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Autore: Princess Kurenai    24/10/2022    2 recensioni
Akaren Week 2022 | Day 1 - Firsts
 
Eppure Akaza sapeva di non essere timido, anzi: era l'esatto contrario. Temeva però di non riuscire a trattenersi davanti a Rengoku e di sbottare qualcosa di tremendamente imbarazzante come: «Ehi ciao! Sei sposato? No, perché mi offro volontario per essere tuo per l'eternità!»
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hakuji/Akaza, Kyoujurou Rengoku
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'AkaRen Week 2022'
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Il prompt "Firsts" viene inteso come 'la prima volta che si rivolgono la parola... più o meno'.
Ecco cosa succede quando leggo delle pessime frasi da abbordaggio ahaha

Buona lettura!



C'era un uomo nel treno che Akaza prendeva per tornare a casa dopo il suo turno di lavoro pomeridiano all'ospedale.

In realtà c'erano molte più persone ma 'quell'uomo' era impossibile da non notare con i suoi lunghi capelli biondi e rossi che sembravano indomabili come la criniera di un leone e la voce calda e, spesso, un po' troppo alta.

Tutto della sua persona sembrava irradiare sicurezza e calore, e Akaza si era sin da subito sentito attratto e incuriosito da lui, tant'è che non aveva potuto fare a meno di iniziare ad osservarlo ogni volta non solo nella speranza di riuscire ad avvicinarsi ma anche per scoprire più dettagli possibili sul suo conto.

In quei mesi, infatti, lo aveva sentito rispondere al telefono più volte e grazie a quello aveva appreso che si chiamava Rengoku e che aveva, probabilmente, un fratello minore.

Inoltre gli piaceva leggere perché aveva spesso con sé dei libri nei quali si immergeva durante il tragitto del treno, e il suo genere preferito sembrava essere il romanzo storico.

Scendeva ogni volta alla fermata di Setagaya e, cosa non meno importante, aveva un cuore d'oro perché era sempre il primo a cedere il suo posto quando nel vagone salivano anziani o donne incinte.

Tutto di Rengoku faceva attorcigliare lo stomaco di Akaza, dai suoi occhi grandi e gentili che andavano in coppia con la forma morbida e invitante delle sue labbra, sempre piegate in un sorriso cordiale, fino all'assurdamente adorabile suono del suo starnuto.

Più volte aveva pensato ad approcciarsi a lui, soprattutto dopo aver trascorso praticamente tre mesi ad osservarlo di nascosto, ma alla fine non era mai riuscito ad aprire bocca davanti a Rengoku.

Eppure Akaza sapeva di non essere timido, anzi: era l'esatto contrario . Temeva però di non riuscire a trattenersi davanti a Rengoku e di sbottare qualcosa di tremendamente imbarazzante come: «Ehi ciao! Sei sposato? No, perché mi offro volontario per essere tuo per l'eternità!»

Non poteva per davvero permettersi di rovinare in quel modo il loro primo incontro... cosa che, in realtà, aveva rischiato più volte di fare.

Come quella volta che Rengoku, dopo aver lasciato il suo posto ad una vecchina, si era piegato in avanti davanti a lui per poter raccogliere il libro che gli era caduto per terra. E i pantaloni che indossava si erano praticamente fusi alla forma del suo sedere, e Akaza aveva preferito scendere ad una fermata sbagliata all'urlargli contro un: «Vorrei che tu sapessi che fin quando avrò respiro in corpo, il tuo sedere troverà sempre un posto sulla mia faccia!»

O come quella volta che Rengoku si era appisolato sul sedile del treno e Akaza si era quasi perforato le gambe con le unghie per evitare di raggiungerlo e baciarlo, solo per vedere se si sarebbe svegliato come la principessa delle favole.

Quello però non l'aveva bloccato dal fargli una foto di nascosco e poi mostrarla a Douma, lamentandosi con un disperato: «Come posso non essere gay quando qualcuno come lui esiste?»

Rengoku lo faceva letteralmente impazzire e Akaza non sapeva proprio come fare ad approcciarlo senza sembrare un perfetto idiota. E non chiedeva neanche tanto, solo che Rengoku fosse al corrente della sua esistenza! Che gli rivolgesse, di tanto in tanto un sorriso o un saluto, che si fermasse a fare quattro chiacchiere con lui... che lo tenesse per mano, che gli dicesse 'Ti amo', che lo baciasse come se non ci fosse un domani e che lo scopasse fino a fargli dimenticare come camminare diritto.

