suo meglio per distrarsi, ma la sua mente continuò a riportarlo al ricordo di Charlotte. Nulla gli impediva di presentarsi da lei, confessarle il suo amore e ammettere che il suo più grande rimpianto era stato perderla.
Era sempre stato impulsivo, eppure quella volta sentiva di non poter fare niente per cambiare le cose. In tutto quel tempo aveva cercato inutilmente di dimenticarla. L’amava davvero, per questo sapeva che il matrimonio con Winterton sarebbe stato il meglio per la sua felicità.
Stephen distolse l’attenzione dai suoi malinconici ricordi soltanto quando l’argomento della conversazione si spostò su questioni politiche.
Le notizie erano sempre più preoccupanti, dall’est si iniziava ad avvertire vento di guerra.
   
 
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