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Autore: 2BLiGHt    23/10/2022    1 recensioni
[Writober 2022 - Fanwriter] Il San Mungo è sotto attacco. Dopo la fuga di massa da Azkhaban e dopo la battaglia al Ministero i seguaci di Voldemort vogliono far capire al mondo intero che sono finalmente tornati. Dorothea però non si lascerà scoraggiare dalla loro follia e tenterà di mettere in salvo i suoi figli.
Genere: Angst, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vari personaggi
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Giorno 23 - Tempo

Non avevano avuto tempo per prepararsi, tuttavia era necessario che lei ed i suoi figli scappassero immediatamente da lì. Dorothea lo aveva visto, un attacco contro il San Mungo da parte dei mangiamorte, il tutto per mettere paura alla gente. Qualche giorno prima, per un qualche tipo di miracolo, era riuscita a farsi riconsegnare la sua bacchetta da Liam dopo avergli detto della sua visione.
“Non so quando avverrà.” Aveva spiegato all’uomo “Però devi aiutarmi Liam. Fallo per tua figlia.”
L’auror a quel punto non aveva esitato, era riuscito a prendere la bacchetta di Dorothea per restituirla alla sua legittima proprietaria, che chiese un ulteriore favore all’uomo.
“Della polisucco.” Liam l’aveva guardata perplesso, a cosa le serviva della polisucco? Non aveva senso. Dorothea però insistette parecchio, dunque l’uomo ne comprò una fiala, giusta per una sola persona. La donna disse che le bastava, alla fine le serviva solo per far credere a quei bastardi del Ministero di essere morta cosa che, durante l’attacco, funzionò.
Quando sentì i mangiamorte arrivare ai piani superiori, la donna nascose preventivamente i figli intimando loro di fare assoluto silenzio. Poi, silenziosa come un gatto, Dorothea aveva stordito uno dei mangiamorte e gli aveva fatto ingerire la polisucco. Gli mise addosso i suoi abiti e lei prese i suoi. Anche se la maschera non le stava perfetta sul volto, non era importante, quello che voleva era fuggire, andarsene da quelle quattro mura che da cinque anni ormai erano la sua prigione. Arthur era quasi del tutto guarito, doveva finire l’ultimo ciclo di terapia che avrebbe potuto fare a casa con la nonna, Lorelai invece stava bene e aveva solo un po’ di febbre.
“Sì, andrà tutto bene…” aveva pensato Dorothea mentre riprendeva con sé i bambini e furtivamente li portava via. Si era creato del chaos, sapeva che doveva agire in fretta se voleva andare via dall’ospedale ed evitare di essere schiantata dagli auror o uccisa dai mangiamorte. Sempre grazie all’ennesimo miracolo, tutto filò liscio come l’olio e Dorothea si ritrovò all’esterno, con i suoi figli.
Mancava pochissimo, solo qualche passo e avrebbe potuto smaterializzarsi via, a casa di sua madre con i bambini. Fu in quel momento che si sentì osservata.
Alzò lo sguardo e lo vide, un uomo alto, dai capelli bianchi come la neve e gli abiti scuri dei mangiamorte che la guardava.
Era lui.
Era Alfred.
Non stava fissando solo lei, ma anche il piccolo Arthur, quel bambino che era la sua perfetta fotocopia.
Dorothea gli sorrise malinconica, avrebbe voluto dirglielo ma sapeva che questo lo avrebbe solo fatto soffrire.
Perciò si girò.
Uscì dai confini dell’ospedale e si smaterializzò, lasciando Alfred pieno di dubbi.
   
 
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