No, non stava chiedendo poi così tanto.

Aveva ovviamente pensato a più modi per approcciarsi a Rengoku, dal più semplice 'Ciao' ad un qualcosa di più elaborato e magari divertente, per fare una bella impressione sull'uomo. Tuttavia tutte le battute che gli venivano in mente erano più stupide e squallide che divertenti… e Akaza non sarebbe mai ricorso al classico e poco originale "Ti sei fatto male male quando sei caduto dal paradiso?" perché aveva ancora un po' di dignità nascosta da qualche parte.

Alla fine di tutto, il 'Ciao' gli era davvero sembrata la soluzione meno pericolosa e imbarazzante, e quando finalmente riprese il treno quel pomeriggio si preparò a sfruttare il suo miglior sorriso per salutare Rengoku e sedersi proprio accanto a lui… sfortunatamente il suo piano non andò in porto perché per la prima volta Rengoku non era da solo.

Bastò solo uno sguardo ad Akaza per capire che il ragazzino seduto accanto all'uomo era il famoso fratellino minore di quest'ultimo. Si chiamava Senjuro - Rengoku lo aveva chiamato così in una o due telefonate - e la somiglianza con il maggiore era impressionante.

Era la prima volta che li vedeva comunque insieme, e per quanto il suo primo tentativo di approccio fosse miseramente fallito ancor prima di iniziare, Akaza non si sentì per niente deluso o scoraggiato perché in quel modo aveva potuto non solo osservare l'espressione dolce che Rengoku stava rivolgendo al fratellino ma anche ascoltare la sua risata. Conclusione: Akaza si era ancora una volta innamorato di lui.

Ci avrebbe tentato un'altra volta, si disse mentre raggiungevano Setagaya - la fermata nella quale Rengoku era solito scendere. In fondo frequentavano quello stesso treno da più di tre mesi, avrebbe sicuramente trovato il coraggio per avvicinarsi un altro giorno.

Sorrise tra sé e sé, abbassando lo sguardo sul suo cellulare per trascorrere in quel modo il resto del viaggio, ma qualcuno lo distolse sin da subito dai suoi pensieri.

«Ciao!» alzò il capo di scatto, trovandosi di fronte il fratellino di Rengoku che gli stava porgendo un foglietto. «Mio fratello ti trova davvero carino e questo è il suo numero!» esclamò.

Aveva le guance un poco rosse per l'imbarazzo e prima che Akaza potesse anche solo registrare quanto fosse appena accaduto, il foglietto gli venne lasciato direttamente sopra lo schermo del cellulare, e il ragazzino era corso fuori dal treno prima che le porte si chiudessero, raggiungendo Rengoku altrettanto rosso in viso e con gli occhi sgranati per la sorpresa.

I loro sguardi, entrambi increduli, si incrociarono per quella che sembrò essere un'eternità ma che in realtà durò pochi secondi perché il treno partì subito per la successiva stazione.

«Cosa… diavolo...» esalò Akaza guardando il biglietto sul quale era scritto, con una calligrafia pulita e ordinata, un numero di telefono.

Il numero di telefono di Rengoku .

Un brivido lo scosse da capo a piedi. Era davvero stato il fratellino di Rengoku a fare la prima mossa? E soprattutto… Rengoku lo trovava carino?!

Con mano tremante digitò il numero sul suo cellulare e dopo averlo salvato, aprì l'app di messaggistica, esitando solo un momento prima di scrivere il suo primo messaggio.

-Vorrei quasi dirti "Scusa ho lasciato i miei occhi su di te poco fa, potresti restituirmeli?", ma suona un po' stupido. Quindi… ciao, sono Akaza Soyama e anche io ti trovo carino.-

Premette il tasto invio senza pensarci due volte e per poco non fece cadere il cellulare per terra quando, neanche un minuto dopo, ricevette una notifica.

- Io avrei quasi quasi voluto dirti "Da una scala da 'Venerdì alle 17' a 'Sabato a cena', quanto sei libero per un appuntamento?" ma forse era troppo diretto come approccio.

Io sono Kyojuro Rengoku, comunque. Felice di fare finalmente la tua conoscenza!-

   
 
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